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venerdì 15 marzo 2024

Poesia / Cronaca: Sovrimpressioni.


P_Irene Navarra, Sovrimpressioni 1, AIArt e GraphicArt, 15 Marzo 2024.


Ho avuto con me Pippo solo per tre anni e qualche mese,
ma il sentimento è che si sia cresciuti insieme.
Non conta la mia chioma ormai bianca,
il suo dolce muso segnato dalla lunga prigionia.
Così mi rivedo con i capelli neri, il corpo intatto.
E vedo il mio Pippo meravigliosamente integro, pieno di forze.
Vicini il più possibile, nulla ha importanza vera.
I piani temporali si sovrappongono nella mente.
Mentre abito la dimensione dello spaziotempo, sto bene.


Guancia a guancia
cogliamo il nostro essere eterni.
Pensieri e desideri da Highlanders leggendari.
Irene e Pippo nella pioggia
che offre specchi prodigiosi
per farci universali.

Siamo Anime in passaggio.

Così, negli anni
- intrisi di perle opalescenti -
ci scoppia dentro il sentimento della Luce
come fonte di trasformazione.
Resi Gemelli assunti dalle stelle.


P_Irene Navarra, Sovrimpressioni 2, AIArt e GraphicArt, 15 Marzo 2024.

Poesia / Cronaca: La pioggia entra in silenzio.

 

Sul mio quotidiano andare con Pippo Magnifico Setter Inglese.
Che ora non c'è più.


P_Irene Navarra, Sotto la pioggia con Pippo, AIArt e GraphicArt, 12 Giugno 2023.



La pioggia entra in silenzio
nel mio mondo semplice.
Mi bagna la maglietta di cotone
che porta scritto Àrmati di penna,
la giacca da escursione acquatica,
le Birkenstock semidistrutte
che erano sedile della Golden Emma
Amore mio Petto di Luna.
Mi intride anche i capelli lunghi e incolti
e bianchi come i ricci del mio Setter.
Siamo creature che camminano all'unisono,
godendo dello stillicidio lento.

La mano brilla di gemme liquide,
il manto brilla come seta
intessuta di diamanti.
Due esseri giunti assieme
dal pianeta trasparente
nascosto dietro il corpo della Luna
in cui non pesa e posa nulla
se non l'anima immortale delle cose.


sabato 17 febbraio 2024

Prosa / Racconto breve: Nyxa chioma stellante.



P_Irene Navarra, Nyxa chioma stellante, AIArt e GraphicArt, 17 Febbraio 2024.

 


