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venerdì 28 aprile 2023

Critica d'Arte e Poesia / La scultura di Pierpaolo Consigli tra realtà e mito.


Esortandovi caldamente a visitare il Sito dello scultore Pierpaolo Consigli (in arte Pico48), vi propongo la Critica (anche lirica) che gli avevo dedicato nell'Agosto del 2020.


Pico48, Autoritratto con Sacher, Terracotta patinata colorata acrilico.
Dimensioni: cm. 55 x 35 x 60.

“Se guardi negli occhi il tuo cane, come puoi ancora dubitare che non abbia un’anima?”, Victor Hugo.
“È così che ho voluto esprimere l’amore verso il mio cane Sacher”, Pico48.

                                  
Pico48, Opi - dea bendata, Terracotta patinata naturale su Vetro.
Dimensioni: cm. 30 x 24 x 51.

 
È da una zona d’ombra invasa dal silenzio che talvolta scoccano faville prodigiose. Di contrasto al morbido fluire del grigio, dopo un brillio di luce, s’addensano, formando la sostanza che sarà. Culla di un’anima che chiede di volare. E sa il potere del sussurro a chi ha mente e mani esperte di segreti. Pierpaolo Consigli possiede ingenito il talento dell’interpretare la materia per estrarne l’essenza. In modo sottile. Senza rivelarla del tutto. Lasciando quei margini sospesi che si fanno mediatori di fascino. Così, dall’assunzione delle leggende antiche come fonti ispiratrici scaturisce che le sue dee hanno palpebre solo leggermente dischiuse. Perché, se le aprissero, ci accecherebbero con il loro bagliore. E ciò l’ho capito mentre le rimiravo e cercavo di sondare quel quid particolare che mi rapiva. Fino all’intuizione estrema e alla spontanea scelta di elevare a piccolo canone poetico il mio speciale sentirle. Di conseguenza:

Chiudere gli occhi davanti alle tue dee.
E sullo schermo interno delle palpebre
far scorrere le loro storie.
Miti ancestrali nascosti nelle pieghe dei millenni.
Reliquie palpitanti
per te che ne intuisci il suono
e lo palesi
come al momento della nascita
nel gesto da demiurgo del dare consistenza
a sobrie creature ancora fioche.

Un metodo infallibile, questo, che mi permette di intendere anche le creazioni di Pierpaolo a soggetto contemporaneo. In esse lo sguardo, apertamente franco, è senz’altro di primo rilievo. Porta infatti il carattere del modello. Quanto sta dietro però, ovvero il narrato intimo del rapporto artista / opera, rimane il nucleo dell’attrazione. Per cui di nuovo a occhi chiusi rivivo i gesti di affettuosa reciprocità tra cane e padrone plasmati in memoria perenne del compagno di avventure esistenziali. Indizi d’amore scambievole che rimarranno ancorati al momento. E con folgorante lucidità ritrovo il piglio deciso negli occhi del figlio, penetranti al punto da scavare dentro l’anima dell’osservatore. Pierpaolo, dunque, racconta le sue visioni mentre ne induce la comprensione con agganci al subliminale Oltre da cui le visioni stesse arrivano.

Irene Navarra, 29 agosto 2020

sabato 8 aprile 2023

Poesia / Diario: La bellezza collaterale - So dove ritornare (Itaca).

Ognuno ha la sua Itaca.
E il suo Mito del Ritorno.
Omero ci indica la strada, mentre racconta il viaggio "per cui bello di fama e di sventura / baciò la sua petrosa Itaca Ulisse" (Ugo Foscolo, A Zacinto, vv. 10 - 11).

La mia è un'Itaca semplice. Ha la consistenza delle dolci abitudini del giorno dopo giorno, a passi lenti lungo i tratturi di una Terra che mi ha vista nascere, con accanto le creature che mi sono compagne e quelle che lo sono state nel passato: i cari animali che avvicinano a Dio.
Nessun ostacolo mi ferma. Nemmeno i limiti fisici riescono a bloccare i voli del cuore e della mente. Vado, comunque e sempre, per i campi e le vigne di un luogo benedetto ai piedi di colline azzurre e ingentilito dalla cintura turchese del fiume Isonzo.
Vado.
Con gratitudine.

