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venerdì 5 luglio 2024

Poesia / Cronaca: Tra le mie rose.


So che devo restare tra le sorelle rose.



 

In questa visione io sto bene.

Tra le mie rose e le gentili anime bianche

che mi sfiorano con Leggerezza

cancello tutto il male

come lama nella vita.

Lasciatemi qui.

Appeso alla porta del mio sogno

c'è il cartello categorico:

"Non disturbare".


mercoledì 3 luglio 2024

Poesia / Cronaca: Il dono.



P_Irene Navarra, Tra le rose, AIArt e GraphicArt, 2 Luglio 2024



Semi di girasole nella mano aperta.
Creature alate vi si posano.
A turno.
Bianche e delicate.
Mi muovo piano nel giardino
con frulli d'ali attorno.
Sono scortata da un esercito gentile.
Le rose assentono
con l'intensificarsi del colore.
Essere qui e altrove.
Espandersi armonioso
di certezze che la nostra summa
è in queste cose di minima apparenza.


lunedì 29 aprile 2024

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo (24 - Miren - Il giardino delle Device).

 
Inizia per me un Viaggio dell'Anima,
intrapreso sulla scia di ricordi ancestrali.
Quelli di mia madre
e delle antenate da cui ereditò forza e consapevolezza.
Lungo le sponde del fiume Vipacco,
scopro con lei (di nuvola oramai) un luogo
in cui avvenne qualcosa di straordinario.
Tutto nella mia mente.
E nel suo cuore.

P_Irene Navarra, Il giardino delle Device, AIArt e GraphicArt, 24 Aprile 2024.

     
     Ripenso a mia madre.
     La vedo ragazzina intrepida, pronta a sperimentare nuove avventure in compagnia della sorella e dei due fratelli. 
     In questa Prosa d'Haibun è lei a parlare.
     Io, quindi, racconto per voce sua.
     Correva l'anno 1932.

     "Dietro l'ansa del Vipacco dopo il ponte, un muro di cinta.
     E oltre, il vasto podere delle Device, le Vergini: tre sorelle pie - devote al culto della Madonna Addolorata di Monte Grado - che lo curavano come fosse una creatura carissima e preziosa. Vi crescevano ortaggi opulenti e dei peri strepitosi. I loro frutti erano grandi un palmo di mano femminile, giallo-verdi di buccia, vaniglia nella polpa per colore e gusto. Pendevano numerosi dai rami, occhieggiando solari tra il fogliame. Un invito a noi, ragazzi selvaggi, che vivevamo di avventure, anche al limite del lecito.
     Ci attrezzammo con i grembiuli della mamma forniti di capacissime tasche, e c'immergemmo nell'acqua.
     Era davvero fredda, ma il sole di fine ottobre, così chiaro e ammiccante nella sua calma, ci avrebbe donato un po' di calore, una volta terminata la spedizione di raccolta e opportunamente cambiati con dei vestiti asciutti che avevamo nascosto a bella posta sotto un enorme cespuglio di biancospino.
     Nuotammo in silenzio fino alla riva opposta, fendendo la corrente piuttosto moderata in quel punto, ci inerpicammo tra le erbe ancora verdi, scalammo il muretto di laterizio e fummo sotto gli alberi rigogliosi. Dove, senza indugio, raccogliemmo più pere possibile, sistemandole nel grembiule ripiegato in vita e legato per gli angoli di fondo a bloccare il fragile contenuto, mentre si affrontava di nuovo il fiume.
     Tutto andò liscio finché non fummo a metà traversata.
     Là avvenne l'inesplicabile.
     Mulinelli, trazioni vertiginose, mani estranee che scioglievano - pur fluide - i nodi dei grembiuli. Le pere ci tumultuavano in grembo, fremevano, saltavano, ruotavano, tamburellavano sulle nostre pance finché si liberarono. Allora filarono via come navicelle veloci verso il giardino d'origine, in cui balzarono con gioiosi giri da trottola, sparendo dietro il muretto.
     Noi guardavamo in una sorta di trance galleggiante.
     Terrorizzati.
     Rigidi, esangui, osammo muoverci solo di quel tanto che ci permise di tornare alla spiaggetta di partenza.
     Un laccio elettrico ci imbavagliava.
     In noi una nuova consapevolezza.

     Così tutto ricalcò le proprie orme a ritroso, e si riassestò al posto destinato.
     Finalmente, ci scuotemmo straniti, mentre la verità si faceva strada in noi: le tre sorelle, padrone del giardino dei peri, non erano Device nel senso attribuito a Maria Madre di Dio, né, tantomeno, pie.
     Erano streghe.
     Čarovnice della peggior specie.

     Là non ci tornammo più."

     (Da "Racconti d'infanzia / Le storie di Vida")


P_Irene Navarra, Oltre il Fiume, AIArt e GraphicArt, 24 Aprile 2024.


Tra Bene e Male
la cieca leggerezza.
Fanciulli fummo
aperti alla magia
dell'anima straniata.
#Tanka 100

domenica 10 settembre 2023

Poesia: sensi residui (poesie da poco) 4 - 5 - 6 - 7.

 
Creo emozioni fatte di niente. Mi porta un desiderio profondo e costante: essere elemento minimo in armonia di cicli naturali. Vita e Morte. Morte e Vita. Da questa nuova dimensione infinitamente piccola, guardo il mondo. In pace. 


Irene Navarra, Castello, nubi e botton d'oro, AIArt, 10 Settembre 2023.


*
dentro castelli immersi in nubi
alimentate a polline prezioso
aprire una finestra con le mani
per sporgersi calando trecce d’oro


*
il male-nembo nero ormai lontano


*
adesso dondolo su altalene 
ornate di viole e margherite
ronzando in sordina 
come ape operosa


*
(dall'altalena)
un botton d’oro in mezzo al prato di smeraldo
solo
sembra felice



Per leggere le poesie da poco 1 - 2 - 3 clicca Qui.

sabato 9 settembre 2023

Poesia / sensi residui (leggerezza) 1 - 2 - 3.

 

Irene Navarra, La leggerezza delle rose, AIArt, 9 Settembre 2023.


* 
di tante parole che avevo sorelle
mi restano solo
sognare
sereno fluire


*
sereno fluire di albe rosate
e quel distendersi sull’erba
e quel lavarsi di rugiada il volto

 

*
oh quel lavare ogni pensiero
inalando rugiada 
raccolta da una rosa