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lunedì 15 settembre 2025

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo 33 - Affinità (Gorizia).

 
P_Irene Navarra, Insieme, AIArt e GraphicArt, 13 Settembre 2025


   Nel corso della mia esistenza ho avuto poche affinità con gli umani.
    Moltssime con i cani.
    Sono le creature che più amo.
    Per certe peculiari caratteristiche credo di essere stata un cane in qualche mia vita precedente.
    Il naso attaccato all'erba del giardino, vicino al tartufo del mio Billy Setter straordinario, spesso cerco di annusare tracce - quelle che annusa Lui - inesistenti per la maggior parte degli umani.
    Talvolta colgo aromi sottili e presenze invisibili, le condivido con il mio quattrozampe amato e sto bene.
    Sono convinta che Lui mi consideri un suo simile perché me lo chiede proprio, di fare quello che fa Lui. Ovvero: insinuarmi nelle siepi di lauroceraso in cerca di nidi, saltare sui muretti del giardino, rincorrere le cavallette e mangiarmele, buttare scarpe, ciabatte, peluches e giocattoli vari in piscina. A qualcosa, naturalmente, mi nego con decisione. Non amo ingurgitare insetti. A qualcosa mi sottraggo gentilmente. Non ho più l'età per balzare su e giù dai muretti, non posso infilarmi nelle siepi perché il fisico non me lo consente, mi sembra sconveniente salire sui mobili, e usare la carta igienica per infiorettare la casa. Tuttavia altre cose le eseguo, stando ai suoi ordini. Lanciare roba in piscina mi sembra un divertimento possibile.
    E mi rallegro. Anche nelle giornate più buie e disperate.
    Vivere con un cane è, dunque, quanto di più soddisfacente, dolce, fangoso con la pioggia, dannatamente impegnativo sempre, esista. Esperienziale a 360°.
    Vivere con Billy è anche avventuroso perché Lui è un cane da caccia tra i più scatenati io abbia mai conosciuto. Nipote del mio precedente Setter Pippo, un aristocratico dotato di sprezzatura, non ha proprio ereditato il suo carattere. Mi dicono che la madre, Susi, fosse parecchio, proprio parecchio turbinosa.
    In sintesi: ho accantonato l'illusione di educarlo a diventare un gentledog.
    Non lo sarà mai.
    E ne sono felice.
    Con la sua esuberante vivacità mi ha ancorata al presente nel momento più doloroso della mia esistenza.
    Se poi siamo in tre, Lui è oltremodo gioioso.
    Quando viene mia figlia, infatti, la casa diventa campo aperto di corse e marachelle infinite. Tutto frutto della consapevolezza che le giornate passate insieme saranno ricche di escursioni interessantissime.
    L'affinità è il sale della vita.


Un tocco umido
sul polpaccio ~ È Billy ~
Setter in gioco.




venerdì 12 settembre 2025

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo 32 - Nel Vuoto e oltre (Gorizia).


P_Irene Navarra, Nel Vuoto, AIrt e GraphicArt, 12 Settembre 2025.


    Viaggio nel Vuoto alla ricerca di me.
    Oltre la soglia di quel Vuoto bianco sporco come un giglio calpestato potrò ricostruirmi.
    Passato ogni rancore, allento il corpo irrigidito nel contravveleno della Compassione.
    Così, con Lei, sorrido al correre frenetico di immagini create dalla mente.
    Ricordi si affoltano imprudenti.
    E là, lungo il discrimine tra il Nulla e il germogliare del vissuto, ci si metterà anche il cuore.
    A palpitare ancora.
    Sì. Perché ritorna l'illusione-maschera di ansie e inquietudine assassina.
    Che presto si denuda e accampa il suo vessillo nero nella mente: una prigione dove ridilaga vasto il maledetto Vuoto.
 
    Oh questa Notte! Questa strana Notte, che non è sorella, mentre rifiuta di offrirmi la sua seta per farmi riposare.

Itinerari
della mente allerta ~
Mere illusioni
che straniano l'istante ~
E ancora il Vuoto dentro.
#Tanka111

domenica 7 settembre 2025

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo 31: Tra le mie Rose (Gorizia - Il mio giardino).

 

P_Irene Navarra, Tra le mie rose, AIArt e GraphicArt, 6 Settembre 2025.


