domenica 12 marzo 2017

Poesia / Tributo a William Ernst Henley per la sua lirica "Invictus".


Tela di sacco e strati di colore evanescente.
Né troppo chiaro, né troppo cupo.
E le parole a completare il gioco.
D'oro. Parole e gioco.
Come la decisione di librarsi in volo.
E farlo, poi.
Lasciando l'anima vagare fuori dal carcere del corpo.
Anima pura, incandescente, invitta.

Irene Navarra, I colori della libertà, Disegno grafico, 2017.

IV
In Memoria di
R. T. Hamilton Bruce
(1846 - 1899)

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un abisso esteso tra i due poli,
Ringrazio qualsiasi dio esista
Per la mia anima indomabile .

Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono scansato né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e di lacrime
Incombe solo l'Orrore dell'ombra,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino,
Sono il capitano della mia anima.

William Ernst Henley, Il Libro dei Versi - Echi di Vita e di Morte, 1888.

IV
I. M.
R. T. Hamilton Bruce
(1846 - 1899)

Out of the night that covers me, 
Black as the pit from pole to pole, 
I thank whatever gods may be 
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance 
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance 
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate,
I am the captain of my soul.

William Ernst Henley, Book of Verses - Echoes of Life and Death, 1888.
(Fonte: Poetry Foundation)


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