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giovedì 20 aprile 2017

Poesia / Haiku - Di soglia in soglia.


Equilibrando
fluide tracce mutano
di soglia in soglia.

Lightly harmonizing
liquid traces change themselves – 
Threshold by threshold.

Le nostre radici si cambieranno in ali.
Irene Navarra, Mutazioni, Disegno grafico, 2017.

domenica 12 marzo 2017

Poesia / Tributo a William Ernst Henley per la sua lirica "Invictus".


Tela di sacco e strati di colore evanescente.
Né troppo chiaro, né troppo cupo.
E le parole a completare il gioco.
D'oro. Parole e gioco.
Come la decisione di librarsi in volo.
E farlo, poi.
Lasciando l'anima vagare fuori dal carcere del corpo.
Anima pura, incandescente, invitta.

Irene Navarra, I colori della libertà, Disegno grafico, 2017.

IV
In Memoria di
R. T. Hamilton Bruce
(1846 - 1899)

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un abisso esteso tra i due poli,
Ringrazio qualsiasi dio esista
Per la mia anima indomabile .

Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono scansato né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e di lacrime
Incombe solo l'Orrore dell'ombra,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino,
Sono il capitano della mia anima.

William Ernst Henley, Il Libro dei Versi - Echi di Vita e di Morte, 1888.

IV
I. M.
R. T. Hamilton Bruce
(1846 - 1899)

Out of the night that covers me, 
Black as the pit from pole to pole, 
I thank whatever gods may be 
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance 
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance 
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate,
I am the captain of my soul.

William Ernst Henley, Book of Verses - Echoes of Life and Death, 1888.
(Fonte: Poetry Foundation)


martedì 21 febbraio 2017

Poesia / Senza parole - Dentro il segreto dei cipressi.


Cipressi in fila.
Simmetrici. Fratelli.
Lungo la via di sassi spenti
segnano soste ripetute.

Ho fatto arca per il corpo
della loro essenza,
monili delle loro coccole.

Ho fatto.
Adesso, in questo percepire chiaro,
sono solo radice
che ignora la sua cima.

Conoscenza.
Irene Navarra, Dentro il segreto dei cipressi, Disegno grafico, 2017.

L’allée est sans fin
Sous le ciel, divin
D’être pâle ainsi!
Sais-tu qu’on serait
Bien sous le secret
De ces arbres-ci?

Estaminet du “Jeune Renard”, août 1872.

Il viale è senza fine
sotto il cielo, divino
di un tale pallore!
Sai che si starebbe bene
protetti dal segreto
di questi alberi qui?

Caffè del “Jeune Renard”, agosto 1872.
(Traduzione di Irene Navarra)

Paul Verlaine, Romances sans paroles, Paysages belges, Bruxelles, Simples Fresques II.
Vanier, 1902 (Œuvres complètes, volume I, p. 172).
(Fonte: Wikisource)

lunedì 13 febbraio 2017

Poesia / Tributo a Marcos Ana (sogno di libertà).


Tributo a Marcos Ana

Fernando Macarro Castillo (Alconada, 20 gennaio 1920 – Madrid, 24 novembre 2016), entrò nelle prigioni franchiste giovinetto e ne uscì uomo maturo. Vi passò ventitré anni (1938 - 1961).
Parlare delle torture inflitte al suo meraviglioso, giovane corpo non mi piace.
Non posso dimenticarmene, ma non mi piace.
Voglio, invece, raccontare la luce della sua anima bella, lo splendore di cui sfolgorava il suo pensiero.
Scriveva parole che s'involavano oltre il buio della cella rendendolo nube mare cielo.
Respirava nella Poesia e per la Poesia.

Ora, di lui ci sono rimasti i preziosi sensi di un vivere autentico.
Attimi dilatati nell'infinità del Tempo.
Semi rigogliosi da coltivare con profondo rispetto.

Tributo a Marcos Ana.
Irene Navarra, Tra le sbarre, la Luce, Disegno grafico, 2017.
- Tributo a Marcos Ana -

L'immagine porta un fiore, allegro di colori e volutamente infantile nel tratto. Simboleggia la Poesia che nessuna sbarra può trattenere e nessuna tenebra può spegnere. Dichiara un Amore intenso per la Vita. Al di là di tutto. E malgrado tutto.


