Visualizzazione post con etichetta poesia marginale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta poesia marginale. Mostra tutti i post

lunedì 20 marzo 2023

Poesia / Senza parole - Albero che narra Primavera.


Piano, respira piano.
E nel Silenzio.
Potresti non sentirla,
la vita che ti varca.

L'albero di pastelli colorati,
il cielo rosso,
il prato verde-viola
sono riflessi vivi delle cose.
Note librate.
In controcanto.


Romanza senza parole.
Irene Navarra, Senza parole / Albero che narra Primavera, Pastello grafico, 2017.

La Via del cielo aiuta, non fa danni;
la Via del saggio agisce senza lotta.
Da: Lao Tzu - Tao Te Ching / L'emersione del naturale (Fonte: Wikisource).

Je devine, à travers un murmure,
Le contour subtil des voix anciennes
Et dans les lueurs musiciennes,
Amour pâle, une aurore future!

Et mon âme et mon cœur en délires
Ne sont plus qu’une espèce d’œil double
Où tremblote à travers un jour trouble
L’ariette, hélas ! de toutes lyres!

Ô mourir de cette mort seulette
Que s’en vont, cher amour qui t’épeures
Balançant jeunes et vieilles heures!
Ô mourir de cette escarpolette!

Paul Verlaine, Romances sans paroles / Ariettes oubliées / Je devine, à travers un murmure,
Vanier, 1902 (Opere Complete, Volume I, p. 154. Fonte: Wikisource).

sabato 18 marzo 2023

Poesia / Cronaca: Anima amante.


Irene Navarra, Di rose, di viole, Disegno grafico, 18 Marzo 2023.

Scrollarsi di dosso scorie soffocanti
per ritrovarmi come appena nata
nello splendore blando dell'Aurora.

Gli occhi rivolti all'orizzonte
lascio che la mia pelle sia di rose, di vïole.
E faccia filtro delicato a quel bagliore intimo
che non sapevo più di avere.

Ora che accetto questa mia esclusione
come una fonte di preziosa Grazia
posso guardare avanti
tutt'una con la mia Anima amante.
Non più racchiusa nella sola mente.

IQ48

venerdì 17 marzo 2023

Poesia / Tanka: Annichilirsi nel colore.

 
Se mi potessi annichilire nel colore, certo che lo farei.
Scelgo il colore viola.
Anzi: il viola delle Viole.
Chiudere gli occhi e sentirlo, quel colore, con il suo aroma intenso e quelle retronote appena percettibili di terra, erba secca e muschio.
E intuirlo, poi, come un alone raro, mentre sciogli i legami e vai.
Liberamente in volo.
Un filtro di perfetta droga, il viola, che imbriglia sensi e mente.
E soffoca gli eccessi dell’arancio, quelli accecanti del sole all’orizzonte. Perfino il verde.
Sollievo e nuance purissime.
Nei petali discreti di una Viola puoi riposare e credere che un angelo di luce con in mano la fiamma del riscatto scenda dal cielo a consolarci, sorreggerci, salvarci.
Così, poi, preghi.
Aspettando il suo miracolo.
 
Irene Navarra, Una tazzina di Viole, Fotografia e Grafica, 17 Marzo 2023.

Una tazzina
di Viole da inalare -
Droga sottile?
Nettare piacevole
in questo Mondo-Fuori.
Tanka13

17 Marzo 2023.
U-May

venerdì 24 febbraio 2023

Poesia / sensi residui (poesie da poco) 1 - 2 - 3.


Irene Navarra, Rose e nubi, AIArt, 24 Febbraio 2023.




Oggi è una giornata che si dovrebbe cancellare dal calendario.
Oggi, 24 Febbraio 2023, ricorre l'anniversario dell'invasione dell'Ucraina.
Ho scritto e pianto per quel popolo fiero costretto a subire l'inenarrabile. Bisognerebbe provare per capire. Avere i propri cari uccisi, torturati, deportati, le case distrutte, la cultura soffocata con fredda determinazione e crudeltà. Bisognerebbe vivere sotto la costante minaccia di un feroce attacco dal cielo.
Essere obbligati a emigrare, lasciando la propria terra benedetta.
Bisognerebbe.
Io immagino, soffro e scrivo piccole cose senza importanza.
I miei "sensi residui" non hanno punti. Vanno. Quasi con movimento proprio. Procedono ad agganci di significato, talvolta tanto minimi da autodistruggersi  per poi riformarsi in impressioni eteree e richiami subliminali. Uniche regole (spontanee peraltro): il ripetersi di parole-chiave dall'uno all'altro frammento e l'evitare orrorose visioni.
La meta? Un po' di Leggerezza.