Irene Navarra, La mia campagna / Itaca nel cuore,  Fotografia, 13 Marzo 2021.


So dove ritornare.
Ho una mappa segreta
che ripercorre tappe e intoppi del cammino.
Questi secondi sono i più importanti:
riguardano la formazione.
E l'agnizione di quanto vero è in me.
Itaca sta in ogni punto dell'itinerario.
Come una musica sublime di Sirene 
intesse il viaggio
ma spesso viene da lontano.
E allora intendo che non mi appartiene.  
Certo, amo il mare.
Certo, amo i calanchi del Carso martoriato,
i suoi Fiori di Pietra,
ma ciò che sento come una radice poderosa,
come la linfa di millenni articolati dentro il corpo,
è la mia campagna.
Quell'umile inseguirsi di terreni incolti
con qualche vigna a incorniciarli
e la corona di colline sacre intorno
a farne nicchia di valori immensi.
Là ritornare è un rito che non conosce requie.
Là ritornare avendo per compagni Pippo Setter
in caracollo al fianco
e gli altri cani, un gatto e una cavalla ancora nitidi nel cuore
e ancora vivi, in corsa verso me solo al richiamo,
e pronti ad annunciare: Irene, andiamo.
Non serve avere buona voce.
Basta chiudere gli occhi,
allentare le membra, non pensare.
E formulare l'intenso desiderio di avvertirli
per poi vederne l'arrivo a balzelloni,
negli occhi un'unica intenzione:
Andiamo.

Strano gruppetto il nostro!
Un cane vecchio in carne e ossa, tre cani d'aria luminosa,
un gatto sulla spalla che non sente peso
e una cavalla un tempo bianca e bigia, ora di nuvola leggera.
Lei mi sovrasta da dietro con la testa
e adegua il passo al mio.
Fa da retroguardia.
Suggella il cerchio prodigioso 
di questo sodalizio occulto.
Così si va.
Nell'intima letizia del Ritorno quotidiano.


giovedì 6 aprile 2023

Poesia / Frammento 45: Sul senso dell'Aurora.


La favola continua nell'anima della natura.
Ogni giorno una nuova scoperta.
Tutto narra.
Tutto contiene in sé una storia. Dal più piccolo granello di polvere d'oro nella Luce del Sole al firmamento fitto di creature celesti.
L'Aurora viene da me con le parole di Omero. Sempre le stesse. Così come le lessi per l'esame di greco durante il primo anno di Lettere Classiche, nel nostro Ateneo triestino:

Ἠὼς μὲν κροκόπεπλος ἀπ᾽ Ὠκεανοῖο ῥοάων
ὄρνυθ᾽, ἵν᾽ ἀθανάτοισι φόως φέροι ἠδὲ βροτοῖσιν·

L'Aurora dal croceo peplo sorgeva dalle correnti oceanine
per portare la luce agli immortali e ai mortali;
Omero, Iliade, XIX, vv. 1 - 2.
 
Nella mia mente hanno sempre la dolcezza di allora. Inducono il medesimo senso di stupore di quando me l'immaginai incedere avvolta dai meravigliosi colori della sua Luce.
E anche adesso, a distanza di molti anni, la penso ammantata di screziati veli trasparenti e la accolgo tra le mie semplici cose.
Dea anch'io con Lei.

Irene Navarra, L'Aurora con me, Fotografia, 6 Aprile 2023.

Apro piano le persiane.
Filtra la Luce.
Sfarfalla pulviscolo dorato
a sbuffi densi di racconti.
Il solito bestiario minimo:
accenni di farfalle e api in placido corteggio
di antiche dee dita di rose.
Poi,
fluttuando tra il bisso delle tende,
arriva Lei policroma di sete,
odorosa di terra ed erbe nuove,
con la rugiada tra i capelli
e collane di crochi
pendenti sopra il seno.

Tutto è silenzio adesso.
Si è sistemata qui,
l'Aurora,
tra le mie cose semplici.
Respiro i suoi colori.
Quietamente.

lunedì 25 aprile 2022

Poesia / La guerra gentile (Con Antonín Leopold Dvořák).

