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sabato 4 marzo 2023

Haiku / Spring is coming.


Distesa a terra
fisso gli occhi azzurri
della Primavera.

Alberi ancora spogli attorno. Ma l'aria vibra di promesse.

Silvia Valenti, Spring is coming 1, Fotografia, 2016.
Silvia Valenti, Spring is coming 2, Fotografia, 2016.

Visita il blog di Silvia Valenti.

giovedì 10 novembre 2022

Poesia / Percezioni: La mia musica.



Irene Navarra, Il gelso pregava, Fotografia e Grafica, 2015.


Leggo serena la mia musica
mentre cammino sul sentiero
che mi porta a casa -
Le nubi sono il flauto duttile del vento
e i rami spogli del gelso in supplica
flessibili archi elastici
sferzanti una scenografia
di fili d'erba e cielo giallo-rosa.
Rugosi e nocchiuti gli strumenti
radicati nella terra.
Chioma svettante verso l'alto l'uno
e candelabro l'altro
con le torture della storia sopra i fusti.
Le riconosco nelle metriche delle cortecce
a strati, ghirigori, fibre sfilacciate.
E mi ci adagio.
Come fossero culle vegetali.
Un solco a ogni me
smarrita confidente in quegli anfratti.
Finché si ricompone un corpo altro:
contenitore senza dissonanze
con l'arpa sottile dei vitigni
a far da sfondo e coro di metallo.
Così divento ballerina all'improvviso.
Volo librando sulle punte dentro un teatro
creato dal mio Autunno personale
con luci quasi spente e qualche umano.
Ah, quanta Arte in me.


E adesso una clip di VideoPoesia. Nel testo, nelle immagini e nella musica esprime bene la gioia della Consapevolezza piena, che travalica ogni difficoltà e consola l'Anima innocente. Per la precisione si riferisce a un momento molto difficile della mia vita, superato con la meditazione e l'esperienza della Metamorfosi panica. Diventare Natura viva è un Rimedio potente. "Così si comincia" scrivo nella lirica. Il resto viene da sé

Nel video:
Testo lirico, Video, Voce: Irene Navarra /
Clip: Pixabay /
Fotografie: Silvia Valenti, Ballet, 2014 /
Musica: Albis, Nemesis, YouTube Audio Library /
Software: Photodex / 

giovedì 2 marzo 2017

Haiku / Noterelle un po' critiche (4). Con Tomas Tranströmer.


Il mare è un muro.
Sento i gabbiani gridare –
Accennano un saluto.

Da Il grande mistero di Tomas Tranströmer.
Traduzione di Maria Cristina Lombardi.

Il racconto del mare.
Silvia Valenti, Il grande mistero, Fotografia, 2014.
- Courtesy dell'artista -

L’haiku è Poesia, se ha un’anima. E ha un’anima, se interpreta il mondo, naturale o meno, irradiandolo della sua stessa luce. L’autore, al centro di questo miracolo, respira nel soffio vitale di quanto scrive. Ritorniamo, quindi, al concetto di anima come motore unico e originale di esistenza. L’autore vero non imita mai, né si adegua a formule trite e schemi avulsi dalla sua autentica dimensione – geografica, sociale, culturale, linguistica che sia –. Ovvero: la sensibilità di un Occidentale diverge per forza di cose da quella di un Orientale. Con buona pace di quanti scimmiottano il kigo, i caratteri wabi e sabi, l’assenza di punteggiatura..., sentendoli elementi del tutto necessari a rendere idoneo un haiku. Aspetti invece, questi, inadatti a darci la Poesia. La Poesia che si rivela nel rapporto tra parola e silenzio, forte di un’energia evocativa tale da rendere visione concreta l’astratto. Così, senza parere. Con pochi tocchi intuitivi fondi fino alle radici dell’Essere.

sabato 22 ottobre 2016

Poesia / Frammento 2 - Ispirazione (IH48).

Silvia Valenti, Lune di mondi paralleli, Fotografia, 2011.

Frammento 2

Sfere di Luna latte/ambra tra patine di stelle.
L’idea si esalta fresca
nello splendore del momento.

Dentro quei limiti preziosi
fruscia l'abbaglio di un ricordo.

(Da Eteronimo IH48 - Lune molteplici di un mondo parallelo)


E ora una miniclip poetica sulla Luna.


Qui potrai trovare la lirica del video tratta dal mio Dentro (Luglio Editore - Premio Mesagne 2013).
  Per conoscermi meglio, clicca Qui.

giovedì 21 aprile 2016

Poesia / Derive (Rimedi - Dimidium animae meae).


Derive.
Esistenziali, naturalmente, quelle di Irene Navarra.
Spirali costanti nella continua combinazione e mutazione degli eventi.
Flussi remoti.
Travolgenti metafore.
Come segni di una nuova cartografia per gli arcipelaghi della mente e dell’anima.
Paradossali ipotesi di salvezza.

(Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti)

Devo patire anche la vita
in equilibrio da Domino perplesso.
La linea mediana del presente
agìta con passione esuberante
mi porterà a travalicare.
Sfidare.
Superare.
Tutto fuorché sé rassegnare a non
disimpigliare il piede dall'impaccio
mentre l'acqua sale.

Quando ogni giorno della tua vita segue un percorso del tutto indipendente da qualsiasi volontà personale, cerchi dei Rimedi. Scandagliare la propria anima, riconoscendone le ferite, è un buon inizio.

Nell'immagine: Silvia Valenti, Il salto, Fotografia e grafica, 2014 (courtesy dell'artista).

lunedì 22 febbraio 2016

Haiku / Ghost in my garden.


