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mercoledì 31 gennaio 2024

Prosa / Racconto breve: Fratelli.


Riconoscersi.


P_Irene Navarra, Pippo e suo fratello Theo, AIArt e GraphicArt, 31 Gennaio 2024.



    La stessa espressione in Pippo e in Theo.
    Che somiglianza! Si nota al volo, considerò Isa che stava guardando dal portico l'andirivieni del suo Setter e aveva assistito al loro incontro casuale.
    Era stata avvertita che sarebbe avvenuto prima o dopo.
    Prima o poi Pippo sarebbe incappato in qualcuno della sua famiglia e l'avrebbe riconosciuto per l'intenso sentore di gelsomino che era loro dato genetico.

    Pippo, sin dal mattino presto, era indaffarato con certi suoi interessi di scavo programmati su quattro zampe e molto utili al paesaggio del giardino. Muso a terra, cercava tracce particolari e residui olfattivi che agli uomini non era dato avvertire.
    Theo, invece, era caduto da una nuvola, scivolando accidentalmente sul suo bordo cedevole mentre la compattava per farci una sorta di nido in cui sognare.
    Era un essere speciale della razza dei Divini. Da pronunciarsi all'inglese con un'intonazione blesa che doveva far pensare all'aristocratico distacco delle loro consuetudini.
    Theo cadde, dunque.
    Planava con eleganza e un evidente qual piacere sul giardino rigoglioso che era il regno di Pippo Magnifico Setter.
    Gli abiti bianchi veleggiavano nell'aria attorno al suo corpo snello: si gonfiavano nelle giravolte da acrobata e sgonfiavano nelle filate piatte che acceleravano l'attimo finale dell'impatto. Sul volto - affilato e bellissimo - aleggiava un sorriso compiaciuto.
    Solo all'ultimo dispiegò le candide ali  e atterrò su un cespuglio di peonie rosa pallido, felice per quell'incontro ravvicinato.
    Pippo sentì il plonf del suo arrivo e si sollevò dalla buca scavata ad arte per osservare.
    Tutto il corpo nello scavo sotterraneo e il muso bianco e nero emerso, le lunghe orecchie vibranti e spettinate, gli occhi d'ambra a rovistare la scena, il naso in allerta.
    Lo vide, infine, e una gioia immediata lo pervase.
    Era suo fratello.
    Lo capì al volo.
    I legami famigliari non si cancellano.
    Le affinità elettive ancora meno.
    L'aspetto fisico è una cosa, può ingannare, ma il cuore... Il cuore batte in ritmo sincrono con quello di chi ami.
    E lui, Pippo, aveva piena coscienza di chi era nel mondo degli umani e di chi sarebbe stato nel mondo altro.
    Nella vita ventura anche lui sarebbe diventato uno dei Divini. Gliel'aveva sussurrato il Creatore mentre lo deponeva tra le mani di Isa e Aron Altomonte il giorno della nascita.
    Cane fortunato, gli aveva detto, questa è l'ultima tappa prima del transito definitivo al cielo dove sarai un essere angelico. Sii buono e sarai premiato.
    Che soffiata! aveva pensato Pippo. Farò davvero il bravo. Lo prometto sul mio tartufo, che intuisco essere importantissimo, data la sinfonia di odori che sta fiutando, tra cui il profumo del latte di mamma.
    Questo nel primo giorno della sua esistenza, il resto è storia: Isa, Aron e Pippo formavano una famiglia molto unita. Si amavano profondamente. Un nastro rosso li teneva legati e loro stringevano i nodi perché non tolleravano il pensiero di perdersi.
    
    Pippo uscì d'un balzo dalla buca e si catapultò addosso a Theo. Immaginatevi fiumi di bava e salti e abbaiate. In stile Setter scatenato naturalmente.
    Pippo e Theo giocarono a lungo insieme mentre Isa dal portico li teneva d'occhio.   
    Conosceva Theo.
    L'aveva visto carambolare nel cielo sopra la sua casa e sapeva che un giorno o l'altro sarebbe accaduto qualcosa che l'avrebbe fatto incontrare con il suo Pippo.
    Così era successo, rifletté. Un po' intimorita perché temeva che Pippo li avrebbe lasciati per seguire Theo.
    Intanto angelo e cane si stavano allenando alla camminata più snob del secolo. Avanzavano per i vialetti sculettando (Theo), e sculettando e scodinzolando (Pippo). Sembravano due modelli leggermente alticci in passerella. Altri giochi come saltare a piè pari / zampe pari le aiole delle azalee o tuffarsi tra il muschio, gli ellebori e le felci sotto il muro di cinta, erano in continua creazione, a rischio e pericolo della salvezza globale del giardino. 
    Ma non importava, decise Isa.
    Pippo si stava divertendo e ciò le era sufficiente.
    D'improvviso Pippo la vide e volle coinvolgerla. Le corse incontro e la strattonò per la veste. Lei si mosse e si unì all'improbabile duo che allora diventò un trio davvero improbabile: un cane, un angelo e un'umana si misero a rincorrersi.
    Con gioia inenarrabile.
    In perfetta letizia.
    Il Creatore assisteva sorridendo. Quello era il futuro.
    
