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venerdì 8 marzo 2024

Poesia / Percezioni: Cavia per sempre.

 

Irene Navarra, Negazione, AIArt e GraphicArt, 8 Marzo 2024.


Lo sbaglio è credere
che se ti feriranno
e poi udranno il pianto
gorgogliante come il siero
sul quel taglio
inciso con il gusto
di affondare in una pesca gialla
nutrita con la stessa luce
di cui ornavi la tua gola,

lo sbaglio è credere
che gli occhi di chi guarda
inorridiscano ed arretrino
nel chiuso delle palpebre
rimodellando piano
la tua forma
finché ritorni bella
come al momento
della Nascita.

Senza la nudità oltraggiata,
accanto al monticello dei vestiti
strappati all'alabastro delle braccia
a croce greca sopra il seno.

Da: Irene Navarra, Ambigua/Mente Poesia, 2012 - 2021.

martedì 25 aprile 2023

Poesia / Percezioni: Respiro breve il mio, il nostro (da Ambigua-Mente Poesie).


Eccomi qua, tra la Rosa delle antenate e gli Astri che sono i miei fiori di nascita.
Astri settembrini di tinta Magenta, colore che amavo moltissimo quand'ero bambina.
I disegni delle mie principesse avevano sempre i vestiti sontuosamente dipinti di Magenta.
Vaporosi, fluttuanti nelle gonne, a giustacuore nei corsetti. Il manto, invece, si connotava di tutte le sfumature del cielo: dal Bianco, all'Azzurro, al Celeste. Blu intenso in genere ai bordi, rifiniti anche di qualche tocco d'Argento. Metallo di cui immaginavo fatta la tiara che portavano sui capelli, molto lunghi e ribelli e neri ala di corvo. Un po' spettinati dalla Bora.
Più streghe che principesse, forse.

Irene Navarra, La Rosa antica, gli Astri settembrini, la Rete, Fotografia, 2014.


Ed eccomi ancora, sull'onda del ricordo, in una lirica che mi rappresenta come la Rosa antica e gli Astri settembrini e la Rete di ferro battuto da cui, simbolicamente,
sono trattenuta al di qua del pieno circuito esistenziale.
La casa e il giardino sono per me rifugi inalienabili.
Benedetta sia la Rete.

Di Astri settembrini
è fatta la vicenda
che si evolve e muore
nell’arco di un respiro.

Respiro breve il mio, il nostro.
In aspro contrappunto
a quello della patina di crespo
– un flusso eternamente –
dove s’incaglia
questo vivere di gelo.

(Da Percezioni, 2005 - 2023. In editing come: Irene Navarra, Ambigua-Mente Poesie - [© Tutti i diritti sono riservati].

Per saperne di più sul mio stretto rapporto con gli Astri settembrini, clicca Qui. Accederai così alla pagina loro dedicata in correlazione, peraltro, con la mia nascita.


venerdì 14 aprile 2023

Poesia: Frammento 48: Il sorgere del sole (da "Minimondi").

 

Irene Navarra, Rose - spine -sole, Fotografia.


Il sorgere del sole
In controluce porcellana gialla. Rose.
Il bordo madido di guazza evanescente.
Strette sui raggi, le mie mani.
E sulle spine. Sangue.
Intimità fatta di niente.

mercoledì 1 marzo 2023

Poesia / Frammento 40: Topazio rosa e Alabastro.


Irene Navarra, Topazio e Alabastro, Fotografia e Grafica, 1 Marzo 2023.

 
Le mani dentro il sale
e sono nel ventre della terra.
(Topazio rosa, traslucido Alabastro
nella mia mente quasi minerale.)
Le dita sulle labbra poi
e sulla lingua
a ritrovare umori spenti.

Ecco.

Ho fatto il salto esistenziale
di me
che prendo per mano la mia essenza.
E sono il ventre della terra.

IQ48

sabato 7 gennaio 2023

Poesia / Percezioni: L'ala nera (Il tradimento)


Quando un amico ti tradisce la sofferenza che provi è grande.
Lo so perché mi è capitato.
Così ho scritto.
Per cercare di lenire il dolore -
Quel dolore che ancora porto dentro.
Come una ferita,
Purtroppo inguaribile.

Irene Navarra, L'ala nera, Grafica, 4 Gennaio 2023.

