In questa lirica il verbo d'inizio (sai) è declinato in un'accezione di gentile interloquire e blando richiamo a moduli d'attenzione. Formula, quest'ultima, che introduce con il dovuto distacco al mondo dell'ombra-amaca, o persino culla. Un simile salto semantico-esistenziale toglie materialità al corpo, aggiungendo sostanza personalizzata ai fenomeni naturali.
La dislocazione, atta a straniare e rigenerare in elementi nuovi tutto l'universo, è nel potere dell'uomo.
Per accedere a tale dimensione, basta in fondo allungarsi nella proiezione compiacente dei cipressi sul verde dei prati, ben consci del sole che, alle spalle nel caso dell'immagine dedicata, ci lascia con un ultimo singulto di complicità.
Mentre il cerchio dell'orizzonte se ne fa specchio.
Irene Navarra, Ultimo sorriso, Fotografia e Grafica, 30 Maggio 2022.
sai
restare in una curva d’ombra
come se fosse un’amaca naturale
Irene Navarra, Rinascita, Fotografia, 20 Aprile 2022.
(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)
Un salvataggio epico: storia di una creatura portata dalla morte alla vita.
Oggi mattina, in questa primavera strana che sa più d'ombra che di luce, ho toccato con mano un Miracolo.
I fatti:
Una lumaca nell'ugello del mio annaffiatoio blu. Forse ancora in letargo di salvezza.
Stecchino sottile delicatamente manovrato attorno alla sua casa incastrata mentre lei si svegliava e capiva e sporgeva con forza la testa cornuta dall'opercolo lacerato.
Si contorceva e spingeva.
Spingeva.
Finché
la Liberazione.
Oh, sì. La Liberazione.
E il ritorno al mondo che intonava come uno strofinare armonico di sfere mai udito da orecchio umano.
Trombe di Geova e rulli di tamburi angelici di sottofondo trionfale.
Per me, madre di un prodigio.
Per lei novella di rinascita casuale.
Il capo vibrante codici segreti, il corpo ancora intriso d'iride invernale, si è lasciata scivolare morbida sul mio dito e poi sulle crete muscose del giardino, danzando balda verso il verde sorridente.
Una notizia terribile, quella del suicidio di Kostantin Olmezov. La Morte l'ha preso per mano nell'attimo stesso in cui Lui ha capito di non poter vivere da non libero.
Un suicidio eroico, quindi, il suo.
Pace a te, Fratello.
Irene Navarra, Fiori per Kostantin, Grafica, 2022.
Irene Navarra, Resti / Il paradiso destrutturato. Fotografia, 2020.
(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)
Il paradiso destrutturato
Potrebbe sembrare una discarica di oggetti ormai defunti forse ancora servibili o forse no.
Potrebbe.
E invece è il nostro paradiso destrutturato. Nostro = mio e del mio cane.
Là stiamo bene. Pablo golden retriever - sciamanico spirito-guida d’elezione - sceglie ogni giorno di portarmi tra quelle reliquie di archeologia urbana, rese monumenti del vivere dall’abbandono intenzionale.
Non morte però.
Dimenticate all’aria (carezzevole a volte, a volte ingiuriosa), parlano un linguaggio in sordina commisto di ruggine e linfa. Molto espressivo.
Che rassicura.
Un po’ per i profumi ormai privi di riferimenti umani, un po’ per l’arte degli intrecci materiali tra rifiuti e natura selvaggia, a me e Pablo sembra di essere in paradiso.
Un paradiso destrutturato naturalmente.
Fuori da ogni ordine razionale e ligio a dettati superiori in cui il Caos primordiale ha la sua da dire. Nessun suono che non sia schiocchi di merli, frusci di serpi¹ intacca la nostra pace, dilagante a poco a poco fino al cielo.
Portentosamente non più muto.
24 aprile 2020
¹ Eugenio Montale, Ossi di seppia, Meriggiare pallido e assorto, v. 4, Gobetti Editore, Torino, 1925.
Con il Preludio "Angeli non di cielo" si apre la seconda Parte di Dettagli (Edizioni della Laguna, 2005).
Costituita da sette sillogi, articola un racconto lirico che culmina negli otto testi del Fuoco.
Le immagini del post sono opere dell'artista internazionale Roberto Faganel
gentilmente concesse per illustrare il libro.
Roberto Faganel. Fenicotteri, olio su tela, 1968.
Collezione privata.
Angeli non di cielo
Angeli.
Di terra e di mare.
Non di cielo.
Quelli di cielo sono troppo strani.
