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domenica 5 maggio 2024

Poesia / Cronaca: Destino.


 
Irene Navarra, La nascita del papavero, AIArt, 5 Maggio 2024.

Si slaccia i veli. Lentamente.
Rossi veli delicati
nascenti dal bocciolo in mare d'erba.
Umile in tanta rigogliosa gloria.
Come se abbandonasse
un sonno indotto per catartica illusione.
Il mondo accoglie il suo spiegarsi
vibrante al vento della luce.
Avere l'espansione alle infinite cose
e poi morire sul suo stelo solitario
raccolto ai lati di un tratturo,
falciato assieme al fieno impallidito,
oppure calpestato con indifferenza,
questo è il destino.
Ma intanto per un po' trionfa
e libera i suoi petali,
il papavero.

Irene Navarra, Fiori di velo, AIArt e GraphicArt, 5 Maggio 2024.


sabato 4 maggio 2024

Poesia / Cronaca: Il Diluvio ancora (Del Sublime).


Meditando sul concetto di Sublime (Pseudo Longino - Περὶ Ὕψους).
Ovvero:
"... per quali vie si possono sollevare le anime nostre a quella certa altezza»,
indagando sulle sue fonti.


P_Irene Navarra, Le nubi avanzano, AIArt e GraphicArt, 4 Maggio 2024.



 E quello spumeggiare laggiù di nubi
che scala l'orizzonte
dietro le colline blu.
Le immagino avanzare
sommergendo l'universo.
Mi offro allora a quelle nubi
gonfie di Diluvio.
Billy, Setter specialissimo che sa,
si stringe a me e chiude gli occhi.
Siamo in balia degli elementi.
Preghiamo.
Fragilmente sospesi tra la Terra e il Cielo.
Natura - nostra anima sublime -
prende il sopravvento
e ci trascina nella sua rapina.
Noi ci abbandoniamo
convinti
più della salvezza che della distruzione.
Arriva una Bianchissima Colomba
portando ulivo rasserenatore dentro il becco.
E Lui, Billy il Prodigioso,
cerca di volare.

venerdì 8 marzo 2024

Poesia / Percezioni (Magia giallo cromo).


Se ammiri una forsizia in fiore,
capisci che ogni pena è poca cosa.

Così, la gioia.
Irene Navarra, Magia giallo cromo / Gioia, Fotografia e Grafica, 2017.


Scivolo in giochi sparsi 
tra dita cromo acceso
di una forsizia in fiore.

In questa blanda
domenica di marzo
la vince la bellezza
sullo scarso tepore.

Così anch’io fiorisco.
E canto.
Immortalmente ebbra
di polline dorato
che fa da rimmel sulle ciglia
canto, accattona di follia,
l’usuale paradosso della Primavera.


giovedì 7 marzo 2024

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo: La culla (20 - Ustrine, Cherso).

 
Quando la vita si fa avara, resta il sogno.

Mattina presto.
Appare finalmente
Ustrine bella.

Dopo il cammino
tra corbezzoli e mirto
del mare il vetro.


Irene Navarra, Ustrine 1, AIArt e GraphicArt, 7 Marzo 2024.


    In una culla di roccia a picco sul mare con menta e timo cresciuti da residui di conchiglie, riposo. Dominando la scena come una regina assisa in trono.
    Riverberi di azzurro e viola dipingono quella piccola stanza solitaria dal soffitto di cielo, piena di echi e musica sottile.
    Il mio sguardo scivola dal fondo profumato della culla - ricco di madreperla grigio-ambra - alla trasparenza del mare in cui nuota Emma, la mia meravigliosa Golden, più creatura marina che terrestre. Il pelo le ondeggia attorno al corpo e io mi compiaccio del suo colore biondo in armonia con il turchese dell'acqua.
    Sono estasiata.
    Lei mi chiama.
    Lascio la mia culla e m'immergo anch'io nella piccola insenatura sotto le rocce.
    Entro in acqua con cautela, attenta a non calpestare qualche riccio puntuto.
    Ci sono.
    Fresco in perle sulla pelle, salso frammisto al profumo del sangrego nelle narici.
    La sensazione è primordiale.
    Sto nuotando nel liquido amniotico dell'Universo.
    La gioia è quella che provò Dio al momento della creazione.
    Esulta in ogni cellula del mio corpo.
    Emma lo sa.
    Mi guarda e sorride come solo i cani sanno fare.
    Poi giochiamo.