    Quando Theo sentì di dover ritornare alla sua dimensione azzurra sopra le nubi, ci fu un istante di incertezza. Theo accarezzò Pippo sulla testa, Pippo si rivolse a Isa, Isa pianse. Pippo la scrutò piegando un po' il muso a destra nel suo tipico vezzo interlocutorio, si girò verso Theo, abbaiò in sordina e si spostò al fianco di Isa.
    Aveva scelto.
    Il Sole espanse i raggi in segno di assenso e il Creatore si sedette soddisfatto sul suo trono di gemme a contemplare il piccolo angolo di Paradiso in terra che era il giardino di Isa.
   Si stava formando bene un altro angelo.
   Per il momento aveva la coda e lunghe orecchie nere. Poi si sarebbe divertito a renderlo il più luminoso possibile.
    E molto somigliante a Theo.
    Erano davvero fratelli.
    La discendenza era la stessa.
    Tutti bravi Setter destinati a un'evoluzione strabiliante e necessaria per l'equilibrio dell'Universo.
    I loro nobili cuori contenevano le doti di gentilezza adatte al ruolo.
    Sic fiat! sentenziò il Creatore, accingendosi a schiacciare un beato pisolino dopo la visione di tanta Armonia.


P_Irene Navarra, Fratelli, AIArt e GraphicArt, 31 Gennaio 2024.


venerdì 1 dicembre 2023

Poesia / Frammento: Protezione.


Nella Natura la Pace.

Irene Navarra, Protezione, AIArt, 1 Dicembre 2023.


Al collo una collana di bacche di tiglio.
Fruscianti bacche e stami intrecciati or ora.
La sfioro.
Sotto le dita colgo vibrazioni.
Niente più vortici nel petto.
Niente parossismi ansiosi.
Solo profumo che dilaga.
La mente tace assorta.
E l'armonia si fa topazio
fulgente dentro il cuore.


domenica 28 maggio 2023

Poesia / Cronaca: In questa notte chiara e senza vento.


Dialogando con la Luna in una notte chiara e senza vento.
E sussurrarle in dedica alcuni versi di John Deacon dei Queen in You're my best friend.
Anche questo può essere un buon viatico alla vita.


Irene Navarra, Notte chiara, AI e Grafica, 27 Maggio 2023.


In questa notte chiara e senza vento
ritornano i ricordi.
Non quelli buoni.
Sono un'arpa scordata
che solo la Luna sa suonare
con i suoi rari aloni opalescenti.
Un'arpa che non ha nulla di sacro.

- Sì, mi accontento di alti e bassi,
ora a guardare da nubi stratiformi
le cose della terra, 
ora a scavare in emersione
dalla tana di talpa
che mi credevo un buon rifugio -

Così aggiungo la mia voce,
tanto esilmente timida
che la natura avrà pietà
del delirare sussurrato del mio canto:
"Ooh, you make me live
Whatever this world can give to me
It’s you, you’re all I see
Ooh, you make me live now, honey,
Ooh, you make me live."
I Queen, lo so che mi perdoneranno
se rubo i versi di John Deacon
e li dedico alla Luna.


Dalla canzone dei Queen: You're my best friend
(Autore: John Deacon) in A night at the Opera, pubblicato il 21 novembre 1975.

"Ooh, tu mi fai vivere.
Tutto ciò che questo mondo può darmi
sei tu, sei tutto ciò che vedo.
Ooh, mi fai vivere adesso, tesoro.
Ooh, mi fai vivere."


sabato 27 maggio 2023

Poesia / Tanka 47: Nel Limbo del Tramonto.