    Ha i capelli che stellano.  
    Ovvero, come si muove, e specialmente di notte, i suoi capelli emanano brillanti che si disperdono nell'aria blu scurissimo e popolano l'immensa volta, fissandosi in nuovi aggregati astrali.
    Eccola, l'appena nata Circe. Lei balla dentro Il Grande carro, perché è proprio tra le sue strutture che si è insediata per opera della potente Nyxa.
    Come nascono queste meraviglie?
    Prima di rispondere, devo rivolgervi una preghiera: se non avete in dotazione innata calzari con le ali da indossare all'occorrenza fantastica, astenetevi dalla lettura. Potrebbe nuocere gravemente alla vostra salute mentale.
    Per capire Nyxa non serve nessuna, pur eccellente, facoltà razionale, niente 2 + 2 eguale a 4. Qua tutt'al più con la stessa regola matematica si ottiene 5. E qualche volta anche 7.
    Chiaro?
    Adesso posso entrare nel vivo della spiegazione.
    Immaginatevi, quindi, la scena: lei scuote la sua stupenda chioma bionda aureolata attorno al volto, e dai ricci si staccano lucciole. Centinaia di lucciole che si aggregano/disgregano sfaldandosi in altre lucciole sfavillanti per prendere poi le infinite vie del cielo e là, nel cantuccio individualmente più adatto, fissare la propria casa. Le forme sono sempre diverse. L'ultima ha impreziosito Il Grande carro di una figurina che volteggia tra veli di nane bianche. 
    Uno spettacolo.
    Uno spettacolo dal nome Il Grande carro con danzatrice.
    Sì. Gli scienziati se ne facciano una ragione. Guardino il cielo, tenendo il naso all'insù per un tempo congruo, e la vedranno.
    Nyxa ne sarà felice.
    Vi chiedo adesso: come la mettiamo con Orione e la sua Cintura?
    Non lascerete che vi propinino la solita storia della sua origine, vero? Non ascolterete le invenzioni sulle stelle variabili, pulsanti, cataclismiche, a eclisse con escursioni di luminosità.., giovani e meno giovani, accompagnate da nebulose o solitarie? Non date fede ai racconti su Mintaka, Alnilam e Alnitak le tre creature che compongono proprio la Cintura del mitico cacciatore gigante trasformato in complessa costellazione. Mintaka, Alnilam e Alnitak sono un asterismo creato da Nyxa che, molti millenni fa, scosse la chioma e lo plasmò della sua Luce.
    Da allora lo guarda con molto piacere.
    Come guarda Orione.
    Ancora con amore.
    E così è risolto il motivo della genesi della tre stelle.
    E in parte possiamo capire la natura di Nyxa che è umana e non, donna e non, dea e non.
    Lei conosce il suo potere, ma non ne abusa.
    Interviene quando nulla si può d'altro.
    Presente nell'universo prima ancora che si formasse, presiede a un equilibrio tra Cielo e Terra che non ci è dato cogliere fino in fondo.
    Da quello che ho capito, spesso favorisce lo sviluppo di straordinari corpi galattici quando sulla Terra si perde qualcosa, quando la stupidità incosciente cancella oppure deturpa la natura. Insomma ciò che l'uomo distrugge, lei riforgia scuotendo i capelli fulgenti.
    Io lo so bene.
    Con lei passeggio per la volta celeste a ogni calare del Sole. Ne saluto le creature siderali e controllo che Orione possa splendere indisturbato e non si dimentichi di noi. Di Nyxa che lo ha fatto assumere in cielo per amore immenso e pregando Zeus che la esaudisse; e di me che sono Sirius, il suo adorato cane.
    Ululai per giorni alla sua scomparsa.
    Poi, per intervento di Nyxa e volontà del Sommo Dio anch'io fui asterizzato, e mi mutai in stella sulla linea a sud-est della Cintura.
    Da allora lo proteggo e accompagno Nyxa che, nel momento in cui fu trasformato, gli regalò le tre luminosissime stelle della Cintura. Esse, attirando gli occhi degli esploratori spaziali, lo fanno vivere ancora.
    E con lui anch'io, eternamente al suo fianco, posso fendere le sideree lande a falcate grandi e impetuose.
    Perché mi agito parecchio, nonostante voi non ve ne accorgiate. I nostri moti sono inesorabili ma troppo lontani per essere percepiti completamente.
    Ora sono in attesa di una foresta di stelle.
    Nyxa me l'ha promessa visto che sul pianeta Terra stanno sparendo.
    Così mi aspetto da un momento all'altro uno scintillio di fusti, rami  foglie, fiori di materia fulgida.
    Non vedo l'ora.
    Non vedo l'ora di fare una pipì di diamanti cosmici su un tronco di diamanti cosmici.
    Cos'altro potrei desiderare?
    L'ho supplicata, però, di lasciare gli umani alle loro miserie cupe. Gli animali, invece, possono salire tutti lungo la scala chiara che li porterà quassù. Solo loro.
    Lei l'ha giurato toccandomi il naso con affetto, mentre uno sbrilluccichio si liberava intorno.
    Mi fido.
    Mai ha tradito un giuramento.
    E mai lo violerà.
    Ne sono certo.
23 Agosto 2023
Sirio



martedì 6 febbraio 2024

Poesia / Cronaca: Floralia.

 

Quando il grigio mi assale, naufrago in visioni di sogno.