 
Pupille stralunate e un vuoto
ricavato a forza di strappare
togliendo scorza a scorza
parole come magli,
scrollandoti di dosso
i segni dell'amico
negatosi caparbio
alla tua storia.

(S’affosca minaccioso
il mare pieno di rottami
e resti di naufragi.
Come se un'ala nera
si aprisse nella nebbia
a farla più distratta di chiarore.)

Banale poi vedere
nella curva scostante delle guance
il tocco di un ricordo buono,
voler giustificare
- col braccio accanto a braccio
sulla tovaglia d'ogni giorno -
complicità solo inventate,
ingenuamente elaborate
con la trafila dell'affinità.

(E il tuo vascello sotto un cielo senza stelle
s'incaglia inesorabile
nel corrugarsi infinitesimo dell'anima
- turacciolo o reliquia -
sbattuta dalle onde di melassa.)
 
Da Percezioni (Ambigua_Mente Poesia), 2005.

martedì 15 novembre 2022

Poesia e Autocritica / Percezioni: Burlando.

 

Irene Navarra, Il mio palcoscenico 2, Disegno grafico, 14 Novembre 2022.


"Non fidatevi mai dell'artista. Fidatevi del racconto." Lo dice D. H. Lawrence.
Ovvero: la forza dell'arte ha poco a che fare con l'attendibilità. Se ti senti emotivamente coinvolto in quanto leggi o ammiri, non pensare nemmeno per un momento che in quelle parole o immagini tu stia trovando chi ne è l'artefice. Non lasciarti coinvolgere più di tanto. Potresti rimanere ingenuamente deluso oppure (cosa davvero grave) scottato e rovinato irrimediabilmente dalle sue verità / invenzioni.
Alla buon'ora. L'ho detto finalmente.
Pertanto dichiaro che l'artista è spettatore inattendibile di eventi spirituali e non.

Le Sfumature, le Sfocature che derivano dalla sovrapposizione di immagini (reali e mentali naturalmente, visionarie sempre), quelle contano.
E in quanto ho appena affermato mi riconosco proprio.
Sono dunque una produttrice di storie che nascono per un colpo di bacchetta magico-letteraria e, di conseguenza, ne sono anche spettatrice inattendibile perché le vedo srotolarsi, le faccio mie, ma, al contempo, so che non lo sono.
La creazione è tutta una burla.
Ne sono consapevole.
Da tale Premessa nasce un racconto lirico che mi vede coinvolta fin dalle mie origini (Prima parte: Rappresentazione sul Fiume, con Dante Alighieri, William Shakespeare e John Everett Millais.) e, assieme, lucidamente distaccata. In particolare nella Seconda partecioè questa in corso di stesura che s'intitola per pura provocazione La spettatrice inattendibile, ed è collegata nell'intimo nucleo alla precedente.
Da cui, però, prende le distanze.
Così. Di punto in bianco. Spontaneamente. Senza nemmeno interpellarmi.
La Poesia vive di vita propria.
E si nutre di giochi immaginari.
Devo, quindi trovare una sorta di rimedio alla duplicità assassina di Vero e Fantastico. Che, peraltro, spesso indossa la maschera del Vero.
Il grande Padre Dante Alighieri mi indica la strada del Dialogo con l'Anima in forma euristica. Io la percorro tutta. Fino all'assurdo del suo contrario. Nella sovrapposizione delle due istantanee, la visionaria e la razionale, sta la giusta interpretazione (Wittgenstein docet con i suoi Libri blu e marrone).
E adesso la lirica che è manifesta "burla letteraria".
Me la sussurro, ironicamente turbata nel pensiero razionale.
Con buona pace del mio cuore che scalpita alla definizione.

La spettatrice inattendibile (Atto II)

(Il mondo declinava curvo
in una lente chiara.
Il mondo grotta frastagliata
di spruzzi, giravolte,
tramonti coniugati
per un filo all'alba.
Il mondo-bolla di sapone,
la sua corrente rapida e soave.)

sabato 12 novembre 2022

giovedì 10 novembre 2022

Poesia / Percezioni: La mia musica.



Irene Navarra, Il gelso pregava, Fotografia e Grafica, 2015.


