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venerdì 24 febbraio 2023

Poesia / sensi residui (poesie da poco) 1 - 2 - 3.


Irene Navarra, Rose e nubi, AIArt, 24 Febbraio 2023.




Oggi è una giornata che si dovrebbe cancellare dal calendario.
Oggi, 24 Febbraio 2023, ricorre l'anniversario dell'invasione dell'Ucraina.
Ho scritto e pianto per quel popolo fiero costretto a subire l'inenarrabile. Bisognerebbe provare per capire. Avere i propri cari uccisi, torturati, deportati, le case distrutte, la cultura soffocata con fredda determinazione e crudeltà. Bisognerebbe vivere sotto la costante minaccia di un feroce attacco dal cielo.
Essere obbligati a emigrare, lasciando la propria terra benedetta.
Bisognerebbe.
Io immagino, soffro e scrivo piccole cose senza importanza.
I miei "sensi residui" non hanno punti. Vanno. Quasi con movimento proprio. Procedono ad agganci di significato, talvolta tanto minimi da autodistruggersi  per poi riformarsi in impressioni eteree e richiami subliminali. Uniche regole (spontanee peraltro): il ripetersi di parole-chiave dall'uno all'altro frammento e l'evitare orrorose visioni.
La meta? Un po' di Leggerezza.

 

* 
di tante parole che avevo sorelle
mi restano solo
sognare
sereno fluire


*
sereno fluire di albe rosate
e quel distendersi sull’erba
e quel lavarsi di rugiada il volto

 

*
oh quel lavare ogni pensiero
inalando rugiada 
raccolta da una rosa

 

martedì 10 maggio 2022

Poesia / sensi residui (poesie da poco): 18 - oh se.

 

Silvia Valenti, Ballet 737, Fotografia, 2014 (Courtesy dell'artista).

oh se si potesse solamente battere le mani
per allertare fate ed elfi sotto attacco orchesco
e fossero poi armi tese come archi o spade

oh se si potessero magie per trasformare
chi aggredisce in ombra spenta
bandita ai lembi estremi
di un regno maledetto
nel corpo siderale più lontano
che non sa di sole

se solo si potesse
mi spellerei le dita e i palmi
a forza di colpirli con furore
ne farei lance e fionde
fuoco di fiamma
e tossico di cenere

63° giorno della guerra russo - ucraina

 

lunedì 25 aprile 2022

Poesia / La guerra gentile (Con Antonín Leopold Dvořák).

Oh, se si potesse risolvere così il conflitto in Ucraina!

La guerra gentile
Breve racconto lirico della lotta tra il Bene e il Male
come Nota a Margine delle Leggende di Antonín Leopold Dvořák
Personaggi:
Armònia
Mostro

Irene Navarra, La guerra tra Bene e Male - Armònia e Mostro si incontrano a Mariupol, Disegno grafico, 25 Aprile 2022.


La prima volta che, su suggerimento dell'amica pianista Michela Cuschie, ho ascoltato le Leggende di Dvořák, mi sono sentita invadere da uno sconfinato senso di gratitudine per il musicista e per chi mi aveva portata a conoscerle. Poi, mentre mi compiacevo con una sorta di sensualità innocente di quell'esperienza, mi si formavano nella mente strutture mutevoli conteste di chiarore e tenebra e risaltanti sul sfondi quasi apocalittici. Non erano personaggi veri e propri quelli che lottavano nel mio mondo temporaneo fatto di suoni, sfumature, bagliori accesi e subito spenti. Erano aspetti di quel vasto affresco primordiale che noi supponiamo alla base della civile consistenza. Era il mito d'origine. La lotta tra il Bene e il Male in cui il mio Bene aveva un fluire armonico, il Male invece si reggeva sull'orrido e sul deforme: caratteri, questi, che intuivo inevitabili per chi non aveva mai conosciuto una carezza. Il fulcro, quindi, delle mie fantasie era una guerra. Mi imperversava dentro in colori a contrasto e sembianze ora dense, ora tenui e - lo percepivo con chiarezza - doveva riuscire gentile. L'Armonia avrebbe vinto qualsiasi rabbia. Sbaragliando con cauta determinazione ogni spunto d’odio.
Iniziai quindi il mio personale percorso lirico con Assetto di guerra, la cui sostanza di canto si correlava alla Prima invenzione dell’opera. Ne seguirono altre quattro, cesellate attorno ai Movimenti che suscitavano in me un'eco vasta e duratura. Le chiamai Onde. Perché questa era la movenza di fondo dei vari testi. Sinusoidi spumose e trasparenti che si dilatavano, avanzando e ritirandosi in vortici di tempesta siderale, fino alla calma assoluta dell'universo finalmente rasserenato. Lo sconfinato Mare dell'Essere era, allora, la quinta scenica adatta e imprescindibile.
Se così doveva accadere, dunque, così sarebbe accaduto.
Con buona pace del mio pensiero razionale.
Amen.
N.B.: le Leggende op. 59, B. 117, originariamente scritte per duo di pianoforte e poi riviste per un'orchestra ridotta, sono dieci invenzioni poetiche in cui l'autore, ispirato dal fermento dello spirito nazionale boemo, esprime con fervida immaginazione la sua calda interiorità. La loro composizione risale all'inizio del 1881. Qui di seguito - in calce ai testi - vi propongo la versione integrale orchestrata, per esecuzione della Scottish Chamber Orchestra e con la direzione di José Serebrier. Buon ascolto. Su You Tube potrete trovare anche delle valide interpretazioni per pianoforte a quattro mani (Antonin Dvořák -Legends op.59 Ani & Nia Sulkhanishvili).


