lunedì 25 marzo 2024
Poesia / Cronaca: Continuando il Viaggio (Meditazione in Giallo Mimosa).
sabato 16 marzo 2024
Poesia / Cronaca: Occhi di stella (La tenerezza).
P_Irene Navarra, Pippo Magnifico Setter Inglese nell'Oro della Luce, AIart e GraphicArt, 16 Marzo 2024. |
venerdì 15 marzo 2024
Poesia / Cronaca: Sovrimpressioni.
P_Irene Navarra, Sovrimpressioni 1, AIArt e GraphicArt, 15 Marzo 2024. |
ma il sentimento è che si sia cresciuti insieme.
Così mi rivedo con i capelli neri, il corpo intatto.
Poesia / Cronaca: La pioggia entra in silenzio.
Amore mio Petto di Luna.
mercoledì 21 febbraio 2024
Poesia / Haiku: Gli occhi dei cani .
sabato 4 novembre 2023
Prosa / Racconto breve: Fiordalisi e farfalle.
P_Irene Navarra, Fiordalisi e farfalle, AIArt e GraPhicArt, 4 Novembre 2023. - Tecnologia: Stable Diffusion - |
Ghìsela conosceva il loro linguaggio sobrio.
Sapeva che narravano di quando erano farfalle desiderose di provare l'ebbrezza della stabilità nell'illusione che, stando a dimora al suolo, potessero essere meno precarie.
Vita da bulbo, sì.
Radici fusto foglie petali, oh, sì.
Non più larve, non più crisalidi e poi stupende ma effimere creature destinate a spegnersi nell'abbraccio solitario delle loro stesse ali.
Vento gagliardo e Terra dolci curve si avvicinarono-discussero-decisero che si poteva fare, e si unirono.
Nacque così il fiordaliso che sa di entrambi.
Nella corolla un colore ineguagliabile per gamme azzurro cielo con tocchi viola. Quelle del vento che trascorre nubi, alberi, cespugli, fiumi e mari incanalandosi in gole profonde dove urla in modo terrificante, oppure blandendo erbe di campo, acini d'uva giallo ambra sugli scoscesi fianchi delle colline ocra.
La sinfonia migliore del creato non renderebbe bene tanta leggiadria. Tanta commistione di leggerezza e forza.
Così progredirono i fiordalisi, ondeggiando soavi con il grano, con i papaveri nel trionfo dell'estate.
venerdì 25 agosto 2023
Poesia / Avevo (da "Omnia Carmina", 1988 - 2023).
L'avevo dedicata a mia figlia.
Lei per me è stata Gioia, Vita.
Irene Navarra, Ritratto di bimba, AI Pastelli su carta ruvida, 25 Agosto 2023. |
Poesia / Cronaca: Se le emozioni.
Irene Navarra, Le rose 〰 Io, AI Olio, 24 Agosto 2023. |
La quotidiana cronaca del dare.
Sulla mia spalla impronte.
Visioni nella mente
di Incantatrici affaccendate
con il grembiule colmo di strumenti
lunedì 21 agosto 2023
Prosa / Racconto breve: Henrietta e il drago,
Irene Navarra, Henrietta e il Drago, AI olio su tela, 18 Agosto 2023. |
Una forma quasi di piccolo dinosauro con una cresta sul dorso, due miniali aperte sui fianchi e una lunga coda, se ne stava in una fessura del sentiero.
Henrietta si fermò un pochino interdetta, si stropicciò gli occhi e guardò cercando una messa a fuoco migliore.
Forse era un'allucinazione. Guardò, quindi, aspettandosi il nulla di sempre.
E tuttavia la forma era là.
Sussultava a tratti. Come se respirasse a fatica.
Che fare?
Decise di avvicinarsi.
Avanzò piano, fermandosi a circa mezzo metro da quello che ormai si poteva definire un animale.
Immerso in una specie di catalessi, a tratti bubbolava. Ovvero buttava fuori l'aria dalle narici in scoppiettii ripetuti.
Sembrava un incantevole, minuscolo drago bianco. Bianco tutto il corpo, la coda, le creste della testa e del dorso. Le ali e le zampe, invece, viravano in vaniglia caldo.
Un drago. Uscito da un libro di favole. Divenuto realtà per qualche caso astruso.
Uno spettacolo incredibile, però.