Le tocco e mi rimane il giallo sulle dita.
A occhi chiusi sento il loro Sole che si espande in raggi di sereno.
L'anima-arcobaleno non deve perderlo, quel gioco giallo caldo trasgrediente ogni pudore.
Così m'imprimo dentro tutte le parole che annunciano la gioia.
Diluvi di dolcezza travolgono il pensiero.
Rinasco tra le spine come fiorendo all'apice di steli rivolti solo al cielo.


P_Irene  Navarra, Rosa sognante / Io, AIArt olio, 7 Settembre 2025.

Le mie Rose.
Gialle di Sole caldo
che riaccende in me
il miele della vita ~
Rinasco Rosa.
#Tanka 110

lunedì 1 settembre 2025

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo 30 - Sulla mia sostanza di cavaliere antico (Gorizia e dintorni universali).

 

P_Irene Navarra, Io - Galahad donna, AIArt Acquarello e GraphicArt, 1 Settembre 2025.


    Sono Galahad. In jeans, canotta bianca e giubbotto denim.
    Galahad donna, naturalmente.
    Un cavaliere donna contemporanea.
    Galahad donna che nessuno mai celebrerà.
    E va bene così.
    Non mi interessano le luci della ribalta.
    Non amo il successo.
    Preferisco la penombra di luoghi appartati.
    Il fresco dei boschi di querce e tassi dove l'anima può danzare libera, al ritmo melodioso del complice toccarsi dei rami.
    Di linfa in linfa mescolando le loro nature.
    Radico, anch'io, in quei momenti.
    E mi congiungo agli alberi, ai fiumi, all'argentino ruscellare da sorgenti alpestri, fino al largo, solenne confondersi nel mare.
    Che, poi, è il dilagare dell'essere.
    L'espandersi dell'essere in cui è spontaneo il naufragio corrivo perché da lì siamo venuti e là torneremo. Quieta o tempestosa che sia, la vita è solo un intermezzo suonato a fil di note tra due miracoli: la nascita e la morte.
    Il resto della sinfonia del Creato lo sentiamo nel cuore, anche nei sensi che si identificano al Tutto, ma non lo cogliamo con la mente.
    E benedetto sia il Signore per questa nostra ragione limitata.
    Svelando tutti i misteri, vedremmo persino il seme dell'estinzione in noi.
    E non sarebbe un buon capire.

    Ti ho sempre amato, Galahad dolente, che sublimi la ricerca - ardua e perigliosa - in Consapevolezza della strada da seguire per quanto impervia, per quanto fatale si mostri la sua traccia.
    Ed è proprio il cammino che conta.
    Esperire qualche certezza.
    Approfondirla relegando il canto ingannevole delle Sirene a un rumore di fondo.
    Il Graal ci chiama con il tintinno divino del suo metallo, con la sua musica pura di cui siamo in grado di cogliere l'eco, per quanto lontana.
    Perciò abbandoniamoci alla sua sottile malia.
    E andiamo.
    Sì, andiamo.


P_Irene Navarra, Guardo la meta, AIArt Acquarello e GraphicArt, 1 Settembre 2025.


La quête* è vita.
Le sofferenze? pane
lungo il cammino
~ di Luce in Luce ~
Così rendo diamante
il mio arduo cercare.
#Tanka 108


In letteratura, il termine quête (pronuncia francese: /kɛt/) oppure anche queste si riferisce a un viaggio, una ricerca o un'inchiesta, spesso simbolica, intrapresa da un personaggio o un gruppo di personaggi. La quête è un elemento narrativo ricorrente, soprattutto nella letteratura medievale e rinascimentale, e può riguardare la ricerca di un oggetto fisico, una persona, un obiettivo, la verità o un significato più profondo.


domenica 24 agosto 2025

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo 29 - Ora che non ci sei ( Gorizia - casa mia e oltre).

 
A U.V.


P_Irene Navarra, Splendore, AIArt e GraphicArt, 24 Agosto 2025.


