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martedì 16 luglio 2024

Poesia / Cronaca: Miti poetici (con Francesco Petrarca).

 

P_Irene Navarra, Donna con Petrarchino, AIArt e GraphicArt, 16 Luglio 2024


Sì. Sto leggendo da un antico Petrarchino
"Erano i capei d'oro a l'aura sparsi".
Un raro dono di mio padre
che mi accompagna in voli inusitati.
Tale è il piacere delle magnifiche parole
che la mia vita si riversa nell'Allora.
E so la musica dei versi,
il fascino sottile dei richiami
e l'eleganza del fluire rarefatto.
So il canto in cui nulla pesa e nulla posa.
I giorni della gioia.


L'eco della Sua voce mi permane dentro.
Così ritorno ai miti della giovinezza
e agli Amori soffusi da pensieri
accolti in animo gentile.
- Il "Canzoniere" di Francesco nelle mani -
La pelle si fa liscia,
gli occhi chiari.
Il tempo si riavvolge
in unità profonda.
Sono.


sabato 17 febbraio 2024

Prosa / Racconto breve: Nyxa chioma stellante.



P_Irene Navarra, Nyxa chioma stellante, AIArt e GraphicArt, 17 Febbraio 2024.

 


    Ha i capelli che stellano.  
    Ovvero, come si muove, e specialmente di notte, i suoi capelli emanano brillanti che si disperdono nell'aria blu scurissimo e popolano l'immensa volta, fissandosi in nuovi aggregati astrali.
    Eccola, l'appena nata Circe. Lei balla dentro Il Grande carro, perché è proprio tra le sue strutture che si è insediata per opera della potente Nyxa.
    Come nascono queste meraviglie?
    Prima di rispondere, devo rivolgervi una preghiera: se non avete in dotazione innata calzari con le ali da indossare all'occorrenza fantastica, astenetevi dalla lettura. Potrebbe nuocere gravemente alla vostra salute mentale.
    Per capire Nyxa non serve nessuna, pur eccellente, facoltà razionale, niente 2 + 2 eguale a 4. Qua tutt'al più con la stessa regola matematica si ottiene 5. E qualche volta anche 7.
    Chiaro?
    Adesso posso entrare nel vivo della spiegazione.
    Immaginatevi, quindi, la scena: lei scuote la sua stupenda chioma bionda aureolata attorno al volto, e dai ricci si staccano lucciole. Centinaia di lucciole che si aggregano/disgregano sfaldandosi in altre lucciole sfavillanti per prendere poi le infinite vie del cielo e là, nel cantuccio individualmente più adatto, fissare la propria casa. Le forme sono sempre diverse. L'ultima ha impreziosito Il Grande carro di una figurina che volteggia tra veli di nane bianche. 
    Uno spettacolo.
    Uno spettacolo dal nome Il Grande carro con danzatrice.
    Sì. Gli scienziati se ne facciano una ragione. Guardino il cielo, tenendo il naso all'insù per un tempo congruo, e la vedranno.
    Nyxa ne sarà felice.
    Vi chiedo adesso: come la mettiamo con Orione e la sua Cintura?
    Non lascerete che vi propinino la solita storia della sua origine, vero? Non ascolterete le invenzioni sulle stelle variabili, pulsanti, cataclismiche, a eclisse con escursioni di luminosità.., giovani e meno giovani, accompagnate da nebulose o solitarie? Non date fede ai racconti su Mintaka, Alnilam e Alnitak le tre creature che compongono proprio la Cintura del mitico cacciatore gigante trasformato in complessa costellazione. Mintaka, Alnilam e Alnitak sono un asterismo creato da Nyxa che, molti millenni fa, scosse la chioma e lo plasmò della sua Luce.
    Da allora lo guarda con molto piacere.
    Come guarda Orione.
    Ancora con amore.
    E così è risolto il motivo della genesi della tre stelle.
    E in parte possiamo capire la natura di Nyxa che è umana e non, donna e non, dea e non.
    Lei conosce il suo potere, ma non ne abusa.
    Interviene quando nulla si può d'altro.
    Presente nell'universo prima ancora che si formasse, presiede a un equilibrio tra Cielo e Terra che non ci è dato cogliere fino in fondo.
    Da quello che ho capito, spesso favorisce lo sviluppo di straordinari corpi galattici quando sulla Terra si perde qualcosa, quando la stupidità incosciente cancella oppure deturpa la natura. Insomma ciò che l'uomo distrugge, lei riforgia scuotendo i capelli fulgenti.
    Io lo so bene.
    Con lei passeggio per la volta celeste a ogni calare del Sole. Ne saluto le creature siderali e controllo che Orione possa splendere indisturbato e non si dimentichi di noi. Di Nyxa che lo ha fatto assumere in cielo per amore immenso e pregando Zeus che la esaudisse; e di me che sono Sirius, il suo adorato cane.
    Ululai per giorni alla sua scomparsa.
    Poi, per intervento di Nyxa e volontà del Sommo Dio anch'io fui asterizzato, e mi mutai in stella sulla linea a sud-est della Cintura.
    Da allora lo proteggo e accompagno Nyxa che, nel momento in cui fu trasformato, gli regalò le tre luminosissime stelle della Cintura. Esse, attirando gli occhi degli esploratori spaziali, lo fanno vivere ancora.
    E con lui anch'io, eternamente al suo fianco, posso fendere le sideree lande a falcate grandi e impetuose.
    Perché mi agito parecchio, nonostante voi non ve ne accorgiate. I nostri moti sono inesorabili ma troppo lontani per essere percepiti completamente.
    Ora sono in attesa di una foresta di stelle.
    Nyxa me l'ha promessa visto che sul pianeta Terra stanno sparendo.
    Così mi aspetto da un momento all'altro uno scintillio di fusti, rami  foglie, fiori di materia fulgida.
    Non vedo l'ora.
    Non vedo l'ora di fare una pipì di diamanti cosmici su un tronco di diamanti cosmici.
    Cos'altro potrei desiderare?
    L'ho supplicata, però, di lasciare gli umani alle loro miserie cupe. Gli animali, invece, possono salire tutti lungo la scala chiara che li porterà quassù. Solo loro.
    Lei l'ha giurato toccandomi il naso con affetto, mentre uno sbrilluccichio si liberava intorno.
    Mi fido.
    Mai ha tradito un giuramento.
    E mai lo violerà.
    Ne sono certo.
23 Agosto 2023
Sirio



