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domenica 5 maggio 2024

Poesia / Cronaca: Destino.


 
Irene Navarra, La nascita del papavero, AIArt, 5 Maggio 2024.

Si slaccia i veli. Lentamente.
Rossi veli delicati
nascenti dal bocciolo in mare d'erba.
Umile in tanta rigogliosa gloria.
Come se abbandonasse
un sonno indotto per catartica illusione.
Il mondo accoglie il suo spiegarsi
vibrante al vento della luce.
Avere l'espansione alle infinite cose
e poi morire sul suo stelo solitario
raccolto ai lati di un tratturo,
falciato assieme al fieno impallidito,
oppure calpestato con indifferenza,
questo è il destino.
Ma intanto per un po' trionfa
e libera i suoi petali,
il papavero.


sabato 17 febbraio 2024

Prosa / Racconto breve: Riccardo e il papavero.

 
P_Irene Navarra, Riccardo e il papavero, AIArt e GraphicArt, 18 Maggio 2023.




    Riccardo fermò di colpo la macchina sul ciglio del viottolo quasi sommerso da campi con erba alta e minuscoli fiori bianchi e gialli. Appoggiò le braccia sul volante, la testa sulle braccia e pianse. Singhiozzando convulsamente.
    Poi si riprese.
    Raddrizzò il busto, abbandonò le mani in grembo e, piano piano, si ritrovò a respirare a fondo. Trattenendo l'aria a lungo. Il suo Maestro di meditazione gliel'aveva insegnata bene, quella forma di rilassamento.
    Riccardo inalava boccate d'aria con voracità. Come se fossero garanzia di salvezza.
    Inspirare ed espirare erano le uniche azioni che riuscisse a sostenere in quel momento.
    Lo fece finché sentì che il cuore si calmava e capì che doveva muoversi, dare ossigeno verde al corpo, camminare.
    Così scese dalla macchina e iniziò ad avanzare nel mare d'erbe di un campo in leggera discesa verso le sponde del fiume la cui voce s'insinuava nel frusciare del vento sulla rustica natura di quel luogo.
    Riccardo alzò gli occhi al cielo privo di nubi, li rivolse poi all'orizzonte di cespugli d'acacia e riuscì a non avere pensieri. Lina e la loro storia di anni non c'erano più. Il dolore provato all'annuncio che lei aveva un altro amore, che la sua vita era finalmente diventata elettrica (così aveva detto: elettrica), la ferita che gli si era aperta nel cuore alle sue parole, tutto, proprio tutto dileguava nel fascino 
semplice del paesaggio che lo accoglieva rassicurante.
    Lo conosceva bene quel posto.
    Ci veniva fin da cucciolo. Era l'angolo di mondo adatto a lui. Solitario di carattere, alquanto schivo, amava leggere al riparo dei salici che là, sulle rive impervie del fiume, crescevano rigogliosi. Ce n'era uno, in particolare, che lui chiamava Furio per i rami flessibili, sibilanti a ogni brezza come fruste, tra le cui forti braccia stava sempre da re. Ci passava le ore inseguendo sogni d'artista. Di pittura e poesia. Probabilmente in un'ansa del tronco tormentato c'era ancora la scatolina di latta con dentro il disegno su carta pergamena di una ragazza in bicicletta, capelli bruni al vento e vestito leggero rosso a fiori azzurri.
    Ragazza che lui credeva sarebbe arrivata magicamente per farlo innamorare.
    Doveva recuperarlo, quel disegno.
    Il tempo poteva averlo sbiadito ma non distrutto.
    Gli appariva chiaro nel ricordo. Rappresentava la sua anima e le sue speranze.
    Si avviò. Deciso a riconquistare quei sogni che Lina gli aveva negato, preda com'era del desiderio di vivere una vita concreta, ricca di cose, cose, cose. Ritenute irrinunciabili emblemi di successo sociale.
    Con quel disegno si sarebbe riappropriato della sua vera essenza.
    A passi rapidi, dunque, Riccardo iniziò a scendere verso il fiume. Finito il campo d'erbe, si avventurò tra pietre e rovi fino ai salici. E Furio lo riaccolse come se non si fossero mai lasciati. I rami a mimare un saluto mentre lui accarezzava il tronco solido e incominciava a sondarne le pieghe.
    La trovò, la scatolina. Era ancora là, rabbrunita dalle intemperie, tuttavia ben chiusa sul prezioso contenuto. La aprì, forzando deciso, e ne estrasse il disegno che ripulì, spianò, lisciò. E guardò sospeso.
    Lei era bellissima.
    E con lei ritornò il tempo dei sogni.
    La ammirò ancora e ancora. Rapito da tanta grazia.
    La portò alle labbra per riappropriarsene, e se la mise nel taschino dei jeans, mentre il cuore gli batteva impazzito.
    Un ultimo sguardo a Furio, e prese la via del ritorno, arrampicandosi veloce sulla sponda.
    Fu nel campo d'erbe, tra i minuscoli fiori bianchi e gialli che sfiorava con le mani aperte, procedendo lentamente. Finché non vide una macchia rossa, unica e speciale, alta sulle altre piante.
    Era un papavero che doveva essersi aperto da poco, pensò quasi incredulo.
    Era sbocciato alle sue spalle.
    Sfacciato, allegro, solitario papavero. Anche arrogante in quel suo svettare da re sulla platea di umili sudditi bianchi e gialli.
    Un segno, decise Riccardo.
    E cercò con gli occhi, d'istinto, la strada dove, in quel preciso attimo, stava passando una ragazza in bicicletta. Capelli bruni al vento e vestito leggero azzurro a fiori rossi.

