La trovo talmente intensa e semplice e profonda,
questa lirica di Eugenio Montale,
talmente vera e tenera,
che non posso fare a meno di condividerla.
Per leggerla e rileggerla e rileggerla
con una tristezza dolce-amara nel cuore.
Una melanconia sottile che ci unisce tutti.
La chiave sentimentale del contatto
è formula salvifica dalla solitudine esistenziale.
P_Irene Navarra, Sostegno; AIArt e GraPhicArt, 7 Gennaio 2025 |
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni, le trappole,gli scorni di chi crede che la realtàsia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.
Eugenio Montale, Ho sceso, dandoti il braccio, Xenia (1967), Satura (1971).
Sopra il tuo braccio
come un tatuaggio impresso ~~
le dita mie.
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