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mercoledì 28 agosto 2024

Poesia / Cronaca: Meditazione profonda (Vademecum essenziale).


Il mio fiume, un salice, la mia Terra benedetta.
Il resto non conta.

P_Irene Navarra, Nel Creato, AIArt e GraphicArt, 28 Agosto 2024.



Lei, la Natura, indossava gli abiti più belli.
Un Sole nitido scaldava il fiume,
che andava,
levigando il giardino del suo fondo.
Il salice scriveva con i rami penduli
in quelle brezze carezzevoli.
Raro poema di liriche istintive
nasceva come un canto
mentre la Luce scherzava tra le foglie.
Nel chiaroscuro di energie spontanee
mi sistemai sulla mia pietra solita
- gambe incrociate,
mani a palme aperte -
e meditai.

Nel vuoto della mente
sprazzi di pensieri,
lievi però,
leggeri come seta al vento.
E poi la sospensione del respiro
che si faceva lento e piano.
Fino al sentirmi al di là da me.
Fino al vedermi in un caleidoscopio di colori
ch'erano fiori, erbe, piante, cielo.
La gamma del Creato acconcia a me.
Doni preziosi per la mia anima smarrita.


mercoledì 31 luglio 2024

Poesia / Cronaca: Meditando con Billy, prodigioso Setter.


Irene Navarra, Dall'amore il sorriso, AIArt, 31 Luglio 2024.


Palpebre socchiuse,
pupille immobili dietro il velo di velluto.
Lo percepisco chiaramente: sto scivolando via.
Le mani aperte portano fiori,
il fiato quasi inesistente s'insinua
nel cordone ombelicale del mondo infine quieto.
Billy, il Setter prodigioso che mi è accanto,
si fa statua. Perle ed ebano, il suo pelo.
Parla con me da distanze siderali
seppure in me, nel nido del mio cuore.
Tutto viene dal vuoto.
Più vero d'ogni cosa vera.
Scendo, così, alle radici del pensiero,
galleggio nello spaziotempo,
dove mi vedo come fossi doppia.
Sento il profumo del mio cane
mentre comunico con lui Amore immenso,
ed è Anima bella fluente di energia divina,
un Sole pieno che sorride Luce.
Uniti in una sfera fulgida 
brilliamo come quarzi
appena emersi dal profondo.

lunedì 22 luglio 2024

Poesia / Cronaca e Tanka: Le vene della Terra.


 Il fiume Isonzo mi ha vista nascere.
In Lui mi riconosco.


P_Irene Navarra, Le vene della Terra, AIArt e GraphicArt, 24 giugno 2024


Anse di fiume
come vene sinuose.
Scorre la linfa
nel corpo della Terra.
Sento il suo frusciare in me.

#Tanka 102


domenica 23 giugno 2024

Poesia / Cronaca: La queste.

 

P_Irene Navarra, Dall'alto, AIArt, 23 Giugno 2024.



Il vento dell'altezza tra i capelli,
- nel corpo ancora la fatica dell'ascesa -
resto appoggiata all'ultima parete
prima della cima.
Guardo davanti a me l'infinità del cielo
e la sfera luminosa di Fratello Sole
che si sta infilando nell'Azzurro.
Sono arrivata qui dopo tanta strada.
Lei si snodava a tratti di serpente.
Io la seguivo.
Abbandonata alla mia queste
da cavaliere errante,
sapevo solo il sentimento dell'andare.
Lungo il cammino il sangue si purificava,
- occhi di luce nell'aria trasparente -.
Io volavo.

Ora riposo.
Ho bevuto lungamente a fonti alpestri,
ho mangiato la frutta acerba delle pietre,
guarito le ferite con lavanda ed elicriso.
Una rinascita essenziale armonizza la sostanza.
Dalla mia vetta presa palmo a palmo
immersa in silenzi primordiali,
profondamente chiusa in quiete sovrumana -
ammirerò il lontanante articolarsi del mio fiume.
Tutt'una con il Creatore.