Oh, se si potesse risolvere così il conflitto in Ucraina!

La guerra gentile
Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende di Antonín Leopold Dvořák
Personaggi:
Armònia
Mostro

Irene Navarra, La guerra tra Bene e Male - Armònia e Mostro si incontrano a Mariupol, Disegno grafico, 25 Aprile 2022.


La prima volta che, su suggerimento dell'amica pianista Michela Cuschie, ho ascoltato le Leggende di Dvořák, mi sono sentita invadere da uno sconfinato senso di gratitudine per il musicista e per chi mi aveva portata a conoscerle. Poi, mentre mi compiacevo con una sorta di sensualità innocente di quell'esperienza, mi si formavano nella mente strutture mutevoli conteste di chiarore e tenebra e risaltanti sul sfondi quasi apocalittici. Non erano personaggi veri e propri quelli che lottavano nel mio mondo temporaneo fatto di suoni, sfumature, bagliori accesi e subito spenti. Erano aspetti di quel vasto affresco primordiale che noi supponiamo alla base della civile consistenza. Era il mito d'origine. La lotta tra il Bene e il Male in cui il mio Bene aveva un fluire armonico, il Male invece si reggeva sull'orrido e sul deforme: caratteri, questi, che intuivo inevitabili per chi non aveva mai conosciuto una carezza. Il fulcro, quindi, delle mie fantasie era una guerra. Mi imperversava dentro in colori a contrasto e sembianze ora dense, ora tenui e - lo percepivo con chiarezza - doveva riuscire gentile. L'Armonia avrebbe vinto qualsiasi rabbia. Sbaragliando con cauta determinazione ogni spunto d’odio.
Iniziai quindi il mio personale percorso lirico con Assetto di guerra, la cui sostanza di canto si correlava alla Prima invenzione dell’opera. Ne seguirono altre quattro, cesellate attorno ai Movimenti che suscitavano in me un'eco vasta e duratura. Le chiamai Onde. Perché questa era la movenza di fondo dei vari testi. Sinusoidi spumose e trasparenti che si dilatavano, avanzando e ritirandosi in vortici di tempesta siderale, fino alla calma assoluta dell'universo finalmente rasserenato. Lo sconfinato Mare dell'Essere era, allora, la quinta scenica adatta e imprescindibile.
Se così doveva accadere, dunque, così sarebbe accaduto.
Con buona pace del mio pensiero razionale.
Amen.
N.B.: le Leggende op. 59, B. 117, originariamente scritte per duo di pianoforte e poi riviste per un'orchestra ridotta, sono dieci invenzioni poetiche in cui l'autore, ispirato dal fermento dello spirito nazionale boemo, esprime con fervida immaginazione la sua calda interiorità. La loro composizione risale all'inizio del 1881. Qui di seguito - in calce ai testi - vi propongo la versione integrale orchestrata, per esecuzione della Scottish Chamber Orchestra e con la direzione di José Serebrier. Buon ascolto. Su You Tube potrete trovare anche delle valide interpretazioni per pianoforte a quattro mani (Antonin Dvořák -Legends op.59 Ani & Nia Sulkhanishvili).


Onda 1: Assetto di guerra
Primo movimento - Allegretto non troppo, quasi andantino, D moll

Di spuma il corpo e il cuore
affronto una battaglia strana.
Combatto un Essere deforme
ornata di un fervore etereo
che dona solo cenni di carezze mute.
Il vento mi darà una voce cristallina
per penetrare in ogni poro
della sua sostanza.
Così l’annienterò.
Vibrando fiduciosa.
E divenuta cerchio d’onda,
lo circuirò di pura leggiadria.

Onda 2: Strategie
Secondo movimento - Molto moderato, G dur

Intanto percepiamo i nostri umori.
Fangoso, il suo, sul mio corpo leggero.
Si muove in lente scie.
Vorrebbe possedermi
mentre mi avvolgo in spire
e filtro nel suo fiato
piegando la violenza bruta
al mio sgorgare sciolto.