 

* 
di tante parole che avevo sorelle
mi restano solo
sognare
sereno fluire


*
sereno fluire di albe rosate
e quel distendersi sull’erba
e quel lavarsi di rugiada il volto

 

*
oh quel lavare ogni pensiero
inalando rugiada 
raccolta da una rosa

 

domenica 20 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: Fuori di senso - Incontri inattendibili.


Tra gli strati di colore sparsi a pennellate istintive su un qualsiasi supporto (o anche nel cielo, stando attenti con la fantasia a ché ci restino), tra questi strati di colore possiamo trovare di tutto: alberi, strumenti musicali, erba, il Sole che si fa livido, due mostruose Lune avvelenate che riversano umori d'inchiostro, dei limitati brandelli di Terra inabili a trattenere le forme comuni, personaggi più o meno illustri (forse anche illustrati) che sembrano a casa loro.
Tra tali strati di colore così genuini vince, dunque, lo spostamento di senso.
Uscire di senno, insomma, per crearli.
Uscire di senno.
E iniziare un viaggio alla conquista delle ragioni segrete dei folli.
Allora, in quei rari momenti di panica lucidità, trionfa il Surreale e si materializza, dai vari giochi di tinte, una Dimensione straniata dai caratteri ambigui.

Là, in quel MondoAltro spesso CromoDistorto, trovo una comoda tana in cui acciambellarmi come un gatto beatamente pago.
E, mentre riposo e mi ritempro, attorno a me gira un carosello di fantasmagorie e si preparano in sordina gli Incontri inattendibili durante i quali so che mi ammanterò di tranquilla Somma Sapienza.


Irene Navarra, CromoMediazioni, Disegno Grafico, 17 Febbraio 2022.

Un'inversione?
Erba gialla, Sole verde,
Violini viola in cielo argento chiaro/scuro
suonati dai rami delle acacie
con archetti propri.

Immaginare porta a rovesciare e credere.

Così traghetto la mia solitudine
verso accettabili rimedi.
Stesa sull'erba fredda del giardino
osservo scene togli fiato
e sento melodie talmente nuove
da non essere ancora state scritte.

Nel mio perimetro sacrato:
Chagall ammicca dietro lo schermo di una nuvola,
Pessoa cammina sotto jacarande in fiore
sicuro di essere a Lisbona,
sfilano compassati gli eteronimi
(i suoi, i miei)
leggendo poemetti archetipi.
Alice, dal Paese delle Meraviglie,
felicemente capovolta mi sorride.

IQ48, 17 Febbraio 2022

martedì 15 febbraio 2022

Poesia / Tanka: Laguna, pensieri.


Irene Navarra, Laguna, Fotografia e Grafica, 2011.

Nel mare-specchio
s'innestano pensieri.
Increspature
spente dalla battigia
che le raccoglie amante.

giovedì 10 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: Intimità profonda.

 

Irene Navarra, Lo specchio dell'anima, Fotografia, 29 Marzo 2020.

Ho molti amici ultimamente.
Intimi.
Do del tu rispettoso a tutti quanti.
Non faccio differenze tra un fiore e un albero,
o tra una nuvola e la pozza in cui si specchia.
Interloquisco calma.
Le parole mi escono dall'anima in flusso d'acqua fresca.
Senza alcun suono.
E allora, mentre la solitudine dilegua,
mi appare un Tutto che non saprei ridire.
Il mio compagno d'avventure, Pippo Setter,
segue la rivelazione.
Fissa prima la pozza
poi la nuvola alzando lento il muso
e infine me. Per un momento.
Muto e respirando piano.

La nostra Voce Vera scioglie un canto
corrivo al moto delle sfere.
Così la sofferenza cola nel filtro della Terra
e noi saliamo.
Ali di velo.
Frammenti infinitesimi di cielo.

IQ48

giovedì 3 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: La vita che vorrei (Un sogno).


Irene Navarra, La vita che vorrei, Disegno a Lapis, Acquerello, Grafica, 3 Febbraio 2022.