A proposito della nobile parola queste, cito l'inizio dell'articolo di Goffredo Fofi: "Agli Autori contemporanei manca il gusto del Graal", pubblicato in Avvenire Rubriche il 30 Luglio 2020. È una lettura adatta illustrarne il significato.

"C'è una parola che è scomparsa dal linguaggio dei critici e forse anche di tanti storici della letteratura, meno i mediovalisti, e che si direbbe che nessun giovane scrittore e nessuna giovane scrittrice o di mezza età abbiano mai sentito nominare (con l'eccezione, credo, di Aldo Nove...). È la parola quête (o queste), che in italiano veniva tradotta ricerca o cerca. La quête era la ricerca del Santo Graal, era l'inquietudine che muoveva gli eroi del ciclo arturiano i Perceval e i Lancelot e i Tristano, ma anche a volte le loro dame, su fino ai paladini del Tasso e dell'Ariosto e ai Guerin Meschino della letteratura europea di colportage."


giovedì 20 giugno 2024

Poesia / Cronaca: Il mondo capovolto.

Durante la mia Meditazione cromatica giornaliera
accadono eventi inusitati.

Un passo dopo l'altro, contandoli, vado nella mia campagna.
Le foglie rigogliose dei gelsi, dei sambuchi ancora in fiore mi fanno da raggera.
Cammino protetta dalle loro mani grondanti linfa,
e guardo la terra, il suo corpo secco nella calura.
Il cielo intanto si avvicina, fa suo il fogliame, lo irretisce penetrandolo deciso.
Così avviene che, all'improvviso, tutto perda le sue radici
e ne riformi di nuove.
Singolari.
Sento la Bellezza della recente dimensione.
Sono al posto giusto nel momento giusto.
Profondamente conscia di aver sovvertito canoni all'apparenza immutabili.
In perfetta innocenza.


P_Irene Navarra, Sovvertimento, AIArt e GraphicArt, 20 Giugnbo 2024.



E poi il mondo si rovescia.
Il cielo sprofonda tra il fogliame
mentre l'ocra della terra sale
a simulare il Sole.
Vivo in un mondo capovolto
dove tutto è lecito.
Un battito di ciglia,
l'articolarsi delle dita,
un passo arioso nella mente immobile
che simula il pensiero creatore,
e mi proietto consenziente
in dimensioni naturali,
anche se sovvertite.
Potere sovrumano della Fede.
Essere sé e Altro da sé.
Vedere cangianti sfumature in movimento
anche nella materia statica.
Credere.
Sì. Credere.

lunedì 11 marzo 2024

Ricordi / Pippo Magnifico Setter e la sua filosofia esistenziale.


Pippo amava filosofare.
Comodamente sdraiato sul mio letto
si dedicava ad approfondite pratiche zen mattutine.
Così iniziava la giornata in modo rilassato e dolce.


P_Irene Navarra, Il mio Pippo, AIArt e GraphicArt, 11 Marzo 2024.

Lui era adorabile.

 

P_Irene Navarra, Pippo Magnifico Setter Inglese, AIArt e GraphicArt, 11 Marzo 2024.


martedì 16 gennaio 2024

Poesia / Cronaca: Ritratto allo specchio (Sradicamento).

 

P_Irene Navarra, Sradicamento, AIArt e GraPhicArt, 16 Gennaio 2024.



Sarò capace di strappare dallo specchio
il quotidiano mio riflesso,
incanutito dentro il tempo
sparso a piene mani?
Semino storie.
E i ghirigori mi si fanno fiamma.
Così non so la verità.
Potrei seguire quella luce
e annichilirmi in lei.
Mi sento sradicata
dai miei stessi passi.
Non c'è dolcezza
nell'andare lento tra le zolle
della campagna benedetta
che porta adesso le mie lacrime.

domenica 31 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Fugge da me.


P_Irene Navarra, Lei fugge da me, AIArt, 30 Dicembre 2023



Fugge da me.
Lei si sottrae, si defila,
evade dal riflesso.
Vestito mini, passo un po' guardingo,
affronta il mondo che l'aspetta fuori.
Bene.
Qua resto io
a crogiolarmi nel mio unico me,
senza pretese.
L'ultimo giorno di quest'anno ombroso,
lo dedico all'anima mia bella
che svestirà la seta
e indosserà semplice lino
con riflessi argento e perla
come di Luna chiara attorno.
Capire ciò che sono
senza nostalgia,
priva di rimpianti,
farà di me Stella Polare.