Leggo serena la mia musica
mentre cammino sul sentiero
che mi porta a casa -
Le nubi sono il flauto duttile del vento
e i rami spogli del gelso in supplica
flessibili archi elastici
sferzanti una scenografia
di fili d'erba e cielo giallo-rosa.
Rugosi e nocchiuti gli strumenti
radicati nella terra.
Chioma svettante verso l'alto l'uno
e candelabro l'altro
con le torture della storia sopra i fusti.
Le riconosco nelle metriche delle cortecce
a strati, ghirigori, fibre sfilacciate.
E mi ci adagio.
Come fossero culle vegetali.
Un solco a ogni me
smarrita confidente in quegli anfratti.
Finché si ricompone un corpo altro:
contenitore senza dissonanze
con l'arpa sottile dei vitigni
a far da sfondo e coro di metallo.
Così divento ballerina all'improvviso.
Volo librando sulle punte dentro un teatro
creato dal mio Autunno personale
con luci quasi spente e qualche umano.
Ah, quanta Arte in me.


E adesso una clip di VideoPoesia. Nel testo, nelle immagini e nella musica esprime bene la gioia della Consapevolezza piena, che travalica ogni difficoltà e consola l'Anima innocente. Per la precisione si riferisce a un momento molto difficile della mia vita, superato con la meditazione e l'esperienza della Metamorfosi panica. Diventare Natura viva è un Rimedio potente. "Così si comincia" scrivo nella lirica. Il resto viene da sé

Nel video:
Testo lirico, Video, Voce: Irene Navarra /
Clip: Pixabay /
Fotografie: Silvia Valenti, Ballet, 2014 /
Musica: Albis, Nemesis, YouTube Audio Library /
Software: Photodex / 

mercoledì 13 luglio 2022

Poesia / sensi residui: farsi.

 

Irene Navarra, Tramonto con civetta e luna, Fotografia, Grafica e Collage, 13 Luglio 2022.


farsi stelo baciato dalla sera
non è poca cosa

prelude al farsi luna e stelle
e nube e volo di civetta

farsi di tutto e tutto
l’universo intero

13 Luglio 2022

venerdì 13 maggio 2022

Poesia / Percezioni (Dialogo).


Poco fa in campagna con Pippo Magnifico Setter.


Silvia Valenti, Dialogo, Fotografia, 13 Maggio 2022.



Scende la sera.
Cedro e Luna parlano
corteggiandosi.
Attorno a loro il cielo
porta segni inquieti.
L'alba sarà di perla e quarzo.

lunedì 25 aprile 2022

Poesia / La guerra gentile (Con Antonín Leopold Dvořák).

Oh, se si potesse risolvere così ogni conflitto!

La guerra gentile
Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende di Antonín Leopold Dvořák
Personaggi:
Armònia
Mostro

Irene Navarra, La guerra tra Bene e Male - Armònia e Mostro si incontrano a Mariupol, Disegno grafico, 25 Aprile 2022.


La prima volta che, su suggerimento dell'amica pianista Michela Cuschie, ho ascoltato le Leggende di Dvořák, mi sono sentita invadere da uno sconfinato senso di gratitudine per il musicista e per chi mi aveva portata a conoscerle. Poi, mentre mi compiacevo con una sorta di sensualità innocente di quell'esperienza, mi si formavano nella mente strutture mutevoli conteste di chiarore e tenebra e risaltanti sul sfondi quasi apocalittici. Non erano personaggi veri e propri quelli che lottavano nel mio mondo temporaneo fatto di suoni, sfumature, bagliori accesi e subito spenti. Erano aspetti di quel vasto affresco primordiale che noi supponiamo alla base della civile consistenza. Era il mito d'origine. La lotta tra il Bene e il Male in cui il mio Bene aveva un fluire armonico, il Male invece si reggeva sull'orrido e sul deforme: caratteri, questi, che intuivo inevitabili per chi non aveva mai conosciuto una carezza. Il fulcro, quindi, delle mie fantasie era una guerra. Mi imperversava dentro in colori a contrasto e sembianze ora dense, ora tenui e - lo percepivo con chiarezza - doveva riuscire gentile. L'Armonia avrebbe vinto qualsiasi rabbia. Sbaragliando con cauta determinazione ogni spunto d’odio.
Iniziai quindi il mio personale percorso lirico con Assetto di guerra, la cui sostanza di canto si correlava alla Prima invenzione dell’opera. Ne seguirono altre quattro, cesellate attorno ai Movimenti che suscitavano in me un'eco vasta e duratura. Le chiamai Onde. Perché questa era la movenza di fondo dei vari testi. Sinusoidi spumose e trasparenti che si dilatavano, avanzando e ritirandosi in vortici di tempesta siderale, fino alla calma assoluta dell'universo finalmente rasserenato. Lo sconfinato Mare dell'Essere era, allora, la quinta scenica adatta e imprescindibile.
Se così doveva accadere, dunque, così sarebbe accaduto.
Con buona pace del mio pensiero razionale.
Amen.
N.B.: le Leggende op. 59, B. 117, originariamente scritte per duo di pianoforte e poi riviste per un'orchestra ridotta, sono dieci invenzioni poetiche in cui l'autore, ispirato dal fermento dello spirito nazionale boemo, esprime con fervida immaginazione la sua calda interiorità. La loro composizione risale all'inizio del 1881. Qui di seguito - in calce ai testi - vi propongo la versione integrale orchestrata, per esecuzione della Scottish Chamber Orchestra e con la direzione di José Serebrier. Buon ascolto. Su You Tube potrete trovare anche delle valide interpretazioni per pianoforte a quattro mani (Antonin Dvořák -Legends op.59 Ani & Nia Sulkhanishvili).


