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lunedì 24 ottobre 2022

Poesia / Cronaca: Il colore dell'infinito.

Fermare il transitorio della nostra esistenza.
Ci provo con tutta me stessa.
E ci riesco talvolta.
Quando, meditando sull'eterno scorrere delle onde, il mio cuore accorda il suo battito a quello del mare. Quando tutto diventa azzurro, indaco, verde, bianco.
Trasparente.
Puro.

PDPhotos, Water-Roller, Pixabay.

Farmi d’azzurro, d'indaco, e verde,
e bianco nel mio cuore-onda
che si ravvolge e rotola
dentro la sua stessa dimensione
dove non si trova compimento
e tutto avviene
come se
non fossimo mai nati veramente
da un seme solo umano.
 
Ecco. Quello.
Voglio quello in me.
Per essere così anch’io
il colore dell’infinito.
 

martedì 22 marzo 2022

Poesia / Tanka: Presenze.


Adoro questa foto dell'artista Silvia Valenti.
Evoca spazi in mutazione, trascoloranti nella poesia del mare.
Che tutto ingentilisce.
Emblematico il limite all'orizzonte.
Taglia l'elemento fluido e lo contiene.
A sua volta, poi, l'acqua ne insidia la materia
modellando mondi mai uguali.
Vince il mare, quindi.
Sempre.
Perché;
 
Il mare è il gesto dell'incantatore
Stempera nei lustrini la sostanza.

Dal mio Margini - Il giardino di pietra (B&V Editori).

Silvia Valenti, 10_Presenze, Fotografia, 2013 (Courtesy dell'artista).


Due umani, un cane.
Transienti impronte, sabbia,
liquide dita –
Presenze di mutanti
cloni di terra e mare.
#Tanka16

IQ48

domenica 12 luglio 2020

Poesia / Margini, L'anima clandestina (Il Distacco: Primo e Secondo tempo).


Irene Navarra, L'anima clandestina / Il suo farsi nebbia, Disegno grafico, 2017.


A proposito del mare e della mia anima (clandestina per destino) che a lui ritorna sempre. In "Margini" (B&V Editori) ne racconto la storia vagabonda.

L'anima clandestina / Il Distacco (Primo tempo)

Spiaggia di Cherso detta
dei Ricci, giorno ventisette luglio,
anno duemila, tre del pomeriggio.

All'improvviso
ci fu il Distacco.

La vidi rannicchiata in una
pietra liscia che sembrava
il cavo di un'acquasantiera.
Nella sua nebbia di latte
affondò il muso Emma,
leccandone il sapore.
La riconobbe e si accucciò
serena a contemplare
guizzi di malva intensa
stemperata in oro.
Finché il sole tacque
tra i seni acerbi delle colline,
vinto dallo sciabordio del mare.
  
  
L'anima clandestina / Il Distacco (Secondo tempo)

Avida rapivo
la scintilla
del suo farsi nebbia.

giovedì 2 marzo 2017

Haiku / Noterelle un po' critiche (4). Con Tomas Tranströmer.


Il mare è un muro.
Sento i gabbiani gridare –
Accennano un saluto.

Da Il grande mistero di Tomas Tranströmer.
Traduzione di Maria Cristina Lombardi.

Il racconto del mare.
Silvia Valenti, Il grande mistero, Fotografia, 2014.
- Courtesy dell'artista -

L’haiku è Poesia, se ha un’anima. E ha un’anima, se interpreta il mondo, naturale o meno, irradiandolo della sua stessa luce. L’autore, al centro di questo miracolo, respira nel soffio vitale di quanto scrive. Ritorniamo, quindi, al concetto di anima come motore unico e originale di esistenza. L’autore vero non imita mai, né si adegua a formule trite e schemi avulsi dalla sua autentica dimensione – geografica, sociale, culturale, linguistica che sia –. Ovvero: la sensibilità di un Occidentale diverge per forza di cose da quella di un Orientale. Con buona pace di quanti scimmiottano il kigo, i caratteri wabi e sabi, l’assenza di punteggiatura..., sentendoli elementi del tutto necessari a rendere idoneo un haiku. Aspetti invece, questi, inadatti a darci la Poesia. La Poesia che si rivela nel rapporto tra parola e silenzio, forte di un’energia evocativa tale da rendere visione concreta l’astratto. Così, senza parere. Con pochi tocchi intuitivi fondi fino alle radici dell’Essere.

venerdì 3 febbraio 2017

Poesia / Senza Parole - Il mare sa.


Il mare come un miraggio, le sue scaglie luminose.
Laggiù al fondo del sentiero.
Sentirne la natura prodigiosa
e raccontarla.
Solo nel canto che ti inonda la mente.

Il mare è il gesto
dell'incantatore.

Stempera nei lustrini
la sostanza.

Da Il giardino di pietra in Margini, B&V Editori, 2002.

Coscienza.
Irene Navarra, Il mare sa, Acquerello grafico, 2017.

Le ciel était trop bleu, trop tendre,
La mer trop verte et l'air trop doux.

Il cielo era troppo azzurro, troppo tenero
il mare troppo verde e l'aria troppo dolce.

Paul Verlaine, Romances sans paroles / Aquarelles / Spleen,
vv. 5 - 6, Vanier, 1902 (Opere Complete, Volume I, p. 183. Fonte: Wikisource).

lunedì 28 novembre 2016

Poesia / Frammento 6 (Il Mare Dentro con Noterelle un po' critiche 8, e anche liriche).


Appare
azzurro
sopra una lastra tersa
il Mare Dentro.

In prima battuta l'avevo considerata un haiku,
questa piccola lirica nata in un pomeriggio d'estate.
Adesso la dichiaro non-haiku.
Per diversi motivi, oltre a quello fondamentale che odio l'imitazione impossibile.
Non esibisce l'abusato trattino (supponente traduzione della cesura orientale)
perché non contempla alcun rovesciamento.
Non desidero imposizioni di kireji (parola che taglia)
nel mio modo tutto occidentale di pensare, sentire, scrivere.
Qua il fluire poetico si articola in quattro versicoli.
Quattro respiri
C'è il punto finale.
Amo il punto fermo.
È un discrimine forte tra l'Illuminazione e il Vuoto susseguente.
Nel senso vibra in sordina Il mare scritto della Duras
"sempre sorvegliato, verificato. Casomai non volesse più vivere".
Io, il mare, l'ho fermato come riflesso in una lastra tersa
e poi me lo sono inciso dentro.
Ché viva in me.
Di me.
Tingendomi d'azzurro
mentre "s'affolta / il tedio dell'inverno sulle case," e  "la luce si fa avara - amara l'anima"*.

(*Eugenio Montale, Ossi di seppia, I limoni, vv. 40 - 42).

Esorcismi di salvezza.
Irene Navarra, Il Mare Dentro, Disegno grafico, 2016.

E ora il video.