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martedì 2 maggio 2023

Poesia / Cronaca: Sull'essenza degli oggetti.

 

Riccardo Bortolami, Oggetti, Disegno a lapis e matita colorata, 2023.


Gli oggetti sono:
storie d'uomini.
Le immagini di oggetti
sul foglio da disegno sono:
proiezioni di segni e tinte.
Talvolta anche distorcimenti.
Ma non dicono un bel niente
dei loro occhi che guardano.
Lo so.
E poi si negano
e nascondono
e spariscono
per disamore indifferente.
Gli oggetti sono nella mente
con la letizia di giornate generose
o agre come il succo del limone acerbo.
Gli oggetti sono parte di ricordi
che si riformano perfetti ai nostri sensi.
Così la tazza di sakè
bevuto a lume di candela
dentro l'ovatta di un'Aurora giapponese,
o la bottiglia blu d'assenzio
aperta per provare le farfalle
in una Sera uggiosa di Parigi,
oppure il cubo che lanciavi da bambino
ridendo irriverente.

Gli oggetti sono scie luminescenti
d'impronte digitali
impresse sulla loro pelle.


Qui Margini, B&V Editori.

E Qui la poesia La rete (con Costantino Kavafis) da Margini.


domenica 16 aprile 2023

Poesia / Cronaca: Il mio Paradiso.


Nell’immagine la rustica strada che mi conduce al Paradiso.
Il mio Paradiso.
La porta in ferro laggiù tra poco si schiuderà sullo spazio della campagna,
in parte selvaggia e in parte coltivata nel tempo giusto.
A Rosa di Gorizia.
Uno spettacolo per gli occhi e per il cuore.

Irene Navarra, Il mio Paradiso, Fotografia, 2020.


Scosto le foglie.
Entro a passi tardi e lenti
accarezzando allori rovi tassi.
Sono in un Eden ritrovato.
Ce l'ho a portata:
fuori di casa, a destra, 
ancora a destra e poi diritta
fin dentro la sua scatola preziosa.
Tempo di pioggia?
Brilla come perla rara.
Risplende il sole?
Si fa topazio chiaro.
La neve poi...
ovatta sul solito frusciare
e bianco senza orma alcuna.
Questo è il mio Paradiso
di piccole pretese
e d'infinite attese.
Non mi delude mai.
Altro non so.
Ma se sono lontana
non percepisco il ventilare fresco
delle mie stesse ali
che mi portano rapide alla meta,
né il corpo che si libra nell'azzurro.
Resto legata a terra,
le mani sporche a forza di scavare
per ritrovare il mio Tesoro
il fiato corto nella gola,
i sensi spenti 
di chi si è perso il Bene Sommo 
appena conquistato
e piange lacrime di vetro.

 

sabato 18 marzo 2023

Poesia / Cronaca: Anima amante.


Irene Navarra, Di rose, di viole, Disegno grafico, 18 Marzo 2023.

Scrollarsi di dosso scorie soffocanti
per ritrovarmi come appena nata
nello splendore blando dell'Aurora.

Gli occhi rivolti all'orizzonte
lascio che la mia pelle sia di rose, di vïole.
E faccia filtro delicato a quel bagliore intimo
che non sapevo più di avere.

Ora che accetto questa mia esclusione
come una fonte di preziosa Grazia
posso guardare avanti
tutt'una con la mia Anima amante.
Non più racchiusa nella sola mente.

IQ48

mercoledì 4 gennaio 2023

Poesia / Cronaca: Riti minimali (Simbolicamente).

 

Irene Navarra, Alzo il bicchiere, Fotografia, 1 Gennaio 2023.

Davanti alla finestra sul giardino
che gronda umidità silente
alzo il bicchiere con il vino.
Voglio augurare al mio piccolo mondo
di continuare a essere così:
colmo di riti minimali
e di segnali.

Un po' di luce occhieggia all’improvviso.
Il vino splende.
Dentro ha un suo cuore fluido.
Di rubino.

1 Gennaio 2023

martedì 1 novembre 2022

Poesia / Cronaca: Il tempo nelle mie mani.


Irene Navarra, Ventaglio concettuale, Fotografia e Grafica, ! Novembre 2022.


Il tempo nelle mie mani.
Sì. Lo sto guardando
bloccato tra le dita ferme
e dentro i palmi duri.
Sembra un ventaglio
tenuto saldamente.
E non allento la mia presa.
Tanto - lo so -
si atteggia a dominante puro.
Così lo irrido con la cancellatura del pensiero
che me lo rende immobile,
fisso e sepolto nei solchi della pelle.