    Ora che non ci sei, devo rifondare i miei punti cardinali. Nel senso che li ricolloco, scavando con le mani i loro alloggiamenti ai limiti del mio giardino rigoglioso.
    A tu per tu sola con Billy, mio straordinario Setter, guardo nel silenzio le tre lagerstroemie in fiore davanti al portico.
    Anche loro mi guardano e mi tendono i rami.
    Amiche piante, sono commossa.
    Grazie.
    Il Sole adesso sorge, e brilla in ogni filo d'erba umida di guazza.
    Provo a far svanire la nostalgia assassina in quel lucore.
    La Consapevolezza pura è adesso in me.
    Amo la sua non-esperienza che mi dà quiete e senso profondo di continuità, pur nel distacco ancora incandescente.
    Lei: un mare limpido dalle sfumature viola, in cui il mio spirito rinasce, una gentile culla liquida per il corpo stanco.
    In Lei mi lascio andare.
    Così, di onda lieve in onda lieve ritrovo la dolce danza della gioia.
    Non c'è più nulla oltre lo splendore di quel mare. E del suo tempo scritto in me.
    Sento che sto guarendo.
    Perché la perfezione del Creato - l'amore reso atto in esso - mi rinnova.
    Io sono ancora l'essere incorrotto dell'Inizio.
    E il Nuovo Giorno mi avvolge nel suo velo.


Però intuisco
che sei qui in Luce chiara ~
Dolore vano
credere al tuo naufragio
definitivamente.


giovedì 13 marzo 2025

Poesia / Haibun - Viaggio intimo 28: Concerto (Gorizia e dintorni).

 

Sono il mio Cielo.
Vestita anch'io di nubi
guardo la Terra.


P_Irene Navarra_La mia campagna 2_AIArt e GraphicArt, 12 Marzo 2025.



    Cielo scultura di nubi dense che s'affoltano sull'erbe dure della mia campagna solitaria.
    Corteggiano colline dalle chiome ricciolute di misteri che hanno viaggiato lungo il fiume dove nuotavo da bambina: l'Isonzo d'oro e turchese, ocra e verde foresta. Lui mi raccontava storie mentre giocavo nelle sue acque confidenti.
    Ho sulla pelle ancora quelle dita fresche.
    Prego che le sue mani mi accompagnino nel Viaggio che mi resta.
    La runa, regalatami quando ero bimba all'improvviso galleggiante verso di me, la porto al collo. E parlo col fluire di veloci linfe.
    Sono un involucro risonante d'echi ormai alieni.
    Riempio di seta questo vuoto.
    Vi appoggio cristalli di ricordi: quarzi e smeraldi con lapislazzuli e ametiste.
    Mi tintinnano dentro, lucidandosi in lacrime sincere.
    E la musica è un Notturno di Chopin suonato dalle correnti del mio fiume.
    Voci di Terra, Voci d'Acqua, Voci di Cielo e Angeli che armonizzano il concerto.
    Questo.
    Soltanto questo.
     

P_Irene Navarra_Armonia_AIArt e GraphicArt, 12 Marzo 2025.

 
E poi mi faccio
Isonzo che trascina
rune muscose.

venerdì 17 gennaio 2025

Prosa e Poesia / Haibun : Viaggio intimo 27 - I Lari se ne vanno (Gorizia - Casa mia).


P_Irene Navarra, Gli alberi del giardino mi guardano, AIArt e GraphicArt, 17 Gennaio 2025.

   Mattino di sole pieno.
    Gli alberi del giardino mi guardano.
    Con cautela.
    Tra i tronchi appaiono e scompaiono esseri sgomenti.
    Così mi sembra.
    Saranno i Lari del mio focolare?
    I Lari in fuga.
    Hanno respirato tradimento nelle stanze.

    Farei chilometri strisciando sulle pietre, starei per giorni prostrata nella neve davanti alla porta della casa - cenere in testa, spine nel costato - a chiedere perdono, pur di sentirmi ancora in armonia.
    Loro, i miei Lari, tornano alla Luce da dove mi graziarono nei giorni della gioia, quando di risa e riti quotidiani riempivamo le giornate.
    E la fatica, allora, non pesava.
     
    Ora ho le spalle doloranti e il passo stanco, Nel muovermi barcollo. Non c'è più il braccio saldo a cui appoggiarmi per scendere le scale.

    Sono deserto solitario.
    Posso solo strusciare con la mano su pareti ormai di ghiaccio.
    Gli occhi che vedevano con me sono spenti da un pezzo.
    Devo imparare, allora, a usare le pupille per due.
    Ma attorno tutto è triste e loro, i Lari di benedizione, non ci sono più. 


Un merlo fende
l'aria del mattino -
Macula nera
nell'azzurra vastità -
Presentimento.
#Tanka 107


martedì 14 gennaio 2025

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo 26 - Con la Bora (Gorizia, da casa mia alla campagna sulle sponde dell'Isonzo).


