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giovedì 19 dicembre 2024

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Della noia (Meditazione in Rosa).


Nell'Aurora, dopo una notte insonne, tutto si chiarisce.
E ci si riconosce.
Con lucida profondità.
 
P_Irene Navarra, Nell'Aurora, AIArt e GraphicArt, 19 Dicembre 2024.


Attirata dalla luce
che entra nella stanza
a passo timido
in quest'Aurora gelida di metà Dicembre,
mi stupisco delle sue mani rosa
in rapide carezze tra le tende.
Non ho dormito.
Distesa sul divano contemplavo:
il silenzio della mente in pace,
il crepuscolo dei sogni più improbabili,
 e la malinconia come una serpe
sgusciante sopra i muri.
Evocazioni d'Eden per me
già pronta al volo con gli Angeli maestri.

Posso stare immobile per ore
e non provare noia.
Anche un corpuscolo di polvere
che danza
mi avvolge con il suo suadente miele.

La noia è un tossico
che non conosco.
Non un deserto,
né un greto in secca
sono noia.
Essi hanno storie e suoni.
Voci rimbalzano tra granelli e sassi.
La sabbia porta frusci d'oro e quarzo,
i sassi parlano lo scorrere del fiume.
Di noia non si muore.
Ci si isterilisce
È un Vuoto cosmico
che non figlia semi.
Io non lo provo mai.


P_Irene Navarra, Meditazione in Rosa, AIArt e GraphicArt 19 Dicembre 2024.

domenica 10 novembre 2024

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Crepuscolo d'opale.

 

Irene Navarra, Crepuscolo d'opale, AIArt, 10 Novembre 2024.



Non ci riesco.
È chiaro ormai.
Proprio non ci riesco
a penetrare questo crepuscolo
d'opale liquido.
Seduta sotto il portico intuisco:
i rami dei miei faggi sono tutt'uno con il cielo.
Così si adornano di gocce traslucenti.
Le vedo belle,
le sento come gemme attorno a me
ma non ne faccio parte.
Sono tagliata fuori
da tutto ciò ch'è condiviso
nel giusto stare Cosmico.

Va bene.
Chiudo gli occhi
assorbo piano il lento tramontare
che sorride dall'ultimo Orizzonte,
divento granello di pulviscolo perlaceo
e mi traghetto nell'Essere infinito
finora mai violato.
Forse è il senso assoluto di mancanza
che te lo fa trovare.
C'inciampi per un caso
e all'improvviso sai:
noi siamo creature fragili,
imperscrutabili con occhi umani.
Allora, se ti lasci andare
in quella cellula di Dio
che è il crepuscolo d'opale
nell'aria del giardino,
sarai contenitore e contenuto.
Universale.


Irene Navarra, I faggi del giardino in un crepuscolo d'opale, AIArt,  10 Novembre 2024.


sabato 10 agosto 2024

Poesia / Cronaca: Stelle cadenti? Meglio di no, grazie (nella Notte di San Lorenzo).

 
Per non credere ai falsi miti delle stelle cadenti che realizzano i nostri desideri.

P_Irene Navarra, Stelle cadenti, AiArt e GraphicArt, 10 Agosto 2024.


"E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!"

Giovanni Pascoli, Myricae, X Agosto, vv. 21 - 24.


Rivolti al cielo speriamo
di non vedere il solito spettacolo
delle Perseidi il X Agosto.
Speriamo in astri che non cadano.
Stelle affisse nella Notte
per noi che qui restiamo
a rantolarci l'ora
fino al sorgere del Sole
quando la Luce viene
e sembra bersi il male
delle stelle in frana ciclica.
Allora c'inondiamo di fulgore
nel tempo che ci scorre chiaro.


P_Irene Navarra, Stelle cadenti? Meglio di no, AIArt e GraphicArt, 10 Agosto 2024.


giovedì 20 giugno 2024

Poesia / Cronaca: Il mondo capovolto.

Durante la mia Meditazione cromatica giornaliera
accadono eventi inusitati.

