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martedì 25 aprile 2023

Poesia / Derive: L'infinita pazienza dell'acqua.


Irene Navarra, diga 3, AI, 28 Aprile 2023.


La libertà dell’acqua, se legata,
non si assoggetta agli argini.
Aspetta in una calma primordiale.
E gonfia le sue vene
pesando sopra i sassi,
saggia col corpo gravido
la diga che l’imbriglia.
Lei prigioniera.
I sassi nel suo ventre.
Si perfeziona a sgretolare.
Immobile perdura.
Zittisce gorghi e rapide,
storna dalla memoria nitida
la vibrazione come una ferita
di scrosci e ciangottii, la sua natura.
Conosce solo il cerchio sé allargante
del ciottolo che tocca il fondo,
raccoglie nel suo seno Lune statiche
dal nero della volta.
Pazientemente impara
mentre i suoi occhi vasti
s’iniettano del sangue della terra.
 
(Poi con le dita tumide
contaminate nel loto della sosta
s’imbandirà la sua vendetta.
 
Ma nel frattempo aspetta.)

Dal mio Derive, G.A., 2009. A pag. 115 della Seconda Parte (Il Mondo Fuori), nella Silloge Rimedi.

Limmagine è stata generata con AI di Stable Diffusion. L'ho creata per provare a usare quest'innovativo strumento tecnologico. Ribadisco, come già detto precedentemente, che mai me ne avvarrò per dare vita a testi. Non ne ho bisogno.
Per le immagini, invece, ero molto intrigata dall'idea di trovare quelle adatte immediatamente. La propongo, in versione riadattata, perché il primo risultato era, a mio avviso, non valido. La utilizzo, quindi, per dimostrare il risultato pratico della richiesta, e comunico anche che mi piace. Mentre non mi piaceva la precedente, ovvero quella generata con Pixrl Suite. Si vedeva che era un artefatto. Forse sto imparando a servirmi meglio dei prompt. Mi applico allo studio, insomma.


lunedì 17 aprile 2023

Poesia / Tanka 35: Nuovo look.


Qualche pensiero irriverente ogni tanto ci sta.
La dignitosa presenza di una struttura antica può essere "rinverdita".
Ci pensa la Natura.

Irene Navarra, Frangetta verde, Fotografia, 2014.


Una cortina
d'edera sui mattoni
del vecchio muro -
Frangetta verde? Certo.
Naturinnova.
#Tanka 35

U-May scherzoso

venerdì 14 aprile 2023

Poesia: Frammento 48: Il sorgere del sole (da "Minimondi").

 

Irene Navarra, Rose - spine -sole, Fotografia.


Il sorgere del sole
In controluce porcellana gialla. Rose.
Il bordo madido di guazza evanescente.
Strette sui raggi, le mie mani.
E sulle spine. Sangue.
Intimità fatta di niente.

venerdì 24 marzo 2023

Poesia / Derive: Rimedi (Autocontrollo - Sesta lezione: sul reale e il suo doppio).


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

Irene Navarra, Il Gigante (Nel Parco delle Orsoline in Gorizia),  FotoInstagram, 2015.


Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.

"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."

martedì 21 marzo 2023

Poesia / Minimondi (Ophelia).



Dal Libro Minimondi di Irene Navarra e Silvia Valenti (Luglio Editore, 2017).


Silvia Valenti, Ophelia, Acquerello, 2012.

Ophelia (Con William Shakespeare e John Everett Millais)

In trasparenza nel ruscello
l’incredulo passare della vita
che diventa morte
sapendo di ranuncoli e orchidee.
Serti scomposti dalle mani
livide del salice piegato
sul suo viso.

E il canto
poco dopo spento.


