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venerdì 14 aprile 2023

Poesia: Frammento 48: Il sorgere del sole (da "Minimondi").

 

Irene Navarra, Rose - spine -sole, Fotografia.


Il sorgere del sole
In controluce porcellana gialla. Rose.
Il bordo madido di guazza evanescente.
Strette sui raggi, le mie mani.
E sulle spine. Sangue.
Intimità fatta di niente.

martedì 21 marzo 2023

Poesia / Minimondi (Ophelia).



Dal Libro Minimondi di Irene Navarra e Silvia Valenti (Luglio Editore, 2017).


Silvia Valenti, Ophelia, Acquerello, 2012.

Ophelia (Con William Shakespeare e John Everett Millais)

In trasparenza nel ruscello
l’incredulo passare della vita
che diventa morte
sapendo di ranuncoli e orchidee.
Serti scomposti dalle mani
livide del salice piegato
sul suo viso.

E il canto
poco dopo spento.


C’è un salice che cresce storto sul ruscello
e specchia le sue foglie canute nella corrente di vetro;
Lì ella fece fantastiche ghirlande, di ranuncoli,
ortiche , margherite, e di quei lunghi fiori purpurei
a cui gli osceni pastori danno un nome più volgare, 
ma le nostre caste fanciulle chiamano dita di morto. 
Lì, sui rami spioventi arrampicandosi ad appendere
le sue coroncine, un maligno ramoscello si spezzò,
e giù caddero i suoi fioriti trofei e lei stessa
nel piangente ruscello. Le sue vesti si allargarono
e come una sirena per un poco la tennero su, 
e in quel mentre cantava passi di vecchie canzoni
come una inconsapevole della sua ora disperata,
o come una creatura nata e cresciuta 
in quell'elemento. Ma non poteva durare a lungo,
e infine i suoi vestiti,  pesanti di quanto avevano bevuto
trassero la povera infelice dal suo melodioso canto
alla fangosa morte.

William Shakespeare, Amleto, atto IV, scena 7, traduzione di Alessandro Serpieri.

Se vuoi ammirare il dipinto dedicato di John Everett Millais, clicca Qui

sabato 4 marzo 2023

Haiku / Spring is coming.


Distesa a terra
fisso gli occhi azzurri
della Primavera.

Alberi ancora spogli attorno. Ma l'aria vibra di promesse.

Silvia Valenti, Spring is coming 1, Fotografia, 2016.
Silvia Valenti, Spring is coming 2, Fotografia, 2016.

Visita il blog di Silvia Valenti.

mercoledì 1 marzo 2023

Poesia / Frammento 40: Topazio rosa e Alabastro.


Irene Navarra, Topazio e Alabastro, Fotografia e Grafica, 1 Marzo 2023.

 
Le mani dentro il sale
e sono nel ventre della terra.
(Topazio rosa, traslucido Alabastro
nella mia mente quasi minerale.)
Le dita sulle labbra poi
e sulla lingua
a ritrovare umori spenti.

Ecco.

Ho fatto il salto esistenziale
di me
che prendo per mano la mia essenza.
E sono il ventre della terra.

IQ48

domenica 17 maggio 2020

Poesia / Minimondi (La sposa di maggio).


Prendi fiori d’arancio
e gelsomino. Profumati
le spalle, i polsi, il cuore.
Il raso della veste fruscia
trepida promessa: la rossa
melagrana, il suo succo speziato.

Da: Irene Navarra - Silvia Valenti, Minimondi, Luglio Editore, 2017.


Silvia Valenti, La sposa di maggio, Acquerello e acrilico, 2012.



giovedì 14 maggio 2020

Poesia / Minimondi (Seasnowballs).


Palle di neve insomma. Ma marine.
Fatte di soffi e bave nitide.
Nate d’inverno nei frangenti come torri
e rotolate poi da porte spalancate alla burrasca,
onda per onda, fino alla battigia.

Da: Irene Navarra - Silvia Valenti, Minimondi, Luglio Editore, 2017.


Silvia Valenti, Seasnowballs, Acquerello, 2012.


venerdì 26 luglio 2019

Poesia / Frammento 13 (La mia Giverny).


Respiro Verde.
L’anima stilla nuance
frusciando assenso.