Nessuna paura la agitò. Anzi un'intensa ridda di emozioni le si scatenò nell'intimo. Per qualche oscura ragione riusciva a cogliere la fragilità di quella creatura singolare.
Si inginocchiò, pertanto, accanto alla buca, posò lo zainetto a terra togliendoselo dalle spalle, lo aprì con calma e ne estrasse una sciarpa azzurro cielo di morbidissimo chiffon.
Lui si lasciò prendere senza reagire. Aprì gli occhi, scrutò per un attimo Henrietta con pupille verdissime - due perle smeraldine velate di tristezza - e si rincantucciò tra le sue mani amorevoli, accomodandosi nella sciarpa azzurro cielo che lei rimboccò attorno al buffo muso.
Poi si addormentò. Profondamente al punto da sembrare esanime.
Henrietta, però, sapeva con chiarezza che lui viveva, dato che il corpicino iniziava a scaldarsi e il petto andava su e giù, con ritmo regolare.
Che incontro! realizzò allora Henrietta.
E corse verso casa.
Percy intanto sognava quanto gli stava accadendo. Come in un film. A un certo punto si accorse di trovarsi in una cuccia grande e confortevole, accanto a un letto dove riposava la sua salvatrice, emettendo ogni tanto dei lievi sospiri. Di soddisfazione, pensò. Per averlo trovato. Felice dell'ipotesi, si girò sull'altro fianco e continuò a nannare.
Non stava così bene da molto.
Aveva vagato e vagato. Una meta c'era, di sicuro. Ma non sapeva in quale luogo.
Finché non era arrivato alla rustica stradina di terra rossa serpeggiante tra i campi. Là avrebbe avuto inizio la sua vera avventura. In qualche modo sarebbe successo. Lo aveva capito nel suo cuore di drago buono.
E avveniva per davvero.
Protetto dai teneri sentimenti di Henrietta, Percy si avviava al termine prefissato per ogni essere della stirpe dei draghi bianchi. Quelli cioè che avevano compiti segreti e delicati da svolgere, e non si trasformavano mai in sputafiamme, pur se impauriti o attaccati.
Dopo un tempo che Percy non poteva valutare (ore, giorni?), Henrietta gli sussurrò qualcosa all'orecchio, mentre lui ancora planava tra nuvole e fiori, ornandosi le creste di gelsomini nel lungo dormiveglia ristoratore. Aguzzò i suoi ipersensi e udì che gli comunicava una notizia fantastica: Ti chiamerò Percy, bisbigliava accarezzandogli la punta del naso, il diminutivo di Percival. Come lui anche tu hai percorso strade infinite, lo sento. Qui c'è il tuo Graal. Quando ti sveglierai, brinderemo insieme, con latte e succo di lamponi.
Percy sognò che lei lo battezzava solennemente con quello che era il suo nome sin dalla nascita. Gli faceva cadere alcune gocce di latte sulla testa, scandendo le parole: Tu sei Percy.
Henrietta lo aveva intuito.
E ciò significava una cosa sola: lei era la sua meta.
Dopo questo pensiero, il sonno ritornò pesante e beato.
E lui fu solo una minuscola anima fluttuante.
Colma di gioia per l’incontro inaspettato Henrietta parlava di Percy a tutti, ma nessuno le dava credito perché nessuno lo percepiva o vedeva. Non si accorgevano della sua esistenza.
Credevano che la ragazza fosse lievemente disturbata e non la contrastavano.
Henrietta chiacchierava con Percy e gli raccontava il suo disagio. Lui ribatteva-spiegava-rintuzzava-assentiva-dissentiva, cercava di consolarla, rappresentandole la poca importanza del fatto che nessun famigliare o amico volesse darle fiducia e partecipare ai loro dialoghi. Lei se ne lamentava, mentre banchettavano a pane e miele e bevevano latte con succo di lamponi.
Percy viveva in una dimensione parallela visibile solo a lei?
Lui rispondeva paziente e la invitava alla gentilezza e allo stare di animo sereno.
Li aspettava un futuro ricco di vicende fascinose. Non doveva crucciarsi. Lei era Sole, Luna, Stelle. Brillava di una Luce abbagliante. Lui era nel suo destino. Questo bastava.
Destino che, intanto si andava preparando, nonostante le saltuarie ubbie, comunque solo momentanee. Duravano i dieci secondi della preghiera recitata ritualmente in coro quando dovevano esorcizzare qualcosa di brutto, tipo ingiurie e atteggiamenti maligni.