P_Irene Navarra, Floralia 1, AIArt, 6 Febbraio 2024



C'è tanto grigio in me.
Anche dal cielo scende pioggia grigia.
Guardo e non vedo luce alcuna.
Allora chiudo gli occhi
e m'inghirlando dei fiori della Primavera.
So che ritornerà
come Tutto torna.
M'invade un profumo celestiale.
Così sorrido
al mio vasto orizzonte
dove Albe e Tramonti si rincorrono
in rapide accensioni
e breve buio.
Là vive la storia.
La mia storia.
Nell'abisso. E poi nel sogno.


 

lunedì 20 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (12 - Ischia).



Una tappa importante di questo mio Viaggio intimo è Ischia,
la bellissima isola dell'Arcipelago campano in cui ho trascorso anni felici.
Là era semplice e spontaneo entrare nel mito, perché là tutto era parte
di una scenografia spettacolare sul cui sfondo si rappresentavano favole belle.

P_Irene Navarra, Ischia 2, AIArt e GraphicArt, 20 Novembre 2023.

    Si facevano le vacanze a Ischia.
    Non saprei dire la località precisa.
    Rammento molto bene, però, il muro che si affacciava sul mare, il pozzo nel cortile, i fichi e la ricotta fresca che mangiavo seduta sul bordo del pozzo.
    Dietro la casa rustica e profumata di fieno, c'era la campagna aperta.
    Niente costruzioni l'una sull'altra, allora.
    Ricordo le fughe di soppiatto fuori dalla proprietà e i bagni solitari in quell'acqua di smeraldo.
    Mi sentivo una creatura marina e mi vedevo la pelle azzurra e un poco a squame. Poco poco. Ma ogni giorno di più.
    La notte sognavo di trasformarmi in Nereide.
    Teti, naturalmente. La madre di Achille. Sognavo in grande.
    Nuotavo e mi raccontavo storie di abissi, affrettandomi perché dovevo scortare Poseidone, da Ischia, appunto, dove era arrivato per le Nitrodi custodi della sorgente termale di Barano, al suo palazzo dalle pareti di turchesi e coralli. Che svettava tra limpide correnti al largo di Capri. Grandi squali filanti dentro e fuori la preziosa residenza, e meduse viola elettrico, enormi, abbarbicate come tende alle finestre, rendevano speciale il luogo. Ero già in ritardo sulla chiamata. Mi aspettavano le amate sorelle Anfitrite e Climene.
    I Tritoni sbuffavano nell'attesa. Lo immaginavo. Erano ragazzotti impazienti. Laggiù le onde ribollivano. Dovevano essere loro.
    Una bracciata dopo l'altra mi allontanavo finché il grido di mamma e nonna non mi riportavano indietro, alla mia vita di ragazzina normale. Molto triste, poi, per tutto il resto della giornata nei miei pantaloncini a quadretti blu e nella maglietta bianca con il disegno di una bimba mora dalla coda di sirena.


Specchiarsi in mare 
~
 Farsi Nereide azzurra ~
Vita nel mito ~



sabato 4 novembre 2023

Prosa / Racconto breve: Fiordalisi e farfalle.

 

Tecnologia: Stable Diffusion (https://stablediffusionweb.com).
P_Irene Navarra, Fiordalisi e farfalle, AIArt e GraPhicArt, 4 Novembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion -


    C'erano una volta i fiordalisi.
    Nel grano maturo il vento li muoveva come navicelle blu chiaro in un mare d'oro.
    Ghìsela conosceva il loro linguaggio sobrio.
    Sapeva che narravano di quando erano farfalle desiderose di provare l'ebbrezza della stabilità nell'illusione che, stando a dimora al suolo, potessero essere meno precarie.
    Avevano pregato il Re del Vento e la Regina della Terra di unirsi in nozze celestiali e farli diventare fiori.
    Vita da bulbo, sì.
    Radici fusto foglie petali, oh, sì.
    Non più larve, non più crisalidi e poi stupende ma effimere creature destinate a spegnersi nell'abbraccio solitario delle loro stesse ali.
    Vento gagliardo e Terra dolci curve si avvicinarono-discussero-decisero che si poteva fare, e si unirono.
    Nacque così il fiordaliso che sa di entrambi.
    Nella corolla un colore ineguagliabile per gamme azzurro cielo con tocchi viola. 
Quelle del vento che trascorre nubi, alberi, cespugli, fiumi e mari incanalandosi in gole profonde dove urla in modo terrificante, oppure blandendo erbe di campo, acini d'uva giallo ambra sugli scoscesi fianchi delle colline ocra.
    Nel gambo, che penetra le zolle e si armonizza di sostanza densa per farsi sonda duttile e tenace, il verde deciso della vita svettante alla luce.
    La sinfonia migliore del creato non renderebbe bene tanta leggiadria. Tanta commistione di leggerezza e forza.
    Così progredirono i fiordalisi, ondeggiando soavi con il grano, con i papaveri nel trionfo dell'estate.

