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domenica 10 novembre 2024

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Crepuscolo d'opale.

 

Irene Navarra, Crepuscolo d'opale, AIArt, 10 Novembre 2024.



Non ci riesco.
È chiaro ormai.
Proprio non ci riesco
a penetrare questo crepuscolo
d'opale liquido.
Seduta sotto il portico intuisco:
i rami dei miei faggi sono tutt'uno con il cielo.
Così si adornano di gocce traslucenti.
Le vedo belle,
le sento come gemme attorno a me
ma non ne faccio parte.
Sono tagliata fuori
da tutto ciò ch'è condiviso
nel giusto stare Cosmico.

Va bene.
Chiudo gli occhi
assorbo piano il lento tramontare
che sorride dall'ultimo Orizzonte,
divento granello di pulviscolo perlaceo
e mi traghetto nell'Essere infinito
finora mai violato.
Forse è il senso assoluto di mancanza
che te lo fa trovare.
C'inciampi per un caso
e all'improvviso sai:
noi siamo creature fragili,
imperscrutabili con occhi umani.
Allora, se ti lasci andare
in quella cellula di Dio
che è il crepuscolo d'opale
nell'aria del giardino,
sarai contenitore e contenuto.
Universale.


Irene Navarra, I faggi del giardino in un crepuscolo d'opale, AIArt,  10 Novembre 2024.


giovedì 28 settembre 2023

Poesia / Dentro: L'inizio.


Qua si parla di Dentro, la raccolta lirica pubblicata dalla Luglio Editore.
Il libro rappresenta un percorso esistenziale di scoperta e rinascita.
Questi che seguono, sono i testi introduttivi alla raccolta completa.
Il sito Artemisia Eventi ne è testimonianza di scrittura e grafica.


La prima lirica di Dentro / La sua spiegazione

Irene Navarra, Parole e Immagini, Su progetto grafico di Bewareofthevlaplayer.



    Sono una visionaria. Parole e Immagini vibrano in me di vita simultanea e premono per uscire dal chiuso. Qualche volta capita che le prime soffochino le seconde perché l'urgenza del dire è troppa. Così nelle liriche di Dentro, la cui natura è di necessità meditativa.
    Le Immagini si dispiegano solo adesso, alla rilettura dopo la pubblicazione, lungo il filo rosso del dialogo con me stessa nell’intimità del gioco alterno delle pagine. Ne rappresento qui gli sprazzi espressivi. Sono segni astratti. Ogni lirica, una serie di tracce. In ogni serie, i miei pensieri. La spiegazione dei versi sta nella mappa del disegno e nelle note a margine che collegano i due mondi, chiarendo le occasioni del comporre.
    La mia poesia è fatta, dunque, di bagliori.
    Coglierli scrivendo, è iniziare un’inchiesta rituale.
    Riprodurli nella loro forma, è fermarne per sempre il messaggio effimero.

  

L’acqua si adatta al corpo
che l’assale e la violenta nel suo grembo.
Cede. Solo in apparenza.

Dopo il passaggio si richiude
cantando la conforme compiutezza.
Un Vuoto relativo, il suo.
 

    Sette anni di vita in queste liriche. Tra riflessioni, dubbi e momentanei convincimenti.
    L'oggetto della ricerca è il sapere.
    Oppure la ricerca stessa. In forme consce, però.
    Quando scegli di puntare con fermezza alla tua meta, non c'è ostacolo che tenga. I giorni bruciano nell'attesa della notte, del suo silenzio, della veglia ineluttabile. Intendi la materia come una gabbia da cui fuggire, vorresti una condizione solo spirituale, mentre il Vuoto, il Nulla, Dio, l'Amore, l'Odio ti segnano la mente.
    Nella perdita ti annienti e riconosci.
    Grazie al dolore ho capito che la vera forza è abbandonarsi alla sua piena.
    Se reggi, puoi rinascere alle emozioni.
    Credo di esserci riuscita.
   