lunedì 20 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (12 - Ischia).



Una tappa importante di questo mio Viaggio intimo è Ischia,
la bellissima isola dell'Arcipelago campano in cui ho trascorso anni felici.
Là era semplice e spontaneo entrare nel mito, perché là tutto era parte
di una scenografia spettacolare sul cui sfondo si rappresentavano favole belle.

P_Irene Navarra, Ischia 2, AIArt e GraphicArt, 20 Novembre 2023.

    Si facevano le vacanze a Ischia.
    Non saprei dire la località precisa.
    Rammento molto bene, però, il muro che si affacciava sul mare, il pozzo nel cortile, i fichi e la ricotta fresca che mangiavo seduta sul bordo del pozzo.
    Dietro la casa rustica e profumata di fieno, c'era la campagna aperta.
    Niente costruzioni l'una sull'altra, allora.
    Ricordo le fughe di soppiatto fuori dalla proprietà e i bagni solitari in quell'acqua di smeraldo.
    Mi sentivo una creatura marina e mi vedevo la pelle azzurra e un poco a squame. Poco poco. Ma ogni giorno di più.
    La notte sognavo di trasformarmi in Nereide.
    Teti, naturalmente. La madre di Achille. Sognavo in grande.
    Nuotavo e mi raccontavo storie di abissi, affrettandomi perché dovevo scortare Poseidone, da Ischia, appunto, dove era arrivato per le Nitrodi custodi della sorgente termale di Barano, al suo palazzo dalle pareti di turchesi e coralli. Che svettava tra limpide correnti al largo di Capri. Grandi squali filanti dentro e fuori la preziosa residenza, e meduse viola elettrico, enormi, abbarbicate come tende alle finestre, rendevano speciale il luogo. Ero già in ritardo sulla chiamata. Mi aspettavano le amate sorelle Anfitrite e Climene.
    I Tritoni sbuffavano nell'attesa. Lo immaginavo. Erano ragazzotti impazienti. Laggiù le onde ribollivano. Dovevano essere loro.
    Una bracciata dopo l'altra mi allontanavo finché il grido di mamma e nonna non mi riportavano indietro, alla mia vita di ragazzina normale. Molto triste, poi, per tutto il resto della giornata nei miei pantaloncini a quadretti blu e nella maglietta bianca con il disegno di una bimba mora dalla coda di sirena.