From darkness deep
my thinking. Red as a lamp
that pierces the sky.


Into the Night's eyes stones.
Bars inside her body.


 Until the Aurora
that has thin pass and scented
roses around her neck.


Ghost in my garden
like a smooth breeze of dancing Spring.
Butterflies in flight.


Guarda il video dedicato.




lunedì 1 febbraio 2016

José Saramago, Poesia secca - Poema seco (da "Le poesie possibili" / "Os Poemas Possíveis").

Voglio secca e superflua la poesia,
breve schiantar di stelo mordicchiato
o scricchiolar d'assito ove non danzo.
Voglio passare oltre a occhi bassi,
impastati di pena e di silenzio,
perché tutto è già detto e sono stanco.


Consapevolezza.
Silvia Valenti, Tracce 8, Fotografia, 2015.
- Courtesy dell'artista -

Quero escusado e seco este poema,
breve estalar de caule remorido
ou ranger de sobrado onde não danço.
Quero pasar além com olhos baixos,
amassados de mágoa e de siléncio.
Porque tudo está dito e já me canso.


Una Poetica, quella di Saramago,
che demistifica ogni ottimismo
con la sua pomice ruvida.
Esaltandosi in barocche raffinatezze formali
miste a costruzioni dure come le discrasie della storia.
Il filtro tra le due dimensione è una graffiante, consapevole ironia.

lunedì 16 novembre 2015

Poetica 9 / Quasi una biografia - La caccia.


Il nemico è in noi.
Silvia Valenti, Ballet, Fotografia, 2014.
- Courtesy dell'artista -

La caccia più spietata
è quella che non ti risparmia
perché l’inseguitore è inconsistente
e ti reclama dal di dentro,
scavando un varco
che non dà salvezza.

Annichilito e despota tu resti.
E sai d’esserti tolto carne e sangue,
d’aver gettato tra i detriti
l’integrità dell’essere.
Dell’essere così.
Come sei stato sempre.
Tragico cacciatore
e vittima impotente.

Da Margini / Quasi una biografia, B&V Editori, 2002.


venerdì 18 luglio 2014

Poesia / "Dentro" le Dedalaritmie liriche di Irene Navarra: tra sentimento e ragione.


Di lacrime grondano le cose.
Il rimedio è nel canto, sembra suggerire la poetessa con rara ispirazione empatica.
In primis, però, c'è il dolore.

Presentazione di "Dentro" e "Il peccatore".
Silvia Valenti, Irene e Ale a Treviso, fotografia, 2014.

Dentro le Dedalaritmie liriche di Irene Navarra

    Nel percorso deterministico della prima sezione del nuovo libro di Irene Navarra, Dentro, risalta il connotato inconfutabile dell’impianto alchemico come base di qualsiasi originare esistenziale. Noi ci enucleiamo nel Vuoto primordiale / esoterico Athanor come accumuli, per una scintilla di vigore che ci fa conflagrare a vita nuova con strutture confezionate secondo modelli naturali e sequenze cicliche. Per incontri di materia. Atomi che fermentano nel bollitore astratto in cui tutto si forma e purifica per poi rotolare in caduta gravitazionale fino alla dimensione cui sono destinati. La poesia di conseguenza diventa per la poetessa goriziana un innato metodo di inchiesta e una mediatrice di Verità. Collegando infatti ignoto e noto nella folgorazione del fervore ispirativo, fissa i margini in cui argomentare è concesso. Essa procede sempre lungo la strada ardua del Dubbio, disbroglia matasse, si impiastriccia di sostanza, la assimila, si invola, tramutando il dato fisico in principio trascendente. In una metamorfosi simbolica che interpreta il fine ultimo della prescienza, tesa alla scoperta della pietra filosofale. Sì, perché questa recente raccolta composta da tre sillogi (La certezza del Mutamento, Dentro, Cronaca di un’Assenza) proprio là si volge, seguendo un sottile filo di Luce baluginante dalla concretezza più densa. Ed è l’illusione della continuità giocata sul Sentimento del contrario di schietto gusto pirandelliano a fare da contrappunto emotivo alla pena della perdita, negando la morte individuale con il semplice accendersi del ricordo. Il teorema è compiuto, dunque. Vince di sicuro la dissoluzione del corpo come norma ineludibile e necessaria, ma vale ancor di più il permanere nel pensiero di chi resta. Ciò rappresenta l’assoluto per eccellenza. Una somma di memorie crea l’energia adatta a traghettarci attraverso il mare del Nulla, verso porti di tranquilla consapevolezza. In intermittenze del cuore come spiragli sul mistero dell’Essere. Il Dio cristiano qua conta solo come emblema di spiritualità e tappa da toccare a conferma di suggestioni annidate in pieghe della mente. La ragione cede, in definitiva, abbandonando qualsiasi meccanicismo, sebbene autorevolmente filosofico e culturalmente seduttivo. Così, l’abusata parola Amore assume sfumature di durevolezza eterna nel suo stesso generare delle specie di nastri ideali che collegano elementi fenomenici - fragili per la loro caducità - e metafisici - imperituri proprio in quanto tali -. Un trionfo alchemico, in verità, da ascriversi alla ricerca lirica della scrittrice. Ricerca come frutto inequivocabile del suo procedere per visioni, cosmiche prima e intime poi, ma non per questo meno vaste. Quale l’approdo? Microcosmo (personale) e Macrocosmo (universale) collimano coincidenti. In questo caso quindi, e oltre ogni evidenza speculativa o scientifica (Shopenhauer non ce ne voglia!): duo idem non sunt sed idem faciunt.

Eugenio Bernes, musicista e CAGEcreativo