P_Irene Navarra, Stella Polare, AIArt, 30 Dicembre 2023.





lunedì 18 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Notte di Luna sul Carso.

 

P_Irene Navarra, Notte di Luna sul Carso, AIArt e GraPhicArt, 18 Dicembre 2023.


Sì. Credo d'intuire:
l'albero guarda la sua Luna
e si compiace dell'argento
che gli piove addosso.
Le foglie rosseggiano l'assenso.
Brillano i sassi,
il cielo accoglie mistici fervori
di creature trasparenti
- falene nate nel tramonto d’oro -,
il viola s’incupisce.
La notte posa tra i cespugli
e sogna.
Allungo le mani verso l’orizzonte,
attingo un po’ di pace scabra,
la porto al cuore,
brillo.
Come una pietra aguzza del mio Carso
mi accendo anch’io della chiarezza
che diffonde Luna.

venerdì 15 dicembre 2023

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (14 - Gorizia - La solitudine bianca).

Correva l'anno 2016.
Si era in Gennaio.
Il 4 per la precisione.
Con me c'era ancora Pablo Golden Retriever.
Avevamo passato la mattinata a Capriva del Friuli, correndo nella neve caduta da poco.
Anche Gorizia era tutta bianca.
Nel paesaggio candido, il volo dei sensi.

Questo il resoconto del mio Viaggio intimo notturno.

P_Iene Navarra, Dalla finestra, AIArt, 15 Dicembre 2023.


    Adesso che è notte e non c'è voce umana e la neve ha steso la sua seta luccicante sulla campagna, ascolto.
    La solitudine bianca frulla richiami inconsistenti.
    Il seme sotto la coltre fredda, il
 filo d'erba intirizzita, la rosa - di cristallo ormai -, questi sono i segni in cui mi ritrovo.
    Segni sospesi.
    L'Oltre? Solo una capsula vorace.
    La solitudine bianca è benessere sottile che ammanta tutto a poco a poco. Ogni fiocco di neve è velo buono. Lenisce col suo stesso gelo, sedando punte aguzze di pupille proiettate nel domani.
    Strapparsi la speranza è soluzione inevitabile.
    Tu, benedetta neve, sei l'artista che trasforma e plasma l'orizzonte.
    Tra bianche nubi e bianche zolle non vedo in me pensieri.
    Sono in viaggio.

Il viaggio è sogno.
Tra cielo e terra si fa
bianca la culla.
Rinascere di neve
sembra un destino buono.
#Tanka 90


mercoledì 6 dicembre 2023

Prosa / Il sogno del vecchio Susino.


Il Ciclo di Susino si conclude con questo racconto di quanto successe nel Novembre del 2009.


P_Irene Navarra, Nell'attesa, AIArt, 5 Dicembre 2023.


    Lui, Susino, frusciava i suoi racconti la mattina molto presto. Preferibilmente d'estate.
    I fiori, i frutti, le foglie, il tronco, i rami lisci, le radici nodose, affioranti dalla terra come nocche contorte di mani in emersione, tutto di quell'essere colmo d'anni narrava un'esistenza singolare.
    Pensai fosse un uomo trasformato in albero. Costretto a sentirsi la pelle di corteccia, ingabbiato in quel fusto nemmeno maestoso per qualche colpa innominabile.
    Se me ne stavo in giardino, intenta a una delle tante necessarie faccende quotidiane, sentivo i suoi occhi puntati addosso come le canne doppie di un fucile da caccia.
    Occhi che, naturalmente, intuivo solo io.
    Ero convinta che mi odiasse.
    E mi tenevo alla larga.
    Poi, però, qualcosa iniziò a cambiare.
    Impercettibilmente.
    Scivolavamo piano verso una comprensione sovrumana.
    Il primo passo lo feci io, quando gli lessi alcuni pensieri dedicati alla sua fragilità di vetusta pianta ancora tanto generosa di doni fragranti in Agosto.
    Doni che raccoglieva mia madre.
    Solo lei.
    Credo che si capissero profondamente.
    Slava lei, un po' sciamana; di origine serba lui -  mi avevano detto -, un po' stregone. Forse figlio del Kresnik.