Irene Navarra, Ustrine 2, AIArt e GraphicArt, 7 Marzo 2024.

E al tramonto nuotiamo verso il sole che si congiunge al mare.


lunedì 4 marzo 2024

Poesia / Cronaca: Verso il mattino (Meditazione cromatica in Oro-Luna, Bianco-Neve e Blu-Notte).

  
La Luna è d'oro, se così la vuoi.
လ Reinventando l'universo လ 


P_Irene Navarra, Miracolo Luna, AIArt e GraphicArt, 4 Marzo 2024


La Luna - d'Oro questa notte -
versa manna preziosa sulla Terra.
Si abbeverano i campi,
le erbe svettano gemmate,
splende la recente Neve
candida tanto da accecarti.
Il buio annichilito arretra lento.
Strisce di Blu sinuoso tra le zolle.
Raccolgo a piene mani Neve e Oro.
Intreccerò monili in perle e fiocchi
coi fili tenui della Notte.
Domani ne avrò il senso sulla pelle.

Quasi mattina all’orizzonte.
Sui polsi, sulle orecchie, al collo
gocce dorate con cristalli Bianchi
che mi riportano la notte prodigiosa.
Protetta dalla Grazia della Luna,
soffusa dalla coltre dell'Inverno,
posso dormire ora.
Quietamente.


sabato 17 febbraio 2024

Prosa / Racconto breve: Riccardo e il papavero.

 
P_Irene Navarra, Riccardo e il papavero, AIArt e GraphicArt, 18 Maggio 2023.




    Riccardo fermò di colpo la macchina sul ciglio del viottolo quasi sommerso da campi con erba alta e minuscoli fiori bianchi e gialli. Appoggiò le braccia sul volante, la testa sulle braccia e pianse. Singhiozzando convulsamente.
    Poi si riprese.
    Raddrizzò il busto, abbandonò le mani in grembo e, piano piano, si ritrovò a respirare a fondo. Trattenendo l'aria a lungo. Il suo Maestro di meditazione gliel'aveva insegnata bene, quella forma di rilassamento.
    Riccardo inalava boccate d'aria con voracità. Come se fossero garanzia di salvezza.
    Inspirare ed espirare erano le uniche azioni che riuscisse a sostenere in quel momento.
    Lo fece finché sentì che il cuore si calmava e capì che doveva muoversi, dare ossigeno verde al corpo, camminare.
    Così scese dalla macchina e iniziò ad avanzare nel mare d'erbe di un campo in leggera discesa verso le sponde del fiume la cui voce s'insinuava nel frusciare del vento sulla rustica natura di quel luogo.
    Riccardo alzò gli occhi al cielo privo di nubi, li rivolse poi all'orizzonte di cespugli d'acacia e riuscì a non avere pensieri. Lina e la loro storia di anni non c'erano più. Il dolore provato all'annuncio che lei aveva un altro amore, che la sua vita era finalmente diventata elettrica (così aveva detto: elettrica), la ferita che gli si era aperta nel cuore alle sue parole, tutto, proprio tutto dileguava nel fascino 
semplice del paesaggio che lo accoglieva rassicurante.
    Lo conosceva bene quel posto.
    Ci veniva fin da cucciolo. Era l'angolo di mondo adatto a lui. Solitario di carattere, alquanto schivo, amava leggere al riparo dei salici che là, sulle rive impervie del fiume, crescevano rigogliosi. Ce n'era uno, in particolare, che lui chiamava Furio per i rami flessibili, sibilanti a ogni brezza come fruste, tra le cui forti braccia stava sempre da re. Ci passava le ore inseguendo sogni d'artista. Di pittura e poesia. Probabilmente in un'ansa del tronco tormentato c'era ancora la scatolina di latta con dentro il disegno su carta pergamena di una ragazza in bicicletta, capelli bruni al vento e vestito leggero rosso a fiori azzurri.
    Ragazza che lui credeva sarebbe arrivata magicamente per farlo innamorare.
    Doveva recuperarlo, quel disegno.
    Il tempo poteva averlo sbiadito ma non distrutto.
    Gli appariva chiaro nel ricordo. Rappresentava la sua anima e le sue speranze.
    Si avviò. Deciso a riconquistare quei sogni che Lina gli aveva negato, preda com'era del desiderio di vivere una vita concreta, ricca di cose, cose, cose. Ritenute irrinunciabili emblemi di successo sociale.
    Con quel disegno si sarebbe riappropriato della sua vera essenza.
    A passi rapidi, dunque, Riccardo iniziò a scendere verso il fiume. Finito il campo d'erbe, si avventurò tra pietre e rovi fino ai salici. E Furio lo riaccolse come se non si fossero mai lasciati. I rami a mimare un saluto mentre lui accarezzava il tronco solido e incominciava a sondarne le pieghe.
    La trovò, la scatolina. Era ancora là, rabbrunita dalle intemperie, tuttavia ben chiusa sul prezioso contenuto. La aprì, forzando deciso, e ne estrasse il disegno che ripulì, spianò, lisciò. E guardò sospeso.
    Lei era bellissima.
    E con lei ritornò il tempo dei sogni.
    La ammirò ancora e ancora. Rapito da tanta grazia.
    La portò alle labbra per riappropriarsene, e se la mise nel taschino dei jeans, mentre il cuore gli batteva impazzito.
    Un ultimo sguardo a Furio, e prese la via del ritorno, arrampicandosi veloce sulla sponda.
    Fu nel campo d'erbe, tra i minuscoli fiori bianchi e gialli che sfiorava con le mani aperte, procedendo lentamente. Finché non vide una macchia rossa, unica e speciale, alta sulle altre piante.
    Era un papavero che doveva essersi aperto da poco, pensò quasi incredulo.
    Era sbocciato alle sue spalle.
    Sfacciato, allegro, solitario papavero. Anche arrogante in quel suo svettare da re sulla platea di umili sudditi bianchi e gialli.
    Un segno, decise Riccardo.
    E cercò con gli occhi, d'istinto, la strada dove, in quel preciso attimo, stava passando una ragazza in bicicletta. Capelli bruni al vento e vestito leggero azzurro a fiori rossi.