Specchiarsi in mare 
~
 Farsi Nereide azzurra ~
Vita nel mito ~



sabato 4 novembre 2023

Prosa / Racconto breve: Fiordalisi e farfalle.

 

Tecnologia: Stable Diffusion (https://stablediffusionweb.com).
P_Irene Navarra, Fiordalisi e farfalle, AIArt e GraPhicArt, 4 Novembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion -


    C'erano una volta i fiordalisi.
    Nel grano maturo il vento li muoveva come navicelle blu chiaro in un mare d'oro.
    Ghìsela conosceva il loro linguaggio sobrio.
    Sapeva che narravano di quando erano farfalle desiderose di provare l'ebbrezza della stabilità nell'illusione che, stando a dimora al suolo, potessero essere meno precarie.
    Avevano pregato il Re del Vento e la Regina della Terra di unirsi in nozze celestiali e farli diventare fiori.
    Vita da bulbo, sì.
    Radici fusto foglie petali, oh, sì.
    Non più larve, non più crisalidi e poi stupende ma effimere creature destinate a spegnersi nell'abbraccio solitario delle loro stesse ali.
    Vento gagliardo e Terra dolci curve si avvicinarono-discussero-decisero che si poteva fare, e si unirono.
    Nacque così il fiordaliso che sa di entrambi.
    Nella corolla un colore ineguagliabile per gamme azzurro cielo con tocchi viola. 
Quelle del vento che trascorre nubi, alberi, cespugli, fiumi e mari incanalandosi in gole profonde dove urla in modo terrificante, oppure blandendo erbe di campo, acini d'uva giallo ambra sugli scoscesi fianchi delle colline ocra.
    Nel gambo, che penetra le zolle e si armonizza di sostanza densa per farsi sonda duttile e tenace, il verde deciso della vita svettante alla luce.
    La sinfonia migliore del creato non renderebbe bene tanta leggiadria. Tanta commistione di leggerezza e forza.
    Così progredirono i fiordalisi, ondeggiando soavi con il grano, con i papaveri nel trionfo dell'estate.

    Ci fu in tempo in cui i campi blueggiavano in fitte macchie di fiordalisi mentre si spegneva l'oro del frumento. I fiordalisi avevano vita lunga e prosperosa a dispetto della lenta morte per essicazione del frumento attorno. 
    Fiorivano.
    Abbondantemente.
    Dalla stessa pianta nascevano più rampolli colorati dell'azzurro-violetto particolare, tipico della specie. Però anche loro erano destinati a restare delusi nella brama di sopravvivenza.
    I più longevi confabulavano spesso; si sfidavano a scoprire quali artifici mettere in atto per ottenere l'immortalità personalfloreale, come la definivano loro con un certo disprezzo sottile per i vicini di corolla, quelli che, certi dell'imminente morte per falce, si preparavano, nascondendo dei semi in più in qualche anfratto profondo del terreno.