Per il resto Henrietta e Percy gravitavano in una dimensione perfetta.
Lei imparava da lui il linguaggio dei draghi: una serie di gorgheggi modulati che erano la chiave per comunicare con i fiori.
Lui acquisiva da lei le tecniche migliori per arrampicarsi sulle querce e da quelle postazioni privilegiate guardare l'orizzonte, immaginando di arrivarci in volo.
Percy ascoltava con espressione compunta, nascondendo l'innata dote magica del teletrasporto per sé e per gli amici. Non ne abusava mai. La formazione severa, che gli era stata impartita, si basava sul principio della riservatezza. Che non aveva mai, proprio mai, travalicato.
Ora era arrivato il momento.
A voce ferma scandì a Henrietta l'ordine di chudere gli occhi e di contare per tre volte tre.
Lei obbedì d'istinto e seguì le indicazioni.
Dunque: nel preciso istante in cui le palpebre le si dischiusero, immediatamente comprese quanto era successo e atteggiò la bocca in un oh di stupore. Sedeva, con Percy allato, tra i rami del gigantesco cedro cresciuto sulla collina blu-viola che prima era stata il loro orizzonte.
Il ritorno sulla quercia fu altrettanto veloce e prodigioso.
Da quell'esperienza Henrietta non stressò più Percy con lagne inutili. Accettò il suo miracolo e si godette lo scorrere delle stagioni.
L'Autunno, l'Inverno, La Primavera e l'Estate successivi al loro incontro divennero gli stupendi scenari in cui ambientare la quotidianità, balzando di esplorazione in esplorazione.
Una notte, prima di addormentarsi nella sua cuccia (si era agli inizi di Settembre), Percy disse a Henrietta che la mattina, al risveglio, sarebbe iniziato quell'itinerario favoloso che il Tempo tesseva per loro.
Henrietta non capì del tutto, ma si fidava.
Biascicò Sì e scivolò nelle visioni di ogni notte, con cani, gatti, merli... e Percy. Sapere di un domani con lui, il suo Percy bianco-vaniglia, era già un motivo valido per dormire saporitamente.
Henrietta e Percy si alzarono all'unisono portati da uno stesso desiderio: uscire alla chetichella per scorrazzare nelle campagne selvagge attorno a casa, scendendo fino al fiume, magari. Fecero la solita colazione di pane con miele, latte con succo di lamponi e presero il viottolo che li avrebbe portati alla calma libertà di quei luoghi deliziosi, dove si erano imbattuti a vicenda.
Saltellavano, si spingevano, cantavano motivetti d'invenzione. Percy aveva una voce da tenore bella e melodiosa. Chi mai l'avrebbe sospettato in un draghetto bianco e vaniglia! Henrietta intonava il tema di fondo e suonava un immaginario violino, la cui musica si generava magicamente.
Ah, l'intelligenza dell'universo! Quanto era potente! Nessun software ultratecnologico sarebbe riuscito a eguagliarla. Neanche un briciolo di meraviglia in loro per la sinergia che sembrava scaturire dagli alberi, dal cielo, dal Creato tutto. Erano parte di un prodigio dalla consistenza talmente reale da non dubitarne.
Scherzando e ridendo, quindi, arrivarono al fiume, alle sue acque turchesi, alle robinie, ai rovi, ai cespugli di vitalba e caprifoglio, ai pioppi e ai salici rigogliosi tra i cui fusti inscenarono lieti giochi innocenti.
Armonie di una gita in piena letizia.
Grazia pura.
Finché non avvertirono un guaire flebile.
Si precipitarono, Henrietta e Percy, verso il luogo da cui sembrava arrivare il richiamo e giunsero con il fiato corto a una piccola ansa riparata da degli imponenti massi disposti in semicerchio attorno all'acqua a formare un primitivo tempio naturale. E là, in un'erosione profonda della pietra di centro videro un cane riverso nel fango. Sembrava un Setter. Uno dei numerosi spesso abbandonati dai cacciatori. Lo raggiunsero e, mentre Henrietta lo esaminava per vedere se avesse qualche frattura, scoprendolo maschio, Percy le posò il muso sulla schiena e le disse: Te l'avevo preannunciato che questa sarebbe stata una giornata speciale. Ecco, lui sarà il tuo compagno per molti anni e io vi scorterò con il cuore. Ho svolto il mio compito. Entro breve non mi vedrai più. Ma non per questo non sarò accanto a voi. Sono un'infinitesima parte dell'anima che fa vivere l'universo. Io sono voi e voi siete me. Addio, amica cara. Adesso posso tornare in pace al mondo mio d'origine.
