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sabato 23 marzo 2024

Poesia / Cronaca: Il buon riposo di un'ape dissociata.


Se anche mi trasformo in ape,
sempre Hikikomori rimango.
Con piacere immenso.


P_Irene Navarra, Vado a casa, AIArt e GraphicArt, 23 Marzo 2024.



Tra i fiori di mimosa adagio il mio pensiero.
Nel loro giallo velluto vegetale
voglio riposare e poi rinascere.
Là, solleticata da corolle come spuma,
percorro il prodigio della rigenerazione.
La catarsi è voluttuosa.
In procedura ipnotica:
chiudo le ali,
mi rotolo nel polline dorato
che sparge fiaba attorno,
inalo quel profumo celestiale.
Così, mimetizzandomi di Luce,
vivo giorno per giorno
la mia precaria vicenda personale.
Sono un'ape dissociata
che non si dispera.
Perciò mi beo di nettare divino
nei fiori di mimosa.
Un'arpa culla il mio sognare.
Sono le foglie della mia casa
vibranti di armonie crepuscolari.
Dormo serena.
So che al risveglio mi berrò
la dose salutare di rugiada
e volerò nell'aria trasparente
verso la gemma dell'Isonzo.
Le sponde viola di viole
e le colline azzurre
incresperanno le curve in un sorriso.
Allora, armonizzando Ola a Ola,
risponderò sinuosa:
La vita è qui.
La vita è adesso.

lunedì 8 gennaio 2024

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (16 - Seefeld - Sorella Neve).

 

P_Irene Navarra, Sorella neve, AIArt e GraPhicArt, 7 Gennaio 2024.


    Sono capace di perdermi in un fiocco di neve.
    Lo tengo sulla punta dell'indice e mi ci sciolgo dentro in sedute protratte di meditazione cromatica, osservando - immobile come una statua di ghiaccio - il lento svanire della forma angelica.
    Attimi.
    Di eternità sconvolgente.
    Che mi lasciano triste quando svaniscono.
    E che, poi, cerco di recuperare.
    Così appunto gli occhi al cielo sfarfallante in gelo e mi insinuo tra i fiori speciali che ci dona.
    Nulla di più rasserenante del meditare cromaticamente sul Bianco di un fiocco di neve, immersa in fiocchi di neve.

    Amo la montagna solo se candida, solitaria e musicale dell'armonia specialissima della natura che accoglie gioielli inimitabili.
    I piccoli tonfi delle piccole frane di neve dai rami degli alberi mi induce a una profonda trance che disserra passaggi misteriosi e inusitati. Fino alla scoperta di una sorta di Brigadoon fantastico di cui sono unica abitatrice.

    Seefeld mi parve Brigadoon quando lasciai le piste, il consorzio umano, i suoni dissonanti dei meccanismi di violenza alle falde percorse e inutilmente massacrate da sci, monosci, slitte, urla barbare dei turisti.
    Nei boschi intonsi di Seefeld mi dissimulai nel Bianco, sottraendomi per ore alla vista di tutti.
    Respiravo il profumo puro di una sostanza appena liberata che danzava, ridendo di un riso dell'Universo. 
   Sorella Neve mi aveva affrancato da ogni pena, mi ammantava di corolle soffici e anch'io ridevo felice.

Inalo fiori
che pungono la gola ~
Dentro il mattino
radico in solitaria
Pace di Neve.
#Tanka93



martedì 26 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Io sono vento.



Irene Navarra, Io sono vento, AIArt, 26 Dicembre 2023.



Io la conosco intimamente.
Lei, la Bora, mi abita
come se fossi sua.
La sento prima dello scoppio
nel fremito dei rami
pronti alla battaglia.
E mi preparo.
A danzare resa polvere lucente.
Nell'arido respiro
che invade la mia gola
stacco il legame con la terra.
E volo.
Non ho più peso
tra i refoli impetuosi.
Avvolta da nubi sfilacciate
ritrovo l'urlo che scioglie la materia.
Io sono vento.

Irene Navarra, Sorella Bora, AIArt, 26 Dicembre  2023.






martedì 19 dicembre 2023

Poesia / Cronaca: Respiro nel vento.

 
Quando soffia la Bora, la campagna diventa il mio teatro di trasformazione.
Chiudo gli occhi e mi abbandono a Lei.
Così mi riconosco.
E mi placo.
Sono un respiro nel vento.


