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martedì 2 maggio 2023

Poesia / Cronaca: Sull'essenza degli oggetti.

 

Riccardo Bortolami, Oggetti, Disegno a lapis e matita colorata, 2023.


Gli oggetti sono:
storie d'uomini.
Le immagini di oggetti
sul foglio da disegno sono:
proiezioni di segni e tinte.
Talvolta anche distorcimenti.
Ma non dicono un bel niente
dei loro occhi che guardano.
Lo so.
E poi si negano
e nascondono
e spariscono
per disamore indifferente.
Gli oggetti sono nella mente
con la letizia di giornate generose
o agre come il succo del limone acerbo.
Gli oggetti sono parte di ricordi
che si riformano perfetti ai nostri sensi.
Così la tazza di sakè
bevuto a lume di candela
dentro l'ovatta di un'Aurora giapponese,
o la bottiglia blu d'assenzio
aperta per provare le farfalle
in una Sera uggiosa di Parigi,
oppure il cubo che lanciavi da bambino
ridendo irriverente.

Gli oggetti sono scie luminescenti
d'impronte digitali
impresse sulla loro pelle.


Qui Margini, B&V Editori.

E Qui la poesia La rete (con Costantino Kavafis) da Margini.


giovedì 27 aprile 2023

Poesia / Tanka 39: Ortensie in vaso con ape (Meditazione in Rosa Magenta e Viola Chiaro).


Le api lo fanno. Intendo l'esercizio di stile (molto elegante) del trasvolare il loro territorio floreale per saggiare il banchetto in offerta. È quanto di più suggestivo si possa immaginare. Basta un vaso con dentro delle ortensie raccolte dal giardino, e la magia ha inizio.
Dalla finestra, spalancata sul cielo libero, entra un'ape.
Un'ape sola basta a donarci il miracolo dell'Ascolto profondo, della Visione spirituale. Un mare di Rosa Magenta-Viola chiaro, la corposità quasi cartacea dei petali, il numero spropositato di piccolissimi pistilli generano nell'insetto curioso precisi desideri da appagare.
Ronzio - silenzio - ronzio: il gioco è fatto.
Di corolla in corolla la navigazione aerea porta danza e musica, alzando polline.
Intuisco i villi dell'ape brillare di puntini dorati.
Ronzio - silenzio - ronzio. La missione è compiuta.
Il corpo appesantito dal pulviscolo prezioso, dal nettare succhiato, Lei riprende la sua ricerca.
Che è una quest vera e propria. Galahad l'accompagna perché Lei porta al Sacro Graal: la coppa della Vita che contiene il Nutrimento dell'infinita abbondanza.

Nel vaso sfere
d'ortensie Rosa-Viola.
Un'ape ronza
compiacimento estremo -
Esercizio di Vita.


(Irene Navarra), Ortensie in vaso con ape, AI e Grafica, 27 Aprile 2023.

In danza e musica mi preaparo, quindi, ad affrontare il viaggio dell'immersione cromatica.
Tutti i sensi allerta - nel salire della musica naturale di minime ali di velo, di infinitesimi spostamenti di foglie e fiori al tocco di un corpicino tanto leggero, del sussurro suadente di Galahad tutt'uno con la brezza che gonfia le tende di pizzo - leggo il mio odierno spartito.

Inspiro Rosa Magenta. Profondamente. Per un lavacro rituale.
Espiro sedimenti agri. Li sento staccarsi dalle cellule. Evaporare.
Inspiro note Viola Chiaro che sondano le mie vene, purificando il sangue.
Espiro gromma appiccicosa.
Ossigeno per me il Viola.
Un tonico per l'anima e per la mente dai pensieri finalmente solo puri.
Inspiro - Espiro. Più e più volte.
Mentre attorno si espandono i suoni della Natura a formare una Sinfonia da origine dell'Universo.
Inspiro - Espiro ancora.
Piano. Molto piano.
Apro gli occhi e guardo serena le cose.
Ritorno al qui e ora.
Rinata.

domenica 16 aprile 2023

Poesia / Cronaca: Il mio Paradiso.