    Nel campo di fine estate, con i fiordalisi ancora rigogliosi, in quel bellissimo campo, circondato da cespugli di ibisco rosa-arancio entrò Ghìsela. Scivolando lieve sulla seta dei suoi pensieri.
    Lei, in quel momento, si sentiva una farfalla.
    E non le interessava proprio di vivere la vita in attimi. Voleva provare la soavità di librarsi con ali di velo. Magari azzurre. Azzurro fiordaliso, in verità. e voleva al contempo anche vibrare al vento con petali leggeri del colore del cielo al crepuscolo.
    Ma c'è qualcosa in più a proposito di tali propensioni. C’è da dire, sissignori, che le farfalle le si posavano addosso. Le farfalle e Ghisela erano un'unica entità. Sembravano riconoscerla e capirla. Spesso, pertanto, lei passeggiava con un corteggio alato davvero delizioso.
    Strano! Pur tuttavia stupendo! commentavano i suoi famigliari e amici con un'aria incredula che era un programma esplicito delle constatazioni interne.

    Da un po' frequentava quell'isola rustica di serenità per lei. Stava sondando il linguaggio composito della natura. Ascoltava, imparava, non partecipava. La scelta sarebbe arrivata, una volta che avesse intuito e compreso le ragioni delle une, le farfalle, e degli altri, i fiordalisi. Il fatto che lei fosse umana era una quisquiliosa attitudine al giudizio di poca importanza. Ghisela erevoluta e aperta alle energie sottili. In lei aveva anche semi, crisalidi future, petali e ali. Sì. Era ibrida, pronta a diventare... che cosa? Beh, rispondeva. Ci penserà il Caso.

    E invece ci pensò il Padre Eterno.
    Percepito il flusso d'amore che da lei proveniva, decise di aiutarla perché esseri come Ghisela, così completi di tutto, erano una preziosa rarità.
    Perciò, mentre se ne stava beatamente seduta a guardare il cielo, le spighe rimaste ormai sbiadite, i pochi fiordalisi che resistevano alla calura e qualche farfallina che li suggeva, Dio le mise una mano in testa e sentenziò. 
    Lei sentiva la sua voce, forte e chiara.
    Senza meraviglia alcuna.
    Le risuonava nel cuore, e si amplificava nella mente.
    Sapeva, d'altronde, che tutto proviene dalla cellula divina che dà inizio all'Universo. Sapeva che bastava aprirsi all'ascolto per cogliere il miracolo di un'anima unita all'anima prima da cui proveniamo.
    La sua nuova vita procedeva già.
    Avrebbe potuto volare, fiorire, camminare in perfetta completezza.
    Grazie, Signore! sussurrò con le lacrime agli occhi.
    Poi agitò leggermente le sue recenti ali di velo dai colori arcobaleno e planò tra i pistilli di un grande fiordaliso che prese ad accarezzarla e a solleticarle il corpo flessuoso.
    La sensazione era inspiegabilmente profonda ed eccitante.
    Ghisela si immerse nel fiore e si lasciò amare. Amandone l'essenza nettarina.
    L'aspettava un'esistenza ricca di emozioni.
    Un'esistenza-preghiera di ringraziamento per la varietà generosamente concessa.
    Se fosse traslata in altre dimensioni durante uno dei suoi tre stati, avrebbe comunque ringraziato. Colma di gratitudine.
    Quella notte si sarebbe rifugiata in una piccola crepa del cipresso grande appena al di là del campo. Da umana l'aveva sempre sfiorata, con una sensazione, come dire..., una sensazione verde, di intelligenza totale. E là avrebbe lasciato un po' della polvere policroma delle sue ali.
    Il mondo aveva bisogno di magia.
    Da donna aveva sentito le connessioni che legavano indissolubilmente gli elementi tra di loro, da farfalla le vedeva come una rete di polline dorato.
    Chissà da fiordaliso quali prodigiosi percorsi sensoriali avrebbe captato, quanto ancora si sarebbe aperta alla conoscenza infinita dell'essere!
    Ben presto ne sarebbe stata consapevole.
    Abbandonandosi, naturalmente, a quei veri e propri Atti di Fede che avevano il potere di concretizzare i desideri.
    

venerdì 27 ottobre 2023

Poesia / Ritratti in ChiaroScuro: Armita #5.


Sto soffocando
in questa vita scialba -
Mi tolgo il velo.