P_Irene Navarra, Respiro nel vento, AIArt e GraphicArt, 19 Dicembre 2023


Come un respiro nel vento
questa vita.
La Bora mi accompagna
e fiata suoni duri
contro chi mi assale.
Inalo polvere lucente
mentre festuche pallide
in vortice violento
ghirlandano i capelli.
Scuoto la testa.
Non reggo il peso di corone.
Nemmeno naturali.


mercoledì 6 dicembre 2023

Prosa / Il sogno del vecchio Susino.


Il Ciclo di Susino si conclude con questo racconto di quanto successe nel Novembre del 2009.


P_Irene Navarra, Nell'attesa, AIArt, 5 Dicembre 2023.


    Lui, Susino, frusciava i suoi racconti la mattina molto presto. Preferibilmente d'estate.
    I fiori, i frutti, le foglie, il tronco, i rami lisci, le radici nodose, affioranti dalla terra come nocche contorte di mani in emersione, tutto di quell'essere colmo d'anni narrava un'esistenza singolare.
    Pensai fosse un uomo trasformato in albero. Costretto a sentirsi la pelle di corteccia, ingabbiato in quel fusto nemmeno maestoso per qualche colpa innominabile.
    Se me ne stavo in giardino, intenta a una delle tante necessarie faccende quotidiane, sentivo i suoi occhi puntati addosso come le canne doppie di un fucile da caccia.
    Occhi che, naturalmente, intuivo solo io.
    Ero convinta che mi odiasse.
    E mi tenevo alla larga.
    Poi, però, qualcosa iniziò a cambiare.
    Impercettibilmente.
    Scivolavamo piano verso una comprensione sovrumana.
    Il primo passo lo feci io, quando gli lessi alcuni pensieri dedicati alla sua fragilità di vetusta pianta ancora tanto generosa di doni fragranti in Agosto.
    Doni che raccoglieva mia madre.
    Solo lei.
    Credo che si capissero profondamente.
    Slava lei, un po' sciamana; di origine serba lui -  mi avevano detto -, un po' stregone. Forse figlio del Kresnik.

    Gli lessi, dunque, qualche riga di quelle solite mie, nutrite di empatia naturale.
    Intendevo la sua solitudine, affermai. E lo adornai di un nastro rosso che faceva da contrasto ai suoi frutti viola scuro, sfarinati di bianco lucente e con una punta giallo sole all'attaccatura del picciolo.
    Mentre parlavo e agivo, lui scuoteva rami e foglie. In assoluta mancanza di vento.
    Colsi l'assenso.
    E continuai il rito.
    Impreziosendolo di nastri di vario colore.
    Susino abbassò le difese e mi accolse tra le sue braccia sottili.
    Mai avvenne tra due creature diverse
abbraccio più affettuoso e carezza più dolce.
    Fui l'amica intima di Susino per molto tempo, finché...
    
    Si era d'Autunno.
    Il 29 di Novembre.
    Correva l'anno 2009.
    Quella mattina, mentre lo rivestivo di veli color ambra, adatti all'ambiente pennellato di arancio e giallo, sentii che si stava compiendo il suo ciclo vitale. E il cuore mi si spaccò come una melagrana matura.
    Le guance si inondarono di lacrime brucianti.
    Mi volsi al cespuglio d'alloro, che gli era stato compagno, quasi a cercare aiuto.
    Immobilmente sgocciolava linfa limpida.
    Nel giardino ormai di cristallo: cince e merli muti; in cielo: nubi sbozzate dal marmo, una luce gelida sopra la casetta di legno dietro Susino.
    Allora posai le mani sul suo tronco per accompagnarlo nell'andare.
    E disperata lo guardai mentre gli si apriva il costato ormai scarno.
    Si apriva con uno scrosciare di noci spaccate.


    Mi appoggiai allo steccato e chiusi gli occhi.
    Il saluto si snodava e fluiva in correnti traslucide da me a Lui.
    Quando, finalmente, riaffiorai dal dolore e socchiusi le palpebre, assistetti a qualcosa di immenso: una figura di giovane donna interamente ricoperta di veli ambrati nasceva dai poveri resti di Susino.
    Lei splendeva di una bellezza purissima.
    Uscì con grazia dalle amabili spoglie, mi sorrise e s'involò verso la sua Vera Vita.

    La mattina dopo, svegliandomi da un sonno agro, trovai sul cuscino un piccolo ramo legato da un nastro rosso.
    Il primo che gli avevo regalato.