E sparì.
Con le guance inondate di lacrime e una sofferenza atroce che la lacerava, Henrietta raccolse l'infelice vittima della crudeltà umana e filò rapida verso casa. Percy era al suo fianco, lo sapeva, e la confortava la convinzione che non fosse scomparso completamente.
Ma non di dolore.
Di gratitudine.
martedì 15 agosto 2023
Poesia e Prosa / 145474: Storia di Bacca. Lirica di Irene Navarra.
Emily Dickinson con la poesia "I had been hungry" [F439 (1862) / J579 (1862)], e Angelo Branduardi con la ballata "Rosa di Galilea" mi hanno condotta per mano lungo sentieri inusitati, che mai avrei pensato di percorrere.
Se così fosse veramente, il mondo sarebbe meno oscuro.
Se vuoi conoscere la leggenda alla base della ballata di Angelo Branduardi
ma il vecchio giardiniere rinunciare come può
all’ultimo suo fiore, se l’Inverno viene già.
Già ero vecchio e stanco, ma la volli per me
e il sorriso della gente di nascosto accompagnò
il mio andare verso casa e l’Inverno viene già.
Lei era la più bella che avessi visto mai,
sorrideva tra le ciglia e il mio cuore riscaldava,
era l’ultimo mio fiore e l’Inverno viene già.
Poi anche il mio ciliegio a suo tempo maturò,
lei venne un mattino a chiedermene i frutti:
“Devo avere quelle ciliegie, perché presto un figlio avrò.”
Io guardavo le sue guance, più bella era che mai,
e sentivo dentro me già crescere la rabbia:
“Chiedi al padre di tuo figlio di raccoglierle per te!”
Sorridendo come sempre, le spalle mi voltò
e la vidi in mezzo al prato verso l’albero guardare,
era l’ultimo mio fiore e l’Inverno viene già.
Fu il ramo suo più alto che il ciliegio chinò
ed il padre di suo figlio così l’accontentò…
Già ero vecchio stanco per prenderla con me,
la sua pelle come rosa… Rosa di Galilea.
martedì 11 luglio 2023
Poesia / Frammento 58: Afrodite la bella, le sue parole (Ritratti).
Irene Navarra, Afrodite, AI e Grafica, 11 Luglio 2023 |
Dice Afrodite:
"Il bacio più impudicoè quello che ti allettacol marchio corrosivodella Santità.Il Desiderio spiritualefa dell'animaun'aquila accecata.L'Amore è inveceil velo delle Grazie sulla pelle.Il suo sorriso penetra gioiosofin dentro la mente".
venerdì 23 giugno 2023
Poesia / Cronaca: Pietre sul cuore.
Irene Navarra, Pietre sul cuore, AI e Grafica, 23 Giugno 2023. |
L'hanno sepolto, questo mio cuore,con pietre tutte spigoliche premono e perforanosolo al posare i palmi.Ho un tumulo nel petto.Senza corredi e offerte.Mi sento morta.In modo strano.Partecipo al respiro,ma mi sembra d'altri.Viene da lontanoE il battito intona un ritmo cupo.Barbarici strumenti a percussionelo spezzeranno a forza di colpire.Lo strappo dal costato,questo cuore inutile,e lo regalo al fiumeche mi chiamacon flebile sussurro.Le pietre del dolore non mi tradiranno.Nel fiume ha la sua storia ineluttabile:quieto riposo in trasparenza d'ambra.Io con lui.
lunedì 19 giugno 2023
Poesia / Perché parlare (da "Omnia Carmina").
Irene Navarra, Chi chiamo amore, AI e Grafica, 19 Giugno 2023. |
solo allora
martedì 13 giugno 2023
Poesia / Cronaca: Non sa più le tempeste.
Irene Navarra, Dialogo segreto, AI e Grafica, 12 Giugno 2023. |
Non sa più le tempestel’Azzurra Creatura dal cuore di cristallo.