Pretendono l'Assolutezza dell'ascolto
e sbagliano con chi - povero sordo -
sa solamente il bene della cenere
oppure uniformarsi al passo delle Naiadi,
più vere della nuvola dorata
che c'è,
si vede,
si spera di toccare
e invece si disperde
nello sbuffo opaco di un lupo mannaro
ostacolato dall'anima di vipera.
Roberto Faganel, Il volo, olio su tela, 1972.
Collezione privata.
Il libro costituisce il secondo tempo della mia vicenda poetica
e si apre "su una natura simbolicamente protesa a intuire percorsi di salvezza
attraverso l'inesausta ricerca della Verità.
Le tematiche filosofiche e i modi ragionativi sono per i versi un connotato essenziale ma non unico.
Il lirismo visionario, infatti, che intreccia il sogno alla realtà, appare senza dubbio alcuno
la sostanza più suggestiva della loro ispirazione".
(Dalla Nota della seconda di copertina).
Dettagli, Frontespizio. Nell'immagine:
Roberto Faganel, La vecchia vite, 1999, olio su tavola.
Collezione privata.
Quando timidamente rivolsi
Quando timidamente rivolsi
intorno il primo sguardo,
vidi un festone alla finestra
di cuori rossi
orlati da merletti rossi
a punte zigzaganti.
E subito pensai:
"Sono ornamenti natalizi
per me
che mi avvicino al mondo".
Così desiderai intensamente di
rubarli
riporli tra le fasce
riscaldarmi
dal freddo della nascita.
La fiamma dell'Amore
Chi parla di fiamma dell'Amore
pensa di certo alla passione irrefrenabile
che fa infuriare e divampare
anche la Luna dell'Antartide.
Io penso invece
alla forza concreta di un incendio.
Di un ventoso incendio in caccia:
sulla corsa di una volpe
su cedri olmi ontani
sulle barocche litanie di cuori
travolti dalla rabbia.
Io penso con disagio
all'offerta polverosa di un incendio
che dietro a sé abbandona
solo cenere.
Dettagli, Frontespizio.
Testo manoscritto.
Da: Soffoca la Bellezza, vv. 1 - 16.
La sensazione monca della vita
Ci fu la volta in cui piombai di schiena
sulle piastrelle vecchio Vietri
della casa di mio padre.
(Tiranti interni e membra rattrappite
al petto, due mani ostili fisse
nella mente di Pinocchietto
dal respiro lieve.)
Se avessi chiuso gli occhi a quel
comando rigido imperioso,
avrei scoperto cosa c'era
attorno ai cuori
circondati dalle fiamme
che mi segnavano perenni
l'istante della nascita?
Dopo uno schianto che ti lascia Dopo uno schianto che ti lascia
inevitabilmente senza fiato,
dopo un ansimare stento
in un'aria inchiostro catramoso
il cielo oltre la finestra
diviene brulicante
di folgori e lucignoli festosi?
Il cuore burattino senza indugio
riprende a farfugliare.
Storie e poi storie
Così, per una volta,
credi d'esserci arrivato.
D'aver capito il Senso.
Pensi al festone natalizio
ti espandi come vischio ghiotto.
Caparbiamente vuoi l'Accesso.
Poi ti ritrovi prostrato ed impotente
nel Camerino Sala trucco
del tuo mistificante Cantastorie.
La cieca vestizione del momento La cieca vestizione del momento
accade per una ragione che è una farsa
autentica di Commediante smaliziato.
Crepita il Fuoco Sacerdote
quando si sente quasi smascherato.
Scava un pochino attorno al
cuore pronto al riconoscimento.
Con circospezione.
Crea uno spazio adatto per le evoluzioni.
(La pista ambigua e casta del suo circo
dove spiegare come un gonfalone
il vivido merletto rosso serpeggiante.)
Roberto Faganel, Nudo, 1985, olio su tela.
Collezione privata.
Le donne sono Angeli
Le donne sono Angeli
che Vedono.
Salgono scale a chiocciola,
arrivano a soffitte
piene di fili tesi
straripanti di fotografie
con volti case cose
o vuote come
cuori esangui.
Le donne dall'anima di velo
Le donne dall'anima di velo
hanno lo sguardo più profondo
più acuto più innocente.
Oltre una lente rossa (sorprese
spaventate) intuiscono il futuro.
Lo specchio della nuca
riporta sensazione labilissime.
Un rigoglio di lumi rampollati
l'uno dentro l'altro
intarsiano un cammino.