18 Maggio 2023

Irene Navarra 

martedì 26 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Io sono vento.



Irene Navarra, Io sono vento, AIArt, 26 Dicembre 2023.



Io la conosco intimamente.
Lei, la Bora, mi abita
come se fossi sua.
La sento prima dello scoppio
nel fremito dei rami
pronti alla battaglia.
E mi preparo.
A danzare resa polvere lucente.
Nell'arido respiro
che invade la mia gola
stacco il legame con la terra.
E volo.
Non ho più peso
tra i refoli impetuosi.
Avvolta da nubi sfilacciate
ritrovo l'urlo che scioglie la materia.
Io sono vento.

Irene Navarra, Sorella Bora, AIArt, 26 Dicembre  2023.






martedì 19 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Respiro nel vento.

 
Quando soffia la Bora, la campagna diventa il mio teatro di trasformazione.
Chiudo gli occhi e mi abbandono a Lei.
Così mi riconosco.
E mi placo.
Sono un respiro nel vento.


P_Irene Navarra, Respiro nel vento, AIArt e GraphicArt, 19 Dicembre 2023


Come un respiro nel vento
questa vita.
La Bora mi accompagna
e fiata suoni duri
contro chi mi assale.
Inalo polvere lucente
mentre festuche pallide
in vortice violento
ghirlandano i capelli.
Scuoto la testa.
Non reggo il peso di corone.
Nemmeno naturali.


lunedì 18 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Notte di Luna sul Carso.

 

P_Irene Navarra, Notte di Luna sul Carso, AIArt e GraPhicArt, 18 Dicembre 2023.


Sì. Credo d'intuire:
l'albero guarda la sua Luna
e si compiace dell'argento
che gli piove addosso.
Le foglie rosseggiano l'assenso.
Brillano i sassi,
il cielo accoglie mistici fervori
di creature trasparenti
- falene nate nel tramonto d’oro -,
il viola s’incupisce.
La notte posa tra i cespugli
e sogna.
Allungo le mani verso l’orizzonte,
attingo un po’ di pace scabra,
la porto al cuore,
brillo.
Come una pietra aguzza del mio Carso
mi accendo anch’io della chiarezza
che diffonde Luna.

giovedì 14 dicembre 2023

Poesia / Tracce: Frammento lirico di Guglielmo Jug.