    Ci fu in tempo in cui i campi blueggiavano in fitte macchie di fiordalisi mentre si spegneva l'oro del frumento. I fiordalisi avevano vita lunga e prosperosa a dispetto della lenta morte per essicazione del frumento attorno. 
    Fiorivano.
    Abbondantemente.
    Dalla stessa pianta nascevano più rampolli colorati dell'azzurro-violetto particolare, tipico della specie. Però anche loro erano destinati a restare delusi nella brama di sopravvivenza.
    I più longevi confabulavano spesso; si sfidavano a scoprire quali artifici mettere in atto per ottenere l'immortalità personalfloreale, come la definivano loro con un certo disprezzo sottile per i vicini di corolla, quelli che, certi dell'imminente morte per falce, si preparavano, nascondendo dei semi in più in qualche anfratto profondo del terreno.

    Nel campo di fine estate, con i fiordalisi ancora rigogliosi, in quel bellissimo campo, circondato da cespugli di ibisco rosa-arancio entrò Ghìsela. Scivolando lieve sulla seta dei suoi pensieri.
    Lei, in quel momento, si sentiva una farfalla.
    E non le interessava proprio di vivere la vita in attimi. Voleva provare la soavità di librarsi con ali di velo. Magari azzurre. Azzurro fiordaliso, in verità. e voleva al contempo anche vibrare al vento con petali leggeri del colore del cielo al crepuscolo.
    Ma c'è qualcosa in più a proposito di tali propensioni. C’è da dire, sissignori, che le farfalle le si posavano addosso. Le farfalle e Ghisela erano un'unica entità. Sembravano riconoscerla e capirla. Spesso, pertanto, lei passeggiava con un corteggio alato davvero delizioso.
    Strano! Pur tuttavia stupendo! commentavano i suoi famigliari e amici con un'aria incredula che era un programma esplicito delle constatazioni interne.

    Da un po' frequentava quell'isola rustica di serenità per lei. Stava sondando il linguaggio composito della natura. Ascoltava, imparava, non partecipava. La scelta sarebbe arrivata, una volta che avesse intuito e compreso le ragioni delle une, le farfalle, e degli altri, i fiordalisi. Il fatto che lei fosse umana era una quisquiliosa attitudine al giudizio di poca importanza. Ghisela erevoluta e aperta alle energie sottili. In lei aveva anche semi, crisalidi future, petali e ali. Sì. Era ibrida, pronta a diventare... che cosa? Beh, rispondeva. Ci penserà il Caso.