    Gli lessi, dunque, qualche riga di quelle solite mie, nutrite di empatia naturale.
    Intendevo la sua solitudine, affermai. E lo adornai di un nastro rosso che faceva da contrasto ai suoi frutti viola scuro, sfarinati di bianco lucente e con una punta giallo sole all'attaccatura del picciolo.
    Mentre parlavo e agivo, lui scuoteva rami e foglie. In assoluta mancanza di vento.
    Colsi l'assenso.
    E continuai il rito.
    Impreziosendolo di nastri di vario colore.
    Susino abbassò le difese e mi accolse tra le sue braccia sottili.
    Mai avvenne tra due creature diverse
abbraccio più affettuoso e carezza più dolce.
    Fui l'amica intima di Susino per molto tempo, finché...
    
    Si era d'Autunno.
    Il 29 di Novembre.
    Correva l'anno 2009.
    Quella mattina, mentre lo rivestivo di veli color ambra, adatti all'ambiente pennellato di arancio e giallo, sentii che si stava compiendo il suo ciclo vitale. E il cuore mi si spaccò come una melagrana matura.
    Le guance si inondarono di lacrime brucianti.
    Mi volsi al cespuglio d'alloro, che gli era stato compagno, quasi a cercare aiuto.
    Immobilmente sgocciolava linfa limpida.
    Nel giardino ormai di cristallo: cince e merli muti; in cielo: nubi sbozzate dal marmo, una luce gelida sopra la casetta di legno dietro Susino.
    Allora posai le mani sul suo tronco per accompagnarlo nell'andare.
    E disperata lo guardai mentre gli si apriva il costato ormai scarno.
    Si apriva con uno scrosciare di noci spaccate.


    Mi appoggiai allo steccato e chiusi gli occhi.
    Il saluto si snodava e fluiva in correnti traslucide da me a Lui.
    Quando, finalmente, riaffiorai dal dolore e socchiusi le palpebre, assistetti a qualcosa di immenso: una figura di giovane donna interamente ricoperta di veli ambrati nasceva dai poveri resti di Susino.
    Lei splendeva di una bellezza purissima.
    Uscì con grazia dalle amabili spoglie, mi sorrise e s'involò verso la sua Vera Vita.

    La mattina dopo, svegliandomi da un sonno agro, trovai sul cuscino un piccolo ramo legato da un nastro rosso.
    Il primo che gli avevo regalato.


P_Irene Navarra, Il sogno del susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



martedì 5 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Il vecchio susino si adorna (da "Derive").

 


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

(da Controlli e Autocontrolli del mio Derive, 2009)

P_Irene Navarra, Veli, AIArt, 5 Dicembre 2023.


 Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.


"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."


Immagine generata con Stable Diffusion.
P_Irene Navarra, Nodo esistenziale, AIArt, 5 Dicembre 2023.

Per saperne di più sulla storia del vecchio susino, segui il link.


Poesia / Percezioni: Il vecchio susino (da Ambigua-Mente Poesie).

 

Storia di un albero appartenuto alla mia famiglia.
Lo adoravamo, quel vecchio susino, al punto da intrecciare nastri tra i suoi rami.
Di colore diverso, a seconda della stagione.
L'ultimo era di velo, marrone chiaro. Ambrato.
Con l'Autunno che già invadeva il giardino,
se ne andò sognando linfe nuove e soliti amici.
Così spero.
Ora, nel Paradiso degli alberi, sta germogliando e fruttificando in flusso eterno.
Qualche goccia di resina brilla per noi.
E sono lacrime di topazio
incastonate in cieli di lapislazzulo.
Perenni.