18 Maggio 2023

Irene Navarra 

venerdì 9 febbraio 2024

Poesia / Tanka: Aspettando Aurora.

 
Irene Navarra, Isonzo incontra Aurora, AIArt, 9 Febbraio 2024.


Gli si rivela.
Si sveste della Notte
lasciando nudo
il corpo fresco Aurora ~
Ride l'Isonzo ~ In Luce.
#Tanka 98


mercoledì 31 gennaio 2024

Poesia / Tanka: Luna e Pensieri.

 

P_Irene Navarra, Azzurro di Luna, AIArt Mosaico 31 Gennaio 2024.


E se d'azzurro
Luna ci pervaderà
saremo grati ~
Così Natura assiste
le pene degli umani.
#Tanka 95


P_Irene Navarra, Purezza, AIArt Mosaico 31 Gennaio 2024.


Più lieve il peso
degli affanni se Luna
fa le sue magie ~
La sua Purezza in cuore 
filtra i nodi ~ Che vanno.
#Tanka 96


domenica 21 gennaio 2024

Poesia / Tanka: Il cipresso Mariano.


Abbiamo sempre "battezzato" gli alberi che piantavamo.
Vi presento il Cipresso Mariano.


Irene Navarra, Miren, AIArt, 21 Gennaio 2024.


Tra i campi rossi
di trifoglio e il fiume
vive un cipresso
nominato Mariano -
L’anima di papà in Lui.
#Tanka 93

lunedì 8 gennaio 2024

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (16 - Seefeld - Sorella Neve).

 

P_Irene Navarra, Sorella neve, AIArt e GraPhicArt, 7 Gennaio 2024.


    Sono capace di perdermi in un fiocco di neve.
    Lo tengo sulla punta dell'indice e mi ci sciolgo dentro in sedute protratte di meditazione cromatica, osservando - immobile come una statua di ghiaccio - il lento svanire della forma angelica.
    Attimi.
    Di eternità sconvolgente.
    Che mi lasciano triste quando svaniscono.
    E che, poi, cerco di recuperare.
    Così appunto gli occhi al cielo sfarfallante in gelo e mi insinuo tra i fiori speciali che ci dona.
    Nulla di più rasserenante del meditare cromaticamente sul Bianco di un fiocco di neve, immersa in fiocchi di neve.