Irene Navarra, Noia, AIArt e GrapicArt, 26 Ottobre 2023.


La ribellione è una scelta.
Di Vita o di Morte.
Per lei, Armita, è stata di Morte.
Zazzera corta libera e passo energico.
Vita, Vita, Vita.
E poi...

giovedì 26 ottobre 2023

Poesia / Ritratti in ChiaroScuro: Angela #4.


Le morti dei migranti nel Mediterraneo sono un fatto di per sé orribile.
Quelle dei bambini mi addolorano immensamente.
Allora invento miti.
Creo leggende.
Nella mia mente offro loro una rinascita.

P_Irene Navarra, La Messaggera / Angela #4, AiArt e GraphicArt, 25 Ottobre 2023.



Bianco degli occhi,
bianco panna delle labbra,
minime ali di spuma candida.
Spuma di mare nata su coste coralline
onda per onda risucchiando gemme.
Luminose come la sua anima innocente
spuntano dalla schiena di bambina
in transito veloce tra di noi.
Un'Angela caduta dentro il mare,
e trasformata nei solchi delle linfe liquide
con ornamenti da Afrodite umile.
E poi di bocca in bocca sottovoce
fino a plasmarne la leggenda
di figlia pura dalle ali lievi chiesta dal Creatore.
Così Lei, la Messaggera nata dalla morte,
si staglia eterna contro il cielo
- di sole d'oro circonfusa
o sfolgorante nella notte nera -
e indica la via.


domenica 24 settembre 2023

Poesia / Cronaca: Tra sogno e realtà.

 

Tra sogno e realtà.
Ovvero: la dimensione che mi porta a capire
e a decidere chi voglio essere e come voglio vivere.


Tecnologia: Stable Diffusion XL.
P_Irene Navarra, Paesaggio di sogno, AIArt e GraphicArt, 24 Settembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion XL -


Non è che si sta sempre bene
a spasso per nitidi vialetti
di un paese immaginario,
sognato, risognato
e chiuso al tuo risveglio
tra pastelli colorati
nello scrigno dei ricordi,
non è che la vita di ogni giorno
te la salvi con quel po' di fantasia
ingenua tanto da sorridere
come una madre fa
davanti al figlio che vaneggia.
Eh, sì. Perché lo stacco col reale
può solo addolorarti.
Non consola.

Le piante ben curate nascondono serpenti.
E quelle nuvole del cielo sono tosco denso.
Le pietre dei camminamenti riciclano gli scarti.
Come una droga, il sogno ti s'insinua dentro.
Genera un mostro che divora in un boccone,
mastica, estrae umori,
ti sputa infine
ridotto a una poltiglia disgustosa.
E per rigenerarti
ci vuole un'era di emozioni belle,
a occhi bene aperti.
Altro dai ghirigori della fantasia!

Resto dentro la polvere di strade campagnole
povere e arse, tra erbe imbastardite,
nell'urlo della bora che spettina anche il cuore.
Questa è un'isola felice,
ricca di spine conficcate nella pelle,
di paglie dure più dei sassi.
Qui bevo violaceo vino di sambuco
mangiando le radici amare della terra
che mi ha vista nascere.
Qui me ne sto pacificata
mentre chimeriche visioni si sciolgono
alle spalle e colano in gocce trasparenti
sopra i roveti, sulle zolle impervie:
manna preziosa per le creature
che mi interpellano al passaggio.




venerdì 8 settembre 2023

Poesia / Cronaca: I giorni senza verde.

 

Irene Navarra, Verde, AI Olio e Grafica, 8 Settembre 2023.