(Questo sistema di controllo
lo medito di sera.
Così la notte resta intatta.
Io con lei.)
 

lunedì 24 ottobre 2022

Poesia / Cronaca: Il colore dell'infinito.

Fermare il transitorio della nostra esistenza.
Ci provo con tutta me stessa.
E ci riesco talvolta.
Quando, meditando sull'eterno scorrere delle onde, il mio cuore accorda il suo battito a quello del mare. Quando tutto diventa azzurro, indaco, verde, bianco.
Trasparente.
Puro.

PDPhotos, Water-Roller, Pixabay.

Farmi d’azzurro, d'indaco, e verde,
e bianco nel mio cuore-onda
che si ravvolge e rotola
dentro la sua stessa dimensione
dove non si trova compimento
e tutto avviene
come se
non fossimo mai nati veramente
da un seme solo umano.
 
Ecco. Quello.
Voglio quello in me.
Per essere così anch’io
il colore dell’infinito.
 

mercoledì 21 settembre 2022

Poesia / Cronaca: Impotenza.

La poesia è ritornata dopo l'inferno dell'estate.
È ritornata. Pura e dolorosa.
Così sia.

Irene Navarra, La fiamma viva, Grafica, 2022.

Non posso farmi di assoluto
(sarebbe la mia droga preferita).
Il contingente estingue l’anima.
Per sempre.
E l’orizzonte è la garrota estesa
attorno al mondo conosciuto.
A me che perdo pezzi di memoria
per diventare tempo dilatato.
Sì. Tempo dilatato.
Questo il programma.
L’unica fiamma viva
mentre la realtà si fa di vischio
e il mio pensiero sta.
Caligine ferita
dove la nebbia incombe.

21 Settembre 2022


sabato 25 giugno 2022

Poesia / Cronaca: Incontro.


Irene Navarra, Il mio niente, Fotografia e Grafica, 24 Giugno 2022.

Offrire il nostro niente
nelle mani a coppa.
Versarlo piano tra le dita di chi ami.
E prendere il suo niente
come il dono più prezioso -
Negli occhi un luminoso assenso
mentre il cuore lo raccoglie.
Nessun attrito
scivolando
nel fondo di velluto.

giovedì 23 giugno 2022

Poesia / Cronaca: Steccato di bambù.

 

Irene Navarra, Limite, Fotografia e Grafica, 2022.

Steccato di bambù attorno.
Di qua campagne verdi e Pippo Setter.
Laggiù, dove ho posato gli occhi
per millenni con le mie generazioni
di donne slave trovadore,
non vedo più orizzonte.
Solo disegni mobili che si rincorrono
sui fusti come lance puntate
verso il cielo. Pure illusioni.
E se decidi di scalarle, quelle canne
compatte e tanto alte da sparire
in coaguli di azzurro,
avrai le punte aguzze
conficcate nella carne.
Così potrai solo tornare
al tuo fittizio incanto.
Mentre di là freme il mistero,
il suo inquieto respiro.

mercoledì 15 giugno 2022

Poesia / Cronaca: La consegna (Immortalità in arrivo).


 L'immagine è volutamente nebulosa, simbolo perfetto della nostra dimensione in cui non c'è più niente di certo.
Si dissolve il mondo con un che di beffardo.
Il mondo. Sì.
Una girandola illusoria, subdola e capricciosa, che ci minaccia mentre detiene ogni controllo
e ci irride quanto e come vuole.
Così abbozziamo una sorta di linea di difesa in trincea spingendo lo sguardo oltre l'orlo della buca
di quel po' che serva a farci capire la labile limitatezza del nostro orizzonte terrestre.
Là fuori pesa un fumo denso.
Si è mangiato ogni dettaglio. 
ll cielo è invaso da tenui accensioni soffocate.
A noi non resta che il trascendente.
Il futuro ci coincide nel nostro stesso non essere progressivo.
E il ritmo di distruzione incalza con  la musica sincopata di Scott Joplin.
Un degno sfondo ironicamente sonoro per l'immortalità incipiente.

AMEN.

Irene Navarra, Senza orizzonte, Grafica, 14 Giugno 2022.