Onda 1: Assetto di guerra
Primo movimento - Allegretto non troppo, quasi andantino, D moll

Di spuma il corpo e il cuore
affronto una battaglia strana.
Combatto un Essere deforme
ornata di un fervore etereo
che dona solo cenni di carezze mute.
Il vento mi darà una voce cristallina
per penetrare in ogni poro
della sua sostanza.
Così l’annienterò.
Vibrando fiduciosa.
E divenuta cerchio d’onda,
lo circuirò di pura leggiadria.

Onda 2: Strategie
Secondo movimento - Molto moderato, G dur

Intanto percepiamo i nostri umori.
Fangoso, il suo, sul mio corpo leggero.
Si muove in lente scie.
Vorrebbe possedermi
mentre mi avvolgo in spire
e filtro nel suo fiato
piegando la violenza bruta
al mio sgorgare sciolto.

Onda 3: La battaglia
Terzo movimento – Allegro giusto, G moll

Uno stillare tenue
coi fiori blandi dell’Aurora
attorno alla materia orribile
sorpresa della mia bellezza.
E il sole che trionfa sui pensieri
serrati in scatole di Tenebra.
E l’Allegria che si fa strada
e sale lungo i canaloni stretti
di una vita opaca.
Verso la cima.
E oltre.
Mirando al punto luminoso
dove la terra scopre il cielo.

Onda 4: La vittoria
Sesto movimento – Allegro con moto, Cis dur

La tregua abnorme prima della fine
porta un pulsare eccentrico.
Follia di sensi inquieti.
Lo vedo chiaramente, ora.
Lui che si allenta a un dilagare
azzurro. Azzurra nube espansa
nel mio sguardo.
Insisto dentro un ritornello
che si armonizza all’aria fervida.
E sta.
Bimbe di porcellana in vesti bianche,
il mio esercito gentile.
Armate ad arabeschi come i pizzi
rugiadosi delle ragne in caccia
tessono trame lusinghiere.
Ta da, Ta da, Ta da, Ta da, Ta daaaa.
Ta da, Ta da, Ta da, Ta da, Ta daaaa.
Io filo stami di una nuova essenza.
Lui si adagia.

Onda 5: Rinascita
Decimo movimento – Allegro con moto, Cis moll

Uno rapido sussulto nella mente.
Bagliori in velature lievi.
Sento che Lui mi accetta
e si conforma.
Comunica visioni astrali.
Quelle d’Inizio.
Immagini si snodano:
la nascita in cristalli cosmici,
i voli iridescenti,
la caduta.
E poi
anelli che si legano
ad anelli sempre più radiosi.
Siamo due fiamme vive
in libero fluire.
Fremiti puri e consenzienti.
dello stesso cuore.
 


domenica 17 aprile 2022

Poesia / Tanka: Teologica-Mente (Con Alessandro Manzoni).

 

Questa è una Pasqua molto strana.
Una Pasqua di Crocifissione più che di Resurrezione.
Molti innocenti sono stati inchiodati ad atroci strumenti di tortura.
Per un puro gioco di potere.

Irene Navarra, Crocifissione, Fotografia e Grafica, 2020 (Particolare del Gesù ligneo della Chiesa di San Marcello a Roma).