    E invece ci pensò il Padre Eterno.
    Percepito il flusso d'amore che da lei proveniva, decise di aiutarla perché esseri come Ghisela, così completi di tutto, erano una preziosa rarità.
    Perciò, mentre se ne stava beatamente seduta a guardare il cielo, le spighe rimaste ormai sbiadite, i pochi fiordalisi che resistevano alla calura e qualche farfallina che li suggeva, Dio le mise una mano in testa e sentenziò. 
    Lei sentiva la sua voce, forte e chiara.
    Senza meraviglia alcuna.
    Le risuonava nel cuore, e si amplificava nella mente.
    Sapeva, d'altronde, che tutto proviene dalla cellula divina che dà inizio all'Universo. Sapeva che bastava aprirsi all'ascolto per cogliere il miracolo di un'anima unita all'anima prima da cui proveniamo.
    La sua nuova vita procedeva già.
    Avrebbe potuto volare, fiorire, camminare in perfetta completezza.
    Grazie, Signore! sussurrò con le lacrime agli occhi.
    Poi agitò leggermente le sue recenti ali di velo dai colori arcobaleno e planò tra i pistilli di un grande fiordaliso che prese ad accarezzarla e a solleticarle il corpo flessuoso.
    La sensazione era inspiegabilmente profonda ed eccitante.
    Ghisela si immerse nel fiore e si lasciò amare. Amandone l'essenza nettarina.
    L'aspettava un'esistenza ricca di emozioni.
    Un'esistenza-preghiera di ringraziamento per la varietà generosamente concessa.
    Se fosse traslata in altre dimensioni durante uno dei suoi tre stati, avrebbe comunque ringraziato. Colma di gratitudine.
    Quella notte si sarebbe rifugiata in una piccola crepa del cipresso grande appena al di là del campo. Da umana l'aveva sempre sfiorata, con una sensazione, come dire..., una sensazione verde, di intelligenza totale. E là avrebbe lasciato un po' della polvere policroma delle sue ali.
    Il mondo aveva bisogno di magia.
    Da donna aveva sentito le connessioni che legavano indissolubilmente gli elementi tra di loro, da farfalla le vedeva come una rete di polline dorato.
    Chissà da fiordaliso quali prodigiosi percorsi sensoriali avrebbe captato, quanto ancora si sarebbe aperta alla conoscenza infinita dell'essere!
    Ben presto ne sarebbe stata consapevole.
    Abbandonandosi, naturalmente, a quei veri e propri Atti di Fede che avevano il potere di concretizzare i desideri.
    

venerdì 27 ottobre 2023

Poesia / Ritratti in ChiaroScuro: Armita #5.


Sto soffocando
in questa vita scialba -
Mi tolgo il velo.

Irene Navarra, Noia, AIArt e GrapicArt, 26 Ottobre 2023.


La ribellione è una scelta.
Di Vita o di Morte.
Per lei, Armita, è stata di Morte.
Zazzera corta libera e passo energico.
Vita, Vita, Vita.
E poi...

giovedì 26 ottobre 2023

Poesia / Ritratti in ChiaroScuro: Angela #4.


Le morti dei migranti nel Mediterraneo sono un fatto di per sé orribile.
Quelle dei bambini mi addolorano immensamente.
Allora invento miti.
Creo leggende.
Nella mia mente offro loro una rinascita.

P_Irene Navarra, La Messaggera / Angela #4, AiArt e GraphicArt, 25 Ottobre 2023.



Bianco degli occhi,
bianco panna delle labbra,
minime ali di spuma candida.
Spuma di mare nata su coste coralline
onda per onda risucchiando gemme.
Luminose come la sua anima innocente
spuntano dalla schiena di bambina
in transito veloce tra di noi.
Un'Angela caduta dentro il mare,
e trasformata nei solchi delle linfe liquide
con ornamenti da Afrodite umile.
E poi di bocca in bocca sottovoce
fino a plasmarne la leggenda
di figlia pura dalle ali lievi chiesta dal Creatore.
Così Lei, la Messaggera nata dalla morte,
si staglia eterna contro il cielo
- di sole d'oro circonfusa
o sfolgorante nella notte nera -
e indica la via.


domenica 24 settembre 2023

Poesia / Cronaca: Tra sogno e realtà.

 

Tra sogno e realtà.
Ovvero: la dimensione che mi porta a capire
e a decidere chi voglio essere e come voglio vivere.


Tecnologia: Stable Diffusion XL.
P_Irene Navarra, Paesaggio di sogno, AIArt e GraphicArt, 24 Settembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion XL -


Non è che si sta sempre bene
a spasso per nitidi vialetti
di un paese immaginario,
sognato, risognato
e chiuso al tuo risveglio
tra pastelli colorati
nello scrigno dei ricordi,
non è che la vita di ogni giorno
te la salvi con quel po' di fantasia
ingenua tanto da sorridere
come una madre fa
davanti al figlio che vaneggia.
Eh, sì. Perché lo stacco col reale
può solo addolorarti.
Non consola.