Aspetto la consegna di un regalo.
L’itinerario l‘ho seguito sul pc.
Partiva da un recapito straniero
scarabocchiato con la penna blu.
Blu misto grigio verde
cielo e nubi verso sera
o medio fondo
terra quasi nera
io non so capire
anche se là
 
di cielo e terra si parlava

So però sentire.

I palmi aperti verso l’alto
aspetto di essere immortale,
aspetto questo inusitato ruolo
mentre decade la mia carne,
il mio respiro
e soffiano i felini al mio passaggio
solcata dalla vita
come un treno in corsa.

Musica ragtime.

So questa musica che batte 
e mi sbeffeggia lesta 
e viene da lontano
dietro la linea delle zolle
ormai quasi dissolte
ambiguamente nebulosa.

Lei non è orizzonte.
 

lunedì 28 marzo 2022

Poesia / Cronaca: Stanchezza (Apocalissi 1).


L'immagine rappresenta la mia attuale situazione. Non voglio vedere l'orrore attorno a me. La mente però è stanca e il cuore la segue.
Irene Navarra, Autoritratto senza occhi, Fotografia e Grafica, 2022.


Sono assai stanca.
Fiacca e delusa ormai.
Non trovo punti fermi, parole nuove
a cui legarmi per non prendere commiato.
Come un attore alla fine della pièce
che gli ha sottratto ogni sua maschera.
 
Scappare. 
Sì. Ma il luogo,
la meta compiacente non la so.
Niente più quiete isole felici
dove attecchire come palme
di esili esigenze.
 
La poesia del mare si è disciolta
in rivoli sanguigni.
Nessuno può moltiplicare i pesci.
La terra non trattiene umori
e figlia frutti scarni,
il grano biondo è rinsecchito,
il vino stilla a gocce acide, fangose.
Vincono i MalAlieni.
Quelli che arano le zolle
solcano le acque
con strumenti di tortura.
Così, estinta da generazioni,
devo andare.

Faglie improvvise attorno,
tsunami spazzano le coste.
Si allargano le crepe sotto i passi.
Si aprono gli abissi.
Nuda la pelle, nudi i miei pensieri.
Un soldo falso in mano
da scambiare.

domenica 13 marzo 2022

Poesia / Cronaca: Lasciatemi andare nel rifugio.


Quando ti invade la disperazione per questo vivere che porta solo sofferenza e dolore, quando tutto il tuo essere reclama il bene ma attorno a te la luce si fa avara per il male che avanza come una soffocante nube tossica, allora devi immaginare. Esiste in un angolo della mente il buon ritiro con le sue semplici regole. Là devi andare.

Irene Navarra, Grado - Belvedere, Fotografia, 2011.

Né immagini né suoni.
Solo il guardarsi d'erbe nel canale
mentre la brezza scherza tra i cespugli.
Richiamo d’anatre,
incedere ritmato di garzette
e l’aspro verso dei gabbiani in rapido planare.
Piccoli fili d’oro sulle onde.
Cristalli salsi dentro gli occhi.
Odore d’alghe invade le narici
e vi perdura
aggancio fondo al mare.

Il mio rifugio è là,
in una casa né comoda né calda
ma decorata dallo statice violetto
e da ghirlande di conchiglie alle finestre.
Le tocco con la mano mentre passo
e loro intonano parole
ordite ai lievi sciabordii
che ancora serbano nel cuore.
Voci, le loro, confortanti.
Niente ricordi,
niente tragedie inaffrontabili.
Solo uno schietto articolarsi
in sensi chiari d'esistenza.

IQ48 

13 Marzo 2022 


lunedì 7 marzo 2022

Poesia / Cronaca: il Caso e la Storia.

 

Eugenio Bernes, L'essenza delle battaglie, C.A.G.E. ART, 2013 (Courtesy dell'artista).


Se il Caso fosse più invasivo
saprebbe giocare la sua mossa.
Così, come gioca il Caso.
E me lo immagino, questo Signor Caso,
mentre sfida a scacchi un qualche Dio
e in apertura si consolida.
con un gambetto.
Forse di donna.

Però è il Caso.
E quanto piace a me non gli interessa
perché Lui sposta i pezzi
con innocente indifferenza.
Non c'è una regola.
Nessuna applicazione.
Vincere? Perdere?
Che differenza fa.
Lui è il Caso
che non redige mai capitoli di Storia
e mentre Lei avviene
la lascia titolare dagli umani
come fosse una novella immaginata
nel chiuso di una torre
mentre fuori infuriano i contagi
e si preparano testate nucleari.