Onda 1: Assetto di guerra
Primo movimento - Allegretto non troppo, quasi andantino, D moll

Di spuma il corpo e il cuore
affronto una battaglia strana.
Combatto un Essere deforme
ornata di un fervore etereo
che dona solo cenni di carezze mute.
Il vento mi darà una voce cristallina
per penetrare in ogni poro
della sua sostanza.
Così l’annienterò.
Vibrando fiduciosa.
E divenuta cerchio d’onda,
lo circuirò di pura leggiadria.

Onda 2: Strategie
Secondo movimento - Molto moderato, G dur

Intanto percepiamo i nostri umori.
Fangoso, il suo, sul mio corpo leggero.
Si muove in lente scie.
Vorrebbe possedermi
mentre mi avvolgo in spire
e filtro nel suo fiato
piegando la violenza bruta
al mio sgorgare sciolto.

Onda 3: La battaglia
Terzo movimento – Allegro giusto, G moll

Uno stillare tenue
coi fiori blandi dell’Aurora
attorno alla materia orribile
sorpresa della mia bellezza.
E il sole che trionfa sui pensieri
serrati in scatole di Tenebra.
E l’Allegria che si fa strada
e sale lungo i canaloni stretti
di una vita opaca.
Verso la cima.
E oltre.
Mirando al punto luminoso
dove la terra scopre il cielo.

Onda 4: La vittoria
Sesto movimento – Allegro con moto, Cis dur

La tregua abnorme prima della fine
porta un pulsare eccentrico.
Follia di sensi inquieti.
Lo vedo chiaramente, ora.
Lui che si allenta a un dilagare
azzurro. Azzurra nube espansa
nel mio sguardo.
Insisto dentro un ritornello
che si armonizza all’aria fervida.
E sta.
Bimbe di porcellana in vesti bianche,
il mio esercito gentile.
Armate ad arabeschi come i pizzi
rugiadosi delle ragne in caccia
tessono trame lusinghiere.
Ta da, Ta da, Ta da, Ta da, Ta daaaa.
Ta da, Ta da, Ta da, Ta da, Ta daaaa.
Io filo stami di una nuova essenza.
Lui si adagia.

Onda 5: Rinascita
Decimo movimento – Allegro con moto, Cis moll

Uno rapido sussulto nella mente.
Bagliori in velature lievi.
Sento che Lui mi accetta
e si conforma.
Comunica visioni astrali.
Quelle d’Inizio.
Immagini si snodano:
la nascita in cristalli cosmici,
i voli iridescenti,
la caduta.
E poi
anelli che si legano
ad anelli sempre più radiosi.
Siamo due fiamme vive
in libero fluire.
Fremiti puri e consenzienti.
dello stesso cuore.
 


sabato 19 febbraio 2022

Poesia / Percezioni (Laguna terra e mare).