Onda 3: La battaglia
Terzo movimento – Allegro giusto, G moll

Uno stillare tenue
coi fiori blandi dell’Aurora
attorno alla materia orribile
sorpresa della mia bellezza.
E il sole che trionfa sui pensieri
serrati in scatole di Tenebra.
E l’Allegria che si fa strada
e sale lungo i canaloni stretti
di una vita opaca.
Verso la cima.
E oltre.
Mirando al punto luminoso
dove la terra scopre il cielo.

Onda 4: La vittoria
Sesto movimento – Allegro con moto, Cis dur

La tregua abnorme prima della fine
porta un pulsare eccentrico.
Follia di sensi inquieti.
Lo vedo chiaramente, ora.
Lui che si allenta a un dilagare
azzurro. Azzurra nube espansa
nel mio sguardo.
Insisto dentro un ritornello
che si armonizza all’aria fervida.
E sta.
Bimbe di porcellana in vesti bianche,
il mio esercito gentile.
Armate ad arabeschi come i pizzi
rugiadosi delle ragne in caccia
tessono trame lusinghiere.
Ta da, Ta da, Ta da, Ta da, Ta daaaa.
Ta da, Ta da, Ta da, Ta da, Ta daaaa.
Io filo stami di una nuova essenza.
Lui si adagia.

Onda 5: Rinascita
Decimo movimento – Allegro con moto, Cis moll

Uno rapido sussulto nella mente.
Bagliori in velature lievi.
Sento che Lui mi accetta
e si conforma.
Comunica visioni astrali.
Quelle d’Inizio.
Immagini si snodano:
la nascita in cristalli cosmici,
i voli iridescenti,
la caduta.
E poi
anelli che si legano
ad anelli sempre più radiosi.
Siamo due fiamme vive
in libero fluire.
Fremiti puri e consenzienti.
dello stesso cuore.
 


domenica 30 agosto 2020

Poesia e Musica / La guerra gentile - Onda 5: Rinascita (Ascoltando le "Leggende" di Antonín Leopold Dvořák).

 
Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende op. 59 di Antonín Leopold Dvořák.

Siamo alla quinta tappa del percorso ispirato alle magnifiche musiche del compositore ceco.
Per le motivazioni di questa mia scelta poetica clicca qui e leggi.

Personaggi: Armonia, Mostro.


Irene Navarra, Rinascita, Disegno grafico, 2020.


Onda 5: Rinascita
(Da leggersi ascoltando il Decimo movimento - Andante - delle Leggende di Dvořák).

Uno rapido sussulto nella mente.
Bagliori in velature lievi.
Sento che Lui mi accetta
e si conforma.
Comunica visioni astrali.
Quelle d’Inizio.
Immagini si snodano:
la nascita in cristalli cosmici,
i voli iridescenti,
la caduta.
E poi
anelli che si legano
ad anelli sempre più radiosi.

Siamo due fiamme vive
in libero fluire.
Fremiti puri e consenzienti.
dello stesso cuore.

Qui di seguito il Decimo movimento delle Leggende del compositore ceco nell'esecuzione di Cristian Măcelaru (DR Sinfonieorchester). Ha ispirato la mia Onda 5 per il senso di pacatezza che infonde.




mercoledì 12 agosto 2020

Poesia e Musica / La guerra gentile - Onda 3: La battaglia (Ascoltando le "Leggende" di Antonín Leopold Dvořák).


Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende op. 59, B. 117, di Antonín Leopold Dvořák.

Siamo alla terza tappa del percorso ispirato alle magnifiche musiche del compositore ceco.
Per le motivazioni di questa mia scelta poetica clicca qui e leggi.

Personaggi: Armonia, Mostro.


Irene Navarra, Apocalissi 4 / La battaglia, Disegno grafico, 12 agosto 2020.


Onda 3: La battaglia

Uno stillare tenue
coi fiori blandi dell’Aurora
attorno alla materia orribile
sorpresa della mia bellezza.
E il sole che trionfa sui pensieri
serrati in scatole di Tenebra.
E l’Armonia che si fa strada
e sale lungo i canaloni stretti
di una vita opaca.
Verso la cima.
E oltre.
Mirando al punto luminoso
dove la terra si fa cielo.


