Visualizzazione post con etichetta Rimedi di Salvezza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Rimedi di Salvezza. Mostra tutti i post

venerdì 24 marzo 2023

Poesia / Derive: Rimedi (Autocontrollo - Sesta lezione: sul reale e il suo doppio).


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

Irene Navarra, Il Gigante (Nel Parco delle Orsoline in Gorizia),  FotoInstagram, 2015.


Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.

"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."

sabato 18 marzo 2023

Poesia / Cronaca: Anima amante.


Irene Navarra, Di rose, di viole, Disegno grafico, 18 Marzo 2023.

Scrollarsi di dosso scorie soffocanti
per ritrovarmi come appena nata
nello splendore blando dell'Aurora.

Gli occhi rivolti all'orizzonte
lascio che la mia pelle sia di rose, di vïole.
E faccia filtro delicato a quel bagliore intimo
che non sapevo più di avere.

Ora che accetto questa mia esclusione
come una fonte di preziosa Grazia
posso guardare avanti
tutt'una con la mia Anima amante.
Non più racchiusa nella sola mente.

IQ48

domenica 20 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: Fuori di senso - Incontri inattendibili.


Tra gli strati di colore sparsi a pennellate istintive su un qualsiasi supporto (o anche nel cielo, stando attenti con la fantasia a ché ci restino), tra questi strati di colore possiamo trovare di tutto: alberi, strumenti musicali, erba, il Sole che si fa livido, due mostruose Lune avvelenate che riversano umori d'inchiostro, dei limitati brandelli di Terra inabili a trattenere le forme comuni, personaggi più o meno illustri (forse anche illustrati) che sembrano a casa loro.
Tra tali strati di colore così genuini vince, dunque, lo spostamento di senso.
Uscire di senno, insomma, per crearli.
Uscire di senno.
E iniziare un viaggio alla conquista delle ragioni segrete dei folli.
Allora, in quei rari momenti di panica lucidità, trionfa il Surreale e si materializza, dai vari giochi di tinte, una Dimensione straniata dai caratteri ambigui.

Là, in quel MondoAltro spesso CromoDistorto, trovo una comoda tana in cui acciambellarmi come un gatto beatamente pago.
E, mentre riposo e mi ritempro, attorno a me gira un carosello di fantasmagorie e si preparano in sordina gli Incontri inattendibili durante i quali so che mi ammanterò di tranquilla Somma Sapienza.


Irene Navarra, CromoMediazioni, Disegno Grafico, 17 Febbraio 2022.

Un'inversione?
Erba gialla, Sole verde,
Violini viola in cielo argento chiaro/scuro
suonati dai rami delle acacie
con archetti propri.

Immaginare porta a rovesciare e credere.

Così traghetto la mia solitudine
verso accettabili rimedi.
Stesa sull'erba fredda del giardino
osservo scene togli fiato
e sento melodie talmente nuove
da non essere ancora state scritte.

Nel mio perimetro sacrato:
Chagall ammicca dietro lo schermo di una nuvola,
Pessoa cammina sotto jacarande in fiore
sicuro di essere a Lisbona,
sfilano compassati gli eteronimi
(i suoi, i miei)
leggendo poemetti archetipi.
Alice, dal Paese delle Meraviglie,
felicemente capovolta mi sorride.

IQ48, 17 Febbraio 2022

giovedì 10 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: Intimità profonda.

 

Irene Navarra, Lo specchio dell'anima, Fotografia, 29 Marzo 2020.

Ho molti amici ultimamente.
Intimi.
Do del tu rispettoso a tutti quanti.
Non faccio differenze tra un fiore e un albero,
o tra una nuvola e la pozza in cui si specchia.
Interloquisco calma.
Le parole mi escono dall'anima in flusso d'acqua fresca.
Senza alcun suono.
E allora, mentre la solitudine dilegua,
mi appare un Tutto che non saprei ridire.
Il mio compagno d'avventure, Pippo Setter,
segue la rivelazione.
Fissa prima la pozza
poi la nuvola alzando lento il muso
e infine me. Per un momento.
Muto e respirando piano.

La nostra Voce Vera scioglie un canto
corrivo al moto delle sfere.
Così la sofferenza cola nel filtro della Terra
e noi saliamo.
Ali di velo.
Frammenti infinitesimi di cielo.

IQ48

giovedì 3 febbraio 2022

Poesia / Cronaca: La vita che vorrei (Un sogno).


Irene Navarra, La vita che vorrei, Disegno a Lapis, Acquerello, Grafica, 3 Febbraio 2022.

