Irene Navarra, La bellezza delle margherite, Fotografia, 12 ottobre 2020. |
Mi è successo dopo molto tempo: ho sentito il cuore palpitare mentre ammiravo delle semplici margherite vibranti al vento di ottobre. Così mi sono lasciata incantare dalla loro umile bellezza, dimenticando per un po' la sofferenza del distacco ultimo da chi ho amato più di me stessa. Se sono, dunque, capace di cogliere l'armonia di queste creature floreali, allora l'arrancare stancamente, invischiata in pensieri di estinzione rituale, non è più sostanza dei miei giorni.
Posso ri-sentirmi vivere.
E gioire per la pioggia che mi bagna il volto confusa alle lacrime, per le foglie carezzevoli del grande gelso che sembrano scostarsi quando mi ci rifugio dentro. Là dove ho sostato innumerevoli volte con Pablo Golden retriever che non c'è più (qui il post dedicato).
Nel Nono tempo de l'Opera incompiuta racconto proprio questo.
Esploro un mio flebile ritorno.
Tra riso e pianto.
Poi, d’improvviso
ritorno a palpitare
per rispondere alla mente
menestrella di richiami minimi.
Come un sussulto doloroso
il mio respiro. S’inarca
in uno scroscio di cascata.
C’è di nuovo.
mi fa piacere che anche tu sai vedere nella piccola daisy il sorriso di Dio. Buona giornata!
RispondiEliminaBrava , vivi la realtà dell'adesso " NOW "
RispondiEliminaHic et nunc: è questa la mia dimensione. Conta il Presente, insomma, dilatato all'infinito nella bellezza delle piccole cose. Voglio dimenticare la tristezza e non desidero abbandonarmi al sogno. Riscoprire la luce sacra di ogni più infinitesimo elemento naturale rappresenta il primo passo di un percorso che può rasserenare.
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