Un passo dopo l'altro, contandoli, vado nella mia campagna.
Le foglie rigogliose dei gelsi, dei sambuchi ancora in fiore mi fanno da raggera.
Cammino protetta dalle loro mani grondanti linfa,
e guardo la terra, il suo corpo secco nella calura.
Il cielo intanto si avvicina, fa suo il fogliame, lo irretisce penetrandolo deciso.
Così avviene che, all'improvviso, tutto perda le sue radici
e ne riformi di nuove.
Singolari.
Sento la Bellezza della recente dimensione.
Sono al posto giusto nel momento giusto.
Profondamente conscia di aver sovvertito canoni all'apparenza immutabili.
In perfetta innocenza.


P_Irene Navarra, Sovvertimento, AIArt e GraphicArt, 20 Giugnbo 2024.



E poi il mondo si rovescia.
Il cielo sprofonda tra il fogliame
mentre l'ocra della terra sale
a simulare il Sole.
Vivo in un mondo capovolto
dove tutto è lecito.
Un battito di ciglia,
l'articolarsi delle dita,
un passo arioso nella mente immobile
che simula il pensiero creatore,
e mi proietto consenziente
in dimensioni naturali,
anche se sovvertite.
Potere sovrumano della Fede.
Essere sé e Altro da sé.
Vedere cangianti sfumature in movimento
anche nella materia statica.
Credere.
Sì. Credere.

martedì 26 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Io sono vento.



Irene Navarra, Io sono vento, AIArt, 26 Dicembre 2023.



Io la conosco intimamente.
Lei, la Bora, mi abita
come se fossi sua.
La sento prima dello scoppio
nel fremito dei rami
pronti alla battaglia.
E mi preparo.
A danzare resa polvere lucente.
Nell'arido respiro
che invade la mia gola
stacco il legame con la terra.
E volo.
Non ho più peso
tra i refoli impetuosi.
Avvolta da nubi sfilacciate
ritrovo l'urlo che scioglie la materia.
Io sono vento.

Irene Navarra, Sorella Bora, AIArt, 26 Dicembre  2023.






martedì 19 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Respiro nel vento.

 
Quando soffia la Bora, la campagna diventa il mio teatro di trasformazione.
Chiudo gli occhi e mi abbandono a Lei.
Così mi riconosco.
E mi placo.
Sono un respiro nel vento.


P_Irene Navarra, Respiro nel vento, AIArt e GraphicArt, 19 Dicembre 2023


Come un respiro nel vento
questa vita.
La Bora mi accompagna
e fiata suoni duri
contro chi mi assale.
Inalo polvere lucente
mentre festuche pallide
in vortice violento
ghirlandano i capelli.
Scuoto la testa.
Non reggo il peso di corone.
Nemmeno naturali.


mercoledì 6 dicembre 2023

Prosa / Il sogno del vecchio Susino.


Il Ciclo di Susino si conclude con questo racconto di quanto successe nel Novembre del 2009.


P_Irene Navarra, Nell'attesa, AIArt, 5 Dicembre 2023.


    Lui, Susino, frusciava i suoi racconti la mattina molto presto. Preferibilmente d'estate.
    I fiori, i frutti, le foglie, il tronco, i rami lisci, le radici nodose, affioranti dalla terra come nocche contorte di mani in emersione, tutto di quell'essere colmo d'anni narrava un'esistenza singolare.
    Pensai fosse un uomo trasformato in albero. Costretto a sentirsi la pelle di corteccia, ingabbiato in quel fusto nemmeno maestoso per qualche colpa innominabile.
    Se me ne stavo in giardino, intenta a una delle tante necessarie faccende quotidiane, sentivo i suoi occhi puntati addosso come le canne doppie di un fucile da caccia.
    Occhi che, naturalmente, intuivo solo io.
    Ero convinta che mi odiasse.
    E mi tenevo alla larga.
    Poi, però, qualcosa iniziò a cambiare.
    Impercettibilmente.
    Scivolavamo piano verso una comprensione sovrumana.
    Il primo passo lo feci io, quando gli lessi alcuni pensieri dedicati alla sua fragilità di vetusta pianta ancora tanto generosa di doni fragranti in Agosto.
    Doni che raccoglieva mia madre.
    Solo lei.
    Credo che si capissero profondamente.
    Slava lei, un po' sciamana; di origine serba lui -  mi avevano detto -, un po' stregone. Forse figlio del Kresnik.