Irene Navarra, La mia Giverny, Fotografia e Grafica, 2016,

Nel mio regno quotidiano di erbe e fiori sono libera e serena.
Accanto a me Pablo golden retriever.
E il ricordo di Emma golden retriever.
Non mi serve altro.

venerdì 30 giugno 2017

Poesia / Frammento 14 (Dentro un respiro).


In un respiro
risolta dentro il cielo.

Quasi io fossi nube
alta sul mondo.

Irene Navarra, Dentro un respiro, Disegno grafico, 2016

lunedì 5 giugno 2017

Poesia / Frammento 12: È morto un Dio (con Jim Morrison).


Questo magnifico ciliegio, che aveva volto e corpo e buona voce, non c'è più. Mani impietosamente sacrileghe lo hanno tagliato per creare uno squallido sterrato in cui posteggiare automobili.
La lamiera invade il verde, svilendo i suoi tesori.
Lui, il mio Albero-custode, mi collegava a un'anima universale dalle mille sfumature e dai prodigiosi suoni. Così adesso:

Dal tronco cavo
si sfilano brusii.
Come preghiere.

Irene Navarra, L'Albero-custode, Fotografia e Grafica, 2012.

Preghiere che perforano il mio Vuoto.
Vorrei piangere.
E non vedo il giorno avvenire come una pagina bianca tutta da scrivere.
Sono una folle che proclama la morte di un Dio senza gaie letizie profetiche di destini, non più liberi ormai perché privi di creature spirituali.
Friedrich Nietzsche non mi affascina più.
Così recupero (dalla memoria e da un vecchio quadernino di appunti) il Jim Morrison di Completamente immacolati. Con sconsolata ironia, sussurro sommessa le sue parole:

[...]
Lascia che ti parli delle angosce e della perdita di Dio
Delirando, delirando nella notte senza speranza
Qui fuori nel perimetro non ci sono stelle

Qui fuori siamo completamente
Immacolati

sabato 13 maggio 2017

Non-Haiku / Noterelle un po' critiche 6 (con Antonio de Curtis / Totò).


Questo Frammento poetico potrebbe essere un haiku. Ma non lo è. Esprime un sentimento esistenziale del tutto nostrano. E quando dico nostrano, intendo di verace spirito italico. Chi conosce un po' di storia letteraria e di costume della MadrePatria lo capirà. Non occorre, quindi, che io citi l'italicum acetum di veneranda memoria, gli autori comico-parodici del Medioevo toscano o l'eroicomico poema seicentesco La secchia rapita di Alessandro Tassoni. Noi Italiani possediamo una genetica vena mordace che ci fa ridere e lacrimare assieme.
Niente haiku, pertanto, per raccontare in succinto la singolare unicità di Antonio de Curtis / Totò (quale giapponese potrebbe ispirarglisi e scriverne?). Solo un Frammento di tre versi per diciassette sillabe con punto fermo finale e senza trattino. Un Non-Haiku.


Antonio de Curtis, in arte Totò. www.windoweb.it.



Profilo inciso
nell'arco buffamaro
di gioia e pianto.

martedì 21 marzo 2017

Haiku / Noterelle un po' critiche (7) - Susino sogna.


Ventuno di marzo.
Scrollando gloria pura
Susino sogna.

Gli alberi hanno sentimenti.
Irene Navarra, Susino sogna, FotoInstagram, 2016.

C'è l'abusato kigo - inevitabilmente, visto il soggetto e la stagione - reso però più vivido da due elementi poetici per nulla parte della forma classica dell'haiku: la Personificazione e l'Analogia. 
Nella sua momentanea e precoce gloria di puro colore e leggerezza Susino sogna le future opulenze dei frutti mentre si lascia andare alla soavità del vento. Il frullare di petali bianchi diventa così la voce analogica della meravigliosa creatura arborea.


sabato 18 marzo 2017

Poesia / Frammento 11 (Complicemente Primavera).


Realtà e Favola.
Irene Navarra, Il mandorlo di Emilia in una mattina di Quasi Primavera.
Fotografia e Grafica, 2016.























Di tocchi lievi
ha il passo Primavera-
Luce rosata.