P_Irene Navarra, Il sogno del susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



martedì 5 dicembre 2023

Poesia / Percezioni: Il vecchio susino si adorna (da "Derive").

 


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

(da Controlli e Autocontrolli del mio Derive, 2009)

P_Irene Navarra, Veli, AIArt, 5 Dicembre 2023.


 Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.


"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."


Immagine generata con Stable Diffusion.
P_Irene Navarra, Nodo esistenziale, AIArt, 5 Dicembre 2023.

Per saperne di più sulla storia del vecchio susino, segui il link.


Poesia / Percezioni: Il vecchio susino (da Ambigua-Mente Poesie).

 

Storia di un albero appartenuto alla mia famiglia.
Lo adoravamo, quel vecchio susino, al punto da intrecciare nastri tra i suoi rami.
Di colore diverso, a seconda della stagione.
L'ultimo era di velo, marrone chiaro. Ambrato.
Con l'Autunno che già invadeva il giardino,
se ne andò sognando linfe nuove e soliti amici.
Così spero.
Ora, nel Paradiso degli alberi, sta germogliando e fruttificando in flusso eterno.
Qualche goccia di resina brilla per noi.
E sono lacrime di topazio
incastonate in cieli di lapislazzulo.
Perenni.


P_Irene Navarra, Il vecchio susino, AIArt, 5 Dicembre 2023.



Dolente per lo scempio del suo tronco
martirizzato nella foga battagliera
dal picchio rosso scavatore,
me ne sto quieta
ad aspettare la sua morte
che è sempre là
da tempo immemorabile,
descritta nelle slabbrature
di anno in anno più profonde
eppure articolata ancora
in una vita infinitesima
con la corona dell'alloro
a renderla un avvenimento,
a darle gloria effimera
da giorno equinoziale,
illuminata anche di notte dal lampione
che ama quei contorni compiacenti
in cui può riposare
e fare finta di emulare il Sole
quando si tuffa in mare.

Così passo le dita sulle sue ferite
e come un elfo stanco
dal troppo arrampicarsi
lungo le margherite e i fili d'erba
(un po' sgualciti per le orme umane),
mi stendo a schiena in giù
sul letto del fungo parassita
cresciuto tra i vuoti di corteccia,
guardo la chioma avara d'ombra,
i frutti asciutti come il greto di un torrente,
le rade braccia verderame
e mi assopisco
sicura del risveglio.

Perché la Primavera diciottenne
appena uscita dalla festa
aveva fiori a profusione,
manciate di profumo puro
e i calabroni sui petali slacciati
ronzavano la corte stabilita
dal solito copione.

P_Irene Navarra, La casetta in fondo al giardino, AIArt, 5 Dicembre 2023.

La casetta in fondo al giardino è una realtà.
Sono i fiori
E sono i fiori che ingentilivano il prato attorno al susino, svettante per molti anni alla destra del cancello del recinto.

Nei due link i riferimenti relativi ai post dedicati.


lunedì 20 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (12 - Ischia).



Una tappa importante di questo mio Viaggio intimo è Ischia,
la bellissima isola dell'Arcipelago campano in cui ho trascorso anni felici.
Là era semplice e spontaneo entrare nel mito, perché là tutto era parte
di una scenografia spettacolare sul cui sfondo si rappresentavano favole belle.

P_Irene Navarra, Ischia 2, AIArt e GraphicArt, 20 Novembre 2023.

    Si facevano le vacanze a Ischia.
    Non saprei dire la località precisa.
    Rammento molto bene, però, il muro che si affacciava sul mare, il pozzo nel cortile, i fichi e la ricotta fresca che mangiavo seduta sul bordo del pozzo.
    Dietro la casa rustica e profumata di fieno, c'era la campagna aperta.
    Niente costruzioni l'una sull'altra, allora.
    Ricordo le fughe di soppiatto fuori dalla proprietà e i bagni solitari in quell'acqua di smeraldo.
    Mi sentivo una creatura marina e mi vedevo la pelle azzurra e un poco a squame. Poco poco. Ma ogni giorno di più.
    La notte sognavo di trasformarmi in Nereide.
    Teti, naturalmente. La madre di Achille. Sognavo in grande.
    Nuotavo e mi raccontavo storie di abissi, affrettandomi perché dovevo scortare Poseidone, da Ischia, appunto, dove era arrivato per le Nitrodi custodi della sorgente termale di Barano, al suo palazzo dalle pareti di turchesi e coralli. Che svettava tra limpide correnti al largo di Capri. Grandi squali filanti dentro e fuori la preziosa residenza, e meduse viola elettrico, enormi, abbarbicate come tende alle finestre, rendevano speciale il luogo. Ero già in ritardo sulla chiamata. Mi aspettavano le amate sorelle Anfitrite e Climene.
    I Tritoni sbuffavano nell'attesa. Lo immaginavo. Erano ragazzotti impazienti. Laggiù le onde ribollivano. Dovevano essere loro.
    Una bracciata dopo l'altra mi allontanavo finché il grido di mamma e nonna non mi riportavano indietro, alla mia vita di ragazzina normale. Molto triste, poi, per tutto il resto della giornata nei miei pantaloncini a quadretti blu e nella maglietta bianca con il disegno di una bimba mora dalla coda di sirena.


