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martedì 18 aprile 2023

Poesia / Per Silvia (da "Il tempo delle parole").


Negli anni '90 avevo dedicato una silloge a mia figlia Silvia.
La rileggo dopo tanto tempo e mi nasce dentro uno struggente sentimento di nostalgia per quello che eravamo insieme:
"... due punti luminosi, / due strappi nel manto delle stelle, / vivide fiamme di sguardi silenziosi" (da: "Erano gli anni della vita lieve", vv.  13 - 15).
Si affoltano i ricordi, dunque.
E ripenso a quando, mentre "studiavo Saffo / con la culla accanto" (da: "Silvia mia, dei dolci anni leggeri", vv. 3 - 4) preparandomi all'esame di Letteratura greca, tu divenivi per me Cleide, la bella figlia della poetessa dell'Isola di Lesbo, i cui testi traducevo con amore immenso.
Ti guardavo e mi stupivo di una rivelazione prodigiosa: avevi come lei "l'aspetto simile a fiori d'oro" (da: "Silvia mia, dei dolci anni leggeri", vv. 12 - 13).
Mi intenerivo allora, consapevole della grande Verità sottesa al nostro legame. Perché, davvero: "Solo negli occhi della mia bambina / scoprivo l'avventura sconfinata / di farmi, immobile, più rapida del vento" (da: "Erano gli anni della vita lieve", vv. 4 - 6).
Periodi difficili e meravigliosi assieme, quelli.
Floridi di prezioso humus che ora, nel recupero memoriale, nutre la mia terra isterilita.


Irene Navarra, Foglio poetico e Favole Belle, Fotografia, 18 Aprile 2023.


In calce il fr. 132, di Saffo che ci racconta della figlia Cleide:

ἔστι μοι κάλα πάϊς χρυσίοισιν ἀνθέμοισιν
ἐμφέρη<ν> ἔχοισα μόρφαν Κλέϊς < > ἀγαπάτα,
ἀντὶ τᾶς ἔγω ͜οὐδὲ Λυδίαν παῖσαν οὐδ᾿ ἐράνναν

ho una bella figlia, che a fiori d'oro
ha simile l'aspetto, l’amata Cleide,
in cambio io né tutta la Lidia né l’amena...


sabato 15 aprile 2023

Poesia / Barcellona nel cuore (da "Il tempo delle parole", 1992).


Correva l'anno 1992.
Si era in Giugno.
A Barcellona.
Non so raccontarvi la gioia di quel mio ritorno alle origini.
Ero talmente esaltata dal ritrovarmi nella terra degli avi per parte di padre,
che non riuscivano a mettermi a letto.
Ogni minuto si faceva sempre più prezioso.
Dovevo respirare quell'aria strana e tanto familiare,
dovevo correre, vedere, vedere, vedere.
E le palpebre non volevano saperne di chiudersi.

Del viaggio mi restano tanti ricordi meravigliosi, che ritornano nella memoria
senza che io li rievochi volontariamente.
Il Monastero di Sant'Anna e la Calle omonima, in particolare,
mi riappaiono davanti in tutta la loro calda materialità.
Come se non me ne fossi mai allontanata.

Là ho ascoltato un celestiale assolo di chitarra di cui resta testimonianza nella Silloge
Il tempo delle parole, peraltro mai pubblicata perché troppo intima.
Ora è arrivato il momento.

Immagine di freestocks-photos da Pixabay.


Note di chitarra ripetute
mi portano a te,
ragazzo catalano,
intento a un'intima misura.
Quasi di sacro rito.
Mi ricompongono quel suono
che tu evocavi da corde
accarezzate come trecce di fanciulla
.

Sedevi tra la gente fitta
e lo scalino di pietra
era per te il palco di un teatro.
Danzavi lento con le dita
- un cerchio di preghiera il movimento -
e narravi di un amore sconfinato.

In quelle case,
in quella Chiesa antica,
nel tuo dolcissimo sorriso
si è dilatata la quiete
dell'approdo nell'Accordo
tra voci di gente affaccendata.

Barcellona, Spagna: Calle di Sant'Anna, 2 Giugno 1992.
Valun di Cherso, Croazia, 16 Giugno 1992.