Su quella croce
il tuo divino corpo
Gesù d’Amore –
Là, prezzo del perdono,
t’immolasti per l’uomo.
#Tanka 21


Non vedo colpa
nei bimbi morti a Bucha
nei torturati
nelle donne stuprate –
Non vedo colpa.
#Tanka 22

Se seguiamo il narrato religioso, stanno pagando per altri questi Martiri ucraini.
Così come fece Cristo accettando la croce.
Sottomettendosi, quindi, a un destino terribile di sofferenza e morte.
Un destino tutto umano.
Ma, ora, le creature dell'Ucraina straziate con ferocia
per chi stanno portando nelle loro mani il prezzo del perdono?
Quel prezzo che Cristo, salendo sulla croce, offrì come riscatto al Padre.
Ripeto: questa è una Pasqua molto strana.
Di nuova Crocifissione, non di Resurrezione.
Perché non c'è Resurrezione che tenga in tanto orrore.

[...]
E allor che dalle tenebre
la diva spoglia uscita,
mise il potente anelito
della seconda vita;
e quando, in man recandosi
il prezzo del perdono,
da questa polve al trono
del Genitor salì;
[...]
Alessandro Manzoni, La Pentecoste, vv. 17 - 24.

giovedì 14 aprile 2022

Poesia / Cronaca: Giorno 49° della guerra in Ucraina - 49th day of Ukrainian war.

 
Per le sorelle e i fratelli ucraini.
Dedicated to my Ukrainian sisters and bothers.

Irene Navarra, Nel Bianco, Fotografia, 10 Aprile 2022.


Alzando gli occhi
dal sangue e dalla morte
di questa guerra insana
che uccide le sorelle ucraine
e i miei fratelli-
eroi di intrepide battaglie
vedo
nuvole e fiori immacolati
come trapunte lavorate ad arte
da vecchie mani esperte
per coprire il mondo.

Lassù, nei campi attorno a Kiev,
non so se il cielo è in grado di versare luce
non se se i meli hanno il coraggio di fiorire.
Là, nei campi attorno a Kiev
e in tutti i luoghi dell’Ucraina invasa,
l’uomo ha spalmato la sua patina infeconda
mentre ogni Dio serra le palpebre
e si rivolge altrove.
 
13 Aprile 2022
Giorno 49° della guerra in Ucraina

🔺🔻🔺🔻🔺🔻🔺🔻🔺🔻🔺🔻🔺🔻🔺🔻🔺

Looking up
from blood and death
of this insane war
killing the Ukrainian sisters
and my brothers-
heroes of intrepid battles
I see
immaculate clouds and flowers
like artfully crafted quilts
by old skilled hands
to cover the world.
 
Up there, in the fields around Kiev,
I don't know if the sky is able to shed light
neither if the apple trees have the courage to bloom.
There, in the fields around Kiev
and in all places in invaded Ukraine,
man has smeared its infertile patina
while every God closes his eyelids
and turns elsewhere. 
 
April 13, 2022
49th day of Ukrainian war 

lunedì 28 marzo 2022

Poesia / Cronaca: Stanchezza (Apocalissi 1).


L'immagine rappresenta la mia attuale situazione. Non voglio vedere l'orrore attorno a me. La mente però è stanca e il cuore la segue.
Irene Navarra, Autoritratto senza occhi, Fotografia e Grafica, 2022.


Sono assai stanca.
Fiacca e delusa ormai.
Non trovo punti fermi, parole nuove
a cui legarmi per non prendere commiato.
Come un attore alla fine della pièce
che gli ha sottratto ogni sua maschera.
 
Scappare. 
Sì. Ma il luogo,
la meta compiacente non la so.
Niente più quiete isole felici
dove attecchire come palme
di esili esigenze.
 
La poesia del mare si è disciolta
in rivoli sanguigni.
Nessuno può moltiplicare i pesci.
La terra non trattiene umori
e figlia frutti scarni,
il grano biondo è rinsecchito,
il vino stilla a gocce acide, fangose.
Vincono i MalAlieni.
Quelli che arano le zolle
solcano le acque
con strumenti di tortura.
Così, estinta da generazioni,
devo andare.

Faglie improvvise attorno,
tsunami spazzano le coste.
Si allargano le crepe sotto i passi.
Si aprono gli abissi.
Nuda la pelle, nudi i miei pensieri.
Un soldo falso in mano
da scambiare.

giovedì 24 marzo 2022

Poesia / Cronaca: A Kostantin Olmezov (Matematico) suicida per la Libertà.


Una notizia terribile, quella del suicidio di Kostantin Olmezov. La Morte l'ha preso per mano nell'attimo stesso in cui Lui ha capito di non poter vivere da non libero.
Un suicidio eroico, quindi, il suo.
Pace a te, Fratello.