C’è un salice che cresce storto sul ruscello
e specchia le sue foglie canute nella corrente di vetro;
Lì ella fece fantastiche ghirlande, di ranuncoli,
ortiche , margherite, e di quei lunghi fiori purpurei
a cui gli osceni pastori danno un nome più volgare, 
ma le nostre caste fanciulle chiamano dita di morto. 
Lì, sui rami spioventi arrampicandosi ad appendere
le sue coroncine, un maligno ramoscello si spezzò,
e giù caddero i suoi fioriti trofei e lei stessa
nel piangente ruscello. Le sue vesti si allargarono
e come una sirena per un poco la tennero su, 
e in quel mentre cantava passi di vecchie canzoni
come una inconsapevole della sua ora disperata,
o come una creatura nata e cresciuta 
in quell'elemento. Ma non poteva durare a lungo,
e infine i suoi vestiti,  pesanti di quanto avevano bevuto
trassero la povera infelice dal suo melodioso canto
alla fangosa morte.

William Shakespeare, Amleto, atto IV, scena 7, traduzione di Alessandro Serpieri.

Se vuoi ammirare il dipinto dedicato di John Everett Millais, clicca Qui

sabato 18 marzo 2023

Poesia / Cronaca: Anima amante.


Irene Navarra, Di rose, di viole, Disegno grafico, 18 Marzo 2023.

Scrollarsi di dosso scorie soffocanti
per ritrovarmi come appena nata
nello splendore blando dell'Aurora.

Gli occhi rivolti all'orizzonte
lascio che la mia pelle sia di rose, di vïole.
E faccia filtro delicato a quel bagliore intimo
che non sapevo più di avere.

Ora che accetto questa mia esclusione
come una fonte di preziosa Grazia
posso guardare avanti
tutt'una con la mia Anima amante.
Non più racchiusa nella sola mente.

IQ48

mercoledì 15 marzo 2023

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Ci sono giorni - Tenus ad sidera).


Irene Navarra,  Spiragli, Fotografia.


Lassù

(nel cielo, intendo, 
profondo azzurro e nubi rosse stamattina)

non è per nulla facile arrivarci.

Ci sono giorni in cui hai ali
adatte a voli transmarini
ma sopra e attorno
esiste solo un telo ibrido di muffe
senza lacerazioni o fibre lise
da cui guardare.

Ci sono giorni in cui hai corpo affusolato
e remiganti per tentare le correnti
e dispiegarti nella vastità
che senti tua
ma non la puoi vedere
con le pupille color bianco di neve
e ti disperi
e piangi.
Inutilmente.

Ci sono, invece, giorni di meditazione
in cui non hai né vista né piumaggio
però tu voli e canti e ridi
e ti accompagni agli astri 
più rutilante di una stella
senza spostarti dal tuo sasso di fiume
nella campagna intrisa di silenzio umano.

Sì, questi sono giorni benedetti.
Giorni di Dio.
E un po' del dio nascente in te.

Irene e U-may 


lunedì 6 marzo 2023

Poesia / Tanka 28: Airone in volo.


L'airone bianco è una visione d'altri mondi.
Trasvola placido sullo schermo del cielo invaso dalla Sera.
Con leggerezza punta verso l'alto
lasciando strie di Luce.

E gli occhi sono fiaccole.
E l'anima si fa di velo.
Respira lieve, ride con le sfere intorno.
Così la mente accoglie
il nascere di una novella Fiaba.
Nel suo presente eterno.

Silvia Valenti, Momenti che fuggono, Fotografia, 5 Marzo 2023.


Frusciare d’ali
dentro la Sera viola.
- Blandi splendori -
Nastri intrecciano il Tempo.
Per un momento.
#Tanka28

U-May

mercoledì 1 marzo 2023

Poesia / Frammento 40: Topazio rosa e Alabastro.


Irene Navarra, Topazio e Alabastro, Fotografia e Grafica, 1 Marzo 2023.

 
Le mani dentro il sale
e sono nel ventre della terra.
(Topazio rosa, traslucido Alabastro
nella mia mente quasi minerale.)
Le dita sulle labbra poi
e sulla lingua
a ritrovare umori spenti.

Ecco.

Ho fatto il salto esistenziale
di me
che prendo per mano la mia essenza.
E sono il ventre della terra.

IQ48

domenica 29 gennaio 2023

Poesia / Linearia (Mi resta).