E mi consola Fernando Pessoa quando, nella X delle sue Stazioni della Via Crucis ai versi 5 - 8, scrive:
D'ombra e di luce occasionale, e vaghi gridi lontani, e passeggeri slanci di incognito rimpianto, bagliori di divino, quest'essere fosco e proscritto...
Da Una sola moltitudine a cura di Antonio Tabucchi (Adelphi, 2007).
Irene Navrra, Percezioni / Joker stanco, Disegno grafico su schizzo a matita, 2012.
Sono un nauseato Joker che ha deposto tutti i suoi campanelli.
Vivo il Languore di Paul Verlaine
e mi sento: "l'Empire à la fin de la décadence, qui regarde passer les grands Barbares blancs en composant des acrostiches indolents d'un style d'or où la langueur du soleil danse." "l'Impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi Barbari bianchi componendo acrostici indolenti in uno stile d'oro dove danza il languore del sole."
(da Paul Verlaine, Jadis et naguére / Allora e ora, Languer / Languore, 1884.
Oggi, 17 ottobre 2016, ricorre l'anniversario del suicidio di Carlo Michelstaedter
(Gorizia, 3 giugno 1887 –
Gorizia, 17 ottobre 1910).
Ricordiamolo rileggendo il suo
Canto delle crisalidi.
Irene Navarra, Il canto delle crisalidi di Carlo Michelstaedter, Disegno grafico, 2016. - Studio di copertina 2 -
Vita, morte,
la vita nella morte;
morte, vita,
la morte nella vita.
Noi col filo,
col filo della vita
nostra sorte
filammo a questa morte.
E più forte
è il sogno della vita -
se la morte
a vivere ci aita
ma la vita
la vita non è vita,
se la morte
la morte è nella vita
e la morte
morte non è finita,
se più forte
per lei vive la vita.
Ma se vita
sarà la nostra morte
nella vita
viviam solo la morte.
Morte, vita,
la morte nella vita;
vita, morte,
la vita nella morte. –
Da Poesie (1905-1910), a cura di
Sergio Campailla, Adelphi, 1987.
Qui
il video dedicato.
Le varie slide che lo compongono sono bianco-nere.
Per evocare simbolicamente l’alternare dei concetti esistenziali di Vita-Morte.
Nell'immagine di presentazione del video: Irene Navarra, Studio di copertina 9, 2016.
Carlo si uccise con un colpo di rivoltella.
"Quando recidi lo stame della vita, hai scelto. Che sia per lucida
volontà, per disperazione, per curiosità, non importa. Importa che tu abbia
scelto facendo tua l’unica forma di libertà di cui puoi godere: la Libertà per
la morte.
Morte, vita, / la morte nella
vita; / Vita, morte, / la vita nella morte.
Sussurriamocelo anche noi questo
mantra che amplifica lo spirito. Perderemo ogni paura.”
Da Di soglia in soglia la
Percezione dell’Assoluto di Irene Navarra (performance multimediale messa in
scena al Teatro Incontro di Gorizia il 4 giugno 2010, nel Centenario della
nascita di Carlo Michelstaedter).
In Onda per onda (Poesie,
Adelphi, 1987, pag. 74) scrive:
[…]
Al mio sole, al mio mar per queste strade
della terra o del mar mi volgo invano,
vana è la pena e vana la speranza,
tutta la vita arida e deserta,
finché in un punto si raccolga in porto,
di sé stessa in un punto faccia fiamma.
"Se penso a quel colpo di
rivoltella di quel maledetto 17 ottobre 1910, provo rabbia e mi dico che è stato
folle, che se n’è andato per un eccesso intellettualistico, per esasperata
interiorizzazione o sfrenata sensualità. Poi, però, capisco che ci ha tolto sì
la sua straordinaria persona, ma ci ha regalato un mito. E istantaneamente lo
amo di un amore ancora più forte. Per amore, dunque, lasciamolo ritornare con
la sua Bella Morte al di là dell’ultima Soglia, nel segreto di un Mondo che non
ci è dato conoscere."
Da Di soglia in soglia la
Percezione dell’Assoluto di Irene Navarra (performance multimediale messa in
scena al Teatro Incontro di Gorizia il 4 giugno 2010, nel Centenario della
nascita di Carlo Michelstaedter).
Paul Klee, La morte e il fuoco, 1940.
Resta il pallido volto della morte e la fiamma.
Come nel celebre dipinto di Paul Klee La morte e il fuoco che, seppure con dettami diversi, mi riporta visionariamente al "Giovane Divino" per gli imperscrutabili sentieri dell'Arte.