Specchiarsi in mare 
~
 Farsi Nereide azzurra ~
Vita nel mito ~



sabato 18 novembre 2023

Poesia / Cronaca: Brilla la Natura.

 

Irene Navarra, Fratelli ulivi, Fotografia, 18 Novembre 2023.
- Via degli Scogli, Gorizia -

Brilla la Natura oggi
nella mia campagna.
Su ogni foglia e filo d'erba
c'è un luccichio che si riflette
in me giocando in chiaroscuri.
Come una coppa di champagne
l'anima scoppia in bollicine
e il cuore esulta di novella nascita.
Gli ulivi aprono occhi verdargento
a cui rispondo con battiti di ciglia
per lo splendore ch'è di fonte viva.
Nell'aria suona come un canto
il fragorio solenne dell'Isonzo
che scorre qua tra rive impervie
- e sono fiume -
lisciando i sassi del suo fondo
- e sono sasso -
fino al riposo nel muschio delle sponde
dove, specchiato dentro il cielo,
perde consistenza
- e sono nube -.
Nube tra perle di nubi che vanno.

mercoledì 4 ottobre 2023

Poesia / Frammento: Hortus conclusus.

 

P_Irene Navarra, Hortus conclusus, AIArt e GraphicArt, 4 Ottobre 2023.



E là, nel mio Hortus conclusus,
ripenso ai giorni di battaglia,
alle lacrime, alla pena
per i colpi inferti
nel mio giovane corpo.
Senza un perché.

Così la solitudine riaccoglie la mia mente
che non è mai lavagna cancellata.
Le streghe nere riacquistano le forze
e segnano con mani adunche
la mia porta spalancata.

Finché il delirio di un’ape zigzagante
non mi riporta al qui e ora
sommerso dal trionfo in fiore.

4 Ottobre 2023


Poesia / Frammento: La vita d'ambra (Meditazione polisensoriale)



Un metodo per riacquistare l’equilibrio interiore è farsi natura.
Meditando sulle policromie prodigiose del Creato.


P_Irene Navarra, Come un'ape operosa, AIArt e GraphicArt, 4 Ottobre 2023.



Nascosta
tra i fiori del giardino,
come ape operosa
mi copro di polline dorato.
che in me si cambia in miele
e cola sui pensieri
librando ali trasparenti.
Ecco.
La vita d'ambra è questa.
Io ne godo.


4 Ottobre 2023

mercoledì 13 settembre 2023

Poesia / Margini: La spiaggia (in Quasi una biografia - 7).

 

Irene Navarra, La spiaggia, AIArt, 13 Settembre 2023.


La sua mutevolezza dona,
se vuoi, l’Alienazione.
Ai limiti del mare ti fa
coagulare in plancton
per adornarle la corona
puntinata d’oro.

La spiaggia è il divenire
che assorbe il movimento.
È il nastro che suggella
i passi delle Ninfe
trasformate in Donne.
Il Limen della Terra
da cui - timido sughero
impacciato - ti metti
in viaggio per ritrovarti
bottiglia trasparente.

Per essere, alla fine
della corsa, nudo zaffiro
strappato alla miniera.

 Qui altre notizie su Margini.

 

Poesia / Margini: Ex Penisola (in Quasi una biografia - 6).

 

Irene Navarra, Ex Penisola, AIArt, 13 Settembre 2023.


Mi feci isola
poiché ci fu violenza.

Pertanto ancora incredula
e frastornata viaggiai
con la frattura aperta
grondante di licheni
tesi alla terraferma.

Che fare per placare
le ferite?