Cielo di petali.
Un fiore in una mano.
Con l'altra tocco creature arboree
pronte a staccare le radici
e veleggiare estatiche.
Fluttuando.
Niente tridimensione.
Carte veline in volo nello spazio.
Accanto il mio compagno inseparabile
legato al sussurrare del mio fiore
nella corrente siderale.
Ventaglio etereo il suo pelo.
Come seta.
Nessuna nuvola.
La Notte e il Giorno assieme
discretamente compiacenti
in un circuito senza scosse e variazioni
danzano attorno l'una dentro l'altro.
e sono gli scrigni delicati
della nostra trasparente essenza.
 
Ecco.
Questa è la vita che vorrei.
 
IQ48

martedì 1 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: Eppure le nubi sono così belle.


Irene Navarra, Eppure le nubi, Fotografia, 29 gennaio 2021.

Eppure le nubi sono così belle.
Questo se alzo gli occhi al cielo
e lascio i grigi del metallo, del cemento,
le loro vibrazioni tossiche.

Voglio la dimensione pura delle piante
vivificate da correnti ascensionali.
Portare la mia musica lontano 
dai serpenti fossili del cuore
sbozzato a colpi di scalpello
quando appoggio la testa sul cuscino
e prego che finisca la torva solitudine
del me rinchiuso dentro me.

IQ48

Poesia / Cronaca: Non so il tintinno dell'argento.


Irene Navarra, Non so il tintinno dell'argento, Fotografia e Grafica, 1 febbraio 2022.

Non so il tintinno dall'argento
che attinge miele
dalla coppa di cristallo
e poi lo mescola nel tè
mentre si slaccia la giornata
senza desideri.

Saluto chi mi aspetta
al rito usuale della colazione
tentando sillabe incrinate.

Suona di ghiaccio
la mia voce.

IQ48

lunedì 2 agosto 2021

Poesia / Futura-Mente: Eppure non dimentico.

 
Irene Navarra, Pippo e il quadrifoglio / Segni, FotoInstagram, 2021.



Vorrei che ogni ricordo
fosse chiuso nel momento
e basta.
Insomma, viverlo, sì,
quell'attimo fugace
ma non come un ricordo, poi.
Niente passato, dunque.

(Eppure non dimentico.)
 
Così mi vedo sul sentiero usato
tra erbe incolte e viti rigogliose
con Pippo Setter stretto al fianco.
Lui baldanzoso e codallegra,
io punta, tacco, punta e balzi
a un ritmo buffo da Charlot rinato.
Memoria in cui riaffiorano compagni:
Emma Petto di Luna e Orazio e Pablo,
i tre stupendi Golden della mia esistenza.
Insieme tutti.
In un durevole Futuro onnipresente.

 

Poesia / Futura-Mente: Questo è il presente.


La mente come un campo di battaglia
dove non domina Vittoria.
Solo spoglie amare di ricordi
che non saranno più.
Guardo il mio cane.
Addormentato accanto a me,
sogna il passato e un po’ guaisce.
Io lo accarezzo piano.
Lui si calma.
Ecco. Questo è il presente.
Questo soltanto voglio ricordare.
Qui.
Adesso. 

giovedì 29 luglio 2021

Poesia / Futura-Mente: Sono qui.

"Frequentare il futuro" non mi sembra possibile ora come ora. Adesso nulla mi sembra possibile.

Eppure vivo.
anche se non mi pare-
Petali d'oleandro tra le dita,
il loro aroma nel pensiero
che mi riporta indietro.
a estatici momenti
di pazzia gloriosa
tanto radice del ricordo
da permanere attuali.
Così riprendersi lo spazio il tempo
e formulare le parole di un ritorno
come di Figliol Prodigo:
Sono qui.

(Chissà che non risorga
dalla morte
ormai sedimentata in me.)

28 giugno 2021

domenica 18 luglio 2021

Poesia / Futura-Mente: Non più.

 

“… non so più andare sull’altalena / di un fil di lana…”*
ed è triste intuire
l’inizio del grigio
la fine del volo
il buio che incalza.
Non è la luce a mancarmi.
È lo splendore dell’accorgersi.
È lo stupore del vedere
da stretti spiragli.
Vedere.

*Dalla canzone “I bambini fanno oh” di Giuseppe Povia.

mercoledì 14 luglio 2021

Poesia / Futura-Mente: Senza parere.