Irene Navarra, Fiori per Kostantin, Grafica, 2022.


Non è riuscito a farsi insetto
(per non essere visto)
non è riuscito a farla franca
(conformandosi solo in apparenza)
non è riuscito.
Così ha abbracciato la Morte.
Non c’era altro attorno a lui
se non la Libertà per la Morte.
E l’ha esercitata.
Gloria eterna a Kostantin Olmezov.

 

sabato 19 marzo 2022

Critica / Bisanzio mi salva.


A quale settore di studio rivolgermi in questo frangente così terribile e controverso?
Recupero Bisanzio e la sua storia, riflettendo sullo scorrere del tempo con Anna Comnena¹.

Icona su tavola di larice (Collezione privata).
    
     
    Come salvarci dall’affanno convulso del giorno dopo giorno divenuto ormai una gabbia per coatti consenzienti? Medito una via di fuga attraverso un sano esercizio della mente al recupero di sé. E per riadattarmi devo: comprimere il consueto regime comunicativo in un larvato brusio di fondo, ritarare la curiositas ridimensionando l’attualità al galoppo sfrenato, la politica girotondesca, la società stravolta di eccitazione o sgomenta di noia, il costume e le sue maschere, il quotidiano deformato e deformante. Ora come ora anche la guerra alle frontiere. I barbari in agguato. Inoltre devo – e la prova diventa più complicata anche se non impossibile – devo agganciare un motivo incuneato alle mie spalle, nelle sinapsi di generazioni all’apparenza spente perché trascorse, ma non rigettate dalla nostra galassia. Quindi vive e palpitanti, come l’universo fuori dal punto da cui derivò espandendosi dopo il Big Bang. Abbandonarsi al flusso di attimi e attimi che risalgono le epoche trascorse in trafila infinita, sarebbe una soluzione magnifica. Per legare ad anello il presente e il passato, senza sofisticazioni, senza voragini di trascuratezza. Al di là della pletora di notizie in cui ci invischiamo sempre più, glassati dal miele stantio dell’informazione usa e getta, in mutamento continuo, per logiche di sensazionalismo a tutti i costi. Al di là di ogni banale entusiasmo modaiolo, di qualsiasi eccesso, oltre le stravaganze minimaliste o barocche del nostro vivere hic et nunc, resta una zona franca di pensiero dai battenti spalancati a studiosi e dilettanti di buona volontà. Dove addentrarsi guardando l’orizzonte, con disposizione alla ricerca, all’approfondimento, allo scavo archetipico in quanto mezzo di un’ipotetica scienza ultramoderna quale solo l’Archeologia delle idee potrebbe essere. In quella sorta di Paradiso Terrestre speculativo all’origine della contingenza cosmica si avrà la ventura di incontrare parole familiari e segni criptici, se ne godrà come se fossero opere di artisti sublimi. Saranno le icone intrise di porpora e oro di chi elegge l’otium a sua filosofia esistenziale. Mentre la televisione strepita, la radio bercia, le locandine di eventi meravigliosi si accumulano le une sulle altre con lo stesso gioco dei foglietti di un calendario.
    Tutto viene e anche va.
    Sta in noi trovare le formule cangianti per irretirne la scomparsa. Non servono cabale e numeri babilonesi. Basta affidarsi alla Tradizione, recuperando il filo della Memoria. Magari con un rinfrescante tuffo nel Mito. Quello che nel mondo antico stava alla base di ogni tratto importante dell’evoluzione. Una forza operosa propria all’atto stesso del nascere e del creare.
    Tradizione, Memoria, Mito: sfere perfette di interazione svarianti a comporre la Storia dell’uomo che lo riporta nel racconto di progressi, cadute e illusioni fantastiche. Con le forze policrome delle facoltà logiche e intuitive insite in lui per natura. Sempre alla ricerca di ciò che l’aveva preceduto: un’atmosfera unica, singolare di per se stessa. Tracce. Così labili da parere pulviscolo di ali di tarma.
    Nutrirci dei frutti succosi sortiti da semi di ere lontanissime, quindi. Consci del nostro appartenere alla medesima pianta spesso vittima d’incuria e disprezzata perché specie tanto nell’oblio da risultare quasi aliena.
    Le opportunità di scelta sono abbondanti. Molto è stato sviscerato, frugato, sezionato. Le testimonianze le abbiamo in tomi e tomi provvisti di note e supernote così copiose da travalicare il testo vero e proprio nella misura della pagina. Molto però aspetta di essere scoperto e riferito: per amore di verità, per etica del rapporto con quanto siamo, con il nostro prodotto derivato da una somma di fattori che non dovrebbero rimanerci oscuri.
    Tra i vari fulcri d’indagine - pur rigogliosi di saggi, di critiche vaste e dotte - esistono tuttora delle zone più vergini, e, pertanto, più allettanti. In quelle lande seducenti e misteriose, gravita il pianeta Bisanzio la cui patina d’oro caldo sta sotto strati di polvere, di rado e troppo distrattamente dispersa. Talvolta con fare da romanzo, lodevole di sicuro ma non ottimale per ovvi motivi di forzature opinabili. Eppure, se solo ci si avvicina alla sacralità del vivere dei Bizantini, se si intuisce la sicurezza metafisica sottesa al loro agire, la ritualità che lo scandiva, l’ottica spirituale che lo illuminava di luce fulgidissima, la valenza educativa e la funzione pragmatica di ogni dettato, la capacità di rendere visibile l’invisibile nell’arte, allora si potrà stabilire un dialogo con personaggi straordinari come il patriarca Fozio, Alessio I Comneno, la figlia Anna, Michele Attaliate, Michele Cerulario. Ermeneutica costruttiva, questa, utile a ristabilire un ordine severo di gesti calibrati e riflessioni attente.   
   Perché, come dice proprio Anna Comnena nel Proemio dell’Alessiade:

