Così, d'improvviso, recupero un momento meraviglioso del mio tempo con Pablo che non c'è più. Aprendo gli occhi stamattina vedo un oggetto che me lo riporta con un'evidenza perfetta. Lo tocco appena e tutto mi si sfalda attorno: niente più pareti ma sole, odore d'alghe, stridi d'uccelli, conchiglie sotto i piedi nudi, onde lucenti che ritmano il canto del creato.
Siamo sui banchi sabbiosi di Grado. Lui corre libero e felice alzando gabbiani in sarabanda gioiosa. Una freccia che va avanti e indietro. Io passeggio serena, felice della sua felicità. Adesso frena di colpo davanti a me. Quasi mi colpisce. Capisco subito il perché di tanta foga: ha in bocca la simpatica, piccola palla della foto. Me la depone ai piedi e mi si affianca orgoglioso del dono. Sorride come solo i golden sanno fare, strizzando gli occhi alla cinese e sollevando gli angoli della bocca.
Uno spettacolo raro.
Lo riscopro intatto, questo ricordo, mentre guardo la piccola palla colorata. La stringo a me nell'illusione che Lui ci sia ancora. Le pulsa dentro un cuore che non è di plastica, in un tempo che non è mutevole.
Siamo sospese noi due.
La piccola palla e io.
Siamo sospese in una dimensione in cui il passato e il presente coincidono e vanno alla deriva insieme. Fino a un luogo dove lo spirito diventa fluido mentre mi si rivela un'incrinatura tra realtà e sogno talmente minima che sembra non poter contenere nulla se non il desiderio di essere com'eravamo, congiungendo il visibile (la piccola palla, io) e l'invisibile (Pablo).
E proprio là, in quell'incrinatura infinitesima colma di nostalgia in cui penetro inconsapevolmente, accade il miracolo: il mio Pablo dall'andatura sciolta arriva, mi sfiora leggero, tuffa il muso nelle mie mani e se ne fa di nuovo culla.
Allora:
Nella memoria
sta il senso della vita-
oltre chi amiamo.
sta il senso della vita-
oltre chi amiamo.
Irene Navarra, Il dono, Fotografia e Grafica, 18 settembre 2020. |
Marcel Proust in una scena famosa del romanzo Du côté de chez Swann / Dalla parte di Swann (primo volume della sua opera À la recherche du temps perdu / Alla ricerca del tempo perduto, scritta tra il 1909 e il 1922, pubblicata tra il 1913 e il 1927) intingeva una madeleine nel tè di tiglio inebriandosi del suo sapore mentre la memoria involontaria restituiva appieno il già vissuto a livello di coscienza con il ri-creare attimi dimenticati solo all'apparenza; io accarezzo e annuso la piccola palla di Pablo e il tempo perduto ri-luce delizioso, disincagliato dal peso morto della perdita.
Pablo ritorna, quindi.
Più vero che mai.