Le piante ben curate nascondono serpenti.
E quelle nuvole del cielo sono tosco denso.
Le pietre dei camminamenti riciclano gli scarti.
Come una droga, il sogno ti s'insinua dentro.
Genera un mostro che divora in un boccone,
mastica, estrae umori,
ti sputa infine
ridotto a una poltiglia disgustosa.
E per rigenerarti
ci vuole un'era di emozioni belle,
a occhi bene aperti.
Altro dai ghirigori della fantasia!

Resto dentro la polvere di strade campagnole
povere e arse, tra erbe imbastardite,
nell'urlo della bora che spettina anche il cuore.
Questa è un'isola felice,
ricca di spine conficcate nella pelle,
di paglie dure più dei sassi.
Qui bevo violaceo vino di sambuco
mangiando le radici amare della terra
che mi ha vista nascere.
Qui me ne sto pacificata
mentre chimeriche visioni si sciolgono
alle spalle e colano in gocce trasparenti
sopra i roveti, sulle zolle impervie:
manna preziosa per le creature
che mi interpellano al passaggio.




giovedì 14 settembre 2023

Poesia / Percezioni: La perfezione del Tondo.



P_Irene Navarra, Nature tonde, AIArt e GraphicArt, 14 Settembre 2023



Amo la natura a curve tonde.
Nel cielo e sulla terra ~
Curve perfette
di nubi corolle foglie ~
Anche del Sole che più tondo di così...
La guardo, questa natura adatta alle carezze.
La osservo con amore, mi ci immergo
trattenendo il fiato.
Se sono fiori
avanzo in mezzo a loro senza calpestarli
e insinuo passi lievi tra cerchietti d'oro fino.
Piano.
Se sono alberi,
mi arrampico e sistemo tra braccia
compiacenti a simulare culle.
Se sono nubi,
scavo una tana nell'ovatta
che serva da rifugio,
 dicendomi solenne:
Ecco la mano di Dio.



lunedì 11 settembre 2023

Poesia / Percezioni: Rose scarlatte.


Odio le rose scarlatte.
Il sentimento viene da lontano.
E il motivo c'è.
Lo spiego con le mie solite metafore
che inducono a capire.
Tuttavia non troppo.

Irene Navarra, Rose scarlatte, AIArt, 11 Settembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion -


Le rose rosse portano letizia.
Sono palesi simboli d'amore. 
Così si dice.
E questo mito forse vale per la gente.
Ma non per me.
Fiammeggiano, sì, tra le mie mani.
Le tengo.
Con la mestizia di chi sa già
doni di fiori dopo un oltraggio
che non si può dimenticare.
E allora stringo sulle spine
che forano la carne.
Profondamente.
Sangue.
Lo spargo sulla veste
in macchie indelebili.
Perenni.
Nella memoria quel momento
in cui per non urlare
ho preferito darmi remissione
nel dolore che aggredisce
e non fa pensare.
Mentre le rose stanno.
Offerte senza senso.
Oh, così scarlatte,
così splendenti.


venerdì 8 settembre 2023

Poesia / Percezioni: La nascita di un mito (Monito ai compagni umani).

Ovidio, il grande maestro di ogni trasformazione, mi porta per mano a scoprire la nascita di un mito in cui sono coinvolta. Anche Catullo con la sua "Chioma di Berenice" mi indica la strada. Così abbandono ogni percorso umano e divento parte della costellazione della Vergine.


P_Irene Navarra, La nascita di un mito, AIArt olio, 8 Settembre 2023.
 

 

Monito ai compagni umani

Se mi toccate, mi sgretolerò
perdendo sangue e forza
da crepe colme di ribrezzo.
La pelle svigorita
più non sopporta impronte umane.
Vuole solo carezze di rugiada,
il manto cristallino della pioggia,
vesti tessute da costellazioni.

Così comando risoluta:
Adesso voi dovete cancellarmi
dai vostri casellari, dagli elenchi, 
dalle sinapsi del ricordo.
Vivo serena ormai in cellule spaziali
filando lieta dentro nebulose
e tra residui di materia astrale.

Ridete? 
 