Stamattina mi sono svegliata al tramestare duro della Bora contro le persiane.
Sono rimasta in attesa nel buio.
Entro breve, al nascere del giorno, l'avrebbe fatta da padrona anche con la Luce.


P_Irene Navarra, Bora e Luce, AIArt e GraphicArt, 14 Gennaio 2025.



    Bora e Luce.
    La loro danza oltre le persiane è pura frenesia.
    Spalanco i vetri offrendo il viso a raffiche impetuose.
    La Luce interrotta dalle foglie mi traveste amabilmente col suo solleticare etereo.
    Ascolto le palme che suonano strumenti a percussione strusciando sul muro della casa.
    Poi mi richiama un merlo che fa spettacolo: la sua filata rasente il suolo si perde in zirlo furibondo, lontanante suo malgrado.
    La Bora scombussola, frastorna, disancora.
    Fa rotolare le creature.

    Così, adesso, volo.
    A gambe all'aria.
    In carosello folle.
    Come una bambola di pezza un po'stranita.
    Carambolando.
    Volo finché m'incaglio in un ulivo centenario della mia campagna benedetta. Ne afferro saldamente un ramo, mi isso a sedere in una sua conca nodosa e volgo lo sguardo alla Terra che mi ha vista nascere.
    La contemplo con emozione e mi intenerisco.
    Planarvi sarà per me un trepido adagiarmi sacro nella culla delle origini.

    Ci sono.
    Posso riposare.
    Del muschio per coprirmi e il cielo di cristallo come specchio. L'Isonzo mi regala un canto in dedica che mi fruscia dentro l'anima.
    Qua ogni filo d'erba, ogni pietra e nuvola e goccia d'acqua e refolo di vento e fiore e frutto, proprio tutto è adatto a me.
    Mio natio, adorato nido ti porto nei pori della pelle, sotto le unghie ho il tuo sangue rigoglioso, negli occhi paesaggi incomparabili.
    Vado e non voglio.
    Solo nel sogno potrò ritornare.
    Lei, la mia Terra, sarà sempre fervida preghiera.


P_Irene Navarra, Nell'ulivo, AIArt e GraphicArt, 14 Gennaio 2025.


Con Lei il Padre, il Figlio
e lo Spirito Santo -
Il segno in croce
è rito di trapasso
dalla mia sacra Terra.
#Tanka 105


domenica 21 luglio 2024

Prosa e Poesia / Haibun - Viaggio intimo (25 - Arquà Petrarca - Il rifugio).


Il potere della Bellezza.




   Sulla pelle i polpastrelli che sentì la pietra della casa dove abitò Francesco.
   Ad Arquà.
   Arquà delle colline dalle curve morbide.
   La pietra ha un'anima perenne e la trasfonde vibrando di respiri lenti e fondi.
   E in quel fiatare millenario, riposo io con il Canzoniere in mano.
   Non li leggo più, però, i sacri testi.
   Li so a memoria.
   Sillabo soltanto.
   Sommessamente.
   E vado a ritroso tra le parole e le visioni che ispirarono le liriche.
   Lungo i tratturi benedetti che conobbero i Suoi passi.
   Sola e pensosa vado misurando a passi tardi e lenti il mio passato.
   Mi immagino com'ero allora, travolta dalla Bellezza di quanto stavo scoprendo.
   E trasformata in creatura di quel tempo, figlia di quel cielo prodigioso.

   La Sua casa di Arquà, la visitai a quindici anni.
   Da allora la porto nel cuore e nella mente.
   È il rifugio segreto in cui mi chiudo quando l'orrore dei nostri giorni prevale e la vita si fa grama, isterilita.
   Così mi è possibile restare.
   Qua, intendo.
   Tra le umane cose.
   Il Canzoniere mi aiuta.
   Io respiro dei versi immortali che divennero, in una mattina radiosa di maggio di molti anni fa, cellule e sangue del mio essere.




Ripenso Arquà,
i dolci colli, l'aria,
i versi sacri
che Francesco ci donò.
E là immortale anch'io.
#Tanka 101


lunedì 29 aprile 2024

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (24 - Miren - Il giardino delle Device).

