Tra gli strati di colore sparsi a pennellate istintive su un qualsiasi supporto (o anche nel cielo, stando attenti con la fantasia a ché ci restino), tra questi strati di colore possiamo trovare di tutto: alberi, strumenti musicali, erba, il Sole che si fa livido, due mostruose Lune avvelenate che riversano umori d'inchiostro, dei limitati brandelli di Terra inabili a trattenere le forme comuni, personaggi più o meno illustri (forse anche illustrati) che sembrano a casa loro.
Tra tali strati di colore così genuini vince, dunque, lo spostamento di senso.
Uscire di senno, insomma, per crearli.
Uscire di senno.
E iniziare un viaggio alla conquista delle ragioni segrete dei folli.
Allora, in quei rari momenti di panica lucidità, trionfa il Surreale e si materializza, dai vari giochi di tinte, una Dimensione straniata dai caratteri ambigui.
Là, in quel MondoAltro spesso CromoDistorto, trovo una comoda tana in cui acciambellarmi come un gatto beatamente pago.
E, mentre riposo e mi ritempro, attorno a me gira un carosello di fantasmagorie e si preparano in sordina gli Incontri inattendibili durante i quali so che mi ammanterò di tranquilla Somma Sapienza.
Un'inversione?
Erba gialla, Sole verde,
Violini viola in cielo argento chiaro/scurosuonati dai rami delle acaciecon archetti propri.
Immaginare porta a rovesciare e credere.
Così traghetto la mia solitudineverso accettabili rimedi.Stesa sull'erba fredda del giardinoosservo scene togli fiatoe sento melodie talmente nuoveda non essere ancora state scritte.Nel mio perimetro sacrato:Chagall ammicca dietro lo schermo di una nuvola,Pessoa cammina sotto jacarande in fioresicuro di essere a Lisbona,sfilano compassati gli eteronimi(i suoi, i miei)leggendo poemetti archetipi.Alice, dal Paese delle Meraviglie,felicemente capovolta mi sorride.IQ48, 17 Febbraio 2022