Ripropongo la versione integrale orchestrata delle Leggende citate. L'esecuzione è della Scottish Chamber Orchestra sotto la direzione di José Serebrier. Buon ascolto. Su You Tube potrete trovarne delle valide interpretazioni anche per pianoforte a quattro mani (Antonin Dvořák -Legends op.59 Ani & Nia Sulkhanishvili).




martedì 11 agosto 2020

Poesia e Musica / La guerra gentile - Onda 2: Strategie (Ascoltando le "Leggende" di Antonín Leopold Dvořák).


Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende op. 59, B. 117, di Antonín Leopold Dvořák.

Siamo alla seconda tappa del percorso ispirato alle magnifiche musiche del compositore ceco.
Per le motivazioni di questa mia scelta poetica clicca qui e leggi. 

Personaggi: Armonia, Mostro.


Irene Navarra, Apocalissi 3 / Strategie, Disegno grafico, 10 agosto 2020.


Ripropongo la versione integrale orchestrata delle Leggende citate. L'esecuzione è della Scottish Chamber Orchestra sotto la direzione di José Serebrier. Buon ascolto. Su You Tube potrete trovarne delle valide interpretazioni anche per pianoforte a quattro mani (Antonin Dvořák -Legends op.59 Ani & Nia Sulkhanishvili).




Onda 2: Strategie

Intanto percepiamo i nostri umori.
Fangoso, il suo, sul mio corpo leggero.
Si muove in lente scie.
Vorrebbe possedermi
mentre mi avvolgo in spire
e filtro nel suo fiato
piegando la violenza bruta
al mio sgorgare sciolto.

lunedì 10 agosto 2020

Poesia e Musica / La guerra gentile - Onda 1: Assetto di guerra (Ascoltando le "Leggende" di Antonín Leopold Dvořák).


Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende op. 59, B. 117, di Antonín Leopold Dvořák.


Personaggi: Armonia, Mostro.


Irene Navarra, Apocalissi 1, Disegno grafico, 8 agosto 2020.


La prima volta che, su suggerimento dell'amica pianista Michela Cuschie, ho ascoltato le Leggende di Dvořák, mi sono sentita invadere da uno sconfinato senso di gratitudine per il musicista e per chi mi aveva portata a conoscerle. Poi, mentre mi compiacevo con una sorta di sensualità innocente di quell'esperienza, mi si formavano nella mente strutture mutevoli conteste di chiarore e tenebra e risaltanti sul sfondi quasi apocalittici. Non erano personaggi veri e propri quelli che lottavano nel mio mondo temporaneo fatto di suoni, sfumature, bagliori accesi e subito spenti. Erano aspetti di quel vasto affresco primordiale che noi supponiamo alla base della civile consistenza. Era il mito d'origine. La lotta tra il Bene e il Male in cui il mio Bene aveva un fluire armonico, il Male invece si reggeva sull'orrido e sul deforme: caratteri, questi, che intuivo inevitabili per chi non aveva mai conosciuto una carezza. Il fulcro, quindi, delle mie fantasie era una guerra. Mi imperversava dentro in colori a contrasto e sembianze ora dense, ora tenui e - lo sentivo con chiarezza - doveva riuscire gentile. L'Armonia avrebbe vinto qualsiasi rabbia. Sbaragliando con cauta determinazione ogni spunto d’odio.
Iniziai quindi il mio personale percorso lirico con Assetto di guerra, la cui sostanza di canto si correlava alla Prima invenzione dell’opera. Ne seguirono altre quattro, cesellate attorno ai Movimenti che suscitavano in me un'eco vasta e duratura. Le chiamai Onde. Perché questa era la movenza di fondo dei vari testi. Sinusoidi spumose e trasparenti che si dilatavano, avanzando e ritirandosi in vortici di tempesta siderale, fino alla calma assoluta dell'universo finalmente rasserenato. Lo sconfinato Mare dell'Essere era, allora, la quinta scenica adatta e imprescindibile.
Se così doveva accadere, dunque, così sarebbe accaduto.
Con buona pace del mio pensiero razionale.
Amen.
N.B.: le Leggende op. 59, B. 117, originariamente scritte per duo di pianoforte e poi riviste per un'orchestra ridotta, sono dieci invenzioni poetiche in cui l'autore, ispirato dal fermento dello spirito nazionale boemo, esprime con fervida immaginazione la sua calda interiorità. La loro composizione risale all'inizio del 1881. Qui di seguito vi propongo la versione integrale orchestrata, per esecuzione della Scottish Chamber Orchestra e con la direzione di José Serebrier. Buon ascolto. Su You Tube potrete trovare anche delle valide interpretazioni per pianoforte a quattro mani (Antonin Dvořák -Legends op.59 Ani & Nia Sulkhanishvili).




