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giovedì 14 dicembre 2023

Poesia / Tracce: Frammento lirico di Guglielmo Jug.


    Con molto piacere condivido questo bellissimo e ardito Frammento poetico dell'amico Guglielmo Jug, in risposta al mio Tanka dal titolo Neve nel cuore.
    Bellissimo
perché dimostra un sentire capace di travalicare piani temporali ed esperienze di vita nella folgorazione improvvisa che tutto travolge.
    L'entusiasmo lirico è, infatti, scorrere impetuoso d'Acqua ribelle.
    Ardito perché dal punto di vista formale si connota di raffinata semplicità iconica e slancio temerario nell'uso delle parole. Esse, sapienti ma talvolta aspre, introducono alla sospensione esistenziale dell'autore, in malinconica solitudine davanti allo spettacolo naturale della neve fresca sui campi.
    Ritorna per un attimo fanciullo.
    Per un attimo lascia il presente e uniforma i suoi passi agli anni della gioia.


P_Irene Navarra, La prima neve, AIArt e GraPhicArt - Acquarello, 14 Dicembre 2023.


Impronte di passeri riemergono
sulla neve appena caduta.
Attraverso il vetro sottile
- crudele confine -
tra innocenti visioni
e contaminate realtà
sopravvivo.


    Il vetro sottile tra lui e il flash di memoria spontanea è, però, crudele confine che impedisce un integro recupero.
    Scenografia della mente, quindi. Pura solo nel ricordo.
    Il passato si fa Impronte di passeri, destinate a svanire in uno sbuffo di vento o ai timidi raggi del sole invernale.
    L'essere attuale dell'autore diventa di necessità un sopravvivere Attraverso, conscio della Vanità del Tutto.

    L'uomo ha distrutto la Bellezza di un tempo. A chi ha occhi per vedere e cuore per sentire non sfugge il tocco brutale della crescita pazza, positivo solo nel pensiero di quanti la fomentano, distruttivo invece nell'evidente concretezza.
    Che resta? L'adattamento, certo.
    Lo dice la scienza.
    Non si può altro.
    Ma triste.
    Oh, se triste!

Irene Navarra

Qui il link della poesia di Guglielmo Jug Presso il gorgo.



martedì 15 agosto 2023

Poesia e Prosa / 145474: Storia di Bacca. Lirica di Irene Navarra.


    Questa piccola storia lirica è nata per ispirazione.
    Emily Dickinson con la poesia "I had been hungry" [
F439 (1862) / J579 (1862)], 
e Angelo Branduardi con la ballata "Rosa di Galilea" mi hanno condotta per mano lungo sentieri inusitati, che mai avrei pensato di percorrere.
    Sacro e profano si sono intrecciati a creare un racconto metaforico sulla Gentilezza e l'Amore.
    Se così fosse veramente, il mondo sarebbe meno oscuro.


Irene Navarra, Bacca e il ciliegio, AI Pastelli, 15 Agosto 2023.



Ero
come una bacca selvatica
trapiantata sulla strada.

Non sentivo i profumi del vento dalle vette
e le lepri bianche non strofinavano più
il muso tra le mie foglie delicate.
Languivo su quel suolo grigio
che odorava di morte.

Poi mi raccolse un giovane gentile
che mi deterse dalla polvere, dal fango,
e mi depose su un letto di bambagia
dal vago sentore di vaniglia.
Là riposai
spruzzata ogni mattina di rugiada
raccolta nel cuore delle rose.
Così radicai di nuovo
ridiventando pianta generosa.

Lui mi cantava "Rosa di Galilea",
e la intonava con il suo violino angelico.
Fiorimmo insieme
mentre il cielo sorrideva
donandoci frutti
di ciliegio celestiale.
E io,
mai nominata nella mia esile esistenza,
fui finalmente Bacca:
la salvata per Amore.



Per leggere la Poesia di Emily Dickinson che ha ispirato i miei primi versi di "Storia di Bacca", segui questo link.
Se vuoi conoscere la leggenda alla base della ballata di Angelo Branduardi
"Rosa di Galilea", leggi qui.
Qui, inoltre, la recensione a cura di Mario Bonanno dell'Album "Il rovo e la rosa. Ballate d'amore e di morte", pubblicato nel 2013.

Tutto ci insegna che l'Amore è sempre la risposta.

Di seguito il testo (bellissimo) della Ballata "Rosa di Galilea" di Branduardi.

Già ero vecchio e stanco per prenderla con me,
ma il vecchio giardiniere rinunciare come può
all’ultimo suo fiore, se l’Inverno viene già.

Già ero vecchio e stanco, ma la volli per me
e il sorriso della gente di nascosto accompagnò
il mio andare verso casa e l’Inverno viene già.