Ci sono giorni in cui la mia natura
- di per sé verde -
si spegne grigia insieme con il fiato.
Allora resta solo immaginare
di colorarmi come se giocassi,
recuperando il quando le foglie delle margherite
- strofinate tra le mani e un po' mangiate -
mi fossero gemelle cellulari di un genoma
fresco di clorofilla intatta.
Storie di ragazzina troppo fantasiosa
adesso ancora affascinanti
sedendo - gambe in croce - sul mio prato,
o nel rifugio compiacente della casa solitaria,
se chiudo gli occhi e conto lentamente
1, 2, 3,
fino al prodigio di sentirmi nuova.
Così seguo nei palmi come foglie
la mappa delle nervature, 
con le pupille smeraldine volte all'orizzonte
le ascese ripide delle colline
fruscianti una lingua universale,
i segni frastagliati delle nubi
che chiudono gli stami nella loro ovatta.
E mi coloro a poco a poco
di verde che tripudia
cambia la sostanza
mentre la vita va.
Solenne per il mito del ritorno
in cui mi faccio bella e pura e in pace.

venerdì 25 agosto 2023

Poesia / Haiku e Cronaca: Tra fiori bianchi (Meditazione cromatica).


Tra i fiori bianchi
ritrovo il mio destino -
Colore e vita.

Irene Navarra, Nel Bianco, AI e Grafica, 11 Lugluo 2023.


Sì, qui sto bene.
Tra fiori bianchi come i miei capelli
sento vibrare in me le note giuste.
Calmo suono di flauto
e un riso di foglie tintillanti
per il vento di cristallo che le scorre,
le spettina impudente, e poi le liscia.
Facendo frusciare seta vegetale.
Echi di un mondo parallelo
dove sbocciano storie immacolate.
Cammino sulla ghiaia del sentiero verso casa.
Scricchiolano i grani  - bianchi anch'essi -
sotto i miei passi.
Si complica il concerto.
Due cince fracassone sporgono i capini
dai bordi della casa di betulla appesa al faggio,
lanciando bucce di girasoli e arachidi.
Il suono è sordo, secco, ragtimante.
Anche le nubi si mettono a berciare
sbuffi di bianco per completare il ritmo
che m'invade come le bollicine
di una coppa  di champagne.
E quando il cuore è colmo
di frizzante naturale,
allora canto.
L'apoteosi della gioia, io canto.
Con la voce, con il corpo, con la mente.
Mi lascio andare in diaspora fruttuosa.
E sono seme di una nuova specie
ibridata a forza di ascoltare.


giovedì 17 agosto 2023

Prosa / Racconto breve: In Rose.

 


Appassionata di Metamorfosi,
avendo anche una particolare passione per le Rose Rosa, ne scrivo.
La formula narrativa è quella della Trasformazione, naturalmente.
Da esseri umani in piante.
Sullo sfondo, appena accennato dalla voce narrante, un Amore saffico.
Che è sentimento, in questo caso, oltre ogni confine immaginabile.


Irene Navarra, In Rose, AI Olio su tela,17 Agosto 2023.


    Anna portava un bouquet di Rose Rosa, tenendolo saldamente davanti a sé con due mani.
    Come uno scudo di petali fragranti.
    Gli occhi incollati alle corolle, completamente smarrita nella loro sostanza.
    Niente di che, mi dissi, ama i fiori.
    Poi la osservai meglio, e vidi racemi e foglie che crescevano sulla sua veste e si arrampicavano sul collo. A velocità incredibile.
    Lei era assorta in sogni lontani.
    Sembrava ignara della sua strana condizione.
    Mi spaventai e le suggerii attenzione, perché le succedeva qualcosa di terribile.
    Mi rispose, sorridendo enigmatica, che lo sapeva, e lo voleva quel convertirsi rapido.
    Lo voleva da tanto tempo perché aveva una natura diversa. Più vegetale che umana.
    Lei era una Rosa d'anima.
    In breve lo sarebbe diventata anche di corpo.
    Senza dolore.
    La trasformazione era iniziata.
    Dopo complicati innesti, radicava e gemmava, finalmente.
    In perfetta letizia, affermò con la voce svaporante in un fruscio tenue, e un sentore verde che iniziava a espandersi dalla sua pelle bruna. Misto anche al lieve profumo delle Rose Rosa.
    Ero turbata.
    Lei subiva quella Metamorfosi del tutto consenziente.
    E non me ne aveva fatto nemmeno un cenno.
    Con una punta acuta di risentimento considerai che l'avrei perduta per sempre.
    Lei, l'Amore della vita mia, l'avrei perduta per sempre.
    Così l'abbracciai, schiacciando le sue rose.
    Quasi per vendetta.
    E mi ferii con le spine.
    Sanguinai.
    Abbassai lo sguardo sul liquido fresco che sgorgava dal mio petto e lo notai traslucido di brillii preziosi.
    Stillava da me fluida giada verde.
    La comprensione si fece strada. Come una cuspide elettrica. E mi invase tutta.
    La strinsi di più.
    Con un senso di completo, felice abbandono mai provato prima mescolammo le nostre essenze, trasformandoci insieme.
    Mentre si intrecciavano le braccia e le bocche si sfioravano morbidamente duttili, fummo infine Rose.
    Un unico cespuglio in pieno splendore di incredibili Rose Rosa.

