Irene Navarra, Il gelso pregava, Fotografia e Grafica, 2015.
Leggo serena la mia musica
mentre cammino sul sentiero
che mi porta a casa -
Le nubi sono il flauto duttile del vento
e i rami spogli del gelso in supplica
flessibili archi elastici
sferzanti una scenografia
di fili d'erba e cielo giallo-rosa.
Rugosi e nocchiuti gli strumenti
radicati nella terra.
Chioma svettante verso l'alto l'uno
e candelabro l'altro
con le torture della storia sopra i fusti.
Le riconosco nelle metriche delle cortecce
a strati, ghirigori, fibre sfilacciate.
E mi ci adagio.
Come fossero culle vegetali.
Un solco a ogni me
smarrita confidente in quegli anfratti.
Finché si ricompone un corpo altro:
contenitore senza dissonanze
con l'arpa sottile dei vitigni
a far da sfondo e coro di metallo.
Così divento ballerina all'improvviso.
Volo librando sulle punte dentro un teatro
creato dal mio Autunno personale
con luci quasi spente e qualche umano.
Ah, quanta Arte in me.
E adesso una clip di VideoPoesia. Nel testo, nelle immagini e nella musica esprime bene la gioia della Consapevolezza piena, che travalica ogni difficoltà e consola l'Anima innocente. Per la precisione si riferisce a un momento molto difficile della mia vita, superato con la meditazione e l'esperienza della Metamorfosi panica. Diventare Natura viva è un Rimedio potente. "Così si comincia" scrivo nella lirica. Il resto viene da sé
Irene Navarra, Pablo e il mare di Cherso, Fotografia, 2012.
Ciao, amici. Sono Pablo, il golden di Irene e Umberto. Mi hanno accolto diciassette mesi fa. Avevo subito già tre abbandoni. Questa nuova famiglia mi pare buona. In cinque anni di vita ne ho viste di cose..., di tutti i colori! Ma azzurre come il mare di Cherso, proprio nessuna. Veramente il primo mare che ho visto è stato quello di Grado. Ho avuto una paura terribile, tremavo al pensiero di essere lasciato lì, in quella distesa di sabbia e acqua. Avrei trovato del cibo? Ero così magro che mi scricchiolavano le ossa. E invece è successo un miracolo: lei mi ha preso in braccio e mi ha messo tra le onde, tenendomi le mani sotto la pancia mentre mi parlava piano. Io la ascoltavo, però anche saltavo, prima terrorizzato poi divertito dagli spruzzi. Finché mi sono spinto, da solo, dove non c'era appoggio solido, ho allargato le dita, sventagliato la membrana che non sapevo proprio esistesse e ho capito: stavo galleggiando! Da allora le vacanze al mare si sono moltiplicate. Ormai sono un vero cane da divertimento acquatico. Non riporto ancora niente perché il lavoro è di là da venire. Devo riprendermi da un passato che non auguro a nessuno. Irene mi ripete sempre: "Mangia, riposa, gioca, amore pelosone! Hai già sofferto abbastanza". Il video vi presenta la mia "Grande Impresa della Lunga Nuotata" nel mare più limpido che conosco. Mamma e papà umani tifavano per me. Che gioia! Quanta libertà!
Finalmente qualcuno mi ama.
Parola di Pablo (detto spesso Re Pabu o Mr Shadow dato che sono l'ombra di Irene).
Come te Io, come te, amo l’amore, la vita, il dolce incanto delle cose, il paesaggio celeste dei giorni di gennaio. Anche il mio sangue freme e ridono i miei occhi che conobbero il fiorire delle lacrime. Io credo bello il mondo, credo pane la poesia. Di tutti. Credo che le mie vene non finiscano in me ma nel sangue unanime di quanti si battono per la vita, l’amore, le cose, il paesaggio e il pane, la poesia di tutti. (da Poesie clandestine)