 
Inizia per me un Viaggio dell'Anima,
intrapreso sulla scia di ricordi ancestrali.
Quelli di mia madre
e delle antenate da cui ereditò forza e consapevolezza.
Lungo le sponde del fiume Vipacco,
scopro con lei (di nuvola oramai) un luogo
in cui avvenne qualcosa di straordinario.
Tutto nella mia mente.
E nel suo cuore.

P_Irene Navarra, Il giardino delle Device, AIArt e GraphicArt, 24 Aprile 2024.

     
     Ripenso a mia madre.
     La vedo ragazzina intrepida, pronta a sperimentare nuove avventure in compagnia della sorella e dei due fratelli. 
     In questa Prosa d'Haibun è lei a parlare.
     Io, quindi, racconto per voce sua.
     Correva l'anno 1932.

     "Dietro l'ansa del Vipacco dopo il ponte, un muro di cinta.
     E oltre, il vasto podere delle Device, le Vergini: tre sorelle pie - devote al culto della Madonna Addolorata di Monte Grado - che lo curavano come fosse una creatura carissima e preziosa. Vi crescevano ortaggi opulenti e dei peri strepitosi. I loro frutti erano grandi un palmo di mano femminile, giallo-verdi di buccia, vaniglia nella polpa per colore e gusto. Pendevano numerosi dai rami, occhieggiando solari tra il fogliame. Un invito a noi, ragazzi selvaggi, che vivevamo di avventure, anche al limite del lecito.
     Ci attrezzammo con i grembiuli della mamma forniti di capacissime tasche, e c'immergemmo nell'acqua.
     Era davvero fredda, ma il sole di fine ottobre, così chiaro e ammiccante nella sua calma, ci avrebbe donato un po' di calore, una volta terminata la spedizione di raccolta e opportunamente cambiati con dei vestiti asciutti che avevamo nascosto a bella posta sotto un enorme cespuglio di biancospino.
     Nuotammo in silenzio fino alla riva opposta, fendendo la corrente piuttosto moderata in quel punto, ci inerpicammo tra le erbe ancora verdi, scalammo il muretto di laterizio e fummo sotto gli alberi rigogliosi. Dove, senza indugio, raccogliemmo più pere possibile, sistemandole nel grembiule ripiegato in vita e legato per gli angoli di fondo a bloccare il fragile contenuto, mentre si affrontava di nuovo il fiume.
     Tutto andò liscio finché non fummo a metà traversata.
     Là avvenne l'inesplicabile.
     Mulinelli, trazioni vertiginose, mani estranee che scioglievano - pur fluide - i nodi dei grembiuli. Le pere ci tumultuavano in grembo, fremevano, saltavano, ruotavano, tamburellavano sulle nostre pance finché si liberarono. Allora filarono via come navicelle veloci verso il giardino d'origine, in cui balzarono con gioiosi giri da trottola, sparendo dietro il muretto.
     Noi guardavamo in una sorta di trance galleggiante.
     Terrorizzati.
     Rigidi, esangui, osammo muoverci solo di quel tanto che ci permise di tornare alla spiaggetta di partenza.
     Un laccio elettrico ci imbavagliava.
     In noi una nuova consapevolezza.

     Così tutto ricalcò le proprie orme a ritroso, e si riassestò al posto destinato.
     Finalmente, ci scuotemmo straniti, mentre la verità si faceva strada in noi: le tre sorelle, padrone del giardino dei peri, non erano Device nel senso attribuito a Maria Madre di Dio, né, tantomeno, pie.
     Erano streghe.
     Čarovnice della peggior specie.

     Là non ci tornammo più."

     (Da "Racconti d'infanzia / Le storie di Vida")


P_Irene Navarra, Oltre il Fiume, AIArt e GraphicArt, 24 Aprile 2024.


Tra Bene e Male
la cieca leggerezza.
Fanciulli fummo
aperti alla magia
dell'anima straniata.
#Tanka 100

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (23 - Pernate di Cherso - La Casa che riappare).