martedì 15 agosto 2023

Poesia e Prosa / 145474: Storia di Bacca. Lirica di Irene Navarra.


    Questa piccola storia lirica è nata per ispirazione.
    Emily Dickinson con la poesia "I had been hungry" [
F439 (1862) / J579 (1862)], 
e Angelo Branduardi con la ballata "Rosa di Galilea" mi hanno condotta per mano lungo sentieri inusitati, che mai avrei pensato di percorrere.
    Sacro e profano si sono intrecciati a creare un racconto metaforico sulla Gentilezza e l'Amore.
    Se così fosse veramente, il mondo sarebbe meno oscuro.


Irene Navarra, Bacca e il ciliegio, AI Pastelli, 15 Agosto 2023.



Ero
come una bacca selvatica
trapiantata sulla strada.

Non sentivo i profumi del vento dalle vette
e le lepri bianche non strofinavano più
il muso tra le mie foglie delicate.
Languivo su quel suolo grigio
che odorava di morte.

Poi mi raccolse un giovane gentile
che mi deterse dalla polvere, dal fango,
e mi depose su un letto di bambagia
dal vago sentore di vaniglia.
Là riposai
spruzzata ogni mattina di rugiada
raccolta nel cuore delle rose.
Così radicai di nuovo
ridiventando pianta generosa.

Lui mi cantava "Rosa di Galilea",
e la intonava con il suo violino angelico.
Fiorimmo insieme
mentre il cielo sorrideva
donandoci frutti
di ciliegio celestiale.
E io,
mai nominata nella mia esile esistenza,
fui finalmente Bacca:
la salvata per Amore.



Per leggere la Poesia di Emily Dickinson che ha ispirato i miei primi versi di "Storia di Bacca", segui questo link.
Se vuoi conoscere la leggenda alla base della ballata di Angelo Branduardi
"Rosa di Galilea", leggi qui.
Qui, inoltre, la recensione a cura di Mario Bonanno dell'Album "Il rovo e la rosa. Ballate d'amore e di morte", pubblicato nel 2013.

Tutto ci insegna che l'Amore è sempre la risposta.

Di seguito il testo (bellissimo) della Ballata "Rosa di Galilea" di Branduardi.

Già ero vecchio e stanco per prenderla con me,
ma il vecchio giardiniere rinunciare come può
all’ultimo suo fiore, se l’Inverno viene già.

Già ero vecchio e stanco, ma la volli per me
e il sorriso della gente di nascosto accompagnò
il mio andare verso casa e l’Inverno viene già.

Lei era la più bella che avessi visto mai,
sorrideva tra le ciglia e il mio cuore riscaldava,
era l’ultimo mio fiore e l’Inverno viene già.

Poi anche il mio ciliegio a suo tempo maturò,
lei venne un mattino a chiedermene i frutti:
“Devo avere quelle ciliegie, perché presto un figlio avrò.”

Io guardavo le sue guance, più bella era che mai,
e sentivo dentro me già crescere la rabbia:
“Chiedi al padre di tuo figlio di raccoglierle per te!”

Sorridendo come sempre, le spalle mi voltò
e la vidi in mezzo al prato verso l’albero guardare,
era l’ultimo mio fiore e l’Inverno viene già.