    Con molto piacere condivido questo bellissimo e ardito Frammento poetico dell'amico Guglielmo Jug, in risposta al mio Tanka dal titolo Neve nel cuore.
    Bellissimo
perché dimostra un sentire capace di travalicare piani temporali ed esperienze di vita nella folgorazione improvvisa che tutto travolge.
    L'entusiasmo lirico è, infatti, scorrere impetuoso d'Acqua ribelle.
    Ardito perché dal punto di vista formale si connota di raffinata semplicità iconica e slancio temerario nell'uso delle parole. Esse, sapienti ma talvolta aspre, introducono alla sospensione esistenziale dell'autore, in malinconica solitudine davanti allo spettacolo naturale della neve fresca sui campi.
    Ritorna per un attimo fanciullo.
    Per un attimo lascia il presente e uniforma i suoi passi agli anni della gioia.


P_Irene Navarra, La prima neve, AIArt e GraPhicArt - Acquarello, 14 Dicembre 2023.


Impronte di passeri riemergono
sulla neve appena caduta.
Attraverso il vetro sottile
- crudele confine -
tra innocenti visioni
e contaminate realtà
sopravvivo.


    Il vetro sottile tra lui e il flash di memoria spontanea è, però, crudele confine che impedisce un integro recupero.
    Scenografia della mente, quindi. Pura solo nel ricordo.
    Il passato si fa Impronte di passeri, destinate a svanire in uno sbuffo di vento o ai timidi raggi del sole invernale.
    L'essere attuale dell'autore diventa di necessità un sopravvivere Attraverso, conscio della Vanità del Tutto.

    L'uomo ha distrutto la Bellezza di un tempo. A chi ha occhi per vedere e cuore per sentire non sfugge il tocco brutale della crescita pazza, positivo solo nel pensiero di quanti la fomentano, distruttivo invece nell'evidente concretezza.
    Che resta? L'adattamento, certo.
    Lo dice la scienza.
    Non si può altro.
    Ma triste.
    Oh, se triste!

Irene Navarra

Qui il link della poesia di Guglielmo Jug Presso il gorgo.



mercoledì 13 dicembre 2023

Poesia / Tanka: Neve nel cuore.

 


Irene Navarra, Il senso della neve, AIArt, 13 Dicembre.



Nell'aria il senso
leggero della neve.
L'ombra è attesa.
Questo silenzio fondo
si fa velluto d'oro.
#Tanka 88



mercoledì 6 dicembre 2023

Prosa / Il sogno del vecchio Susino.


Il Ciclo di Susino si conclude con questo racconto di quanto successe nel Novembre del 2009.


P_Irene Navarra, Nell'attesa, AIArt, 5 Dicembre 2023.


    Lui, Susino, frusciava i suoi racconti la mattina molto presto. Preferibilmente d'estate.
    I fiori, i frutti, le foglie, il tronco, i rami lisci, le radici nodose, affioranti dalla terra come nocche contorte di mani in emersione, tutto di quell'essere colmo d'anni narrava un'esistenza singolare.
    Pensai fosse un uomo trasformato in albero. Costretto a sentirsi la pelle di corteccia, ingabbiato in quel fusto nemmeno maestoso per qualche colpa innominabile.
    Se me ne stavo in giardino, intenta a una delle tante necessarie faccende quotidiane, sentivo i suoi occhi puntati addosso come le canne doppie di un fucile da caccia.
    Occhi che, naturalmente, intuivo solo io.
    Ero convinta che mi odiasse.
    E mi tenevo alla larga.
    Poi, però, qualcosa iniziò a cambiare.
    Impercettibilmente.
    Scivolavamo piano verso una comprensione sovrumana.
    Il primo passo lo feci io, quando gli lessi alcuni pensieri dedicati alla sua fragilità di vetusta pianta ancora tanto generosa di doni fragranti in Agosto.
    Doni che raccoglieva mia madre.
    Solo lei.
    Credo che si capissero profondamente.
    Slava lei, un po' sciamana; di origine serba lui -  mi avevano detto -, un po' stregone. Forse figlio del Kresnik.

    Gli lessi, dunque, qualche riga di quelle solite mie, nutrite di empatia naturale.
    Intendevo la sua solitudine, affermai. E lo adornai di un nastro rosso che faceva da contrasto ai suoi frutti viola scuro, sfarinati di bianco lucente e con una punta giallo sole all'attaccatura del picciolo.
    Mentre parlavo e agivo, lui scuoteva rami e foglie. In assoluta mancanza di vento.
    Colsi l'assenso.
    E continuai il rito.
    Impreziosendolo di nastri di vario colore.
    Susino abbassò le difese e mi accolse tra le sue braccia sottili.
    Mai avvenne tra due creature diverse
abbraccio più affettuoso e carezza più dolce.
    Fui l'amica intima di Susino per molto tempo, finché...
    