    Gli lessi, dunque, qualche riga di quelle solite mie, nutrite di empatia naturale.
    Intendevo la sua solitudine, affermai. E lo adornai di un nastro rosso che faceva da contrasto ai suoi frutti viola scuro, sfarinati di bianco lucente e con una punta giallo sole all'attaccatura del picciolo.
    Mentre parlavo e agivo, lui scuoteva rami e foglie. In assoluta mancanza di vento.
    Colsi l'assenso.
    E continuai il rito.
    Impreziosendolo di nastri di vario colore.
    Susino abbassò le difese e mi accolse tra le sue braccia sottili.
    Mai avvenne tra due creature diverse
abbraccio più affettuoso e carezza più dolce.
    Fui l'amica intima di Susino per molto tempo, finché...
    
    Si era d'Autunno.
    Il 29 di Novembre.
    Correva l'anno 2009.
    Quella mattina, mentre lo rivestivo di veli color ambra, adatti all'ambiente pennellato di arancio e giallo, sentii che si stava compiendo il suo ciclo vitale. E il cuore mi si spaccò come una melagrana matura.
    Le guance si inondarono di lacrime brucianti.
    Mi volsi al cespuglio d'alloro, che gli era stato compagno, quasi a cercare aiuto.
    Immobilmente sgocciolava linfa limpida.
    Nel giardino ormai di cristallo: cince e merli muti; in cielo: nubi sbozzate dal marmo, una luce gelida sopra la casetta di legno dietro Susino.
    Allora posai le mani sul suo tronco per accompagnarlo nell'andare.
    E disperata lo guardai mentre gli si apriva il costato ormai scarno.
    Si apriva con uno scrosciare di noci spaccate.


    Mi appoggiai allo steccato e chiusi gli occhi.
    Il saluto si snodava e fluiva in correnti traslucide da me a Lui.
    Quando, finalmente, riaffiorai dal dolore e socchiusi le palpebre, assistetti a qualcosa di immenso: una figura di giovane donna interamente ricoperta di veli ambrati nasceva dai poveri resti di Susino.
    Lei splendeva di una bellezza purissima.
    Uscì con grazia dalle amabili spoglie, mi sorrise e s'involò verso la sua Vera Vita.

    La mattina dopo, svegliandomi da un sonno agro, trovai sul cuscino un piccolo ramo legato da un nastro rosso.
    Il primo che gli avevo regalato.


P_Irene Navarra, Il sogno del susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



martedì 5 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Il vecchio susino si adorna (da "Derive").

 


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

(da Controlli e Autocontrolli del mio Derive, 2009)

P_Irene Navarra, Veli, AIArt, 5 Dicembre 2023.


 Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.


"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."


Immagine generata con Stable Diffusion.
P_Irene Navarra, Nodo esistenziale, AIArt, 5 Dicembre 2023.

Per saperne di più sulla storia del vecchio susino, segui il link.


Poesia / Percezioni: Il vecchio susino (da Ambigua-Mente Poesie).

 

Storia di un albero appartenuto alla mia famiglia.
Lo adoravamo, quel vecchio susino, al punto da intrecciare nastri tra i suoi rami.
Di colore diverso, a seconda della stagione.
L'ultimo era di velo, marrone chiaro. Ambrato.
Con l'Autunno che già invadeva il giardino,
se ne andò sognando linfe nuove e soliti amici.
Così spero.
Ora, nel Paradiso degli alberi, sta germogliando e fruttificando in flusso eterno.
Qualche goccia di resina brilla per noi.
E sono lacrime di topazio
incastonate in cieli di lapislazzulo.
Perenni.