Mandorlo aspetta.
Lo abbraccerà tra breve.
Sarà preghiera.

venerdì 17 marzo 2017

Poesia / Frammento 10 (Magnolia).


Sboccia un Sorriso/
Arcano di magnolia.
Si tace il sole.

(Nella sua coppa rosa bevendo.)

Irene Navarra, Magnolia, Fotografia e Grafica, 2013.

Haiku / Noterelle un po' critiche (5). Parola di IQ48.


Rosso e violetto
nel campo estivo-mare
di erbe e spighe.

La mia poetica del Frammento.
Irene Navarra, Non-Haiku-Front / Cuspidi elettriche, Disegno grafico, 2016.


Studiando i grandi maestri (Andrea Zanzotto).

"Gli haiku saettano come smussate freccioline che ci vengono da un mondo simile a quello di Alice, ma dotato di una sottile, intricata coerenza che non è soltanto il rovescio dello specchio delle nostre coerenze. Sono spiragli da cui filtra qualcosa di accecante e insieme di carezzevole, sono cuspidi elastiche di qualcosa che deve restare sommerso, per noi (e forse per tutti), ma che pure sentiamo necessariamente nostro."
Da Cento haiku, Guanda, 1987.

Sono d'accordo. Tutto ciò va bene come analisi del mondo-haiku giapponese. Io però voglio scrivere in modo scisso e intenso. Cerco una dimensione decontestualizzata. Uso (e non uso) i punti, le virgole, le analogie, le metamorfiche sentenze. Ho noia delle stanche evoluzioni strascicate per diciassette more. Se c'è il trattino non sempre è un kireji e non fa saltare nulla. Anzi talvolta accorda. Uso anche lo slash. A dire il vero anche l'hack and slash come sistema.
Unisco Disunisco Strappo Ironizzo Accendo Smorzo.
Formulo essenze visionarie.
Voglio che i miei frammenti siano cuspidi elettriche nate dall’indistinto per miracoli fulminei. Nessun elastico a trascinarmi indietro.
Parola di IQ48.

E ora il video. In italiano e in inglese.




giovedì 9 marzo 2017

domenica 5 marzo 2017

Poesia / Margini - Esclusioni 3.


I versi fanno parte della silloge Esclusioni: la prima di Margini. Quella che mi meritò il Premio Cesare Pavese ritirato con grande emozione nella casa natale del poeta a Santo Stefano Belbo, paese delle Langhe cuneesi.
Rileggendo questi frammenti lirici a distanza di molti anni, non posso fare altro che riconfermare lo stesso senso di lucido distacco espresso allora.
Per leggere le poesie precedenti Qui.
E Qui.

La Scelta.
Irene Navarra, Il punto d'oltre ragione, Fotografia e Grafica, 2017.

VIII
In una zona d’ombra
soffice di muschio,
sorda alle vibrazioni
degli incontri voluti,
vivo da un po'.

Per il momento
priva di compagni,
posso nell’attesa
divorarmi.

IX
Lo troverò,
disperso nella memoria,
il mio punto
d’oltre ragione.

X
Solo nel centro
voglio naufragare.
Nel centro dell’origine
del cielo,
Del rutilante punto
della mente sola con sé.

mercoledì 1 marzo 2017

Poesia / Margini - Esclusioni 2.


I versi fanno parte della silloge Esclusioni: la prima di Margini. Quella che mi meritò il Premio Cesare Pavese ritirato con grande emozione nella casa natale del poeta a Santo Stefano Belbo, paese delle Langhe cuneesi.
Rileggendo questi frammenti lirici a distanza di molti anni, non posso fare altro che riconfermare lo stesso senso di lucido distacco espresso allora.
Per leggere le poesie precedenti Qui.

Fuori da ogni cerchia.
Irene Navarra, Il popolo dei Margini, Disegno grafico, 2017.

V
Per cieche gallerie
popolate da talpe
dalle palpebre attonite
procedo
col cuore che bisbiglia
dolci cantilene
di ricordi.

Temo di non volere
più la luce.
Nel buio oramai
so riscoprire
l’ostinata essenza
dell'esistere.

VI
Volevo strapparmi
le radici.
Sterpo senza linfa
sognavo il sole
dell’inconsistenza,
il tempo che mi avrebbe
cancellata.

