Ovidio, il grande maestro di ogni trasformazione, mi porta per mano a scoprire la nascita di un mito in cui sono coinvolta. Anche Catullo con la sua "Chioma di Berenice" mi indica la strada. Così abbandono ogni percorso umano e divento parte della costellazione della Vergine.
Monito ai compagni umani
Se mi toccate, mi sgretoleròperdendo sangue e forzada crepe colme di ribrezzo.
La pelle svigoritapiù non sopporta impronte umane.Vuole solo carezze di rugiada,il manto cristallino della pioggia,vesti tessute da costellazioni.
Così comando risoluta:Adesso voi dovete cancellarmidai vostri casellari, dagli elenchi,
dalle sinapsi del ricordo.
Vivo serena ormai in cellule spazialifilando lieta dentro nebulose
e tra residui di materia astrale.
Ridete?
Ma sì, lo so... non sono ingenua!
Potrò morire di tempesta siderale.Nel tempo di un respiro.L’aspetto e non la temo.
Anzi, la invoco.Sarà una cosa naturale.La pura fine degli elettiassurti ai ranghi delle stelle.Un nuovo segno luminoso in cielo.
La nascita di un mito tanto minimo
che nessuno lo tramanderà.
La Vergine però sarà stupenda
con me trasfusa in fiori fulgidi
a ghirlanda sulla chioma.
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