    Si era d'Autunno.
    Il 29 di Novembre.
    Correva l'anno 2009.
    Quella mattina, mentre lo rivestivo di veli color ambra, adatti all'ambiente pennellato di arancio e giallo, sentii che si stava compiendo il suo ciclo vitale. E il cuore mi si spaccò come una melagrana matura.
    Le guance si inondarono di lacrime brucianti.
    Mi volsi al cespuglio d'alloro, che gli era stato compagno, quasi a cercare aiuto.
    Immobilmente sgocciolava linfa limpida.
    Nel giardino ormai di cristallo: cince e merli muti; in cielo: nubi sbozzate dal marmo, una luce gelida sopra la casetta di legno dietro Susino.
    Allora posai le mani sul suo tronco per accompagnarlo nell'andare.
    E disperata lo guardai mentre gli si apriva il costato ormai scarno.
    Si apriva con uno scrosciare di noci spaccate.


    Mi appoggiai allo steccato e chiusi gli occhi.
    Il saluto si snodava e fluiva in correnti traslucide da me a Lui.
    Quando, finalmente, riaffiorai dal dolore e socchiusi le palpebre, assistetti a qualcosa di immenso: una figura di giovane donna interamente ricoperta di veli ambrati nasceva dai poveri resti di Susino.
    Lei splendeva di una bellezza purissima.
    Uscì con grazia dalle amabili spoglie, mi sorrise e s'involò verso la sua Vera Vita.

    La mattina dopo, svegliandomi da un sonno agro, trovai sul cuscino un piccolo ramo legato da un nastro rosso.
    Il primo che gli avevo regalato.


P_Irene Navarra, Il sogno del susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



martedì 5 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Il vecchio susino si adorna (da "Derive").

 


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

(da Controlli e Autocontrolli del mio Derive, 2009)

P_Irene Navarra, Veli, AIArt, 5 Dicembre 2023.


 Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.


"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."


Immagine generata con Stable Diffusion.
P_Irene Navarra, Nodo esistenziale, AIArt, 5 Dicembre 2023.

Per saperne di più sulla storia del vecchio susino, segui il link.


Poesia / Percezioni: Il vecchio susino (da Ambigua-Mente Poesie).

 

Storia di un albero appartenuto alla mia famiglia.
Lo adoravamo, quel vecchio susino, al punto da intrecciare nastri tra i suoi rami.
Di colore diverso, a seconda della stagione.
L'ultimo era di velo, marrone chiaro. Ambrato.
Con l'Autunno che già invadeva il giardino,
se ne andò sognando linfe nuove e soliti amici.
Così spero.
Ora, nel Paradiso degli alberi, sta germogliando e fruttificando in flusso eterno.
Qualche goccia di resina brilla per noi.
E sono lacrime di topazio
incastonate in cieli di lapislazzulo.
Perenni.


P_Irene Navarra, Il vecchio susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



Dolente per lo scempio del suo tronco
martirizzato nella foga battagliera
dal picchio rosso scavatore,
me ne sto quieta
ad aspettare la sua morte
che è sempre là
da tempo immemorabile,
descritta nelle slabbrature
di anno in anno più profonde
eppure articolata ancora
in una vita infinitesima
con la corona dell'alloro
a renderla un avvenimento,
a darle gloria effimera
da giorno equinoziale,
illuminata anche di notte dal lampione
che ama quei contorni compiacenti
in cui può riposare
e fare finta di emulare il Sole
quando si tuffa in mare.

Così passo le dita sulle sue ferite
e come un elfo stanco
dal troppo arrampicarsi
lungo le margherite e i fili d'erba
(un po' sgualciti per le orme umane),
mi stendo a schiena in giù
sul letto del fungo parassita
cresciuto tra i vuoti di corteccia,
guardo la chioma avara d'ombra,
i frutti asciutti come il greto di un torrente,
le rade braccia verderame
e mi assopisco
sicura del risveglio.