Marcos Ana da giovane.
- laverdadofende.wordpress.com -
(sogno di libertà)

Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.

Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.

Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.

La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.

Da: Marcos Ana, Ditemi com’è un albero, Crocetti Editore, 2009.
Traduzione di Chiara De Luca.


Silvia Valenti, Sogno di libertà, Fotografia, 2014.
- Courtesy dell'artista -

(sueño de libertad)

Si salgo un día a la vida
mi casa no tendrá llaves:
siempre abierta, como el mar,
el sol y el aire.

Que entren la noche y el día,
y la lluvia azul, la tarde,
el rojo pan de la aurora;
La luna, mi dulce amante.

Que la amistad no detenga
sus pasos en mis umbrales,
ni la golondrina el vuelo,
ni el amor sus labios. Nadie.

Mi casa y mi corazón
nunca cerrados: que pasen
los pájaros, los amigos,
el sol y el aire.

Da: Marcos Ana, Decidme cómo es un árbol, Umbriel Editores, 2007.

domenica 12 febbraio 2017

Poesia / Derive - Preludio - La critica di Silvia Valenti.




Irene Navarra, Di me / Dell'Ombra, Grafica, 2010.
Se non cerchiamo negli anfratti della nostra mente
l'Ombra che ci contiene,
corriamo il rischio di morire
ignari del suo tempo.
Nascere. Emergere da nebule indistinte.
Discernere in base a una marcatura
di segni rossi, primordiali, che tracciano il discrimine
tra un luogo di grafite grigia
(compatta ma friabile)
e un punto luminoso
(immateriale, inattaccabile).
Tempo dell'Ombra.
Da vivere in contrasto col baluginio d'Inizio
rimasto sulle cose.
Ombra.
Un utero materno da esplorare.

(Sotto la falda del mantello pesante come piombo
non entra Luce alcuna
che sia di questo mondo.)
.
Da: Irene Navarra, Derive / L'ora d'Ombra, GA, 2009.


Irene Navarra, Di me / Dell'Ombra, Collage grafico, 2010.
Dalla Prefazione di Silvia Valenti al mio Derive.
Seconda parte (pag. 13).


“L’ora d’Ombra”, con il suo calibro apparentemente casuale dei correlativi oggettivi, prepara il lettore a inoltrarsi in ben più spinose questioni. La poesia della Navarra infatti - dice Giuliano Soria - “testimonia, in una cifra stilistica complessa, ricca, la ricerca di vie quasi private alla significazione, attraverso l’oscurità”. E non vi si vuole indulgere, ma semplicemente entrarvi, curandola come una creatura, ascoltandola nel profondo per riconoscerla necessaria al tutto, sebbene contraltare della luce e fonte di illusioni.
La conoscenza è liberazione.
La conoscenza è però portatrice di inevitabile solipsismo da isolamento agnitivo.
Ci rende diversi.
Non esistono compagni di viaggio. Eccetto i propri demoni e il tempo che scorre come sangue nelle vene.
Nella poetica dell’autrice tale assunto si lega indissolubilmente al suo codice genetico lirico, e non solo. Nasce anche da un’innata sensibilità, da una vasta cultura e, senza dubbio, da incredibili doti di intuizionismo panico. “Una dentellatura fuori calibro / da usura continuata / farà precipitare il tempo / nel rovescio.” [da “Una dentellatura fuori calibro”], profetizza ben conscia di un’incontrovertibile verità: il tempo è legato all’uomo, lo determina e ne scandisce l’esistenza. Una visione, questa, che è sottolineata da frequenti richiami, subliminali ma chiari, a spiriti fratelli, filosofi o scrittori che siano. “La temporalità è l'essenza stessa della vita umana”, scriveva Martin Heidegger; e ancora: “L’essenza dell’essere è l’esistenza”. Niente di più vero per la poetessa che intende il vivere come un labirinto in cui fluisce il principio formale del tempo. Tanto da poter uniformarsi all’assioma del prediletto Jorge Luis Borges: “Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre; è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco” [da “Altre Inquisizioni”]. Forse quindi una condizione soggettiva indispensabile, metaforizzata in un “Andirivieni di persone ritornanti al punto” mentre “Come un tappeto si srotola / l’Accesso. / Come un tappeto si arrotola di nuovo. / E poi di nuovo. / E poi di nuovo ancora. / Protervo ancora e ancora.”. Fino alla conclusione fulminante: “Se schiacci l’occhio sul caleidoscopio del tappeto / trovi l’Inverso e il Verso. / Indistinguibili e tenaci. / Verso In Verso.” [da “L’Inverso e il Verso”]. Conclusione che introduce il medesimo costrutto concettuale del giardino delle “Finzioni” borgesiane in cui ogni sentiero si dirama in un altro, e poi in un altro, biforcandosi all’infinito, senza alcuna possibilità di venirne a capo e, soprattutto, di tornare all’origine del primo evento.