C'è un momento dell'arco temporale del dì che diventa propriamente terreno ed è quello del Tramonto, quando cioè il Sole naufraga di colpo dietro l'orizzonte, lasciandoci in un Limbo di luce e nella sua nostalgia.
A poco a poco ci viene negato il cielo, dunque.
E noi, orfani del nutrimento primario, sappiamo solo il contatto duro con la terra.
Ma andiamo comunque. Andiamo avanti.
A ritrovare la Città invisibile che è nostra
e ci vive solo nel cuore mentre la Notte dilaga.
La Notte che tutto copre con il suo mantello per sottrarlo alla Luna, pronta a scostarne un lembo e apparire - perlacea, lontana - per darci conforto.

Irene Navarra, Verso il Limbo del Tramonto, AI e Grafica, 26 Maggio 2023.

Di campo in campo
col Sole che tramonta
andare lenti -
Serenità preziosa
nell'ora più terrena.
#Tanka 47

U-May

giovedì 25 maggio 2023

Poesia / Tanka: Nel Loto la via.

 

(IQ48), Dal fango la purezza, AI e
Grafica, 25 Maggio 2023.
 

Oh, riposare
su un letto vegetale!
Sempre che il Loto
ti offra il suo rifugio
tra petali di seta.
#Tanka 45

E nel profumo
dilagante in dense scie
- a occhi chiusi -
farsi stupore bianco.
E diventare intesa.
#Tanka 46

IQ48

Meditando, naturalmente, annullati nel fiore del Loto, nel suo profumo inebriante.
Lasciarsi stordire dalla forza millenaria che infonde in te, con la saggezza profonda dell'acqua da cui nasce.
Indossare la sua veste pura,  trascolorante a poco a poco nel decadere dell'inevitabile trasformazione.
Se inspiri il Loto Bianco, prendi coscienza anche del suo maturare: dal Fango in cui si propagano le radici alla Luce che lo fa sbocciare.
A cui Lui tende.
Lungo un processo sempre sulla soglia della Morte.
Morte in sé.
Dal suo Verde il viaggio verso la Luce.
Salute e Vita.
Dal suo Bianco l'accettazione che nella Luce c'è la Morte.
La Bella Morte.


(AI48), Petali di seta, AI e Grafica, 25 Maggio 2023.


sabato 20 maggio 2023

Poesia / Tanka 44: La mia meditazione è un fatto cellulare (Secondo racconto).

 

Irene Navarra, Nel farmi niente, AI e Grafica, 20 Maggio2023.

Talvolta voglio
essere puro niente:
una corona
di pistilli per l'ape
che viene dal giardino.
#Tanka 44

IQ48

Fondamentale il concetto del niente nella meditazione. La riduzione progressiva di qualsiasi aspetto della personalità dona una serena apertura alla contemplazione profonda e, di conseguenza, alla coscienza del proprio posto nell'universo.
Da qui, da tale prodigiosa agnizione, scaturisce il mutarsi in positivo: migliore salute nella tranquilla accettazione dell'essere ciò che siamo, ovvero: armonici intrecci di legami naturali, concatenazioni spontanee e in sé perfette.
Corone di pistilli o spine di rose, soffi di parole oppure sorrisi muti, lacrime... Emozioni. Questo siamo.
A occhi chiusi, quindi, seduti comodamente nel nostro angolo preferito, mani aperte l'una dentro l'altra, proviamo a sentirci niente. Per paradosso più la nostra sostanza si mortificherà, più brilleremo.


mercoledì 17 maggio 2023

Poesia / Tanka 43: Bianco - Caffè (Meditazione cromatica) .


Ci si può riarmonizzare con il mondo, appena svegli, grazie alla solita tazza di caffè?
Certo che sì. A me succede ritualmente ogni mattina.
Basta che nessuno e niente mi disturbino.
Il profumo del caffè, il suo colore, il colore della tazza sono tutti elementi che mi predispongono al successo.
Mi siedo al mio angolino del tavolo della cucina con la Moka fumante davanti, e mi accingo alla funzione quasi sacra del versare il liquido bollente nella tazza Bianca con il manico e il fondo tinta Caffé.
Lo faccio.
E aspetto.
Il Bianco mi calma la respirazione, il Caffè come colore mi stimola i pensieri, anche cupi, che il Bianco diluisce con la sua tranquilla influenza.
Un andare e venire continuo e piacevole.
So che la mia testa accorda e disunisce.
So che il Bianco e il Caffè si accordano in unità profonda.

