Irene Navarra, Italo Calvino, Pastello a olio e Grafica, 2011. |
La Rapidità.
Una concisa brevitas può nel ritmo narrativo generare suggestione? Un’istintiva
stringatezza è fonte di piacere? Boccaccio ci insegna quanto sia preziosa
questa dote. Con una novella del suo Decamerone,
la prima della sesta giornata, icastica nel messaggio. La morale è: chi non sa
raccontare e pur si ostina, rende la storia un cavallo bolso. Offende il ritmo
che è velocità mentale, proprietà stilistica, agilità di espressione. Così le
parole tralignano, perdono la strada e il destriero-racconto si impantana
irrimediabilmente. Destinato a morire
è il giudizio irrevocabile. Di Boccaccio e di Calvino. Concordo e mi lamento.
Non tutto ciò che appare e si ode ai giorni nostri è oro colato. Gli educati al
contegno desidererebbero spesso la sordità. Gli occhi stravolti dalle frequenti
aggressioni all’arte sognano Borges e le sue Ficciones così sorprendentemente autogenerative di scorci
inesauribili senza sovrapposizioni e congestione alcuna.
E non si tratta solo di short story o di
folktale. Ovvero: con Rapidità non si
intende indicare la lunghezza moderata di un testo. Anche un romanzo corposo
può essere buon portatore di essa. Kafka
sulla spiaggia di Murakami Haruki, che ho letto, amato, donato più volte
perché sia divulgatore di movenze letterarie fulminee in concreto e in
astratto, mi conforta sul destino della scrittura e sulle illimitate gamme
delle analogie intellettive che collegano i cervelli illuminati del pianeta.
D’altronde non è detto che per creare qualcosa come frutto di una salutare Rapidità bastino pochi secondi.
L’ispirazione è un fatto, l’esecuzione un altro. Riporta Calvino: Chuang-Tzu,
famosissimo pittore cinese, al suo imperatore che gli aveva commissionato il
disegno di un granchio chiese cinque anni di tempo, una villa e dodici
servitori, Dopo il primo lustro ne chiese un secondo con i medesimi agi, senza
nemmeno aver iniziato il lavoro. Allo scadere del periodo prese il pennello e
dipinse con un solo gesto il granchio più perfetto che si fosse mai visto. In
un attimo.
Eccola la short story giusta per illustrare
contenente e contenuto. Calvino e la saggezza orientale continuano a insegnare.
Con buona pace di quanti si scoprono scrittori da un giorno all’altro.
(Continua)
Dallo Speciale Cultura di Voce Isontina dell'8 febbraio 2011.
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