mercoledì 21 aprile 2021

Poesia / Margini: La rete (con Costantino Kavafis).


Impigliata nelle maglie
di una rete, annaspo tra
la luce e il buio del fondo.

Candele fioche segnano la strada.

Una falena galleggia
nella notte liquida,
bevendo le fiammelle.

Da Miraggi e Fiere in Margini, B&V Editori.

Irene Navarra, Infuturarsi, Fotografia e Grafica, 21 Aprile 2021.

Il mio contributo di oggi cita un grande maestro: Costantino Kavafis. La sua lirica "Candele", proposta in calce a questo post in Lingua Nostra e nella Lingua Madre dello scrittore, rappresenta per me un traguardo ineguagliabile di bellezza e profondità. Chi conosce il Neogreco potrà, quindi, leggere il testo in originale e apprezzarne le caratteristiche di sobria eleganza che sono tratto distintivo del magnifico poeta alessandrino.
 
Costantino Kavafis, Candele

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese
dorate, calde, e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine dànno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

Traduzione di Filippo Maria Pontani

Κωνσταντίνος Καβάφης, Κεριά

Του μέλλοντος η μέρες στέκοντ’ εμπροστά μας
σα μια σειρά κεράκια αναμένα —
χρυσά, ζεστά, και ζωηρά κεράκια.

Η περασμένες μέρες πίσω μένουν,
μια θλιβερή γραμμή κεριών σβυσμένων·
τα πιο κοντά βγάζουν καπνόν ακόμη,
κρύα κεριά, λυωμένα, και κυρτά.

Δεν θέλω να τα βλέπω· με λυπεί η μορφή των,
και με λυπεί το πρώτο φως των να θυμούμαι.
Εμπρός κυττάζω τ’ αναμένα μου κεριά.

Δεν θέλω να γυρίσω να μη διω και φρίξω
τι γρήγορα που η σκοτεινή γραμμή μακραίνει,
τι γρήγορα που τα σβυστά κεριά πληθαίνουν.

 


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