Trasognata e stupita
decisi di neutralizzarmi
in specie senza sesso,
consistenza e senso.
Volli che le mie rocce
fossero vene disseccate.
Sentii che fiordi e spiagge
diventavano corpi di guerrieri
dopo la battaglia e seni
virginali su cui Angeli
insonni posarono le vesti.

A me, disincantata
Ex Penisola,
fu in fondo sufficiente
sapere di poter toccare
- priva di vibrazioni -
il punto di partenza.

Qui altre notizie su Margini.

 


venerdì 8 settembre 2023

Poesia / Percezioni: La nascita di un mito (Monito ai compagni umani).

Ovidio, il grande maestro di ogni trasformazione, mi porta per mano a scoprire la nascita di un mito in cui sono coinvolta. Anche Catullo con la sua "Chioma di Berenice" mi indica la strada. Così abbandono ogni percorso umano e divento parte della costellazione della Vergine.


P_Irene Navarra, La nascita di un mito, AIArt olio, 8 Settembre 2023.
 

 

Monito ai compagni umani

Se mi toccate, mi sgretolerò
perdendo sangue e forza
da crepe colme di ribrezzo.
La pelle svigorita
più non sopporta impronte umane.
Vuole solo carezze di rugiada,
il manto cristallino della pioggia,
vesti tessute da costellazioni.

Così comando risoluta:
Adesso voi dovete cancellarmi
dai vostri casellari, dagli elenchi, 
dalle sinapsi del ricordo.
Vivo serena ormai in cellule spaziali
filando lieta dentro nebulose
e tra residui di materia astrale.

Ridete? 
 
Ma sì, lo so... non sono ingenua!
Potrò morire di tempesta siderale.
Nel tempo di un respiro.
L’aspetto e non la temo.
Anzi, la invoco.
Sarà una cosa naturale.
La pura fine degli eletti
assurti ai ranghi delle stelle.
Un nuovo segno luminoso in cielo. 
La nascita di un mito tanto minimo 
che nessuno lo tramanderà.
La Vergine però sarà stupenda
con me trasfusa in fiori fulgidi 
a ghirlanda sulla chioma.  
 

mercoledì 30 agosto 2023

Poesia / Percezioni: Sentire i fiori.



I mughetti e i lillà erano i fiori preferiti di mia madre. Dei primi ho scritto Qui, Qui e Qui, dei secondi parlo oggi per un particolare occorsomi durante la mattina.
Appena alzata ne ho percepito la fragranza e il colore, anche se – lo so bene – non è questa la loro stagione.
Così ho sussurrato Ciao mamma, e mi sono dedicata ai soliti rituali quotidiani.



Irene Navarra, Sentire i fiori, AI Olio su tela, 30 Agosto 2023.
 

A occhi chiusi
inalo il viola luce di corolle generose
e respiro.
Respiro a fondo.
Mi faccio fiore percorso dalla brezza.
Sono una creatura vegetale che chiude in sé
droghe sottili di profumi e nuance.

Altalenare lento, il mio,
nel polline fragrante del lillà
che da me stilla.



lunedì 28 agosto 2023

Poesia / Percezioni: Cantava il mare.


Facendo di un ricordo ragione di vita,
sento il profumo dei pini,
il salso del mare
e, sotto le dita,  la corteccia resinosa dei pini.
La nostalgia di Cherso e delle sue acque limpide
si fa talvolta insostenibile.
Nelle immagini le spiagge della "Casa del Vescovo" appena fuori dal fiordo di Cherso.
Là ho passato il tempo meraviglioso della mia vita in barca con la Golden Retriever
"Emma, la Dorata / che riporta rami stecchiti / lavande profumate/ e sassi raccolti dal fondo marino" ( da "Omnia Carmina" - 2005).


Irene Navarra, Il mare dietro i pini, AI Olio, 28 Agosto 2023.


Cantava il mare dietro i pini
che lo chiudevano alla vista.
Un canto rigoglioso
con semi di tempesta.
Io mi fermai,
il corpo stretto a un tronco,
ruvido come me in quel momento
ma resinoso di cristalli ambrati
e fervido di aromi caldi
esalanti droga
dalla corteccia che era la mia pelle.
Io mi fermai per un istinto secco
e il cuore si fece rigoglioso
di semi di tempesta
e fu di mare azzurro mare altalenante
e bianco delle spume in transito perenne
tra stati di materia - nulla nel divenire eterno.
Finché su scogli scivolosi si disperse
in svaporare di folli iridescenze.


Irene Navarra, Iridescenze, AI Olio, 28 Agosto 2023.