Dentro la suo limbesca tana
osserva con distacco naturale
visioni apocalittiche
di questa nostra Terra.
Siamo il suo film
in costante proiezione.
E Lui lo guarda.
Nemmeno in noia.
Finché non interviene imperturbabile.
Con aria assente.
Talvolta noi pensiamo di irretirlo
a un determinismo spicciolo
e dichiariamo di aver fatto patta.
Ma Lui già volge gli occhi altrove.
Davvero indisponente.

Se vuoi saperne di più sulla C.A.G.E. Art di Eugenio Bernes clicca QUI.
QUI  puoi leggere meglio la documentazione critica relativa.

giovedì 3 marzo 2022

Poesia / Cronaca: Di notte.


In una notte di cobalto limpido tutto il male sembra lontano.
La guerra con la sua sofferenza atroce è una ferita resa più lieve dalla Bellezza.
Oh, se si potesse vivere sempre in Lei.

Irene Navarra, Il Mausoleo di Villa Russiz, Capriva del Friuli, Fotografia, 2 marzo 2022.

Me ne sto qui.
Di notte.
Respiro aria gelida
che rende ghiaccio il corpo.
La scalinata in pietra
è un trono solitario
da cui sventaglio sguardi sulla valle
penetrando il buio.
Raro abbaiare di cani.
Qualche luce.
Il cielo è mappa di percorsi chiari.
Intermittenti
I raggi della Luna sono lacci in vetro
per l’anima che sale a ritrovare stelle.

2 Marzo 2022
U-May

mercoledì 2 marzo 2022

Poesia / Cronaca: La programmazione del male.

 Sogno di Libertà per l'Ucraina.


Irene Navarra, Libertà, Acquerello, 2 Marzo 2022.


Penso che lo facciano spontaneamente.
Il male, intendo.
Hanno sinapsi che girano così.
Tagliarti i panni addosso,
inventare putride fandonie,
guardarti di sottecchi mentre ti denigrano
chiudendo a cerchio braccia ossute
sulle schiene altrui.
E poi di più:
togliere libertà come se fosse
biglia di vetro da scambiare con una figurina.
Giochi perversi di menti guaste.
Un nodo di veleno denso
(lo vedi come fosse un'onda d'urto,
lo senti nella bocca come sabbia agra,
sotto la pelle come orgasmi d'ofidi squamosi), 
un nodo di veleno denso
attosca l'aria
ti avvolge 
stritola 
costringe a terra.
Pesanti impronte lerce sul corpo svigorito
mentre i tuoi occhi
sono solo erba di smeraldo e fiori gialli e blu.
 
 

domenica 27 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: L'Inferno (Essere donna).


   Questa Cronaca è frutto di una Meditazione.
    Nata come forma di alleggerimento del clima avvelenato che sto subendo perché non vaccinata (non per ottuso no vaxismo ma per necessità), si è evoluta in modi inusitati. La rabbia determinata dall'assurda situazione attuale, mi ha squassata.
    Di rabbia in rabbia, però, mi sono ritrovata a riflettere sul concetto di discriminazione.
    O separazione imposta che dir si voglia.
    O apartheid, vera e propria, per usare una parola che rappresenti al meglio il mio stato. E quello di quanti devono tollerare ora lo stesso travaglio.
    Me la rigiro in bocca, la parola, temendo di farla uscire.
    Per non darle più concretezza e forza.
    Ho scelto di vivere in assoluta solitudine. Perché solo così posso salvarmi. E non sto a raccontare la mia storia clinica che non è affare di nessuno né, tantomeno, interessante.
    Trascorro un'esistenza in disparte.
    Senza chiedere nulla.
    Tuttavia vengo criminalizzata e schernita da norme lesive della mia dignità.
    Ho seguito la legge.
    Ogni richiesta è stata prodotta. Ogni documento preparato e descritto. Però... tutto viene collocato con me in un Purgatorio da cui sembra che nessuno possa trarmi per restituirmi a una dimensione sociale accettabile.
    Sono prigioniera di decreti generalisti e determinazioni senza senso.
    Pertanto, rimuginando sulla varia congerie di regole limitanti il libero arbitrio, risalgo in spontanea associazione immaginativa alla radice di ogni male per il mio Essere così come sono, e riscopro la Genesi con il mito della creazione di Eva. Che, si badi bene, non c'entra nulla con le imposizioni sanitarie che mi si addebitano, sofferte peraltro come pesi ingiusti. Arretro nel tempo in modo, se vogliamo, un po' folle e astruso, tuttavia utile a farmi traghettare, 
seppur sempre immersa in fumi di dantesca rabbia, verso territori speculativi diversi.
    Di discrimine in discrimine, comunque, recupero situazioni di emarginazione. Da quella sociale e sanitaria odierna a quella di genere dei primordi mitici della storia umana protratta ancora fino ai giorni nostri, e alla culturale patita troppe volte perché donna.
    Sono isolata.
    Sono reclusa.
    Sono esclusa.
    Sono Eva salva da colpe ma ancora condannata a scaturire da una costola dell’uomo, a piegarmi a ordini dal netto sapore penalizzante, ad ascoltare apocalittiche profezie di danni connessi al sottrarmi ai veti istituzionali comminati -udite, udite! - in protezione mia e altrui.
    Delusa, demoralizzata, disgustata aspetto.
    Un qualsiasi cambiamento.