P_Irene Navarra, Il vecchio susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



Dolente per lo scempio del suo tronco
martirizzato nella foga battagliera
dal picchio rosso scavatore,
me ne sto quieta
ad aspettare la sua morte
che è sempre là
da tempo immemorabile,
descritta nelle slabbrature
di anno in anno più profonde
eppure articolata ancora
in una vita infinitesima
con la corona dell'alloro
a renderla un avvenimento,
a darle gloria effimera
da giorno equinoziale,
illuminata anche di notte dal lampione
che ama quei contorni compiacenti
in cui può riposare
e fare finta di emulare il Sole
quando si tuffa in mare.

Così passo le dita sulle sue ferite
e come un elfo stanco
dal troppo arrampicarsi
lungo le margherite e i fili d'erba
(un po' sgualciti per le orme umane),
mi stendo a schiena in giù
sul letto del fungo parassita
cresciuto tra i vuoti di corteccia,
guardo la chioma avara d'ombra,
i frutti asciutti come il greto di un torrente,
le rade braccia verderame
e mi assopisco
sicura del risveglio.

Perché la Primavera diciottenne
appena uscita dalla festa
aveva fiori a profusione,
manciate di profumo puro
e i calabroni sui petali slacciati
ronzavano la corte stabilita
dal solito copione.

P_Irene Navarra, La casetta in fondo al giardino, AIArt, 5 Dicembre 2023.

La casetta in fondo al giardino è una realtà.
Sono i fiori
E sono i fiori che ingentilivano il prato attorno al susino, svettante per molti anni alla destra del cancello del recinto.

Nei due link i riferimenti relativi ai post dedicati.


venerdì 1 dicembre 2023

Poesia / Frammento: Protezione.


Nella Natura la Pace.

Irene Navarra, Protezione, AIArt, 1 Dicembre 2023.


Al collo una collana di bacche di tiglio.
Fruscianti bacche e stami intrecciati or ora.
La sfioro.
Sotto le dita colgo vibrazioni.
Niente più vortici nel petto.
Niente parossismi ansiosi.
Solo profumo che dilaga.
La mente tace assorta.
E l'armonia si fa topazio
fulgente dentro il cuore.


Cronaca sociale e Poesia / Mio nipote Riccardo, il suo impegno.

    
    Sì  il 25 Novembre anche lui, il mio Riccardo, era in corteo. Manifestava il suo dissenso per i femminicidi così frequenti ormai nel nostro Paese.
    Onorava il ricordo di Giulia Cecchettin, e non solo. Nel suo nome, le vite interrotte di altre donne.
    Sono orgogliosa di lui.
    Lo amo.

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: Riccardo, Sherwood Foto.
- Padova, 25 Novembre 2023 -

Questa mia lirica degli anni '90 la dedico a tutte le donne violentate nei loro sacrosanti diritti.

Il fiore inutile
(da L'anima clandestina in Margini)

Ci son voluti aspri sovvertimenti
per togliermi una veste tanto bella.
Si è prosciugato spesso il fiume
in cui mi rispecchiavo come luce
amante della mela acerba.
C'è voluta la lotta col serpente
che abitava la grotta sulla sponda
per cancellare la patina di nuovo.
E soprattutto il sentirmi un fiore inutile,
distrattamente stropicciato
da chi è incapace di raccoglierne il profumo.

E non aggiungo altro.
Grazie, Riccardo.

mercoledì 29 novembre 2023

Poesia / Tutto è compiuto (da "L'anima clandestina" in "Margini").

L'anima se n'è andata.
Libera si lascia trasportare dal vento.
E vola alta e tesa.
Io resto.
Sono un corpo legato alla terra.
Muschio sugli occhi.
La mia visione non conosce nubi e azzurre vie.
Vuota aspetto.
Arriverà di nuovo il tempo della Luce.

P_Irene Navarra, Togliendo il muschio dalle ciglia, AIArt e GraphicArt, 29 Novembre 2023.


Tutto è compiuto, regina
irragiungibile. Senza di te
che ti sottrai silente alla mia
notte, sono granito ignaro di
scalpelli. Un albero scavato
e dilavato dalla mia stessa
pioggia.
                 Vorrei togliermi
il muschio dalle ciglia per
conquistare il volo alto e teso.