P_Irene Navarra, Il vecchio susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



Dolente per lo scempio del suo tronco
martirizzato nella foga battagliera
dal picchio rosso scavatore,
me ne sto quieta
ad aspettare la sua morte
che è sempre là
da tempo immemorabile,
descritta nelle slabbrature
di anno in anno più profonde
eppure articolata ancora
in una vita infinitesima
con la corona dell'alloro
a renderla un avvenimento,
a darle gloria effimera
da giorno equinoziale,
illuminata anche di notte dal lampione
che ama quei contorni compiacenti
in cui può riposare
e fare finta di emulare il Sole
quando si tuffa in mare.

Così passo le dita sulle sue ferite
e come un elfo stanco
dal troppo arrampicarsi
lungo le margherite e i fili d'erba
(un po' sgualciti per le orme umane),
mi stendo a schiena in giù
sul letto del fungo parassita
cresciuto tra i vuoti di corteccia,
guardo la chioma avara d'ombra,
i frutti asciutti come il greto di un torrente,
le rade braccia verderame
e mi assopisco
sicura del risveglio.

Perché la Primavera diciottenne
appena uscita dalla festa
aveva fiori a profusione,
manciate di profumo puro
e i calabroni sui petali slacciati
ronzavano la corte stabilita
dal solito copione.

P_Irene Navarra, La casetta in fondo al giardino, AIArt, 5 Dicembre 2023.

La casetta in fondo al giardino è una realtà.
Sono i fiori
E sono i fiori che ingentilivano il prato attorno al susino, svettante per molti anni alla destra del cancello del recinto.

Nei due link i riferimenti relativi ai post dedicati.


sabato 12 agosto 2023

Poesia / Percezioni: il potere delle nubi (Trasformazione in viola tempesta).

 
Mi sono interrogata sul potere delle Nubi.
È enorme.
Si esalta nelle Luce, la conquista, la usa
e la riflette attorno.
Così la Natura può diventare grigia, d'oro, viola...,
può assumere tinte e sfumature inimmaginabili.
Mentre Loro, Le Nubi, trasformano la sostanza,
insistendo particolarmente sull'acqua
che le riflette senza contenerle.
Sono le sorprendenti emanazioni
di uno Sciamano soprannaturale molto creativo.


Irene Navarra, Tempesta sul mare, AI Olio su tela, 10 Agosto 2023.




E in un tramonto di tempesta
mi faccio nube viola
e domo il mare
giocando tra le onde.
L'oro del Sole che traluce
può portarmi 
a modulare la mia furia
dentro la gloria di un momento
prima del suo tuffarsi negli abissi
dove non c'è più scontro,
se non un sordo sciabordio lontano
di duttile materia sulla costa scabra.
E là me ne sto quieta
a togliermi il salso dalle dita,
a districarmi dalle alghe,
per ritornare al cielo
come scheggia di brillante astrale.
Solo fra un po'.
Quando Lui, il Sole, tornerà
e io mi scioglierò,
resa vapore dai raggi del mattino,
o mi mescolerò all'acqua stellante della pioggia.
Di trasparenza incoronata.

venerdì 7 luglio 2023

Poesia / Frammento 53: E quelle nubi.

 

Immagine generata con AI secondo un preciso Prompt, accuratamente revisionato fino a raggiungere l'effetto voluto. Immediatamente riprodotto ad acquerello su carta di riso.
Irene Navarra, E quelle nubi, AI e Grafica, 23 Giugno 2023.


E quelle nubi all'orizzonte.
Come montagne.
Pendii innevati nell'Estate - 
candidi pensieri su fiori gialli
graziati dalla Luce del mattino.
E verde che dilaga.
Nessun suono umano.
Solo il fragile piegarsi degli steli.
Pace.

sabato 10 giugno 2023

Poesia / Cronaca: Lacrime di sangue (Sansone contro i Filistei).


Sono preoccupata per il nostro mondo.

Irene Navarra, Lacrime di sangue, AI e Grafica, 10 Giugno 2023.



Vivendo sempre a cogliere
il nucleo caldo delle cose
so che non ho chance
di stare al mondo bene.
Rotolano i dadi
in punti sghembi
e il loro ruzzolare
non avrà mai fine.
Ho lacrime di sangue
che bruciano sul volto.
Quasi io fossi una Rivelazione.
Si spegne la Bellezza
come una rosa recisa inutilmente
e messa in un vaso senza l'acqua.

