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martedì 2 maggio 2023

Poesia / Cronaca: Sull'essenza degli oggetti.

 

Riccardo Bortolami, Oggetti, Disegno a lapis e matita colorata, 2023.


Gli oggetti sono:
storie d'uomini.
Le immagini di oggetti
sul foglio da disegno sono:
proiezioni di segni e tinte.
Talvolta anche distorcimenti.
Ma non dicono un bel niente
dei loro occhi che guardano.
Lo so.
E poi si negano
e nascondono
e spariscono
per disamore indifferente.
Gli oggetti sono nella mente
con la letizia di giornate generose
o agre come il succo del limone acerbo.
Gli oggetti sono parte di ricordi
che si riformano perfetti ai nostri sensi.
Così la tazza di sakè
bevuto a lume di candela
dentro l'ovatta di un'Aurora giapponese,
o la bottiglia blu d'assenzio
aperta per provare le farfalle
in una Sera uggiosa di Parigi,
oppure il cubo che lanciavi da bambino
ridendo irriverente.

Gli oggetti sono scie luminescenti
d'impronte digitali
impresse sulla loro pelle.


Qui Margini, B&V Editori.

E Qui la poesia La rete (con Costantino Kavafis) da Margini.


lunedì 17 aprile 2023

Poesia / Tanka 35: Nuovo look.


Qualche pensiero irriverente ogni tanto ci sta.
La dignitosa presenza di una struttura antica può essere "rinverdita".
Ci pensa la Natura.

Irene Navarra, Frangetta verde, Fotografia, 2014.


Una cortina
d'edera sui mattoni
del vecchio muro -
Frangetta verde? Certo.
Naturinnova.
#Tanka 35

U-May scherzoso

sabato 15 aprile 2023

Poesia / Barcellona nel cuore (da "Il tempo delle parole", 1992).


Correva l'anno 1992.
Si era in Giugno.
A Barcellona.
Non so raccontarvi la gioia di quel mio ritorno alle origini.
Ero talmente esaltata dal ritrovarmi nella terra degli avi per parte di padre,
che non riuscivano a mettermi a letto.
Ogni minuto si faceva sempre più prezioso.
Dovevo respirare quell'aria strana e tanto familiare,
dovevo correre, vedere, vedere, vedere.
E le palpebre non volevano saperne di chiudersi.

Del viaggio mi restano tanti ricordi meravigliosi, che ritornano nella memoria
senza che io li rievochi volontariamente.
Il Monastero di Sant'Anna e la Calle omonima, in particolare,
mi riappaiono davanti in tutta la loro calda materialità.
Come se non me ne fossi mai allontanata.

Là ho ascoltato un celestiale assolo di chitarra di cui resta testimonianza nella Silloge
Il tempo delle parole, peraltro mai pubblicata perché troppo intima.
Ora è arrivato il momento.

Immagine di freestocks-photos da Pixabay.


Note di chitarra ripetute
mi portano a te,
ragazzo catalano,
intento a un'intima misura.
Quasi di sacro rito.
Mi ricompongono quel suono
che tu evocavi da corde
accarezzate come trecce di fanciulla
.

Sedevi tra la gente fitta
e lo scalino di pietra
era per te il palco di un teatro.
Danzavi lento con le dita
- un cerchio di preghiera il movimento -
e narravi di un amore sconfinato.

In quelle case,
in quella Chiesa antica,
nel tuo dolcissimo sorriso
si è dilatata la quiete
dell'approdo nell'Accordo
tra voci di gente affaccendata.

Barcellona, Spagna: Calle di Sant'Anna, 2 Giugno 1992.
Valun di Cherso, Croazia, 16 Giugno 1992.

Poesia / Frammento 49: Dentro la Sera d'oro antico.

Talvolta una Foto ti riporta indietro nel tempo.
Nel tuo tempo e in quello della scena che non sembra contemporanea.
Per alchimie segrete mi ritrovo in Puglia.
Correva l'anno 2014.

Irene Navarra, Dentro la Sera, Fotografia, 2014.

Indugiando un poco sulla soglia,
a passo di timida cerbiatta,
entra la Sera d'oro antico.
(Sbatto le palpebre
e sono negli occhi della Sera.
Il suo sguardo nel mio.
Ambra preziosa attorno.)
Sulla piazzetta velature d'altri tempi.
Dentro il silenzio
a tratti una musica sottile
mi parla da lontano.
Un taranta triste, forse.
Sembra una supplica d'amore
che si trasforma in nenia dolorosa.
Qualche parola arriva
storpiata dal Grecale.
Giungo le mani.
Sale alle labbra una preghiera
al dio di tanta Grazia.

sabato 25 marzo 2023

Poesia / Diario e Tanka 32: La bellezza collaterale (Una scoperta).

Durante la mia ultima passeggiata a Capriva del Friuli mi sono imbattuta in un'inusitata creatura arborea. O meglio: nell'orecchio ligneo di un essere speciale. Il dialogo è stato inevitabile. Sommesso, semplice e illuminante. Non vi sto a raccontare tutta la sua storia, vi lascio invece quei pochi versi che mi ha ispirato e un proposito: la liberazione di quante più anime possibile.

Irene Navarra, Affioramento, Fotografia.

Dal tronco emerge
la creatura lignea
che parla secca -
Denuncia la sua vita
imprigionata.
#Tanka 32

U-May
 
 
Sibila da crepe centenarie.
Narra con voce roca per il gran silenzio della sua esistenza quasi pietrificata.
Mi faccio più vicina e ascolto.
Scorrono i secoli come il miele dentro il latte.
La collina non ha più le viti e non ci sono case.
Qualche sentiero di terra fulva appare nel verde selvaggio.
Fiori mai visti prima. Pomposi. Quasi spumeggianti, alcuni.
Lei, la creatura lignea, mi avvolge dentro il suo pensiero.
Essenza che si libera.
Droga olfattiva che stordisce.
Adesso so: c'è un cipresso in sofferenza un po' più in là, sul declivo digradante verso il Castello. La sua corteccia è incisa da un legaccio di ferro conficcato ormai fin nella polpa che si è gonfiata attorno. Un salvataggio sarà gradito all'Entità del tronco antico.
Sibila ancora.
Prometto. Con in mente le cesoie da metallo nella cassetta degli attrezzi in macchina.
Vado.
Spedita e allegra.
Il Sole occhieggia di squincio dalle nubi e mi si posa sulle spalle.
Una carezza, penso.
Oppure un premere turgido di risata.
Da bonaria presa in giro, sospetto.
Il Sole, quando ride, ha brividi di calore.
Lui burlone, di sicuro.
Io chiara-mente sorniona.
Vado, comunque.
Sgamando il tempo e la ragione.

IQ48

giovedì 11 marzo 2021

Poesia / Percezioni: Mi si versava il Sole addosso.



Irene Navarra, In una giornata qualsiasi, Fotografia e Grafica, 5 marzo 2021.

Mi si versava il Sole addosso.
Le mani a coppa io lo raccoglievo
e ne bevevo il succo.
Senza bruciarmi.

Fatta di raggi ormai volavo in alto
librandomi con ali d’oro ardente.
Ero nel Sole.
Sua cellula infinita.
Sua memoria.
Nel cuore il magma dell’inizio.

Oltre le nebbie della Terra
vibravo di sorrisi a scrosci e cascatelle.
Fluido metallo fino.
Puro colore - mille occhi in me -
guardavo dentro il corpo della Stella
che mi aveva accolta nel suo seno.
Scintille e scoppi accesi il mio destino.