    Amo la montagna solo se candida, solitaria e musicale dell'armonia specialissima della natura che accoglie gioielli inimitabili.
    I piccoli tonfi delle piccole frane di neve dai rami degli alberi mi induce a una profonda trance che disserra passaggi misteriosi e inusitati. Fino alla scoperta di una sorta di Brigadoon fantastico di cui sono unica abitatrice.

    Seefeld mi parve Brigadoon quando lasciai le piste, il consorzio umano, i suoni dissonanti dei meccanismi di violenza alle falde percorse e inutilmente massacrate da sci, monosci, slitte, urla barbare dei turisti.
    Nei boschi intonsi di Seefeld mi dissimulai nel Bianco, sottraendomi per ore alla vista di tutti.
    Respiravo il profumo puro di una sostanza appena liberata che danzava, ridendo di un riso dell'Universo. 
   Sorella Neve mi aveva affrancato da ogni pena, mi ammantava di corolle soffici e anch'io ridevo felice.

Inalo fiori
che pungono la gola ~
Dentro il mattino
radico in solitaria
Pace di Neve.
#Tanka93



sabato 6 gennaio 2024

Poesia / Monte Calvo (da "Il giardino di pietra" in "Margini").

 

    Una visione.
    O un sogno lucido.
    Oppure una realtà talmente affascinante da trasformarsi in visione.
    Premonizione di eventi futuri tramite storie oniriche articolate.
    Ancore di salvezza nelle parole di poesia che mi si avvicinarono in dono, quando, ormai adulta, ricercavo in me chiavi perdute, che aprissero porte di coscienza.
    Parlo della silloge di Margini (B & V Editori) dal titolo Il giardino di pietra.
    L'ambientazione è al Sud.
    Nella campagna campana, in un paese di poche case.
    Ai piedi di un monte che chiamai Calvo per la conformazione arida del terreno e la sua cima estesa e todeggiante.
    Assolato e deserto.
    Sull'erta scoscesa: fichi d'India, qualche ulivo, erbe secche e dure, cardi.
    Un profumo intenso di timo sembrava serpeggiare tra i rami scarni dei pochi alberi.
    Immaginai che al di là ci fosse il mare.
    Il solo pensiero dell'azzurro luccicante che sarebbe apparso una volta arrivata lassù, mi convinse ad affrontare la salita. 
    Ricordo che lo scalai calzando sandali leggeri.
    Non mi protessero dalle spine.
    Così li impiastricciai di sangue.
    Che fa, pensavo.
    L'importante è salire per conquistare quanto sta al di là.

    E di là c'era la distesa infinita dell'acqua più azzurra che avessi mai visto.


P_Irene Navarra, Sull'erta del Monte Calvo, AIArt e GraPhicArt, 6 Gennaio 2024


L'erta affocata dal meriggio,
nei sandali erba dura e cardi
verde-argento sulle cosce nude.
Graffi luminescenti sotto
le palpebre socchiuse.
Fichi d'India d'intorno:
un fiume convergente
verso l'alto con spine
trasparenti e polpa rossa.

E poi la cima. Una spianata
calva e ruggine con la cintura
vitrea dei fichi d'India. Come
la corona per un Dio che
ha scelto di morire.

Lontano la marina di cristallo
immobile.

Nella distanza il mare
getta sempre il suo mantello
di squame intermittenti.

Sul Monte Calvo un
Silenzio atroce.

venerdì 5 gennaio 2024

Poesia / L'ametista si disperde (da "Il giardino di pietra" in "Margini").


    I giorni dell'ametista sono quelli in cui tutto è gioia pura.
    Oggi la pioggia l'ha dilavata anche dalle pietre.
    Non c'è luce che brilli suadente.
    In nulla.

Irene Navarra,  L'ametista si disperde, AIArt, 5 Gennaio 2024.



L'ametista si disperde
nella nebbia
trasalendo un poco.