Cielo di petali.
Un fiore in una mano.
Con l'altra tocco creature arboree
pronte a staccare le radici
e veleggiare estatiche.
Fluttuando.
Niente tridimensione.
Carte veline in volo nello spazio.
Accanto il mio compagno inseparabile
legato al sussurrare del mio fiore
nella corrente siderale.
Ventaglio etereo il suo pelo.
Come seta.
Nessuna nuvola.
La Notte e il Giorno assieme
discretamente compiacenti
in un circuito senza scosse e variazioni
danzano attorno l'una dentro l'altro.
e sono gli scrigni delicati
della nostra trasparente essenza.
 
Ecco.
Questa è la vita che vorrei.
 
IQ48

venerdì 12 febbraio 2021

Poesia / Percezioni: Notte-Acqua Marina e Pesci Rossi (Ἰχθύς con me).


Sogno di una Notte di mezz'Inverno dedicato alla mia creatura Pippo Magnifico Setter. Il suo cuore generoso pulsa qui accanto a me. Stiamo pregando le stelle e il loro Creatore. Lui non sta bene. E mi tormenta questo suo soffrire.


Acqua Marina
e Pesci Rossi attorno
nel campo illuminato da una Notte chiara
colma solo di stelle discese a riposare
sull'orizzonte d'indaco screziato.
Non vedo ombra di Luna.
Forse non serve la sua perla di Luce.
C'è un'altra Luce che fibrilla
al limite lontano della mia Visione.
χθς racconta la sua storia.

rene Navarra, Notte-Acqua Marina e Pesci Rossi, Fotografia e Grafica, 11 febbraio 2021.


In questa Notte chiara di stelle che mi lambisce e penetra come fosse liquido sottile, me ne sto quieta sopra l’erba ghiaccia del prato grande nella mia campagna. Non più persona fisica ma immagine di quanto il desiderio sa allestire, non più logica lineare, niente prima e dopo, soltanto possibilità di un Tempo a sé presente / in sé concluso.
Tutto si fa, Tutto mi accade.

La Notte è la mia Acqua Marina fluida che porta Pesci Rossi in guizzi risplendenti.

Un’Acqua cosmica che mi fa respirare.
E distillare scorie.
E trasformare i miei residui di materia in linfa incandescente.
Nell’Acqua esisto.
Mi riconosco ancora umile fibra dell'Istante.
χθς si è fatto uomo anche per me.
Nell'Acqua Marina della Notte fluttuano segni nitidi.

giovedì 16 luglio 2020

Poesia / Percezioni: La strada di malva (Presagio).


Procedendo lungo una strada di malva ti può succedere di tutto. Persino di imbatterti in una magnifica colomba candida che si fa messaggera di segreti altrimenti irraggiungibili. Ti guarda e ti comunica pensieri che senti nella mente come se fossero tuoi. Incredibilmente veri. Così li percepisci. E decidi di fidarti.

Irene Navarra, Una colomba candida / Presagio, Fotografia e grafica, 2017

E poi lungo il cammino viola
apparve una colomba candida
a raccontare storie, fissando
gli occhi tondi dentro i miei.

Disse nel suo linguaggio
di singhiozzi e repentini scatti
che, sì, potevo continuare,
seguire complici presagi
anche se d’oro spento.

Lei era lì per me.

A patto che sentissi ancora
un po’ di la luce, e ci credessi,
e assicurassi - le dita in croce sopra
il cuore – di liberare la speranza.

Così giurai.
E mi sentii leggera.

(Da: Irene Navarra, Percezioni, 16 luglio 2020.)

martedì 14 luglio 2020

Poesia / Percezioni: La strada di malva.


Irene Navarra, La strada di malva, Acquerello e Grafica, 14 luglio 2020.

Dovremmo amare la vastità del cielo, inazzurrarci nella sua anima immortale. E invece ci deturpiamo in distruttive lotte e deturpiamo il mondo di veleni senza antidoti possibili.
In bilico tra terra e cielo seguo una strada di malva e mi adorno di mistici residui: resti di un tempo buono e creature amabili. Se libero ricordi antichi, avrò la mia personale mappa di salvezza in una geografia di primigenie ali angeliche.
Così sia.

La strada di malva come il cielo
e tracce nel colore appena percettibili.
La casa là (forse una chiesa
con croci svanenti dal camino)
s’irradia in fiamma quasi spenta.
Ma non di focolare o di candele.
Di sangue ormai rappreso.
Una’aria rugginosa ha tolto fiato al Sole.
Incombe luce fosca sulle pene
di chi procede avulso dalla vita.
È solo specchio d’ali angeliche
stremate da un oltraggio estremo.

(Raschiare il sacro da ogni cosa
è imperativo categorico
di chi ha soffocato cuore e mente
in cieche formule blasfeme.)

Esigo una natura intatta
che renda agio al volo, al sogno.
Al rosso sfavillante dell’amore puro.
Al mio respiro.

(Da: Irene Navarra, Percezioni, 14 luglio 2020.)

giovedì 16 marzo 2017

Poesia / Derive - Lascio la stanza del brusio perenne.