Dietro le erbe giallo/rosa
il mare che non ha memoria
e scrolla brandelli di naufragi
lungo la linea del suo seme -

Farsi di vita fluida staccandosi
granelli dalla gola -
E respirare -

Respirare -

Da: Percezioni, Laguna terra e mare, 2012.

Irene Navarra, Grado v.a.7, Disegno grafico, 2012.

Per saperne di più, clicca Qui.
Vi troverai altre mie Percezioni.

giovedì 28 ottobre 2021

Poesia / Percezioni: Una sera (Meditazione in Chiarissimo Blu).

Avviene per caso.
Che tutta la tua essenza, intendo,
torni a pulsare di vita.
Avviene.
E tu, grata, senti di star fendendo il cielo Chiarissimo Blu.
Il cielo non più sopra di te, ma in te e attorno a te, dentro la rinata energia spirituale,
fatta di nuovo eccellente nuotatrice
pronta a solcare il mare dell'Infinito.

Irene Navarra, Il cielo Chiarissimo Blu mi chiama, Fotografia, 28 ottobre 2021.

Stasera il cielo Chiarissimo Blu sembra riversarmisi addosso.
Inspiro il suo colore prezioso.
Zaffiri orientali scendono blandi.
Tutto è calmo.
Inspiro ancora e il corpo si dissolve.
Sono una fibra Chiarissimo Blu dell'aria che scolora.
In pace finalmente.
Dopo tanto girovagare ritorno alla mia casa di Luce.
Sto bene.
 

martedì 13 aprile 2021

Poesia / Percezioni: Le pietre del mio fiume (Meditazione cromatica in Grigio e Azzurro).


I pendii sassosi del mio fiume.
Un nastro di ricordi.
Lastre d’ombra.
La pietra ha occhi grigi
del grigio fondo della storia.

Ferma davanti al masso erratico
che rotolò fin qui in tempi arcani
seguo il suo sguardo indocile
rivolto all’alveo rasente.
Come se fosse quella la sua meta.

Allora il cuore batte onde azzurre.
Così le strade dell’andare
hanno una luce d’acqua
che fluisce
verso il termine del mare.

E-vado
sul il sentiero scivoloso
irto di spine tra roccioni bruni.
Il cielo ha solo cenere.
Eppure canto.


Irene Navarra, Sovrimpressioni, Olio grafico, 12 Aprile 2021.



domenica 11 aprile 2021

Poesia / Percezioni: L'anima rossa del gelo (Meditazione cromatica in Quarzo).

Preservazione criogenica del fiore, l'ho chiamata così la tecnica usata per salvare dalle gelate in primavera le piante da frutto. Ignoro se la definizione possa essere giusta, ma mi piace. Credo che illustri bene il fenomeno fisico. In termini scientifici la procedura si definisce Irrigazione sopra chioma e spiega la modalità di esecuzione. Il sistema viene dall'Austria, si pratica in Trentino e anche nella mia regione, che è il Friuli Venezia Giulia.

Qualche giorno fa ho avuto la gioia di visitare il Regno del ghiaccio che tutela gli alberi da frutto. Mi sono addentrata nel mondo diafano dei meli, dei ciliegi e dei susini in protezione dal gelo assassino con il gelo buono.
Tutto scricchiolava dolcemente mentre il sole illuminava i cuori rossi dei brillanti naturali sparsi sugli alberi ibernati in file ordinate.
Morte e Vita assieme.
Mi ci sono seduta, in quel giardino algido, accomodandomi con circospezione su una sedia lasciata là a godersi quella gloria. Pareva un trono regale da cui contemplare la meraviglia delle creature arboree - Sacerdotesse del Tempo sotto sospese spoglie - agghindate per un rituale arcano.
E mi ci sono persa in quelle creature, al punto da sperimentare l'identificazione nei Quarzi che le ornavano. Pietre preziose sparse a piene mani.
Ho inspirato materia traslucida ed espirato calore in eccesso. Più volte.
Niente più squilibri. Niente alterazioni da furori compressi.
Il corpo manteneva l’opportuno tepore.
La mente un'equa discrezione.
Lo spirito si espandeva affrancato da ogni legame.

Irene Navarra, L'anima rossa del gelo, Fotografia, 8 Aprile 2021.