Le mani come foglie
gocciolanti latte
denso di ferite.

Oggi il giardino rode
anche le sue pietre.


Irene Navarra,  Pietre e pioggia, AIArt, 5 Gennaio 2024.



martedì 19 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Respiro nel vento.

 
Quando soffia la Bora, la campagna diventa il mio teatro di trasformazione.
Chiudo gli occhi e mi abbandono a Lei.
Così mi riconosco.
E mi placo.
Sono un respiro nel vento.


P_Irene Navarra, Respiro nel vento, AIArt e GraphicArt, 19 Dicembre 2023


Come un respiro nel vento
questa vita.
La Bora mi accompagna
e fiata suoni duri
contro chi mi assale.
Inalo polvere lucente
mentre festuche pallide
in vortice violento
ghirlandano i capelli.
Scuoto la testa.
Non reggo il peso di corone.
Nemmeno naturali.


venerdì 1 dicembre 2023

Poesia / Frammento: Protezione.


Nella Natura la Pace.

Irene Navarra, Protezione, AIArt, 1 Dicembre 2023.


Al collo una collana di bacche di tiglio.
Fruscianti bacche e stami intrecciati or ora.
La sfioro.
Sotto le dita colgo vibrazioni.
Niente più vortici nel petto.
Niente parossismi ansiosi.
Solo profumo che dilaga.
La mente tace assorta.
E l'armonia si fa topazio
fulgente dentro il cuore.


giovedì 30 novembre 2023

Poesia / Cronaca: L'anima s'invola.

 

Irene Navarra, Respiro universale, AIArt, 30 Novembre 2023.


Sono libera dentro.
Nell'anima profonda custodisco
un magnifico segreto.
Ascolto, guardo in faccia le persone,
poi - d'improvviso - volgo gli occhi
all'albero che mi sta accanto
e dialogo.
Le mani sul suo tronco
di tiglio benedetto parlo veramente.
Lui riconosce in me la sua natura.
Vibriamo verde insieme 
protetti da una nube
come madre buona.
Gli altri non sanno.
Sembra ch'io sia con loro
mentre il mio cuore batte
universale. 


sabato 18 novembre 2023

Poesia / Cronaca: Brilla la Natura.

 

Irene Navarra, Fratelli ulivi, Fotografia, 18 Novembre 2023.
- Via degli Scogli, Gorizia -

Brilla la Natura oggi
nella mia campagna.
Su ogni foglia e filo d'erba
c'è un luccichio che si riflette
in me giocando in chiaroscuri.
Come una coppa di champagne
l'anima scoppia in bollicine
e il cuore esulta di novella nascita.
Gli ulivi aprono occhi verdargento
a cui rispondo con battiti di ciglia
per lo splendore ch'è di fonte viva.
Nell'aria suona come un canto
il fragorio solenne dell'Isonzo
che scorre qua tra rive impervie
- e sono fiume -
lisciando i sassi del suo fondo
- e sono sasso -
fino al riposo nel muschio delle sponde
dove, specchiato dentro il cielo,
perde consistenza
- e sono nube -.
Nube tra perle di nubi che vanno.

venerdì 17 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (11 - Nel Buc).

 

P_Irene Navarra, La spiaggia del Buc, AIArt e GraPhicArt, 17 Novembre 2023.