 

Irene Navarra, Cuore di pietra, Fotografia, 14 Luglio 2021.

Così, senza parere
scivolo ben lontana:
dal cielo, dalle piante,
dalle zolle della mia campagna.
Una distanza oramai immisurabile
mi ancora nel buio.
Ho perso il giallo di un sorriso,
il bianco delle nubi,
l'argento salutare della pioggia,
l'ocra speziato della terra.
Come non so.
Nulla mi parla.
Tengo una pietra sulla mano.
Un cuore freddo.
E aspetto.
 

martedì 13 luglio 2021

Poesia / Futura-Mente: La scoperta

 

Irene Navarra, Verso il profondo abisso, Fotografia, 13 Luglio 2021.

Io guardo avanti
ma non brilla sguardo nelle cose.
Non mi ritrovo.
Anche se calco i piedi a terra
e i piedi vanno l’uno dopo l’altro.
Non so parlare
nemmeno balbettare
sto con le mani alzate
quasi a cercare il cielo
per la mia testa senza appigli.
Sto.
Dentro incertezze
che si rapprendono in coaguli
di attuali condizioni
orfane di sogni.
Gamme di grigi e fango
infisse nel pensiero.
Scale di poco chiaro
in verticale nel profondo.
La mia recente dimensione
mi ha tolto ogni orizzonte.

lunedì 28 giugno 2021

Poesia / Frammento 34: L'anima clandestina (Seconda maschera).


Talvolta d'estate
mi nascondo nel rosso
dei gerani.

Travesto
la mia indifferenza.

Irene Navarra, Margini / L'anima clandestina / Seconda maschera, pag. 113, B&V Editori, 2002.

Irene Navarra, Innamorata della Luna, Screenshot dal mio Canale YT (https://www.youtube.com/watch?v=5DEIZiBLekw).

Travesto la mia indifferenza nel colore.
Sì.
E amo la Luna.
Soprattutto se la guardo dalla mia postazione privilegiata di geranio rosso.
Mentre storno i richiami della Terra, ormai tutt'uno con il cobalto della notte.

Ora il video.
Che è fonte della mia attuale ispirazione.



venerdì 30 aprile 2021

Poesia / Ricordando il Premio Cesare Pavese.


Correva l'anno 1998. Si era ad agosto. Il 26 di agosto. Celebravamo la morte di Pavese nella sua casa tra le colline delle Langhe.
Là, il giorno dopo, mi consegnarono il Premio per la mia silloge "Esclusioni", confluita poi in "Margini" (B&V Editori).
Antonio Catalfamo, Direttore dell'Osservatorio permanente di Studi Pavesiani nel mondo, ricorda così la mia lirica, definendomi una "leopardiana del '900".