P_Irene Navarra, Vedere di nuovo?, AIArt e GraPhicArt, 29 Novembre 2023.

 

martedì 28 novembre 2023

Poesia / Messaggio (da "L'anima clandestina" in "Margini").

 
Al fiume ci andavo sempre.
E là, sulle sponde rigogliose dell'Isonzo, sognavo.
La mia anima si è forgiata nelle sue acque impetuose,
in cui si è rifugiata quando ha deciso di essere libera.


P_Irene Navarra, Giovane lucertola, AIArt e GraPhicArt, 28 Novembre 2023.


Rivedo in te, anima mia perduta,
la ragazza dal profilo verde
che sussurrava al vento il suo segreto
scivolando, come giovane lucertola,
lungo il tronco dell'edera.

lunedì 27 novembre 2023

Poesia / Alla finestra (da "L'anima clandestina" in "Margini").

Quando la tua anima s'invola libera, non puoi fare altro che cercarne segni e tracce.
Segni e tracce che Lei lascia deliberatamente.
Se lo decide.
Senza la sua Luce non vale la pena vivere.
Non sempre Lei si fa trovare.
Non che si nasconda. No.
La sua semplicità la rende eterea. Trasparente per i più.
Bisogna affinare lo sguardo per poterla cogliere e invocarne il ritorno.
Lei: bellissimo volo di leggiadria fulgente.
Lontana. Molto lontana.
Tu: cruentemente intercisa, i piedi ancorati nella mota, inizi a pregare sommessa.
Sperando che ti ascolti.
E intanto tra Lei e te scorre un fiume di ricordi che sono parte ineliminabile di un'esistenza consapevole.


Irene Navarra, Alla finestra, AIArt, 27 Novembre 2023.


Intrappolata dalle canne della sponda,
ti ho vista alla finestra
della casa di pietra oltre il fiume,
dietro un alabastro chiaro
in cui ti confondevi
come la Primavera nei suoi prati.
Lontana da me
che sprofondavo tra le felci e il fango.


sabato 25 novembre 2023

Poesia / Tasti d'avorio bianchi, tasti neri (in "L' anima clandestina" di "Margini").


Questa lirica rappresenta un momento fondamentale del libro "Margini". Narra il discrimine tra la presa di coscienza da Meditazione profonda e lo sgomento per la scelta esistenziale futura. In forma metaforica, naturalmente. Che bene esplicita il mio modo visionario di affrontare ogni evento. Materiale o spirituale che sia.


Irene Navarra, Raccoglimento, AIArt, 25 Novembre 2023.


Tasti d'avorio bianchi,  tasti neri,
le mani - inerti - sulla materia
come calda pelle.
Occhi profondi di foresta.
E il marmo che m'assale. 


sabato 18 novembre 2023

Poesia / Cronaca: E andare.

 

Silvia Valenti, Todi, Fotografia, 17 Novembre 2023 (sua courtesy).
 


E andare lungo androni bui
sperando di riuscire a scaturirne,
pur nella notte, sotto un cielo
pieno di facelle, che si fa più buio
se ti lasci andare alla paura.
Sì, la paura può mangiarti l'anima
e renderti un automa senza tempo.

Ma ha il suo lato positivo
il non avere il tempo
tanto precario da colare via
come una macchia d'olio minerale
sull'asfalto di una strada in gran pendio.
Resta soltanto una strisciata d'unto
che non fa cadere se ci metti il piede.
Contamina la scarpa ma non fa cadere.
Cade chi il tempo se lo taglia e non riesce più
a ricucirlo all'orlo dei suoi panni lisi, decadenti.

(Emergo dall'androne a malapena illuminato
e trovo il chiaro di un fanale
che mi guida al cielo
dalle stelle grandi appese alla sua volta.
Le conto, me le tatuo addosso,
poi con le dita incerte
seguo la mappa sfolgorante
degli anni luce di distanza
tra la mente e il cuore.)

IQ48