    Ci abitava l'amico Stipe nel Buc.
    In una casa da pescatore, rustica e strana per le decorazioni portate là da tutto il mondo. 
    Aveva navigato.
    Alla grande.
    Su cargo che percorrevano rotte importanti nel Sud del pianeta.
    Al ritorno nella sua Cherso si era restaurato il ricovero agricolo e per animali che era proprietà della famiglia da sempre. Nel Buc, appunto. Assemblando pietra su pietra a formare masiere, muri e muretti.
    Oh, quanto si viveva bene in quella costruzione assolutamente priva di comodità e proprio perciò magnifica.
    Non vale la pena raccontare che c'era e che non c'era.
    Conta un solo fatto: ci si arrivava unicamente in barca. E si portava da mangiare, le canne da pesca e i sacchi a pelo. Si pescava tutta la notte, dormendo molto poco sotto i pini che là toccano quasi l'acqua. Ci si appisolava a tratti, con un occhio solo e con tutte e due le orecchie allerta per ascoltare i suoni dei campanellini attaccati alle canne annuncianti la debbenaggine di un pesce abboccato.
    Io rovinavo la festa a tutti perché urlando Assassini! tentavo di liberarlo.
    Azione mai riuscita peraltro.
    Da vegetariana e animalista convinta sopportavo i ripetuti crimini contro la fauna ittica per la bellezza incontaminata del luogo.
    La mattina si faceva il bagno molto presto.
    Poi ci si rilssava sonnecchiando sulla spiaggia di sassolini rosa che assumevano la forma del corpo ed erano più morbidi di un materasso di piume.
    Anche le rocce erano rosa nel Buc. Lisce e rosa. Ma rosa rosa. Sporgevano sul mare rosa anch'esso perché il fondale aveva quel colore naturale. Rosa, e blu più in là dove le creste submarine crollavano negli abissi quarnerini.
    Quei due colori così ben definiti mi inducevano una tale senso di serenità meditativa che entravo spontaneamente nella sospensione tipica di chi allenta tutti gli agganci con la terra e si libra. Come un palloncino cui hanno tagliato il filo.
    Mi è capitato talvolta di vedere il Buc dall'alto. Già. Era facile levitare fuori dal corpo in quel trionfo di purezza. La visione in volo mi ritorna nitida: una manciata di rocce buttate con noncuranza a galleggiare nell'ametista liquida, ulivi, melograni, fichi, il camino della casa di Stipe seminascosto tra i rami del nespolo Damir che portava il nome del suo bisnonno in quanto da lui era stato piantato, l'orto di Stipe - disordinato e artistico per sagome di legno piantate nella terra e dipinte a colori accesi  - con pomodori che sembravano meloni, il motoscafo rosso di Stipe ormeggiato al molo e nient'altro.
    Nient'altro.

Odisseo sbarca
sulla spiaggia rosa
e bacia i sassi


giovedì 16 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo, Il naufragio (10 - Miračine).


La memoria involontaria mi fa recuperare tappe della mia esistenza in ogni minimo segno attorno a me. Una giornata di Bora impetuosa e sono a Cherso, perduta nelle mie determinate, devastanti decisioni.


P_Irene Navarra, Miračine, AIArt e GraPhicArt, 16 Novembre 2023.



    All’alba del 7 luglio 1968, sulla spiaggetta spazzata dalla Bora e sotto un cielo più grigio che azzurro, ci fu una grande discussione tra me e Bruno per la partenza con la zattera che avevamo costruito. Coraggioso ma pacato, prudente di carattere, voleva un mattino limpido, le acque ferme e la bava dolce dei giorni migliori per consumare la traversata verso Miračine, il meraviglioso luogo ricco di pini, ulivi e melograni dove andavamo a fare il bagno con i nostri genitori. Come prima tappa pensavo io, come primo tentativo per ritornare subito al punto di partenza, pensava lui.
    Io, ribelle, tremavo in ogni mia fibra.
    E poi, perché avremmo dovuto aspettare? Quella, proprio quella, era la giornata giusta. Spirava il vento che avrebbe gonfiato la nostra vela. Il merlo aveva cantato tre volte con l’aurora: tre brevi schiocchi imperiosi. Allora? Non era il segno stabilito? Anche il nostro Maestro si faceva guidare dalla natura, dalle creature del cielo e della terra.
    Non ci sarebbe successo niente.
    Nessuno, né uomo né dio, poteva fermarci.
    Il sogno era in noi. Abbagliante. E poi avevo visto il Grande Navigatore. Quando la notte stava impallidendo, nella rada sotto casa, mi era apparso sorridente.
    Mi tendeva la mano vigorosa. Un balzo e mi ci ero adagiata, tutta raccolta nell’incavo del palmo, protetta dalle sue robuste dita.
    Il Marinaio Perfetto ci indica la strada, urlavo esagitata.
    Ma non lo capisci? È il segno! Bruno, guardami, guardami, ti prego.

    Bruno mi guarda.
    Affonda i suoi occhi nei miei come lui sa fare e mi guarda scendendo nei miei misteri di strega-bambina, capricciosa e ladra.
    E mi crede perché mi ama.
    Con tutta la forza dei suoi giovani anni intrepidi, innocenti e puri.