Irene Navarra è nata e vive a Gorizia, dove insegna Letteratura italiana e latina al Liceo Classico. Nel 1998 ha ottenuto il Premio "Cesare Pavese", organizzato annualmente a Santo Stefano Belbo nella casa natale dello scrittore langarolo morto suicida nell' agosto del 1950.
Ora pubblica, per i tipi di B & V Editori di Gorizia, un corposo volume di versi, intitolato significativamente "Margini".
Dario Bellezza, prematuramente scomparso, soleva dire che il più grande poeta del Novecento è un poeta dell'Ottocento: Giacomo Leopardi.
E, infatti, dobbiamo al Recanatese il superamento delle barriere artificiali tra i generi letterari, che avevano caratterizzato a lungo la produzione poetica in Italia, in costante ritardo rispetto alle aree culturalmente più avanzate del continente europeo.
La poesia di Irene Navarra risente degli effetti benefici del "leopardismo" novecentesco, in quanto poesia nutrita di pensiero, di riflessione filosofica ed esistenziale, e ben lontana dall'aulicità petrarchesca, che, nella felice schematizzazione di Gianfranco Contini, ha rappresentato l'altro filone della letteratura italiana rispetto a quello dantesco, dominato dal "plurilinguismo", sfociante, appunto, in Leopardi. La semplicità dei versi sciolti è studiata, meditata, per nulla improvvisata, quasi a ripetere il miracolo a cui diede vita un conterraneo della poetessa, Umberto Saba, novello «re Mida», capace di trasformare in oro, con le sue "parole senza storia" - com' ebbe a definirle Giacomo Debenedetti -, tutto ciò che sfiorava. Il significato del titolo della raccolta si comprende leggendo alcuni versi - chiave: "Divenuta per necessità / scatola sigillata / ho messo un' etichetta esplicativa: / / "RIFUSI, RIMASUGLI, NONCURANZE". / / Sono ormai parte integrante / del popolo dei margini".
Il richiamo a Leopardi, al suo "pessimismo cosmico", è evidente. La poetessa si sente "anima clandestina” sulla Terra, spinta ai "margini"; dall'indifferenza dilagante, che ci rende monadi leibniziane ("Mi arruffo come gatto / caldo di sole, nello spazio / - infinitesimo - tutto mio").
Il mondo esterno è presente in via mediata, soprattutto attraverso i suoi odori, i suoi riverberi di luce filtrati da una bottiglia: "Di vetro verde e spesso, un poco / polverosa, sulla credenza, in alto, / forse dimenticata. / / Si accende di riflessi quando - d'inverno - / il sole entra a fatica dall' angolo della / finestra sul giardino. / / Allora il verde si dilata nel viola di Medea / assassina o nell' oro immobile di paste / per mosaici bizantini. / / Per un momento. / / C'è poi il naufragio della luce. / Fino a qualche altro tramonto / di giusta angolatura".
Ma la poesia di Irene Navarra non può essere inserita nell'ampio arco decadente descritto dalla letteratura italiana, nell' ambito dell'esistenzialismo dozzinale, che da troppo tempo la domina.
La denuncia del "male di vivere" non è egoistica autocommiserazione, è accompagnata dalla consapevolezza del suo essere "male comune", che affratella gli uomini e impone leopardianamente solidarietà. Anche se l' "anima clandestina” subisce la tentazione di volare "come un cormorano / al limite del mondo", estraniandosi dalla realtà, "con i suoi morti / impastati di fango", alla fine prevale l'amore per gli uomini, per i loro limiti terreni.
I versi sono dominati da una religiosità tutt' altro che gnostica, che rivaluta l'aspetto umano del Cristo, il suo farsi uomo per soffrire assieme agli altri, incurante del "volo degli Angeli".

Antonio Catalfamo, / America Oggi - New Jersey, 12 gennaio 2003 / Le colline di Pavese, 17 ottobre 2003.




Suomo Vinzi, Esclusioni in Margini, Illustrazione a lapis, 2002.


giovedì 16 marzo 2017

Poesia / Derive - Lascio la stanza del brusio perenne.


Distacco. Per un momento.
Irene Navarra, La mia stanza tra le foglie, Disegno grafico, 2017.


Fastidio.
Irene Navarra, Il dominio della Luce, Disegno grafico, 2017.







Autocontrollo
(Settima lezione: sull'apparente che sembra reale)


Lascio la stanza del brusio perenne.
In mulinello le foglie dell'Autunno
mi pagano la gentilezza
del definirle forma
e crepitio del mio pensiero.
Fra poco tornerò nel mio Silenzio
con buona pace della leggerezza,
di questo momentaneo sostare
come in un bozzolo d'insetto minatore
che sa la propria tana vegetale. 

Oh immoto mutamento della mente!
Articolata di equivoci tranelli,
stanca dell'Ombra dalla linfa verde,
tende al dominio della Luce
che gracchia fastidiosa il suo richiamo.

domenica 5 marzo 2017

Poesia / Margini - Esclusioni 3.


I versi fanno parte della silloge Esclusioni: la prima di Margini. Quella che mi meritò il Premio Cesare Pavese ritirato con grande emozione nella casa natale del poeta a Santo Stefano Belbo, paese delle Langhe cuneesi.
Rileggendo questi frammenti lirici a distanza di molti anni, non posso fare altro che riconfermare lo stesso senso di lucido distacco espresso allora.
Per leggere le poesie precedenti Qui.
E Qui.

La Scelta.
Irene Navarra, Il punto d'oltre ragione, Fotografia e Grafica, 2017.

VIII
In una zona d’ombra
soffice di muschio,
sorda alle vibrazioni
degli incontri voluti,
vivo da un po'.

Per il momento
priva di compagni,
posso nell’attesa
divorarmi.

IX
Lo troverò,
disperso nella memoria,
il mio punto
d’oltre ragione.

X
Solo nel centro
voglio naufragare.
Nel centro dell’origine
del cielo,
Del rutilante punto
della mente sola con sé.