Per lo sradicamento
mancava solo
una risposta.
Esiste senso
nella morte
se anche nella scarna
aridità c’è vita?

VII
Divenuta per necessità
scatola sigillata
ho messo un’etichetta esplicativa:

“RIFUSI, RIMASUGLI, NONCURANZE".

Sono oramai parte integrante
del popolo dei Margini.

giovedì 23 febbraio 2017

Poesia / Margini - Esclusioni 1.


I versi fanno parte della silloge Esclusioni: la prima di Margini. Quella che mi meritò il Premio Cesare Pavese ritirato con grande emozione nella casa natale del poeta a Santo Stefano Belbo, paese delle Langhe cuneesi.
Rileggendo questi frammenti lirici a distanza di molti anni, non posso fare altro che riconfermare lo stesso senso di lucido distacco espresso allora. 

I
In questa corsa
per guarire le ferite
precipitiamo
- non si sale mai -
in prove senza blocchi
di partenza.

II
E nel silenzio
che mi cresce intorno
poche parole entrano
e si fermano.

La mente - lavagna
cancellata - non conosce
i futili arabeschi
delle sonore e lunghe
onde di riflusso.

Senza alternative.
Suomi Vinzi, Esclusioni, Disegno a lapis, 2002.
- Illustrazione della prima silloge di Margini -

III
Continuo a chinarmi
a sparsi luccichii
di cacce al tesoro
già consunte.

Stanca raccolgo perle
di liquido metallo
che filtra tra le dita.

IV
Vivere? È come pattinare
sugli specchi.
Degli altri - anime chiare
scivolanti al dunque -
vedi il doppio.
Di te solo il riflesso.

E se ti cerchi,
ti ingarbugli
e cadi
tra schegge rovinose
nel retro dello specchio.

lunedì 31 ottobre 2016

sabato 29 ottobre 2016

Non-Haiku / Noterelle un po' critiche (2). Manifesto programmatico.


Irene Navarra, MondrianLight, Fotografia e Grafica, 2014.

Riprendendo il filo del post di sabato 23 Luglio 2016 in cui dichiaravo la mia impossibilità ad accettare supinamente in toto l'haiku giapponese, con questa seconda Noterella un po' critica comunico la mia volontà di non chiamare haiku i frammenti poetici di tre versi composti di cinque - sette - cinque o più sillabe. Gendai o tradizionali che siano. Ora come ora, sulla questione vige il caos, pretestuosamente però infarcito di verità da Ipse dixit. Maestri autoeletti di varia appartenenza etnica lo raccontano, raccogliendo consensi. Il Simplicio galileiano insegna. 
La mia sensibilità - slava per parte di madre, spagnola e francese per parte di padre (un mix incandescente di malinconico struggimento e folgoranti scoppi di gaiezza) - mi porta a negare dipendenze di qualsiasi tipo. 
Se desidererò aggiungere ai miei frammenti un titolo e un sottotitolo, lo farò. E parlerò di materia e forma, dando una visionaria identità al concreto e metaforizzando l'astratto.
Operazioni, queste, non certo da moderno (e patetico) haijin piegato a convenienze sabi-wabi di coloritura grigio informe. 
Lode all'Espressionismo.

Finalmente libera, sto per seguire Il Violinista pazzo di Fernando Pessoa che scrive: Egli apparve all'improvviso nel sentiero, / tutti uscirono ad ascoltarlo, / all'improvviso se ne andò, e invano / sperarono di rivederlo. // La sua strana musica infuse / in ogni cuore un desiderio di libertà. / Non era una melodia, e neppure una non melodia ( da Il violinista Pazzo, vv. 7 - 12, pag. 7, Arnoldo Mondadori Editore, 1998).

E creo. Solo Frammenti di non melodia.

(Eteronimo IH48)

1
Sapere la sua melodia come una ferita
che s’apre e sgrana amanti
della mente consapevoli.

2
Tiepide carni violentate dentro verità
che il suono induce con l’assolo
di un selvaggio ritmo.
L’ho visto danzare sopra i tetti, 
quel pensiero. E dileguare.
A cavalcioni dell’Aurora.

Mentre sai tutto del tuo tempo ormai 
librarsi per accompagnarlo?
Sì, farsi etere e andare.
Andare. 


.