Perché la Primavera diciottenne
appena uscita dalla festa
aveva fiori a profusione,
manciate di profumo puro
e i calabroni sui petali slacciati
ronzavano la corte stabilita
dal solito copione.

P_Irene Navarra, La casetta in fondo al giardino, AIArt, 5 Dicembre 2023.

La casetta in fondo al giardino è una realtà.
Sono i fiori
E sono i fiori che ingentilivano il prato attorno al susino, svettante per molti anni alla destra del cancello del recinto.

Nei due link i riferimenti relativi ai post dedicati.


venerdì 1 dicembre 2023

Poesia / Frammento: Protezione.


Nella Natura la Pace.

Irene Navarra, Protezione, AIArt, 1 Dicembre 2023.


Al collo una collana di bacche di tiglio.
Fruscianti bacche e stami intrecciati or ora.
La sfioro.
Sotto le dita colgo vibrazioni.
Niente più vortici nel petto.
Niente parossismi ansiosi.
Solo profumo che dilaga.
La mente tace assorta.
E l'armonia si fa topazio
fulgente dentro il cuore.


sabato 18 novembre 2023

Poesia / Cronaca: Brilla la Natura.

 

Irene Navarra, Fratelli ulivi, Fotografia, 18 Novembre 2023.
- Via degli Scogli, Gorizia -

Brilla la Natura oggi
nella mia campagna.
Su ogni foglia e filo d'erba
c'è un luccichio che si riflette
in me giocando in chiaroscuri.
Come una coppa di champagne
l'anima scoppia in bollicine
e il cuore esulta di novella nascita.
Gli ulivi aprono occhi verdargento
a cui rispondo con battiti di ciglia
per lo splendore ch'è di fonte viva.
Nell'aria suona come un canto
il fragorio solenne dell'Isonzo
che scorre qua tra rive impervie
- e sono fiume -
lisciando i sassi del suo fondo
- e sono sasso -
fino al riposo nel muschio delle sponde
dove, specchiato dentro il cielo,
perde consistenza
- e sono nube -.
Nube tra perle di nubi che vanno.

mercoledì 11 ottobre 2023

Poesia / Tanka 84: L'arroganza delle rose.

 

Ho un rapporto stretto con le rose.
Quasi famigliare.
Sono creature strane.
A volte amabili e a volte scontrose.
Quasi inavvicinabili.
Le mie restano con me fino a Natale.
Forse mi amano.


P_Irene Navarra, Le rose, AIArt e GraphicArt, 11 Ottobre 2023.


Le rose sono
nei miei geni  🌹 Pungono.
Le spine aguzze
entrano nella carne
fondendo sangue a sangue.
#Tanka 84


S'aprono.
E sono così determinate
a imporre una presenza un po' sfacciata.
Sono l'anima densa delle cose
che si ribella in petali da non dimenticare.
Le amo.
E anche le odio.
Per l'esagerata essenza che promana
dal loro essere perfette.
Le guardo e imparo.
Mentre loro - le assolute di bellezza -
ammiccano sornione.


mercoledì 4 ottobre 2023

Poesia / Frammento: Hortus conclusus.

 

P_Irene Navarra, Hortus conclusus, AIArt e GraphicArt, 4 Ottobre 2023.



E là, nel mio Hortus conclusus,
ripenso ai giorni di battaglia,
alle lacrime, alla pena
per i colpi inferti
nel mio giovane corpo.
Senza un perché.

Così la solitudine riaccoglie la mia mente
che non è mai lavagna cancellata.
Le streghe nere riacquistano le forze
e segnano con mani adunche
la mia porta spalancata.

Finché il delirio di un’ape zigzagante
non mi riporta al qui e ora
sommerso dal trionfo in fiore.

4 Ottobre 2023


Poesia / Frammento: La vita d'ambra (Meditazione polisensoriale)



Un metodo per riacquistare l’equilibrio interiore è farsi natura.
Meditando sulle policromie prodigiose del Creato.


P_Irene Navarra, Come un'ape operosa, AIArt e GraphicArt, 4 Ottobre 2023.