Distacco. Per un momento.
Irene Navarra, La mia stanza tra le foglie, Disegno grafico, 2017.


Fastidio.
Irene Navarra, Il dominio della Luce, Disegno grafico, 2017.







Autocontrollo
(Settima lezione: sull'apparente che sembra reale)


Lascio la stanza del brusio perenne.
In mulinello le foglie dell'Autunno
mi pagano la gentilezza
del definirle forma
e crepitio del mio pensiero.
Fra poco tornerò nel mio Silenzio
con buona pace della leggerezza,
di questo momentaneo sostare
come in un bozzolo d'insetto minatore
che sa la propria tana vegetale. 

Oh immoto mutamento della mente!
Articolata di equivoci tranelli,
stanca dell'Ombra dalla linfa verde,
tende al dominio della Luce
che gracchia fastidiosa il suo richiamo.

giovedì 17 novembre 2016

Poesia / Derive (Autocontrollo - Terza lezione: sul presente che si fa passato).


Slide per video (Giorno 1).








Giorno
Tre macchie davanti alla mia sedia.
Dalla finestra appena aperta
tre macchie tonde e gialle:
Slide per video (Giorno 2).
limoni di pulviscolo impalpabile
si gonfiano si sfaldano scompaiono.
Riappaiono improvvisi nel fremito
che strappa e ricompone i raggi
al Sole, stracci colanti a volte,
a volte solidissime prigioni.


Notte
Tre macchie come bende di Silenzio
oscure più della parete buia.
Due sopra gli occhi, una sulla bocca
Slide per video (Notte 1).
di chi mi agguata dalle crepe del cemento
e non sa dire. O non sa parlare.


          (Non muovere né un muscolo né un nervo.
        Considerare solo la sembianza viceversa
          che trascolora dalla notte in giorno.
          Riavvolgere la spola.
          Sfatare ogni leggenda di fantasmi
          e maghe azzurre.
          Riconvertire gli attimi in circuiti
          su cui rincorrersi toccando
Slide per video (Notte 2).
          il labile passato nel presente.)

Dal mio Diario lirico Derive (GA, 2009).










E adesso guarda il video.







mercoledì 9 novembre 2016

Poesia / Derive - Rimedi (Autocontrollo - Prima lezione: sul presente).



Irene Navarra, Serpente di pietra (Bozzetto per video), Disegno grafico, 2015.
















Respirazione lieve
polso lento
ginocchia che non cedono
niente noce pulsante nella gola
indifferente
algida
stessa pupilla gialla del serpente
appeso come un ornamento
sul ramo sopra la mia testa.

Sul ramo di quell'albero
cortese d'ombra e fresco
che rende mormorante
ogni giardino.

Dal mio Diario lirico Derive (GA 2009).



Non sempre un aspetto gentile porta buone cose.
Irene Navarra, L'albero del serpente (Bozzetto per video), Disegno grafico, 2015.
















 


E questo è il video dedicato.

giovedì 21 aprile 2016

Poesia / Derive (Rimedi - Dimidium animae meae).


Derive.
Esistenziali, naturalmente, quelle di Irene Navarra.
Spirali costanti nella continua combinazione e mutazione degli eventi.
Flussi remoti.
Travolgenti metafore.
Come segni di una nuova cartografia per gli arcipelaghi della mente e dell’anima.
Paradossali ipotesi di salvezza.

(Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti)

Devo patire anche la vita
in equilibrio da Domino perplesso.
La linea mediana del presente
agìta con passione esuberante
mi porterà a travalicare.
Sfidare.
Superare.
Tutto fuorché sé rassegnare a non
disimpigliare il piede dall'impaccio
mentre l'acqua sale.

Quando ogni giorno della tua vita segue un percorso del tutto indipendente da qualsiasi volontà personale, cerchi dei Rimedi. Scandagliare la propria anima, riconoscendone le ferite, è un buon inizio.

Nell'immagine: Silvia Valenti, Il salto, Fotografia e grafica, 2014 (courtesy dell'artista).

domenica 19 luglio 2015

Poesia / Derive, Rimedi (La clonazione).


Scelta consapevole.
Irene Navarra, La clonazione, Disegno grafico, 2014.

  
Se c’è un’accusa in atto
prima purifichiamo in roghi preconcetti
per rovistare solo poi tra ossa calcinate
cercando i resti di una presunta Verità.
L’Inquisizione è il nostro pane quotidiano.

Perciò vorrei che mi clonaste tra le fiamme.

Ingenua marionetta impiastricciata
dal gene eretico del Dubbio,
mi estinguerò con un falò di sterpi.
Quindi risorgerò in duttile fermento.
Sarò cristallo e neve.
Falco che sa di cime e di tempesta.
Lupo dall’anima di Luna.
O gazza pettonero in gara
per un coccio come stella.

18 dicembre 2007 (Il supplizio.)