Fili stressati e pali. Cesello
fosco su indaco scurente.
Fitte falangi in stallo
con flash di spatolate
zafferano e prugna.
Tra la caligine che ammorsa
la gota destra di una luna
squincia. Il suo sorriso
imperturbabile pezzato
da fantasmi in transito.
(Nel défilé astronomico
di macchia in macchia
decrittato.)
Da: Irene Navarra, La terra, la visione, Edizioni della Laguna, 2009.
Un’esperienza
inusitata, questa di Irene Navarra, che ci trascina complice in molti universi
col fatto stesso di nascere dalla memoria inconscia, per vocazione indagatrice
di sé. E ciò come a voler fissare coordinate d’orientamento: stelle polari
nella notte della noncuranza. Tanto da ritrovare i passi che il tempo, sebbene
“giri in una sfera di cristallo” (da Prefazione), copre di polvere con il suo
stesso fluire.
Nessun commento:
Posta un commento