    I disegni e i collage grafici che completano questa sezione fanno parte del ciclo Indizi. Essi compongono una sorta di itinerario iconico, dalla natura assolutamente intuitiva, con la presunzione di affermare la loro nascita autonoma accanto alle parole. Vorrebbero, in sostanza, avere vita propria come le liriche del libro, e invece generano sensi complementari. Destinati peraltro a perfezionarsi grazie al linguaggio scritto, la cui individualità visionaria sopravvive comunque, accampando il privilegio della primogenitura.
    Le tracce cromatiche, qui abbozzate, raccontano infatti solo a posteriori la lucida follia dell'atto che graffia di segni la pagina bianca, mentre la Ragione si inoltra in un territorio sconosciuto, a volte delirante. Nulla di Surrealista le connota, non vi è spostamento di prospettiva o sovrastruttura. La Fantasia vi si sbriglia, ma lungo un binario parallelo ai versi.
Tutto è come deve essere. Bastevole a sé, in sé concluso. Naturale come il buio della notte che cancella la Luce, riaffermandola poi nel suo scolorarsi unico e irripetibile.



giovedì 29 giugno 2023

Poesia / Tanka 68: Il Tempo giovane.

 

Dopo il percorso avviato con le liriche di Pensieri parassiti,
la riflessione sul Tempo continua.
Oh, quante beffe si fa di noi!
Sin da quando nasciamo.
Per poi lasciarci poveri di Lui.
Vale, quindi, la lezione di Cassandra in Ergo:
Chi ha Tempo / non aspetti Tempo / e non anticipi / il NonTempo.

Irene Navarra, Il Tempo giovane, AI e Grafica, 29 Giugno 2023.

Guardare l'ora
sperando nella corsa.
Il Tempo ride
del nostro essere bimbi
pieni di Lui. Ah!
#Tanka 68

U-May


domenica 25 giugno 2023

Poesia / Tanka 65: Contare il Tempo.



L'Adattamento come forma di salvezza.
Ecco la ricetta di Cassandra.
U-May conferma.


Irene Navarra, L'Adattamento, AI e Grafica, 25 Giugno 2023.



Contare il Tempo
(senz'odio) nella pelle,
seppur corrosa.
Non c'è altro modo certo
per vincere il controllo.
#Tanka 66

U-May


sabato 24 giugno 2023

Poesia / Pensieri parassiti 9: Ergo (da "Omnia Carmina", 1998 - 2023).

 

Saper cristallizzare l'attimo in un presente dilatato, può lenire lo scorrere del Tempo.
La Sosta, quindi, è la soluzione.


Irene Navarra, Ergo, AI e Grafica, 25 Giugno 2023.


Tento la soluzione:
“Chi ha il Tempo
non aspetti tempo
e non anticipi
il Non-Tempo”.
 
Gli occhi bendati nel trapasso
ti fanno Sosta sottratta
al Flusso
che imbriglia l’anima
con perle iridescenti.
Finché schiudi la porta.
Davanti a te.
Varcata quella soglia
sterile e saccheggiata,
riparte la lapidazione
d’immagini evocate
e frusti dejà-vu.
Nel vuoto del Non-Tempo.
 

Poesia / Pensieri parassiti 8: Tempo e NonTempo (da "Omnia Carmina", 1998 - 2023).

 

Cassandra ha riflettuto molto sullo scorrere del Tempo e sul potere che ha.
Arrivando a una conclusione apparentemente catastrofica.



Irene Navarra, Tempo e NonTempo, AI e Grafica, 24 Giugno 2023.

 

Vivo il mio tempo
– dici – ben sapendo
che è Lui che vive te.
Algida creatura primigenia
si nutre di materia.
Così ti raggrinzisci
e spegni lume a lume
mentre irretito pensi:
Fermarlo è necessario.
Tenerlo stretto.
Amarlo.
Renderlo amante appassionato.
Incenerirlo nell’abbaglio.
Goderlo.
Come si gode l’erba la rugiada.
Prenderlo.
Come la luce prende il mare
per ammantarlo di loriche d’oro.
Farsi ferire almeno da una scaglia.

Teorizzando la suprema unione
lenisci il suo correre spietato
che ti precipita
al Non-Tempo.

E Lui,
in bocca il gusto dell’affrancamento
ma stretto ancora nei gravidi furori
del possesso,
indugia un poco
prima di lasciarti.