Ma sì, lo so... non sono ingenua!
Potrò morire di tempesta siderale.
Nel tempo di un respiro.
L’aspetto e non la temo.
Anzi, la invoco.
Sarà una cosa naturale.
La pura fine degli eletti
assurti ai ranghi delle stelle.
Un nuovo segno luminoso in cielo. 
La nascita di un mito tanto minimo 
che nessuno lo tramanderà.
La Vergine però sarà stupenda
con me trasfusa in fiori fulgidi 
a ghirlanda sulla chioma.  
 

Poesia / Cronaca: I giorni senza verde.

 

Irene Navarra, Verde, AI Olio e Grafica, 8 Settembre 2023.



Ci sono giorni in cui la mia natura
- di per sé verde -
si spegne grigia insieme con il fiato.
Allora resta solo immaginare
di colorarmi come se giocassi,
recuperando il quando le foglie delle margherite
- strofinate tra le mani e un po' mangiate -
mi fossero gemelle cellulari di un genoma
fresco di clorofilla intatta.
Storie di ragazzina troppo fantasiosa
adesso ancora affascinanti
sedendo - gambe in croce - sul mio prato,
o nel rifugio compiacente della casa solitaria,
se chiudo gli occhi e conto lentamente
1, 2, 3,
fino al prodigio di sentirmi nuova.
Così seguo nei palmi come foglie
la mappa delle nervature, 
con le pupille smeraldine volte all'orizzonte
le ascese ripide delle colline
fruscianti una lingua universale,
i segni frastagliati delle nubi
che chiudono gli stami nella loro ovatta.
E mi coloro a poco a poco
di verde che tripudia
cambia la sostanza
mentre la vita va.
Solenne per il mito del ritorno
in cui mi faccio bella e pura e in pace.

mercoledì 30 agosto 2023

Poesia / Percezioni: Sentire i fiori.



I mughetti e i lillà erano i fiori preferiti di mia madre. Dei primi ho scritto Qui, Qui e Qui, dei secondi parlo oggi per un particolare occorsomi durante la mattina.
Appena alzata ne ho percepito la fragranza e il colore, anche se – lo so bene – non è questa la loro stagione.
Così ho sussurrato Ciao mamma, e mi sono dedicata ai soliti rituali quotidiani.



Irene Navarra, Sentire i fiori, AI Olio su tela, 30 Agosto 2023.
 

A occhi chiusi
inalo il viola luce di corolle generose
e respiro.
Respiro a fondo.
Mi faccio fiore percorso dalla brezza.
Sono una creatura vegetale che chiude in sé
droghe sottili di profumi e nuance.

Altalenare lento, il mio,
nel polline fragrante del lillà
che da me stilla.



venerdì 25 agosto 2023

Poesia / Haiku e Cronaca: Tra fiori bianchi (Meditazione cromatica).


Tra i fiori bianchi
ritrovo il mio destino -
Colore e vita.

Irene Navarra, Nel Bianco, AI e Grafica, 11 Lugluo 2023.


Sì, qui sto bene.
Tra fiori bianchi come i miei capelli
sento vibrare in me le note giuste.
Calmo suono di flauto
e un riso di foglie tintillanti
per il vento di cristallo che le scorre,
le spettina impudente, e poi le liscia.
Facendo frusciare seta vegetale.
Echi di un mondo parallelo
dove sbocciano storie immacolate.
Cammino sulla ghiaia del sentiero verso casa.
Scricchiolano i grani  - bianchi anch'essi -
sotto i miei passi.
Si complica il concerto.
Due cince fracassone sporgono i capini
dai bordi della casa di betulla appesa al faggio,
lanciando bucce di girasoli e arachidi.
Il suono è sordo, secco, ragtimante.
Anche le nubi si mettono a berciare
sbuffi di bianco per completare il ritmo
che m'invade come le bollicine
di una coppa  di champagne.
E quando il cuore è colmo
di frizzante naturale,
allora canto.
L'apoteosi della gioia, io canto.
Con la voce, con il corpo, con la mente.
Mi lascio andare in diaspora fruttuosa.
E sono seme di una nuova specie
ibridata a forza di ascoltare.