    Così salpammo.
    E d’improvviso la sua vita fu un sospiro in un giorno di tormenta.


Un gorgo nero
il mare – il cielo in foia
ulula cupo

Da Quasi la perfezione, Romanzo di Irene Navarra.



mercoledì 15 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo, Scoglio (9 - Croazia).

 

    Ci arrivavi solo con la barca.
    Ed era uno scoglio.
    Un solitario, piccolo scoglio.
    Con due alberi, però.
    Rigogliosi che non ci potevi credere.
    Fonti d’acqua dolce sotterranee, dicevano. E null’altro, ovviamente.
    Da lontano sembrava una barca a vela verde in navigazione.
    Era uno scoglio senza nome, sperduto nel mare quarnerino.
    Un'isola felice abitata saltuariamente da chi l'amava.
    Là iniziava l’avventura dei naufraghi per scherzo.
    Risate, sole. Anche pioggia.
    Perché qualche volta ci andavamo quando dal cielo scendeva un pianto di perle traslucide. Un tanto per definire l’atmosfera magica della pioggia leggera e salutare che affrontavamo. In Aprile o in Maggio succedeva.
    Impermeabile giallo, cappello di cerata a larga tesa sempre giallo, pantaloni uguali infilati in stivali di gomma con lacci da stringere e un rinforzo a soffietto per non allagarsi i piedi.
    Robe alla Jack London. Sì.
    Respirare l’umidità gemmea di quei momenti era sentirsi nuovi e sereni a lungo.

    Non ho più la barca.
    Non vedo il mare da molto, ma lo sento cantare in me.
    Tuttavia, nelle giornate del pianto perlaceo del cielo esco sempre, ben protetta, a godermi la solitudine e il silenzio frusciante delle infinitesime gocce d’umidità.
    Sapendo che tali esperienza sono preghiere.

P_Irene Navarra, Scoglio nella pioggia, AIArt e GraphicArt, 15 Novembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion XL -


Nel cerchio argento
della pioggia rinasco.
Fiorendo in perle.


Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (8 - Ustrine).

 

    Croazia, Isola di Cherso, Autunno.
    Ustrine solitaria accoglie il nostro silenzio con gli occhi chiusi delle case.
    In fila scendiamo verso il Sole che ammicca dietro le antiche tonnare.
    Ci riscalda con i suoi novelli raggi sganciatisi pigri dal nucleo.
    Fra poco ci toglierà gli strati di pile e i berretti di lana.

    Difficile la discesa fino al mare.
    Spine.
    La pioggia della notte lustra ancora il sentiero di rocce aguzze e terra ruggine. Grassa. Profumata. 
    Emma, la mia Golden Petto di Luna, aumenta la corsa. Il suo senso del mare è in allerta. Adesso lo sente vicino.
    Corre a perdifiato, caracollando per l'ultimo tratto impervio.
    Non la vedo ormai, ma dietro la curva scrocchiano le sue falcate.
    Ci lasciamo scivolare,  come slittando, fino alla spiaggia di piccoli sassi bianchi. Le prime buche di Emma rivelano le lacrime del temporale passato. Lei ha scavato e ora è in mare.
    Scherza con le onde, s'immerge e riaffiora con un sasso in bocca.
    Io mi spoglio.
    Emma sto arrivando.

    Gli anni più belli della mia vita sono in questa bolla preziosa che, forse, contiene il fiato di Dio.
    Chiudo gli occhi e lo ritrovo ancora.


P_Irene Navarra, Ustrine, AIArt e GraphicArt, 14 Novembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion XL -


Tra i corbezzoli
dai frutti fulvi e rosa
a scapicollo
in basso verso il mare ~
Bagni d'Autunno.
#Tanka 85

Roccioni bianchi,
ginestre, pini, salvia.
Un cielo puro
che trepido sorride
 a chi sa farsi azzurro.
#Tanka 86

Stavolta ho sovvertito lo schema dell'Haibun.
Niente Haiku.
Due Tanka si sono sviluppati spontaneamente e ne hanno usurpato il posto.
Che ci posso fare.
Sono fatta così.
Non riesco a stare alle regole.