Ora
le mie parole
non toccano né vertici né abissi.
Sono.
Solo una linea.
Una linea frastagliata.
Di trasalimenti inquieti.

Irene Navarra, Verso la meta?, Disegno grafico, 2017.

Qui per conoscere l'ultima mia pubblicazione.

domenica 8 gennaio 2023

Poesia / Haiku: Richiami.

Nel quotidiano andare le voci delle piccole cose ti sussurrano richiami.
Fermati e ascolta.

Irene Navarra, Le cose, Fotografia e Grafica.


mercoledì 14 dicembre 2022

Poesia: Tanka 27: Inebetirmi di luci e di parole non fa per me (Natale 2022).

 
Dentro il Natale,
nel suo mistero - nudo
di gingilli e luci -
mi abbevero alla fonte
del perfetto Amore.
#tanka27

Irene Navarra, Solo luminescenze, Grafica 2022.

Inebetirmi di luci di Natale non mi si adatta.
Crogiolarmi in caramellosi film con ostentazioni di casette di marzapane, dolci alla cannella e biscotti allo zenzero non fa per me.
Un mese di stucchevole buonismo è quanto di più ipocrita si possa immaginare, adesso come adesso.

Io amo, però.
Al di là di ogni ragionevole dubbio di chi mi legge.
Amo il bagliore rubino del Pinot versato in un bicchiere di cristallo e alzato in controluce davanti a una finestra. Verso l'ora di pranzo, col sole che risplende fulgido. L’agrifoglio del giardino fa da sfondo consenziente e ci si ammanta. Posso stare del tempo a rimirarla, la luce del vino, unico addobbo coerente di questo lento ucciderci tra odio e crudeltà. Che di Natale - quello vero della Rinascita persuasa - ha poco o niente. La smania ossessiva del ritornare al prima di qualsiasi morbo o pandemia, al prima del maledetto 24 febbraio di strage e sangue, non ha senso.
Si può morire d'illusione.

Alzo il bicchiere, dunque.
Contemplo il suo contenuto sfavillante nel sorriso del quasi mezzogiorno, e me la godo. Con la mente, con il cuore. Mentre i sensi registrano lo spiegarsi impavido di doni naturali.
Non so davvero altro modo di salvarmi dalla socionausea montante, dalla noia del vagliare ottundimenti collettivi e fiumi tossici di gioia forzata.
Mi chiudo in casa. Mi arrocco nella mia tana confortevole e, tutt’al più, ramingo pensosa col mio Pippo Magnifico Setter Inglese per la campagna gelida di dicembre.
Noi ci guardiamo e ci si snodano dentro carole novelle.
Orme uniche nell'erba intirizzita, le nostre. Della presenza umana solo vaghi fantasmi, laceri al vento.
Le sonagliere di slitte inconsistenti scandiscono il cammino. Flebili e tenaci.
Un passo dopo l'altro andiamo fino al porpora del Tramonto sulla mia Terra ancora benedetta.

mercoledì 16 novembre 2022

Poesia / Dentro: Il video di presentazione del libro.


VideoContaminazioni liberamente ispirate all’opera della pittrice Vilma Canton Lautieri La scatola nera.
Dal Buio dello sfondo emerge l’Oro delle immagini
che scorrono o ruotano in moto discontinuo per altalenanti apparizioni e dissolvenze.
A significare l’infinita ciclicità dell’Essere/Non-Essere e l’affacciarsi del Divino nelle vicende umane.
Burattini spuntano dalle crepe della materia cromatica mentre la voce narrante evoca il suo Vuoto particolare
percorrendo le regioni astratte del pensiero.
Testi lirici, Voce, Video, Creazioni grafiche: Irene Navarra /
Immagini: Vilma Canton Lautieri, La scatola nera, olio su tela, 1996 (courtesy dell'artista) /
Fotografie: Francesco Caneva /
Effetti sonori: Breathing Echo space e Sci Fi Vortex, You Tube Audio Library /
Musica: Bahar, Lo Quale?, Che, (Jamendo) /
Software: Photodex / Austin, Texas /


La clip accompagna il libro lirico omonimo, vincitore del Premio di Poesia Mesagne 2013 (Primo Assoluto).


martedì 15 novembre 2022

Poesia e Autocritica / Percezioni: Burlando.