     La gita alla casa di Pernate veniva programmata con scrupolo. Bisognava caricarsi tutto sulle spalle, in enormi zaini che arrivavano quasi fino a terra. A contenere le nostre vite. Come muli umani sfilavamo tra masiere antiche, chiazzate dai licheni e rese gentili da certi fiori rosa che, suppongo, fossero centauree. I medesimi che avevo ammirato per la prima volta nella piana di Micene. Corolle delicate tra cui la Porta dei Leoni sembrava gioire di Bellezza per comunicarla al cielo cilestrino in cui si stagliava da secoli.
     La natura di Cherso ricorda quella greca.
     Così, ogniqualvolta mi ci immergo, scandisco dei versi omerici. Con la metrica ben calibrata.
     È più forte di me.
     Avviene e basta.
     Nella campagna alta di Pernate capita con una tale intensità da farmi perdere qualsiasi nozione di tempo lineare.
     Gli ulivi di qui hanno ombreggiato Ulisse e i suoi compagni. Gli stessi ulivi mi accarezzano le guance nel tragitto verso la casa. Che è scrigno di tesori preziosi.
     Argo mi aspetta sulla soglia.
     Insieme adesso stiamo.
     Itaca è qui.

Pagliuzze d'oro
tra le dita - nel cuore
vive Itaca.


Irene Navarra, La Casa di pietra, AIArt, 28 Aprile 2024.


Sull'altopiano profumato
di erba secca mista a menta, timo, salvia,
la Casa guarda il mare.
E sogna.
Sa di avere il tempo
limitato di un pensiero.
Però senza le regole
che rendono più tristi
i suoi sonanti sassi solitari.

Là vivo io
quando mi scoppia dentro
il desiderio di volare
tra le mille parvenze delle sue pareti.

E mi ritrovo d'improvviso
ad ammirare la marina da lontano
mentre Lei, la Casa, chiama in voci chiare.
Sento gemere porte,
cantare le finestre,
scrocchiare le pareti,
l'ulivo centenario che saluta
scuotendo la sua pelle verdargento.
La scala dissestata, intanto,
restaura le sue pietre
per darmi l'agio di passare
di piano in piano,
tra il polverio brillante
che il sole vi ricama.
Entro.
Il tetto è come un cielo fulgido.
Ginestra, liquirizia in fiore,
un fico annoso svetta.
Ho le sue foglie sulle spalle nude.
Ne spicco un frutto.
Latte grippante sulle dita,
polpa di miele in bocca.
È questo il qui e ora
dello spaziotempo.
Eternamente.

lunedì 22 aprile 2024

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (22 - Gorizia - La casa).

Il sentimento di disperato abbandono, che mi sento dentro, è l'anima del corpo.
Lei, sommessamente, si dimena.
Recalcitra, ma sta.
Io qui fuori, sono sola.

Oggi la solitudine si espande immensa.
Qualche parvenza di me, come tessuto liso a brandelli, ancora gioca con la luce nell'aria che si fa avara mentre il sole muore dietro le nubi.
Poi, più nulla.
Più nulla.
Un topo entra ed esce dalle occhiaie vuote della mia bambola.
Un tempo era Ifigenia, la Bella.
Ora giace decapitata sulla credenza in cucina.
Requiem.
In sordina.


Irene Navarra, La mia solitudine, AIArt e GraphicArt, 21 Aprile 2024.



Solitudine
di me in me လ mia casa လ
Fantasmi e ratti.


giovedì 21 marzo 2024

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (21 - Gorizia, Il sogno).


Pippo Magnifico Setter Inglese sempre nel cuore.

P-Irene Navarra, Nell'oro con Pippo, AIArt e GraphicArt, 21 Marzo 2024.



    Sogno che una pioggia d'oro mi riporti l'aria di quei giorni in corsa col mio cane nel campo dietro casa. Sotto gli occhi fruttati del sambuco centenario.
    Il sole sulla pelle, erbe dure a ferirla, richiami soffocati per risate incontenibili.
    Di gioia pura.
    Nessun abbaio.
    Tu non abbaiavi mai.
    Guardavi.
    Le tue pupille tanto fonde che la richiesta mi echeggiava dentro.
    Poi all'unisono si andava verso il recinto dei cavalli sopra il fiume di turchese.
    Pietre preziose le giornate scandite dai tuoi passi.
    Velluto e seta.
    Regalmente.


P_Irene Navarra, Pippo tra le forsizie, AIArt e GraphicArt, 20 Marzo 2024.


E t'involasti
con le forsizie in fiore.
Piangeva il cielo
di quasi primavera
dolcissimo mio Amore. 
#Tanka 99

giovedì 7 marzo 2024

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo: La culla (20 - Ustrine, Cherso).

 
Quando la vita si fa avara, resta il sogno.

Mattina presto.
Appare finalmente
Ustrine bella.