Nascosta
tra i fiori del giardino,
come ape operosa
mi copro di polline dorato.
che in me si cambia in miele
e cola sui pensieri
librando ali trasparenti.
Ecco.
La vita d'ambra è questa.
Io ne godo.


4 Ottobre 2023

domenica 1 ottobre 2023

Poesia / Cronaca: C'erano una volta i fiordalisi.

 

Irene Navarra, C'erano una volta i fiordalisi, AIArt e GraphicArt, 1 Settembre 2023.


C'erano una volta i fiordalisi
nei campi dietro la mia casa.
Tra il giallo paglia del frumento
o il verde dell'erba giovinetta
il vento li faceva ondeggiare
come gentili navicelle blu.
Ne costruivo anelli per le dita,
effimere collane, gemme pendenti
per cerchietti d'oro appesi
alle mie orecchie di bambina.
Ero la Fata Fiordaliso
e dispensavo miracoli di niente
toccando con la verga magica
- un ramo di ciliegio levigato -
il mio minimo mondo.
In estasi per lo spettacolo del grano,
dei fiori, delle colline all'orizzonte,
alzavo gli occhi al cielo, alle sue nubi
che mi parlavano insolenti
sbuffando sulla mia purissima superbia,
e dichiaravo esplicita il malanno
del non sapere
la bellezza piccola, innocente,
di un filo d'erba da far suonare
a fiato tra le dita
come un umile strumento naturale
che vibra in rustiche armonie
mentre fremono i petali di velo
e il vento imperversa affabilmente.

IQ48
30 Settembre 2023


Irene Navarra, Tra l'erba, AIArt e GraphicArt, 1 Ottobre 2023.



giovedì 14 settembre 2023

Poesia / Percezioni: La perfezione del Tondo.



P_Irene Navarra, Nature tonde, AIArt e GraphicArt, 14 Settembre 2023



Amo la natura a curve tonde.
Nel cielo e sulla terra ~
Curve perfette
di nubi corolle foglie ~
Anche del Sole che più tondo di così...
La guardo, questa natura adatta alle carezze.
La osservo con amore, mi ci immergo
trattenendo il fiato.
Se sono fiori
avanzo in mezzo a loro senza calpestarli
e insinuo passi lievi tra cerchietti d'oro fino.
Piano.
Se sono alberi,
mi arrampico e sistemo tra braccia
compiacenti a simulare culle.
Se sono nubi,
scavo una tana nell'ovatta
che serva da rifugio,
 dicendomi solenne:
Ecco la mano di Dio.



venerdì 8 settembre 2023

Poesia / Percezioni: La nascita di un mito (Monito ai compagni umani).

Ovidio, il grande maestro di ogni trasformazione, mi porta per mano a scoprire la nascita di un mito in cui sono coinvolta. Anche Catullo con la sua "Chioma di Berenice" mi indica la strada. Così abbandono ogni percorso umano e divento parte della costellazione della Vergine.


P_Irene Navarra, La nascita di un mito, AIArt olio, 8 Settembre 2023.
 

 

Monito ai compagni umani

Se mi toccate, mi sgretolerò
perdendo sangue e forza
da crepe colme di ribrezzo.
La pelle svigorita
più non sopporta impronte umane.
Vuole solo carezze di rugiada,
il manto cristallino della pioggia,
vesti tessute da costellazioni.

Così comando risoluta:
Adesso voi dovete cancellarmi
dai vostri casellari, dagli elenchi, 
dalle sinapsi del ricordo.
Vivo serena ormai in cellule spaziali
filando lieta dentro nebulose
e tra residui di materia astrale.

Ridete? 
 
Ma sì, lo so... non sono ingenua!
Potrò morire di tempesta siderale.
Nel tempo di un respiro.
L’aspetto e non la temo.
Anzi, la invoco.
Sarà una cosa naturale.
La pura fine degli eletti
assurti ai ranghi delle stelle.
Un nuovo segno luminoso in cielo. 
La nascita di un mito tanto minimo 
che nessuno lo tramanderà.
La Vergine però sarà stupenda
con me trasfusa in fiori fulgidi 
a ghirlanda sulla chioma.