Un rilievo iconico: le immagini che accompagnano i testi hanno necessariamente consistenza cosmica e sono mie pure creazioni dettate dalla musica.



Irene Navarra, Apocalissi 2 / Assetto di guerra, Disegno grafico, 8 agosto 2020.


Onda 1Assetto di guerra
 
Di spuma il corpo e il cuore 
affronto una battaglia strana.
Combatto un Essere deforme
ornata di un fervore etereo
che dona solo cenni di carezze.
Il vento mi darà una voce cristallina 
per penetrare in ogni poro
della sua sostanza.
Così l’annienterò.
Vibrando confidente.

E divenuta cerchio d’onda,
lo abbaglierò di pura leggiadria.

martedì 7 febbraio 2017

Poesia / Percezioni (Ipotesi. In "Élévation" con Charles Baudelaire).

Capelli come seta di una ragna
o scialle rugiadoso per Andromeda,
lontane nebulose gli occhi,
la vastità incommensurabile
nel cerchio delle sopracciglia,
pastoso il cadmio della bocca.

Se avessi l'iride di gelo attingerei la Luna.
Le mani a coppa dentro la sua luce
l'attingerei pregando un giglio.
E poi sorriderei.
Serafica e protetta
dall'organza della Luna.

Da Percezioni, 2012.

Visione astrale.
Irene Navarra, Attingere la luna, Disegno grafico, 2012.

Come un buon nuotatore (comme un bon nageur qui se pâme dans l’onde) voglio solcare l'infinito mare dell'essere.
Per raggiungere la Luna.
E in lei riposare, cullata dalla sua diafane luce.

Élévation

Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées,
Des montagnes, des bois, des nuages, des mers,
Par-delà le soleil, par-delà les éthers,
Par-delà les confins des sphères étoilées,

Mon esprit, tu te meus avec agilité,
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l’onde,
Tu sillonnes gaîment l’immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté.

Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
Va te purifier dans l’air supérieur,
Et bois, comme une pure et divine liqueur,
Le feu clair qui remplit les espaces limpides.

Derrière les ennuis et les sombres chagrins
Qui chargent de leur poids l’existence brumeuse,
Heureux celui qui peut d’une aile vigoureuse
S’élancer vers les champs lumineux et sereins;

Celui dont les pensers, comme des alouettes,
Vers les cieux le matin prennent un libre essor,
─ Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes!

Da: Charles Baudelaire, Les Fleurs du mal (1857), Poulet-Malassis et de Broise, 1857 (pp. 17-18).
Fonte: Wikisource.

giovedì 24 novembre 2016

Poesia / Percezioni (Joker stanco. Con Languore alla maniera di Paul Verlaine).


Languore..
Irene Navrra, Percezioni / Joker stanco, Disegno grafico su schizzo a matita, 2012.

Sono un nauseato Joker che ha deposto tutti i suoi campanelli.
Vivo il Languore di Paul Verlaine
e mi sento:

"l'Empire à la fin de la décadence,
qui regarde passer les grands Barbares blancs
en composant des acrostiches indolents
d'un style d'or où la langueur du soleil danse."

"l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti
in uno stile d'oro dove danza il languore del sole."

(da Paul Verlaine, Jadis et naguére / Allora e ora, Languer / Languore, 1884.

Mi salverà la poesia?

Per leggere altre mie Percezioni, segui questo link.

mercoledì 23 novembre 2016

Poesia / Percezioni (Donna di sabbia siderale).


Donna di sabbia siderale
caduta per un caso
tra matasse
di pensieri azzurri.
Da quelle onde nacque il mare.
E la mia storia.