Nell’immagine la rustica strada che mi conduce al Paradiso.
Il mio Paradiso.
La porta in ferro laggiù tra poco si schiuderà sullo spazio della campagna,
in parte selvaggia e in parte coltivata nel tempo giusto.
A Rosa di Gorizia.
Uno spettacolo per gli occhi e per il cuore.

Irene Navarra, Il mio Paradiso, Fotografia, 2020.


Scosto le foglie.
Entro a passi tardi e lenti
accarezzando allori rovi tassi.
Sono in un Eden ritrovato.
Ce l'ho a portata:
fuori di casa, a destra, 
ancora a destra e poi diritta
fin dentro la sua scatola preziosa.
Tempo di pioggia?
Brilla come perla rara.
Risplende il sole?
Si fa topazio chiaro.
La neve poi...
ovatta sul solito frusciare
e bianco senza orma alcuna.
Questo è il mio Paradiso
di piccole pretese
e d'infinite attese.
Non mi delude mai.
Altro non so.
Ma se sono lontana
non percepisco il ventilare fresco
delle mie stesse ali
che mi portano rapide alla meta,
né il corpo che si libra nell'azzurro.
Resto legata a terra,
le mani sporche a forza di scavare
per ritrovare il mio Tesoro
il fiato corto nella gola,
i sensi spenti 
di chi si è perso il Bene Sommo 
appena conquistato
e piange lacrime di vetro.

 

sabato 15 aprile 2023

Poesia / Frammento 49: Dentro la Sera d'oro antico.

Talvolta una Foto ti riporta indietro nel tempo.
Nel tuo tempo e in quello della scena che non sembra contemporanea.
Per alchimie segrete mi ritrovo in Puglia.
Correva l'anno 2014.

Irene Navarra, Dentro la Sera, Fotografia, 2014.

Indugiando un poco sulla soglia,
a passo di timida cerbiatta,
entra la Sera d'oro antico.
(Sbatto le palpebre
e sono negli occhi della Sera.
Il suo sguardo nel mio.
Ambra preziosa attorno.)
Sulla piazzetta velature d'altri tempi.
Dentro il silenzio
a tratti una musica sottile
mi parla da lontano.
Un taranta triste, forse.
Sembra una supplica d'amore
che si trasforma in nenia dolorosa.
Qualche parola arriva
storpiata dal Grecale.
Giungo le mani.
Sale alle labbra una preghiera
al dio di tanta Grazia.

sabato 8 aprile 2023

Poesia / Diario: La bellezza collaterale - So dove ritornare (Itaca).

Ognuno ha la sua Itaca.
E il suo Mito del Ritorno.
Omero ci indica la strada, mentre racconta il viaggio "per cui bello di fama e di sventura / baciò la sua petrosa Itaca Ulisse" (Ugo Foscolo, A Zacinto, vv. 10 - 11).

La mia è un'Itaca semplice. Ha la consistenza delle dolci abitudini del giorno dopo giorno, a passi lenti lungo i tratturi di una Terra che mi ha vista nascere, con accanto le creature che mi sono compagne e quelle che lo sono state nel passato: i cari animali che avvicinano a Dio.
Nessun ostacolo mi ferma. Nemmeno i limiti fisici riescono a bloccare i voli del cuore e della mente. Vado, comunque e sempre, per i campi e le vigne di un luogo benedetto ai piedi di colline azzurre e ingentilito dalla cintura turchese del fiume Isonzo.
Vado.
Con gratitudine.

Irene Navarra, La mia campagna / Itaca nel cuore,  Fotografia, 13 Marzo 2021.


