martedì 18 luglio 2017

Critica letteraria / Le "Lezioni americane" di Italo Calvino per il nuovo millennio - Persistenze valoriali (2).





Irene Navarra, Italo Calvino, Pastello a olio e Grafica, 2011.
    La Rapidità. Una concisa brevitas può nel ritmo narrativo generare suggestione? Un’istintiva stringatezza è fonte di piacere? Boccaccio ci insegna quanto sia preziosa questa dote. Con una novella del suo Decamerone, la prima della sesta giornata, icastica nel messaggio. La morale è: chi non sa raccontare e pur si ostina, rende la storia un cavallo bolso. Offende il ritmo che è velocità mentale, proprietà stilistica, agilità di espressione. Così le parole tralignano, perdono la strada e il destriero-racconto si impantana irrimediabilmente. Destinato a morire è il giudizio irrevocabile. Di Boccaccio e di Calvino. Concordo e mi lamento. Non tutto ciò che appare e si ode ai giorni nostri è oro colato. Gli educati al contegno desidererebbero spesso la sordità. Gli occhi stravolti dalle frequenti aggressioni all’arte sognano Borges e le sue Ficciones così sorprendentemente autogenerative di scorci inesauribili senza sovrapposizioni e congestione alcuna.
E non si tratta solo di short story o di folktale. Ovvero: con Rapidità non si intende indicare la lunghezza moderata di un testo. Anche un romanzo corposo può essere buon portatore di essa. Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki, che ho letto, amato, donato più volte perché sia divulgatore di movenze letterarie fulminee in concreto e in astratto, mi conforta sul destino della scrittura e sulle illimitate gamme delle analogie intellettive che collegano i cervelli illuminati del pianeta. D’altronde non è detto che per creare qualcosa come frutto di una salutare Rapidità bastino pochi secondi. L’ispirazione è un fatto, l’esecuzione un altro. Riporta Calvino: Chuang-Tzu, famosissimo pittore cinese, al suo imperatore che gli aveva commissionato il disegno di un granchio chiese cinque anni di tempo, una villa e dodici servitori, Dopo il primo lustro ne chiese un secondo con i medesimi agi, senza nemmeno aver iniziato il lavoro. Allo scadere del periodo prese il pennello e dipinse con un solo gesto il granchio più perfetto che si fosse mai visto. In un attimo.
Eccola la short story giusta per illustrare contenente e contenuto. Calvino e la saggezza orientale continuano a insegnare. Con buona pace di quanti si scoprono scrittori da un giorno all’altro.
(Continua)

Dallo Speciale Cultura di Voce Isontina dell'8 febbraio 2011.

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