Erik Howle, Adam and Eve, Pixabay.


La mia sostanza è mista dall'origine.
Fui impastata prima con la creta,
ed ebbi corpo di creatura archetipa
tutt'una col suo sesso maschio.
Data la linfa generosa
foriera di generazioni floride 
mi estrassero dal suo costato.
Con me emersero dei rari doni
serbati nella teca di quel grembo
che mi ha resa donna.
E poi mi comandarono parole.
Mai riconosciute.
Una condanna.
Rami spinosi attorno.
Dell'esistenza solo sprazzi
come tessere di pietre
appese al nulla.
    
Non ebbi il diritto di spiegare
che accettavo pur di ritrovarmi a respirare.
Che avrei camminato scalza sopra i vetri
pur di tenere tra le mani
quella mia vita nata da una costola,
quella mia carne-terra desolata
in cui, se scavo fino alle radici
per rintracciare la Ragione,
potrò solo morire.

Inevitabile la scelta:
autoridursi per sgusciare tra le spine,
silenzio per apprendere una lingua da mutante,
bruciare vita già impostata
per vivere davvero.
Sorgendo e risorgendo
dalle ceneri del rogo.

domenica 20 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: Fuori di senso - Incontri inattendibili.


Tra gli strati di colore sparsi a pennellate istintive su un qualsiasi supporto (o anche nel cielo, stando attenti con la fantasia a ché ci restino), tra questi strati di colore possiamo trovare di tutto: alberi, strumenti musicali, erba, il Sole che si fa livido, due mostruose Lune avvelenate che riversano umori d'inchiostro, dei limitati brandelli di Terra inabili a trattenere le forme comuni, personaggi più o meno illustri (forse anche illustrati) che sembrano a casa loro.
Tra tali strati di colore così genuini vince, dunque, lo spostamento di senso.
Uscire di senno, insomma, per crearli.
Uscire di senno.
E iniziare un viaggio alla conquista delle ragioni segrete dei folli.
Allora, in quei rari momenti di panica lucidità, trionfa il Surreale e si materializza, dai vari giochi di tinte, una Dimensione straniata dai caratteri ambigui.

Là, in quel MondoAltro spesso CromoDistorto, trovo una comoda tana in cui acciambellarmi come un gatto beatamente pago.
E, mentre riposo e mi ritempro, attorno a me gira un carosello di fantasmagorie e si preparano in sordina gli Incontri inattendibili durante i quali so che mi ammanterò di tranquilla Somma Sapienza.


Irene Navarra, CromoMediazioni, Disegno Grafico, 17 Febbraio 2022.

Un'inversione?
Erba gialla, Sole verde,
Violini viola in cielo argento chiaro/scuro
suonati dai rami delle acacie
con archetti propri.

Immaginare porta a rovesciare e credere.

Così traghetto la mia solitudine
verso accettabili rimedi.
Stesa sull'erba fredda del giardino
osservo scene togli fiato
e sento melodie talmente nuove
da non essere ancora state scritte.

Nel mio perimetro sacrato:
Chagall ammicca dietro lo schermo di una nuvola,
Pessoa cammina sotto jacarande in fiore
sicuro di essere a Lisbona,
sfilano compassati gli eteronimi
(i suoi, i miei)
leggendo poemetti archetipi.
Alice, dal Paese delle Meraviglie,
felicemente capovolta mi sorride.

IQ48, 17 Febbraio 2022