So dove ritornare.
Ho una mappa segreta
che ripercorre tappe e intoppi del cammino.
Questi secondi sono i più importanti:
riguardano la formazione.
E l'agnizione di quanto vero è in me.
Itaca sta in ogni punto dell'itinerario.
Come una musica sublime di Sirene 
intesse il viaggio
ma spesso viene da lontano.
E allora intendo che non mi appartiene.  
Certo, amo il mare.
Certo, amo i calanchi del Carso martoriato,
i suoi Fiori di Pietra,
ma ciò che sento come una radice poderosa,
come la linfa di millenni articolati dentro il corpo,
è la mia campagna.
Quell'umile inseguirsi di terreni incolti
con qualche vigna a incorniciarli
e la corona di colline sacre intorno
a farne nicchia di valori immensi.
Là ritornare è un rito che non conosce requie.
Là ritornare avendo per compagni Pippo Setter
in caracollo al fianco
e gli altri cani, un gatto e una cavalla ancora nitidi nel cuore
e ancora vivi, in corsa verso me solo al richiamo,
e pronti ad annunciare: Irene, andiamo.
Non serve avere buona voce.
Basta chiudere gli occhi,
allentare le membra, non pensare.
E formulare l'intenso desiderio di avvertirli
per poi vederne l'arrivo a balzelloni,
negli occhi un'unica intenzione:
Andiamo.

Strano gruppetto il nostro!
Un cane vecchio in carne e ossa, tre cani d'aria luminosa,
un gatto sulla spalla che non sente peso
e una cavalla un tempo bianca e bigia, ora di nuvola leggera.
Lei mi sovrasta da dietro con la testa
e adegua il passo al mio.
Fa da retroguardia.
Suggella il cerchio prodigioso 
di questo sodalizio occulto.
Così si va.
Nell'intima letizia del Ritorno quotidiano.


giovedì 6 aprile 2023

Poesia / Frammento 45: Sul senso dell'Aurora.


La favola continua nell'anima della natura.
Ogni giorno una nuova scoperta.
Tutto narra.
Tutto contiene in sé una storia. Dal più piccolo granello di polvere d'oro nella Luce del Sole al firmamento fitto di creature celesti.
L'Aurora viene da me con le parole di Omero. Sempre le stesse. Così come le lessi per l'esame di greco durante il primo anno di Lettere Classiche, nel nostro Ateneo triestino:

Ἠὼς μὲν κροκόπεπλος ἀπ᾽ Ὠκεανοῖο ῥοάων
ὄρνυθ᾽, ἵν᾽ ἀθανάτοισι φόως φέροι ἠδὲ βροτοῖσιν·

L'Aurora dal croceo peplo sorgeva dalle correnti oceanine
per portare la luce agli immortali e ai mortali;
Omero, Iliade, XIX, vv. 1 - 2.
 
Nella mia mente hanno sempre la dolcezza di allora. Inducono il medesimo senso di stupore di quando me l'immaginai incedere avvolta dai meravigliosi colori della sua Luce.
E anche adesso, a distanza di molti anni, la penso ammantata di screziati veli trasparenti e la accolgo tra le mie semplici cose.
Dea anch'io con Lei.

Irene Navarra, L'Aurora con me, Fotografia, 6 Aprile 2023.

Apro piano le persiane.
Filtra la Luce.
Sfarfalla pulviscolo dorato
a sbuffi densi di racconti.
Il solito bestiario minimo:
accenni di farfalle e api in placido corteggio
di antiche dee dita di rose.
Poi,
fluttuando tra il bisso delle tende,
arriva Lei policroma di sete,
odorosa di terra ed erbe nuove,
con la rugiada tra i capelli
e collane di crochi
pendenti sopra il seno.

Tutto è silenzio adesso.
Si è sistemata qui,
l'Aurora,
tra le mie cose semplici.
Respiro i suoi colori.
Quietamente.

venerdì 28 ottobre 2022

Poesia / Haiku: Guardando il cielo.

Due haiku astrali.

Irene Navarra, Vagabondando, Disegno grafico, 2022.

Di luce in luce
mi muovo dentro il cielo -
Sono una nube.

Nube che spegne
gli occhi delle stelle
col suo velluto.