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martedì 12 novembre 2024

Poesia / Margini: Metamorfosi.

 
Oggi pomeriggio si fa prepotente in me il desiderio del mare. Quello di Ischia o di Vico Equense dove molte delle mie estati fanciulle si sono disciolte in gioia pura, senza preoccupazione alcuna. O quello di Cherso, di Curzola che mi ha vista coinvolta in avventure barcarole incredibili.
Il cielo coperto, la pioggia, la solitudine di giorni grigio perla dal sentore di pini, rosmarino, sangrego, salvia, menta, timo mi ricordano il piacere immenso dell'immergermi in quelle acque di vetro terso. Senza ombre fastidiose date dal sole e, magari, con schizzi di pioggia leggera, e per di più all'imbrunire. Adoravo fare il bagno in quei momenti di trasformazione. Mi sentivo parte di un mito mentre creavo la mia dimensione alternativa.

Poi, dopo il ritorno alla realtà quotidiana, con ancora nella pelle l'esperienza empatica appena vissuta, scrivevo.
Oh, se scrivevo!
Poesia, lo sapete.
Così, ora, nell'atmosfera simile di questo pomeriggio uggioso, rileggo le parole di allora mentre i sensi s'illudono in suoni d'onde rotolanti e scie di aroma salso. Il tutto racchiuso in una lirica di parecchi anni fa, Metamorfosi, felicemente accasata in Margini, l'amato libro che risale all'anno 2002 e porta anche testi di più antica data.
La trasformazione è ancora in me.
Una sorta di ritrovamento spontaneo. Una suite per il corpo.
Il profumo del mare riemerge dalla teca del cuore.

Irene Navarra, In mente mea / Mare, Disegno grafico, 4 aprile 2023.


Mi piace immergermi nel mare
quando non c'è il sole
o si fa buio
e l'acqua è ferma
e l'aria senza vento.

Allora, mentre illanguidisce
il cielo e la mano si vela
e quasi scompare, so 
rotolare in chiome
d'alga per risalire
da profondi silenzi
a chiare sponde.

 

Nell'immagine grafica il mio concetto di memoria. Al ricordo involontario del mare contemplazione intima estatica e leggerezza trionfano esprimendosi nei colori di base: dal bianco al grigio perla, dal celeste pallido al turchese e al verdeacqua. Poi il dolore per quanto non c'è più prevale. Così i graffi, le sporcature, il nerofumo dell'Assenza appesantiscono l'illusione di riuscire a recuperare l'ormai perduto, e manifestano il turbamento della coscienza che si enuclea nelle piccole luci viola. Forando Tempo e Spazio.

Però, come dice Marcel Proust: "La realtà si forma soltanto nella memoria".

mercoledì 21 aprile 2021

Poesia / Margini: La rete (con Costantino Kavafis).


Impigliata nelle maglie
di una rete, annaspo tra
la luce e il buio del fondo.

Candele fioche segnano la strada.

Una falena galleggia
nella notte liquida,
bevendo le fiammelle.

Da Miraggi e Fiere in Margini, B&V Editori.

Irene Navarra, Infuturarsi, Fotografia e Grafica, 21 Aprile 2021.

Il mio contributo di oggi cita un grande maestro: Costantino Kavafis. La sua lirica "Candele", proposta in calce a questo post in Lingua Nostra e nella Lingua Madre dello scrittore, rappresenta per me un traguardo ineguagliabile di bellezza e profondità. Chi conosce il Neogreco potrà, quindi, leggere il testo in originale e apprezzarne le caratteristiche di sobria eleganza che sono tratto distintivo del magnifico poeta alessandrino.
 
Costantino Kavafis, Candele

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese
dorate, calde, e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine dànno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

Traduzione di Filippo Maria Pontani

Κωνσταντίνος Καβάφης, Κεριά

Του μέλλοντος η μέρες στέκοντ’ εμπροστά μας
σα μια σειρά κεράκια αναμένα —
χρυσά, ζεστά, και ζωηρά κεράκια.

Η περασμένες μέρες πίσω μένουν,
μια θλιβερή γραμμή κεριών σβυσμένων·
τα πιο κοντά βγάζουν καπνόν ακόμη,
κρύα κεριά, λυωμένα, και κυρτά.

Δεν θέλω να τα βλέπω· με λυπεί η μορφή των,
και με λυπεί το πρώτο φως των να θυμούμαι.
Εμπρός κυττάζω τ’ αναμένα μου κεριά.

Δεν θέλω να γυρίσω να μη διω και φρίξω
τι γρήγορα που η σκοτεινή γραμμή μακραίνει,
τι γρήγορα που τα σβυστά κεριά πληθαίνουν.

 


domenica 12 luglio 2020

Poesia / Margini, L'anima clandestina (Il Distacco: Primo e Secondo tempo).


Irene Navarra, L'anima clandestina / Il suo farsi nebbia, Disegno grafico, 2017.


A proposito del mare e della mia anima (clandestina per destino) che a lui ritorna sempre. In "Margini" (B&V Editori) ne racconto la storia vagabonda.

L'anima clandestina / Il Distacco (Primo tempo)

Spiaggia di Cherso detta
dei Ricci, giorno ventisette luglio,
anno duemila, tre del pomeriggio.

All'improvviso
ci fu il Distacco.

La vidi rannicchiata in una
pietra liscia che sembrava
il cavo di un'acquasantiera.
Nella sua nebbia di latte
affondò il muso Emma,
leccandone il sapore.
La riconobbe e si accucciò
serena a contemplare
guizzi di malva intensa
stemperata in oro.
Finché il sole tacque
tra i seni acerbi delle colline,
vinto dallo sciabordio del mare.
  
  
L'anima clandestina / Il Distacco (Secondo tempo)

Avida rapivo
la scintilla
del suo farsi nebbia.

mercoledì 16 agosto 2017

Poesia / Le solitudini delle case 1 (Preludio: Il rovescio della medaglia).


Irene Navarra, In Via dei Campi, Fotografia e Grafica, 1 agosto 2017.



Sul rovescio della medaglia
scivolo in fretta mentre guardo
i barattoli sonanti attaccati
ai miei giorni che vanno.

            (Sarebbe bello passeggiare
            nel sole caldo di una domenica
            d'agosto in abiti sottili sotto
            persiane misteriose
            incollate dalla luce.)

La sensazione è che la vita sia tra
lampade e tappeti mai guardati. Là
dove ti sembra che la festa debba
ancora incominciare. Nel bar
dell'angolo o nel giardino
accanto. Non ha importanza.

Questa però è la grande beffa:
da soli o in compagnia è facile cadere,
mettere il piede in fallo e rotolare
nella visione che non è mai tua.
Nei non-colori di una domenica d'agosto,
dietro persiane come palpebre assonnate.






giovedì 20 marzo 2014

Poetica 3 / Quasi una biografia - La montagna.



Irene Navarra, La montagna, Disegno grafico, 2014.

Il monte è là.
Mi guarda all’orizzonte,
ammiccando invitante tra le nubi
mentre il sole scende.
Riposerò sotto le stelle,
intrufolata tra le penne del falco
rarefatto che sfiora gli abissi con le ali
per volare infine sulla vetta
oppure affronterò l'erta scoscesa
tatuando la roccia
sul mio corpo?
Forse però non merita salire.
Meglio restare, da sognatrice,
in basso.

Da sopra l’infinito
può stroncarti.






Irene Navarra, Margini, B&V Editori, 2002.



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