 

Irene Navarra, Il mio palcoscenico 2, Disegno grafico, 14 Novembre 2022.


"Non fidatevi mai dell'artista. Fidatevi del racconto." Lo dice D. H. Lawrence.
Ovvero: la forza dell'arte ha poco a che fare con l'attendibilità. Se ti senti emotivamente coinvolto in quanto leggi o ammiri, non pensare nemmeno per un momento che in quelle parole o immagini tu stia trovando chi ne è l'artefice. Non lasciarti coinvolgere più di tanto. Potresti rimanere ingenuamente deluso oppure (cosa davvero grave) scottato e rovinato irrimediabilmente dalle sue verità / invenzioni.
Alla buon'ora. L'ho detto finalmente.
Pertanto dichiaro che l'artista è spettatore inattendibile di eventi spirituali e non.

Le Sfumature, le Sfocature che derivano dalla sovrapposizione di immagini (reali e mentali naturalmente, visionarie sempre), quelle contano.
E in quanto ho appena affermato mi riconosco proprio.
Sono dunque una produttrice di storie che nascono per un colpo di bacchetta magico-letteraria e, di conseguenza, ne sono anche spettatrice inattendibile perché le vedo srotolarsi, le faccio mie, ma, al contempo, so che non lo sono.
La creazione è tutta una burla.
Ne sono consapevole.
Da tale Premessa nasce un racconto lirico che mi vede coinvolta fin dalle mie origini (Prima parte: Rappresentazione sul Fiume, con Dante Alighieri, William Shakespeare e John Everett Millais.) e, assieme, lucidamente distaccata. In particolare nella Seconda partecioè questa in corso di stesura che s'intitola per pura provocazione La spettatrice inattendibile, ed è collegata nell'intimo nucleo alla precedente.
Da cui, però, prende le distanze.
Così. Di punto in bianco. Spontaneamente. Senza nemmeno interpellarmi.
La Poesia vive di vita propria.
E si nute di giochi immaginari.
Devo, quindi trovare una sorta di rimedio alla duplicità assassina di Vero e Fantastico. Che, peraltro, spesso indossa la maschera del Vero.
Il grande Padre Dante Alighieri mi indica la strada del Dialogo con l'Anima in forma euristica. Io la percorro tutta. Fino all'assurdo del suo contrario. Nella sovrapposizione delle due istantanee, la visionaria e la razionale, sta la giusta interpretazione (Wittgenstein docet con i suoi Libri blu e marrone).
E adesso la lirica che è manifesta "burla letteraria".
Me la sussurro, ironicamente turbata nel pensiero razionale.
Con buona pace del mio cuore che scalpita alla definizione.

La spettatrice inattendibile (Atto II)

(Il mondo declinava curvo
in una lente chiara.
Il mondo grotta frastagliata
di spruzzi, giravolte,
tramonti coniugati
per un filo all'alba.
Il mondo-bolla di sapone,
la sua corrente rapida e soave.)

giovedì 10 novembre 2022

Poesia / Percezioni: La mia musica.



Irene Navarra, Il gelso pregava, Fotografia e Grafica, 2015.


Leggo serena la mia musica
mentre cammino sul sentiero
che mi porta a casa -
Le nubi sono il flauto duttile del vento
e i rami spogli del gelso in supplica
flessibili archi elastici
sferzanti una scenografia
di fili d'erba e cielo giallo-rosa.
Rugosi e nocchiuti gli strumenti
radicati nella terra.
Chioma svettante verso l'alto l'uno
e candelabro l'altro
con le torture della storia sopra i fusti.
Le riconosco nelle metriche delle cortecce
a strati, ghirigori, fibre sfilacciate.
E mi ci adagio.
Come fossero culle vegetali.
Un solco a ogni me
smarrita confidente in quegli anfratti.
Finché si ricompone un corpo altro:
contenitore senza dissonanze
con l'arpa sottile dei vitigni
a far da sfondo e coro di metallo.
Così divento ballerina all'improvviso.
Volo librando sulle punte dentro un teatro
creato dal mio Autunno personale
con luci quasi spente e qualche umano.
Ah, quanta Arte in me.