Da Percezioni, Definire per definirmi, 27 0ottobre 2011.

La mia storia.
Irene Navarra, Nascita, Disegno grafico, 2011.

mercoledì 2 novembre 2016

Poesia e Arte / Irene Navarra (Il Ramo d’oro).




Irene Navarra, Il Ramo d'oro, Disegno grafico, 2013.
Primo tempo



Sono questo, sono quello, sono là e là
e ancora là, nel centro, da ogni lato ben
visibile. Tribune attorno all’ancheggiare
disumano da sirena nell’acquario.

Flash di fotografi, fiori malvazzurri,
frutta perlacea sul corallo e un trono
di cristallo fluido che allenta la sua forma,
si amalgama con me, ricopia il mio sorriso.

     Il ramo d’oro della mente mi ha procurato
     solo cannocchiali rovesciati, Re Pescatori
     languidi e tramagli stesi su ricci
     austeri dagli aculei aguzzi.
    
Da: Irene Navarra, Dentro, Il ramo d’oro, Luglio Editore, 2013, pag. 67.




Secondo tempo

Al fondo della queste
la religione della morte.
Oh, se non avessi mai reciso il Ramo d'oro!

Da: Eteronimo IH48, Frammento 4 (Il ramo D’oro).


Il perché delle liriche sta nell'inizio di un libro che amo molto:

"Chi non conosce Il Ramo d'oro del Turner? La scena del quadro, tutta soffusa da quella aurea luminescenza d'immaginazione con cui la divina mente del Turner impregnava e trasfigurava i più begli aspetti della natura, è una visione di sogno di quel piccolo lago di Nemi, circondato dai boschi, che gli antichi chiamavano «lo specchio di Diana». Chi ha veduto quell'acqua raccolta nel verde seno dei colli Albani, non potrà dimenticarla mai più. I due caratteristici villaggi italiani che dormono sulle sue rive e il palazzo egualmente italiano i cui giardini a terrazzo digradano rapidamente giù verso il lago, rompono appena l'immobilità e la solitudine della scena. Diana stessa potrebbe ancora indugiarsi sulle deserte sponde o errare per quei boschi selvaggi.
Nei tempi antichi questo paesaggio silvano era la scena di una strana e ricorrente tragedia. Sulla sponda settentrionale del lago, proprio sotto gli scoscesi dirupi su cui si annida il moderno villaggio di Nemi, si ergeva il sacro bosco e il santuario di Diana Nemorensis, la Diana del bosco. Il lago e il bosco erano spesso conosciuti come il lago e il bosco di Aricia. Ma la città di Alicia (l'attuale Ariccia) era situata più di tre miglia lontano, ai piedi del monte Albano, separata per mezzo di un'aspra pendice dal lago che giace in un piccolo cratere sul costone della montagna. In questo bosco sacro cresceva un albero intorno a cui, in ogni momento del giorno, e Il re del bosco probabilmente anche a notte inoltrata, si poteva vedere aggirarsi una truce figura. Nella destra teneva una spada sguainata e si guardava continuamente d'attorno come se temesse a ogni istante di essere assalito da qualche nemico. Quest'uomo era un sacerdote e un omicida; e quegli da cui si guardava doveva prima o poi trucidarlo e ottenere il sacerdozio in sua vece. Era questa la regola del santuario. Un candidato al sacerdozio poteva prenderne l'ufficio uccidendo il sacerdote, e avendolo ucciso, restava in carica finché non fosse stato ucciso a sua volta da uno più forte o più astuto di lui."

Da: James G. Frazer, Il ramo d'oro, Studio sulla magia e la religione, Capitolo I: Il re del bosco.

E ora il video.


Il Riccio del Disegno grafico e del Video è opera dell'artista Silvia Valenti.

martedì 19 aprile 2016

Haiku / Mito (delirando sopra un geranio).


Hai foglie verdi
e fiori rosso intenso.
Sei un geranio.

Sei un geranio nella Notte.

Raggi di Luna
come opali su di noi.
Fluisce il mito.

Andiamo assieme oltre la Soglia.

Respiro calma
un alito di viola.
Nitido argento.