Didattica minimale per la Meditazione cromatica in Quarzo di gelo.
(Il Quarzo del gelo è la metafora adatta alla Meditazione cromatica avulsa da riferimenti materiali.)

Resa d'incanto fiore di melo
nella corazza di difesa ghiaccia
come canora scatola lucente,
sono scintilla e gelo.
L’anima rossa
blandita dal cristallo
che si scioglie al Sole
- piano cantando melodie -
tende a distendere i suoi lembi
per poi librarsi in volo.
Fatta vapore iridescente.


                         

Le fotografie sono state scattate nell'Azienda agricola e vitivinicola di Alide Mancin e Maurizio Marega in Località Mainizza di Gorizia.

sabato 10 aprile 2021

Poesia / Percezioni: Transiente.


Foto di Stefan Keller da Pixabay .


Nel sogno di illusione arborea,
che mi si apre ogni mattino
quando le palpebre fibrillano
su occhi impazienti di vedere
ma la mente rifiuta di assentire,
resto serena e immobile:
aspetto la mia Beatitudine
che arriva metamorfica e puntuale.

Senza più il peso greve della carne
ho rami e foglie tra i capelli
fibre setose al posto della pelle
e radico impetuosa.
Come pianta sana.
Sono - nel sogno almeno -
un organismo transiente
frutto di trasformazione.

Mi chiamo sempre Irene
so che ho una casa, un cane,
una famiglia: un vivere normale.
So però pure che,
nel dormiveglia, mi addentro
in una vita altra
scandita da fruscii, lusinghe lievi,
suoni di coccole armoniose
che ritmano tra loro.

Se sento un tocco sulla spalla
- sempre nel sogno di illusione arborea -
scorgo racemi e bacche attorno a me
che slacciano linguaggi di movenze
in schiocchi brevi e rapide sferzate.
Si snoda allora il Sovrumano:
il mio Legato inizia a raccontare
nel codice privato
ch’è la sua favella.
Io sto bene.
 

giovedì 8 aprile 2021

Poesia / Percezioni: Avverto una fragranza (Meditazione cromatica in Viola, in Verde e in Ocra).


Si è compiuto un ciclo per me.
Quello dell'investitura cromatica.
In questo assolato pomeriggio trascorso a girovagare tra le grasse zolle della mia campagna ho sentito la prepotenza del colore invadermi e conquistarmi. Le mie difese umane si sono dissolte. Arresa all'imponderabile attrazione che intrideva l'aria, ho respirato Viola, Verde e Ocra: i pigmenti prodigiosi della mia Terra in Aprile. Quando cioè: 

Di tocchi lievi
ha il passo Primavera.
Vestendo viole.

La Meditazione conseguente è stata quanto di più spontaneo potesse accadermi. Ne porto ancora i segni cangianti sulla pelle. Probabilmente li vedo solo io. Ciò però mi basta.

Irene Navarra, Di viola e Ocra, Acquerello grafico, 5 Aprile 2021-


Avverto una fragranza fervida
mentre percorro a passi lenti 
il mondo agreste dietro casa mia.
Al bordo del tratturo solitario 
fioriscono le viole in chiazza densa. 
Svettano fili d’erba dura.

Mi siedo nella polvere
davanti a quella zolla viva
di corolle un po’insolenti. Suggestive,
Vi immergo i palmi delle mani
e sento la sua grana
pervadermi sottile.

Me ne sto quieta
- le mani nella zolla,
gli occhi allagati dal suo viola –
ad ascoltare il nuovo cuore floreale
che batte balsamo screziato.
Resto allacciata
a questo suolo benedetto
dove ogni senso si fa lieve
e il corpo vibra rigoglioso
in fremito crescente.

E poi, di colpo,
un lampo nel pensiero:
“Oggi non ho guardato il cielo”.
Inspiro Viola. Impasto Viola nella bocca
come se fosse vino resinato.
Espiro gromma scura.
Inspiro Viola e Verde
in fibrillante brezza nella gola.
Espiro rimasugli di pantano.
Inspiro Ocra luminosa.
Espiro lacci di parole.
Si libera la voce.

Dirò delle colline d’oro bizantino,
del loro ridere discreto
con qualche tocco d'ambra. 
Dirò anche del cielo.

All'orizzonte cromo chiaro.
In alto un fiato cilestrino appena apparso.
Alle pendici: io. Le viole.