La Leggerezza.
Il contrario del peso. Togliere. Nessuna fissazione da storiche vicende,
collettive o individuali. La guerra? La lotta partigiana? Conosciamole
attraverso gli occhi di un bambino, lo straordinario Pin de Il sentiero dei nidi di ragno. Volare
con i sandali alati di Perseo e vincere così la terribile Gorgone. Trasformare.
In leggende gentili anche l’orrore. Intrecciare fili: fisici, metafisici,
evenemenziali, immaginifici. Capire l’insostenibile leggerezza dell’essere di
kunderiana memoria, ridimensionare in essa l’affanno del vivere, vista la
trascurabilità di qualsiasi scelta obbligatoriamente relativa all’unicum del
nostro particolare. Se pertanto l’esistenza è opprimente, la scrittura deve
riscattarne i limiti. Sconfinando magari nella scienza. Quella a esempio del De rerum natura di Lucrezio che, per
raccontare la materia, parla degli atomi infinitesimi, le sottrae concretezza
quindi per innalzare in cambio l’uomo allo stupore universale attraverso la
riflessione. E regalare così “poesia” a piene mani. Con
Guido Cavalcanti, William Shakespeare, Jonathan Swift, Henry James. E con
Leopardi. Con Leopardi e
i suoi Notturni in cui le parole sono
tanto sottili da sembrare luce di luna. Uno sciamano dunque lo scrittore, che
coniuga antropologia, etnologia, mitologia per liberare l’immaginazione da
qualsiasi condizionamento. Questa è forse la “razionalità” speciale che può
traghettare la letteratura nell’avvenire, dove tuttavia troveremo non più di
ciò che porteremo.
Irene Navarra, Italo Calvino, Grafica, 2011. |
Ben conscia, di fronte a tanta levità, anche
del peso come ipotetico pregio, ma solo di contrasto, respiro con Charles
Wright e i suoi Diari (del prato, della
notte, del silenzio, dei tre quesiti, di maggio, dei fiumi del sud, ultimo),
mi faccio d’aria e cammino “verso l’umida
bocca del futuro / dove nuovi denti / ammiccano come stelle novelle attorno a
noi, / e i venti che ci pizzicano e ci tormentano le orecchie, / suonano
curiosamente come vecchie canzoni” (da Diario
del prato in Diari di zona e Xionia).
(Continua)
Dallo Speciale Cultura di Voce Isontina dell'8 febbraio 2011.
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