Lei era la più bella che avessi visto mai,
sorrideva tra le ciglia e il mio cuore riscaldava,
era l’ultimo mio fiore e l’Inverno viene già.

Poi anche il mio ciliegio a suo tempo maturò,
lei venne un mattino a chiedermene i frutti:
“Devo avere quelle ciliegie, perché presto un figlio avrò.”

Io guardavo le sue guance, più bella era che mai,
e sentivo dentro me già crescere la rabbia:
“Chiedi al padre di tuo figlio di raccoglierle per te!”

Sorridendo come sempre, le spalle mi voltò
e la vidi in mezzo al prato verso l’albero guardare,
era l’ultimo mio fiore e l’Inverno viene già.

Fu il ramo suo più alto che il ciliegio chinò
ed il padre di suo figlio così l’accontentò…

Già ero vecchio stanco per prenderla con me,
ma lei era la più bella che avessi visto mai,
la sua pelle come rosa… Rosa di Galilea.

Fonte: LyricFind

sabato 22 luglio 2023

Poesia / 145474: L'orsetto di pezza. Lirica di Riccardo Bortolami.

 

Il giovanissimo Riccardo Bortolami è oramai diventato un collaboratore attento del Blog.
Scrive seguendo una sua esigenza, che si traduce in sentimenti delicati e profondi.
Questa mattina mi è arrivato il suo ricordo speciale di una creatura molto amata.
La pubblico volentieri, la sua lirica, perché davvero ricca di emozione.
Buona lettura.

Irene Navarra, Teddy Bear, AI Olio, 22 Luglio 2023.


Sono un pupazzo di pezza, un fedele compagno.
Nacqui dalle mani di un bimbo, con amore intessuto.
Tra le sue braccia ho trovato dimora
sentimenti speciali: un’amicizia pura, la nostra.
Il mio sorriso smagliante, cucito con cura precisia,
rispecchia l’innocenza di chi mi stringe forte.
Nei suoi occhi scintillanti, rifletto un mondo magico,
dove sogni e fantasie si fondono senza sforzo.
Ho assistito a mille tempeste con lui al mio fianco.
Abbiamo conquistato terre lontane, oltre ogni confine.
Siamo stati pirati audaci, esploratori coraggiosi,
eroi nascosti tra le ombre, protettori del regno incantato.
Le notti passate abbracciati in sogni di avventure mai vissute,
sussurravo dolci segreti, asciugando lacrime di tristezza.
Il tempo, devoto amico, ci ha donato momenti preziosi,
ma, mentre lui cresceva, le sue attenzioni si spostavano altrove.
Ora riposo su uno scaffale, testimone silenzioso
di un passato felice, ora custode dei ricordi del cuore.
Non mi pesa l’oblio, poiché nel mio essere di stoffa e feltro
ho imparato l’importanza della tenerezza.
Il bimbo è cresciuto, il legame rimarrà per sempre.
Nel cuore di entrambi si annida un legame indissolubile.
E anche se i giorni scorrono inesorabili,
porto con me l’affetto del bambino di allora,
Sono un pupazzo di pezza già giocattolo.
Adesso custode di emozioni.


mercoledì 19 luglio 2023

Poesia / 145474: Sono l'orchidea. Lirica di Riccardo Bortolami.

 

Irene Navarra, Orchidea rossa, Olio AI, 19 Luglio 2023.


Sorgo dal ventre della terra,
un’orchidea, fragile eppure fiorente.
Vestita d’innocenza e grazia suprema,
nel mondo botanico un sogno incandescente.
Tra gli umidi boccioli e le foglie carnose,
spargo la mia sostanza nell’aria sottile.
Una danza invisibile, un aroma tenue,
un regalo mutevole che l’anima arricchisce.
Lungo il mio stelo snello,
sollevo le corolle con orgoglio.
Luminosa e vibrante, nell'abito verde,
mi presento al mondo: un gioiello di Dio.
Sento il raggio del sole accarezzarmi,
l’abbraccio della brezza, il tocco del mattino.
Mi nutro dell’acqua che dona la pioggia
e mi inebrio del canto dei grilli.
Maestosa nell’apparire, fragile nell’esistere:
una creatura unica, un dono della natura.
Nella mia delicatezza trovo la forza,
e nel mio silenzio una voce pura.
Le radici affondano nella terra,
che è vita e sostegno.
Là è il rifugio.
E là mi avvolge la quiete
nel suo abbraccio degno.
Così mi ergo, regina senza corona,
danzando tra le sfumature di un giardino.
Sono l’orchidea dall’essenza ineffabile.
Un mistero sussurrato al cuore dei destini.