    ‹‹Ῥέων ὁ χρόνος ἀκάθεκτα καὶ ἀεί τι κινούμενος παρασύρει καὶ παραφέρει πάντα τὰ ἐν γενέσει καὶ ές βυθὸν ἀφανείας καταποντοῖ ὃπου μὲν οὐκ ἂξια λόγου πράγματα, ὃπου δὲ μεγάλα τε καὶ ἂξια μνήμης, καὶ τά τε ἂδηλα φύων κατὰ τὴν τραγῳδίαν καὶ τὰ φανέντα ἀποκρυπτόμενος. Ἀλλ' ὃ γε λόγος ὁ τῆς ἱστορίας ἔρυμα καρτερώτατον γίνεται τῷ τοῦ χρόνου ῥεύματι καὶ ἳστησι τρόπον τινὰ τὴν ἀκάθεκτον τούτου ῥοὴν καὶ τὰ ἐν αὐτῷ γινόμενα πάντα, ὁπόσα ὑπερείληφε, ξυνέχει καὶ περισφίγγει καὶ οὐκ ἐᾷ διολισθαίνειν εἰς λήθης βυθούς.»

    ‹‹Il Tempo, nel suo scorrere perpetuo e irresistibile, trascina via con sé tutte le cose create, e le sprofonda negli abissi dell'oscurità, siano esse azioni di nessun conto o, al contrario, azioni grandi e degne di essere celebrate, e pertanto, come dice il grande poeta tragico [Sofocle], “porta alla luce ciò che era nascosto e avvolge nell'oscurità ciò che è manifesto”. Ma la Storia è un valido argine contro il fluire del Tempo, e in certo modo costituisce un ostacolo al suo flusso irresistibile e, afferrando con una salda presa quante più cose galleggiano sulla sua superficie, impedisce che scivolino via e si perdano nell'abisso dell'Oblio.››

Icona su lastra d'argento (Collezione privata).

    
    Che è quanto succede e succederà di sicuro ai personaggi e ai fatti di questa inutile guerra scatenata contro l'Ucraina.
    Ci ricorderemo del Presidente russo Putin come ci ricordiamo di altri "attori" del nostro vissuto abbastanza recente. Molti eventi saranno enfatizzati ed altri cancellati.     Resterà lo sconcerto per una sovranità nazionale pesantemente violata, per l'impotenza dell'Europa e del Mondo a fermare un'aggressione assassina, risalterà il dolore per le perdite umane e culturali che si sarebbero potute evitare con la "prudenza", virtù antica a lungo cancellata dai nostri vocabolari istituzionali.
    La esercitiamo adesso, fragilmente paurosi,
mentre un popolo sta morendo e una civiltà viene spazzata via dalla furia iconoclasta, apparentemente inarrestabile. di chi pone il diritto del più forte al di sopra di tutto.
 
¹Anna Comnena: Principessa bizantina (n. 1083-m. 1148 ca.). Primogenita dell’imperatore   Alessio I, contestò il diritto di successione al trono del fratello Giovanni Comneno (1088-1143) e cospirò contro di lui per far salire al trono il marito, Niceforo Briennio  (1062-1137). Di vasta   cultura, scrisse un’opera storica, l’Alessiade, in onore del padre. (Fonte: Enciclopedia Treccani).