Lasciate i fiori sulle loro piante,
Lasciate intatte le radici del Creato.

Il solco sulle guance
è letto di fiume carsico
eroso dal dolore
per quanto avviene sotto il sole.
Tu credi di capire a fondo.
E invece tocchi appena
la risorsa immane
che ci è stata data.
Vuoi far crollare il Tempio
sulla fondamenta?
Come Sansone fece contro i Filistei?
Non è così che va affrontata la questione.
Col cuore puro e con la mente
devi blandirla e sviscerarla.
Sì. Col cuore nella mente.
Il Dio della vendetta è distonia
scritta da noi, generazioni inconcludenti.
 

mercoledì 31 maggio 2023

Poesia / Il volo (da "L'anima clandestina" in "Margini").

 
Giochi d'estate sul far del giorno.
Lanciare un sasso bianco verso l'alto e vederlo carambolare assumendo i colori del cielo.
E poi guardare il mare e immaginare l'anima come un cormorano in volo alto e teso verso l'orizzonte.
Una meraviglia.
Questo è un canto d'esilio.

Irene Navarra, Il volo, AI e Grafica, 31 Maggio 2023.


Un sasso bianco sfiora la stella
del mattino e poi ricade
soffuso di glicine e di croco.

Non sento più la terra
con i suoi morti
impastati di fango.

L'anima clandestina vola
tesa come un cormorano
al limite del mondo.

Se vuoi saperne di più su Margini, Qui puoi trovare la silloge Esclusioni 1.

Irene Navarra, Verso il limite del mondo, AI e Grafica, 31 Maggio 2023.


domenica 28 maggio 2023

Poesia / Cronaca: In questa notte chiara e senza vento.


Dialogando con la Luna in una notte chiara e senza vento.
E sussurrarle in dedica alcuni versi di John Deacon dei Queen in You're my best friend.
Anche questo può essere un buon viatico alla vita.


Irene Navarra, Notte chiara, AI e Grafica, 27 Maggio 2023.


In questa notte chiara e senza vento
ritornano i ricordi.
Non quelli buoni.
Sono un'arpa scordata
che solo la Luna sa suonare
con i suoi rari aloni opalescenti.
Un'arpa che non ha nulla di sacro.

- Sì, mi accontento di alti e bassi,
ora a guardare da nubi stratiformi
le cose della terra, 
ora a scavare in emersione
dalla tana di talpa
che mi credevo un buon rifugio -

Così aggiungo la mia voce,
tanto esilmente timida
che la natura avrà pietà
del delirare sussurrato del mio canto:
"Ooh, you make me live
Whatever this world can give to me
It’s you, you’re all I see
Ooh, you make me live now, honey,
Ooh, you make me live."
I Queen, lo so che mi perdoneranno
se rubo i versi di John Deacon
e li dedico alla Luna.


Dalla canzone dei Queen: You're my best friend
(Autore: John Deacon) in A night at the Opera, pubblicato il 21 novembre 1975.

"Ooh, tu mi fai vivere.
Tutto ciò che questo mondo può darmi
sei tu, sei tutto ciò che vedo.
Ooh, mi fai vivere adesso, tesoro.
Ooh, mi fai vivere."


venerdì 29 gennaio 2021

Poesia / Frammento 22: Gli occhi della sera.

Oh, quel fulgore limpido all'orizzonte!
Là si compie il prodigio di una cosciente Mutazione.
Prima eri un banale grumo di carne e sangue.
Poi ti fai di materia celeste
e diventi un Essere speciale.
Perché hai saputo guardare.
E ascoltare.
E capire.

Irene Navarra, Gli occhi della sera, Fotografia.
Gorizia, 28 gennaio 2021, ore 17.28. 


Gli occhi della sera accendono finestre dentro l'anima.

Se hai il coraggio di affacciarti all'Oltre
- al suo baluginio che porta irriverente
il giocoforza di uno scarto -
non puoi più ritornare.

Stai
- le mani a coppa sopra il cuore -
a ristorarti nella Luce.