E adesso una clip di VideoPoesia. Nel testo, nelle immagini e nella musica esprime bene la gioia della Consapevolezza piena, che travalica ogni difficoltà e consola l'Anima innocente. Per la precisione si riferisce a un momento molto difficile della mia vita, superato con la meditazione e l'esperienza della Metamorfosi panica. Diventare Natura viva è un Rimedio potente. "Così si comincia" scrivo nella lirica. Il resto viene da sé

Nel video:
Testo lirico, Video, Voce: Irene Navarra /
Clip: Pixabay /
Fotografie: Silvia Valenti, Ballet, 2014 /
Musica: Albis, Nemesis, YouTube Audio Library /
Software: Photodex / 

mercoledì 13 luglio 2022

Poesia / sensi residui: farsi.

 

Irene Navarra, Tramonto con civetta e luna, Fotografia, Grafica e Collage, 13 Luglio 2022.


farsi stelo baciato dalla sera
non è poca cosa

prelude al farsi luna e stelle
e nube e volo di civetta

farsi di tutto e tutto
l’universo intero

13 Luglio 2022

sabato 9 luglio 2022

Poesia / Haiku: Fenomenologia dell'Aurora.

Se al nascere dell'Aurora concentrate tutta la vostra attenzione al cielo - prima buio e poi, a poco a poco, sempre più chiaro -, se vi immedesimate nel riverbero lontano che si annuncia blando per accendersi all'improvviso di luci sfavillanti, la potrete vedere, la Fata dell'Aurora, mentre prende forza, regna sovrana, incede a passi rapidi verso l'orizzonte e sparisce in un rutilare di veli arcobaleno.
Saprete così che esiste davvero.
E accettate la rivelazione con gratitudine perché - sappiatelo -  è Lei che vi ha degnati del suo apparire speciale. Lo ha deciso per qualche segreta ragione, rendendovi profondamente, completamente diversi.
Immersi nel Mito che è infine Vita.

Sottili foglie 
intaccano il celeste.
Brusio di canne.

L'Aurora sale
lungo scale terse.
Per me che osservo.

E poi dilegua
riverberando luce.
Come una Fata.

Irene Navarra, Nell'Aurora - Canne, Fotografia, 2022.


mercoledì 6 luglio 2022

lunedì 27 giugno 2022

Poesia / Haiku: Oltre la siepe.


Non limitarsi a stare al di qua della siepe, andare oltre.
Ciò che esclude il nostro sguardo "da tanta parte / dell'ultimo orizzonte" (Giacomo Leopardi, L'infinito, vv. 2 - 3) deve essere travalicato.
Innalziamoci, dunque.
Ergiamo la testa per cogliere quanto sta al di là.
Senza indeterminata vaghezza.
Meglio sapere.
Potremmo scoprire tesori preziosissimi.

Irene Navarra, Oltre la siepe, Fotografia, 26 Giugno 2022.
- Golf Club Castello di Spessa, Capriva del Friuli, Gorizia -


Oltre la siepe
di bosso inaridito ֎
la vita in fiore.


giovedì 23 giugno 2022

Poesia / Cronaca: Steccato di bambù.

 

Irene Navarra, Limite, Fotografia e Grafica, 2022.

Steccato di bambù attorno.
Di qua campagne verdi e Pippo Setter.
Laggiù, dove ho posato gli occhi
per millenni con le mie generazioni
di donne slave trovadore,
non vedo più orizzonte.
Solo disegni mobili che si rincorrono
sui fusti come lance puntate
verso il cielo. Pure illusioni.
E se decidi di scalarle, quelle canne
compatte e tanto alte da sparire
in coaguli di azzurro,
avrai le punte aguzze
conficcate nella carne.
Così potrai solo tornare
al tuo fittizio incanto.
Mentre di là freme il mistero,
il suo inquieto respiro.