Ho molta vita alle spalle
e so dove l'ho lasciata.
Quello che resta del mio giorno
l'ho sognato a lungo
puntando gli occhi all'orizzonte
verde della mia campagna
Adesso, da lontano,
lo sto tracciando con le dita
attorno a me che sono terra desolata.
Niente colline azzurre,
niente incendio di tramonti
solcati dalle trame degli annosi gelsi
sibilanti nella Bora dell'Inverno
come fruste di sapienti domatori.
Ora il mio cuore tace.
Chiuso nella gabbia della scelta,
che fa virtù della necessità,
deve rallentare il battito.
In fondo è bella la nascita del Sole
da quella linea piatta d'erbe incolte,
laggiù sfumata in cespugli di more
e so dove l'ho lasciata.
Quello che resta del mio giorno
l'ho sognato a lungo
puntando gli occhi all'orizzonte
verde della mia campagna
Adesso, da lontano,
lo sto tracciando con le dita
attorno a me che sono terra desolata.
Niente colline azzurre,
niente incendio di tramonti
solcati dalle trame degli annosi gelsi
sibilanti nella Bora dell'Inverno
come fruste di sapienti domatori.
Ora il mio cuore tace.
Chiuso nella gabbia della scelta,
che fa virtù della necessità,
deve rallentare il battito.
In fondo è bella la nascita del Sole
da quella linea piatta d'erbe incolte,
laggiù sfumata in cespugli di more
e sagome di alberi modesti.
La Luce si frantuma tra i fili delle zolle.
Si frange in giochi equilibrati.
Senza alcun mistero.
Io sorrido.
La Luce si frantuma tra i fili delle zolle.
Si frange in giochi equilibrati.
Senza alcun mistero.
Io sorrido.