Fu il ramo suo più alto che il ciliegio chinò
ed il padre di suo figlio così l’accontentò…

Già ero vecchio stanco per prenderla con me,
ma lei era la più bella che avessi visto mai,
la sua pelle come rosa… Rosa di Galilea.

Fonte: LyricFind

martedì 8 agosto 2023

Poesia / Tanka 78: Verde ( Un Mito di trasformazione).

 

Irene Navarra, Verde, AI Pastelli su superficie ruvida, 8 Agosto 2023


E scaturivo
stillando linfa verde
dal bosco fitto -
Cosparsa chiome e pelle
di smeraldo limpido.

lunedì 7 agosto 2023

Poesia / Frammenti 68 e 69: Magie dell'acqua.



Irene Navarra, Magie dell'acqua 1, AI Olio grafico, 7 Agosto 2023.


Guardare il bosco
che traluce nel fiume
e va, uguale immobilmente.


Irene Navarra, Magie dell'acqua 2, AI Olio su tela, 7 Agosto 2023.


Poi, d'improvviso, un ramo
interseca il fluire quieto,
scompone immagini
in astrazione liquida
di cellule impazzite
pronte a rifarsi
sfidando la corrente.

sabato 5 agosto 2023

Poesia / Frammento 67: Un mondo che non ha l'eguale.


A poca distanza da casa mia resta, ancora parzialmente in piedi, un gruppuscolo di costruzioni con uno rimasuglio di muro di cinta in laterizio. Al luogo, immerso in una natura trascurata e selvaggia, è stato dato il nome di Le Casermette.
Là si andava a giocare.
Là si va ancora a camminare.
E quando mi ci ritrovo, i ricordi si fanno frenetici, mentre la nostalgia incalza.

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Irene Navarra, Un mondo che non ha l'eguale, AI Olio su tela e Grafica, 5 Agosto 2023.



Dietro le Casermette diroccate
un mondo che non ha l'eguale:
grassa erba feconda
spettinata dalla Bora
e fiordalisi-anima azzurra
sfilacciata dove indugia l'ombra
srotolando petali imperfetti.
Il rosso dei mattoni morti
assorbe i raggi del meriggio.
Nell'impassibile scorrere del Tempo
attendo una rinascita qualsiasi.
Per me e per il luogo cancellato
ma vitale nel ricordo buono.



giovedì 3 agosto 2023

Poesia / Frammento 66: Al di qua dei fiori.

 

Irene Navarra, Vigne a San Floriano del Collio, AI Olio su tela, 3 Agosto 2023.


Al di qua dei fiori
guardo.
Lo steccato un po' sbilenco,
la vigna che placida si appoggia 
e lo inghirlanda,
i fratelli cipressi,
i seni morbidi delle colline,
le montagne azzurre per la distanza.
Un sunto del Creato, qui,
sotto il cielo benedetto della mia terra.

Non sono mai stata tanto vicina a Dio.
Nella sua Gloria dilagante
di stelo in stelo,
foglia in foglia,
io sono fatta di corolle
sapide di Luce.

lunedì 31 luglio 2023

Poesia / Frammento 64: Il Pan degli Angeli.

 

Irene Navarra, Il Pan degli Angeli, AI, 31 Luglio 2023



Nella Natura più spontanea, la mia vita.
Scorrono immagini sullo schermo
delle palpebre socchiuse: minacce
mi si affoltano nel cuore
e chiudono la mente.

Non sono carne per i vostri denti aguzzi.
Io sono come il Pan degli Angeli
e gravito invisibile tra i rami
degli alberi più antichi.
Respiro piano, sempre più piano
finché il fiato si fa sospiro lento
e scopro la sostanza prima
sospesa in ogni cellula.

Adoro le tempeste che squassano le chiome
e il sole che acceca ogni orizzonte.
Poi nel Tramonto recupero la nicchia
adatta per dormire e risvegliarmi
satura di voci ~ Suadenti voci
che si fanno trepide carezze.
Fonde dentro l'Anima.