Lei, cavalla dalla corsa silenziosa,
brilla nell’aria attorno a noicome una lucciolache ormai non ama solo il Buioe insegue vie inviolateforte della sua stessa Luce.E tu, giovane amicodal cuore dilaniato a morsi amari,quando la brezza fruscerà improvvisa- lieve sul volto come un tocco dolce -o un’ape ronzerà pianissimo al tuo orecchio,saprai che Lei ti parla del suo mondo,sfiorandoti radiosa con le sue ali d’Angelo.
venerdì 9 giugno 2023
Poesia / Orme ( da "Dettagli").
la perdita di chi ami porta pensieri cupi.
Il pessimismo incalza, dunque.
Irene Navarra, Orme, AI e Grafica, 9 Giugno 2023. |
una pesante lente da navigatore
sopra il cuore, c'impossessiamo
dello spazio esteso che l'onda
anomala ha lasciato sulla riva.
Anfratto dopo anfratto
sedimentiamo tante storie.
Costruiamo torri e campanili
in una calma satura di lutto
sotto un Sole indifferente
che non vede orme.
E tantomeno l'ombradei nostri deliranti passi.
Se vuoi saperne di più su Dettagli, segui il link Qui.
E poi Qui.
E Qui alla Sezione Vetro.
mercoledì 7 giugno 2023
Prosa / Racconto breve: Paco in dialogo con la Signora dal sorriso radioso.
Era il mio Paradiso.
Dappertutto colava il miele più dolce: la pappa era buonissima, le carezze intense e morbide, c'erano i baci, la poltrona vicino al camino, il tappeto che s'intonava con i miei colori di splendido Golden biondo. Ovvero il tappeto Blu e Oro su cui medito ogni giorno. C'era anche una canina Bianco-Nera di nome Asia. Una Border Collie. Davvero unica. Sai che le facevo la pipì nella ciotola all'inizio? Volevo che fosse tutto mio. E sai la cosa più più, nessuno mi ha mai sgridato. Che meraviglia! mi sono detto. E ho iniziato a vivere davvero.
(e qui Paco
canta)
Tell me something, boy:
Aren’t you tired tryin’ to fill that void?
Or do you need more?
Ain’t it hard keeping it so hardcore?¹
Dimmi qualcosa, ragazzo:
Non sei stanco di cercare di riempire quel vuoto?
O hai bisogno di più?
Non è difficile resistere così tenacemente?⭐
E mi raccontava, poi, che non bisogna accontentarsi, che bisogna andare a fondo in tutto. E io così ho fatto con loro, ho approfondito tanto la mia relazione che ci ero tutto dentro. E non vedevo la superficie. Che avventura stupenda! Ogni giorno era migliore del precedente. Forse troppo? Non si deve mai esagerare, perché quando arriva la fine sei di sicuro troppo triste.
Signora - Ti senti molto triste, adesso?
Paco - No. In verità. Mi sento luminoso. E questo mi piace. Guarda le mie zampe: sembrano simili alle tue mani in un certo senso. Sprizzano Oro. Un'evoluzione del mio magnifico pelo?
Anche la coda pare un ventaglio di pagliuzze dorate. Che roba! Mi sto impreziosendo.
Signora - E ti pare poco? Stai approfondendo. Oggi comprenderai del tutto il messaggio della tua Silvia, Che resterà tua per sempre. Tu sarai legato con una cordicella di Luce a Silvia, Federico e Riccardo. È una cordicella che non trattiene e non strappa, ti avvisa solo con uno scampanellio dolcissimo che è il momento di correre da loro.
Paco - Questo mi rallegra. Allora, facciamoci Luce! Si sta alla grande senza corpo. Però, Signora, cancellami un po' di ricordi. Quelli brutti. Potrebbero rovinarmi lo splendore. Quelli belli fa' che restino. Rendono la mia Luce calda calda. Piena di Grazia.
La Signora dal sorriso radioso annuì e gli grattolò la testa, spargendo porporina attorno.
Così Paco prese la via del cielo in un brillare accecante.
E, mentre approfondiva la relazione nuova, intonava versi suoi sul ritmo di Shallow. I versi, in effetti, furono percepiti all'unisono dai suoi tre adorati umani. Senza, peraltro, che paresse loro strano. Alla fine si colse un abbaiare soffiato e lontanante: Sto creando meraviglie sulla musica di Shallow. Arrangio anche qualcosina.
Provate a cantarle se non ci credete.
Ma solo se la vostra voce è buona.
Avete mai visto brillare la Luce?
Ecco, così respiro io,
Paco, in corsa con il frisbee
di luccichio in luccichio.
7 Giugno 2023