Dopo il cammino
tra corbezzoli e mirto
del mare il vetro.


Irene Navarra, Ustrine 1, AIArt e GraphicArt, 7 Marzo 2024.


    In una culla di roccia a picco sul mare con menta e timo cresciuti da residui di conchiglie, riposo. Dominando la scena come una regina assisa in trono.
    Riverberi di azzurro e viola dipingono quella piccola stanza solitaria dal soffitto di cielo, piena di echi e musica sottile.
    Il mio sguardo scivola dal fondo profumato della culla - ricco di madreperla grigio-ambra - alla trasparenza del mare in cui nuota Emma, la mia meravigliosa Golden, più creatura marina che terrestre. Il pelo le ondeggia attorno al corpo e io mi compiaccio del suo colore biondo in armonia con il turchese dell'acqua.
    Sono estasiata.
    Lei mi chiama.
    Lascio la mia culla e m'immergo anch'io nella piccola insenatura sotto le rocce.
    Entro in acqua con cautela, attenta a non calpestare qualche riccio puntuto.
    Ci sono.
    Fresco in perle sulla pelle, salso frammisto al profumo del sangrego nelle narici.
    La sensazione è primordiale.
    Sto nuotando nel liquido amniotico dell'Universo.
    La gioia è quella che provò Dio al momento della creazione.
    Esulta in ogni cellula del mio corpo.
    Emma lo sa.
    Mi guarda e sorride come solo i cani sanno fare.
    Poi giochiamo.


Irene Navarra, Ustrine 2, AIArt e GraphicArt, 7 Marzo 2024.

E al tramonto nuotiamo verso il sole che si congiunge al mare.


martedì 13 febbraio 2024

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (19 - Gorizia - La mia città di notte).

 

Irene Navarra, Gorizia di notte - Nel Ghetto, AIArt e GraphicArt, 13 Febbraio 2024.



    Io cammino di notte per le vie antiche della mia città.
    Quando anche gli occhi delle case sono spenti, quando c'è solo il rumore della stelle e le pietre parlano la loro lingua criptica di schiocchi, mi avventuro nella sua storia.
    E chiacchiero.
    Libera di andare alla luce dei fanali che irradiano architetture ladre di cielo.
    Nella'aria fresc'azzurra vado come se non avessi peso. Entro nelle strutture familiari, mi faccio di sostanza rara, ricca delle impronte di chi vi ha vissuto.
    E mi accompagna Carlo.
    Carlo Michelstaedter, intendo.
    L'amico dell'età più bella con cui parlare non era complicato.
    Lui mi è accanto in queste notti prive di persone e del loro insensato mordere la vita.
    Le "comunelle di malvagi" - pronte a farlo a pezzi per un tornaconto sciocco - dormono il sonno che le lega lontano da noi.
    Così andiamo.
    Verso la campagna ricca d'erbe, arricciolata di vigneti, lungo il tratturo che ci porta all'Isonzo.
    Là riposeremo protetti dall'Olimpo masso erratico a picco sulle sue acque.
    Domani l'acqua benedetta sarà battesimo del giorno che s'avvia.


Spalmando azzurro
su strade e architetture
Notte cammina con me.


domenica 28 gennaio 2024

Poesia / Haibun: Viaggio intimo (18 - Gorizia - Nella Luce della Luna).

 

Addormentarmi
protetta dalla Luna ~
In piena Grazia.

P_Irene Navarra, Tra le braccia della Luna, AIArt e GraphicArt, 28 Gennaio 2024.



    Mi sono addormentata nella Luce della Luna.
    Lei mi ha rimboccato le sue coperte di organza impalpabile e mi ha sfiorata sulla fronte con un raggio leggero.
    Attorno il blu cobalto della Notte.
    E qualche stella molto discreta.
    Niente dolori, niente pene.
    Solo uno stare sospesa.
    Morbidamente sospesa nello spazio infinito.
    Al risveglio, mentre aprivo gli occhi piano, residui della sua Luce scherzavano con Pippo che correva e saltava felice. In piena salute.
    E ho capito.
    Il Creatore mi aveva appena donato la sua Gioia.
    La porto in me come un sigillo prezioso.


Le mie coperte
sono organza lucida
che Luna tesse
ad arabeschi chiari
quando le chiedo Pace.
#Tanka 91


P_Irene Navarra, Nella Luna, AIArt e GraphicArt, 28 Gennaio 2024.