E ora il video.




giovedì 24 novembre 2016

Poesia / Dettagli (Come la Pietra dell'Achmàtova).


Esistere al di qua della vita.
Irene Navarra, L'anima imprigionata, Disegno grafico, 2016.

L'alternativa a ogni adattamento
è farsi consenzienti Pietra.

La Pietra dell'Achmatova
che uccise la memoria
rese granito l'anima
prese la fiamma dell'estate
come non fosse sua.

Da Dettagli, Edizioni della Laguna, 2005.




Se vuoi saperne di più su Dettagli, segui il link.

venerdì 18 novembre 2016

Poesia / Irene Navarra - Dentro (L'anima avvolta).


Meditazione 1.
Irene Navarra, L'anima avvolta (Slide 1 per video), Disegno grafico, 2016.

Meditazione 2.
Irene Navarra, L'anima avvolta (Slide 2 per video), Disegno grafico, 2016.

 La lirica è tratta da "Dentro" (Luglio Editore), Premio Mesagne 2013.
Dopo le due piccole strofe che la compongono, una mia considerazione sul nostro vivere
avendo come compagna ineluttabile la morte.

Meditazione 3.
Irene Navarra, L'anima avvolta (Slide 3 per video), Disegno grafico, 2016.

E ora il video.


Visita i miei siti Qui.
Qui.

giovedì 10 novembre 2016

Poesia / Dentro (Cronaca di un'Assenza - Lascio vestiti e pelle).

Lascio vestiti e pelle
lungo le piste per l’Isonzo,
mi tuffo dall’Olimpo masso
erratico e punto all’altra riva.

(Nell’intervallo c’è la vita e la sua morte.)

Chissà se dentro la corrente
sarò sirena e sceglierò la foce
non la sponda. Con una mano
sopra il dorso del delfino
che mi attende l’anima
e guida la mia mente.

Dal mio Dentro, Luglio Editore, 2013 / Premio Città di Mesagne 2013.

La mia Anima-Delfino solca libera le corenti dell'Essere.
Irene Navarra, Anima-Delfino, Disegno grafico, 2014.

E mentre rileggo i miei versi penso  Idéal  di  Charles Baudelaire.
E credo di poter solcare anch'io le correnti dell'Essere come un buon nuotatore.

"Al di sopra degli stagni e delle valli,
dei monti e dei boschi, delle nuvole e dei mari,
oltre l'etere e il sole, oltre i confini
delle sfere stellate,
spirito mio, agilmente ti muovi
e come un nuotatore a suo agio tra le onde
solchi eccitato la fonda immensità,
con indicibile e maschio piacere."

Da Charles Baudelaire, I fiori del male - Idéal, vv. 1 - 8, 1857¹, 1868.
Traduzione di Irene Navarra.


sabato 18 giugno 2016

Haiku / Meditazione 11 (Destino).



Metallo pronto
per la forgia i nostri giorni.
Variando ambigui.

Argento e piombo
fusi dentro un crogiolo-
occulte-trame.

Silvia Valenti, Preludio, Fotografia, 2015 (courtesy dell'artista).

venerdì 10 giugno 2016

Haiku / Meditazione 9 (Corvo rosso).


È un Corvo rosso
l’anima in volo alto levato.
Respira Amore.

Irene Navarra, Corvo rosso, Disegno grafico, 2016.

Il volo del Corvo rosso è "alto levato" come quello del falco di Eugenio Montale
in Spesso il male di vivere ho incontrato (da Ossi di seppia, 1925).
L'anima-Corvo rosso, spiccando un salto cosmico verso le profondità del Cielo,
racconta la sua divina indifferenza al Male del mondo.
Lei è, dunque, Fuoco prodigioso di Eterno Amore.