E mentre il Bianco si espande in tutto il mio essere preparandolo al momento del primo sorso aromatico, all'intimità del Caffè che ti pervade la bocca e stimola i sensi, mi accoccolo in una sorta di tregua. Inspirando tracce di Bianco spruzzato di Caffè ed Espirando alienazione subdola.
Bianco e Caffè vanno oltre il contrasto e si uniscono nei miei dieci minuti di pace speciale.
Perlopiù questi piccoli esercizi di Meditazione spontanea mi bastano per il resto della giornata.


(IQ48), La mia droga, AI, 17 Maggio 2023.


Tazza di caffè -
Mattina - Naufrago in te.
E tu ti esalti
portando ebrezza nera
dentro la profonda me.

IQ48

domenica 14 maggio 2023

Poesia / Frammento 52: E camminare (Meditazione cromatica in Verde, Azzurro, Oro).

 


Ci sono momenti della vita in cui ti pare di non poter più respirare. Attorno il buio incalza. La pena sta per avere il sopravvento.
Adesso, per me, è uno di quelli.
Devo ricorrere all'Azzurro delle montagne stagliate nette all'orizzonte, al Verde dei prati, all'Oro del Sole che forza per entrare nel mio mondo attualmente cupo.
Devo.



Irene Navarra, Verso i Monti Azzurri, AIG, 14 Maggio 2023.


 
E camminare verso i Monti
Azzurri per la distanza,
guardando al Verde che calpesto
e non vorrei,
al cielo cilestrino
che spesso non mi accoglie.
La meta è là.
Tra terra e cielo
c’è la salvezza dal silenzio umano.
Là dove parla Dio.

Lungo il sentiero esisto a malapena

come chi è stravolto dall'arsura e deve bere
ma l'acqua è solo l'infinita ombra di un sogno.
E i Monti Azzurri dove tutto è fresco
disegnano profili irraggiungibili.
Stille di sale rigano le guance,
in bocca non ho più saliva.
Allora mi accoccolo sull'erba,
chiudo lenta le palpebre,
comando al cuore di sedare il battito,
rallento il mio respiro
e inalo Verde luminoso.
Mi abbevero dell’Oro
che illumina il cammino.
Non so se arriverò al traguardo,
a quell’Azzurro in cui cadrà la pena
sfaldandosi in petali leggeri,
so però l'altalenare ritmico del petto:
Inspiro / Espiro splendore puro.
E il cuore torna a compulsare.


giovedì 11 maggio 2023

Poesia / Verso le stelle (da "Il tempo delle parole", 1992).

 

Proprio non so se ho fatto bene a rileggere quando andavo scrivendo nelli anni '90.
Anni davvero di piombo, quelli.
Così pesanti che ne porto ancora i segni sulle spalle.
Solchi profondi, tatuati da una sofferenza del tutto immotivata, inutile.
Mi piace quello che ho davanti agli occhi, impresso con la mia Olivetti Lettera 22 su carta senza pretese tanti anni fa.
Mi piace, ma mi fa male al cuore perché con le parole riaffiorano emozioni che sarebbe meglio dimenticare.

La vita va vissuta intensamente, soprattutto in quanto di buono ci dà.
Il resto buttiamolo pure alle ortiche e calpestiamolo, più e più volte, sotto le nostre scarpe che molta strada hanno percorso.
Calpestiamolo convulsamente per inibirne il ritorno.
Ché non turbi la serenità raggiunta con il perdono.

In questa lirica, però, devo salvare l'accenno all'odio come fonte di male per noi, umani così ottusamente immersi in una propensione solo personale.
E spesso troppo concreta.
"Con l’odio non si salda l’uomo alle stelle."
Niente odio nelle mie giornate. Mai.
Perché preclude la possibilità di cogliere l'Armonia dell'Universo.


(IQ48), Verso le stelle, IAG, 11 Maggio 2023.


"Con l’odio non si salda l’uomo alle stelle"
mi ripetevo quando una ferita,
un altro graffio nella meraviglia
di credere la vita
bianca e calda,
assottigliava la fraterna consistenza.

In quei momenti l’unica ragione
era abbracciarsi dentro,
stringersi forte fino ad appiattirsi
in una nebbia priva di persone.

Mi rimaneva poi solo tristezza
a farmi grigia e sconsolata,
lontana ancora
dal cammino delle stelle.