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sabato 13 gennaio 2024

Poesia / Cronaca: Cammino tra le rose.

 
Poesie dell'addio.

P_Irene Navarra, Era il Maggio odoroso, AIArt e GraphicArt, 13 Gennaio 2024.



Dalle persiane solo accostate entra Maggio.
Mi si presenta con il profumo delle rose
stagliate contro i mattoni del muretto
e il ferro a griglia della recinzione.
Spontaneo nella mente.

Fuori Gennaio si stende col suo gelo.
Ma Loro, le rose rosa chiaro, sono là.
Sontuose.
Cammino adesso lungo il viale del giardino.
Svettano ai bordi
come ragazze linde di rugiada.
Le sfioro.
Ora le mani sanno della Terra
che ci ha viste nascere.
I polpastrelli di velluto fulgido
- i loro, i miei -
scavano il cielo.
Sprazzi d'azzurro in tasca.
Posso andare.


P_Irene Navarra, Tra le mie rose, AIArt e GraPhicArt, 13 Gennaio 2024.


mercoledì 11 ottobre 2023

Poesia / Tanka 84: L'arroganza delle rose.

 

Ho un rapporto stretto con le rose.
Quasi famigliare.
Sono creature strane.
A volte amabili e a volte scontrose.
Quasi inavvicinabili.
Le mie restano con me fino a Natale.
Forse mi amano.


P_Irene Navarra, Le rose, AIArt e GraphicArt, 11 Ottobre 2023.


Le rose sono
nei miei geni  🌹 Pungono.
Le spine aguzze
entrano nella carne
fondendo sangue a sangue.
#Tanka 84


S'aprono.
E sono così determinate
a imporre una presenza un po' sfacciata.
Sono l'anima densa delle cose
che si ribella in petali da non dimenticare.
Le amo.
E anche le odio.
Per l'esagerata essenza che promana
dal loro essere perfette.
Le guardo e imparo.
Mentre loro - le assolute di bellezza -
ammiccano sornione.


martedì 10 ottobre 2023

Poesia / Ritratti: Carlotta e le rose bianche.

 

Non più scarlatto
per il mio volto stanco
e il cuore chiuso.
Solo l'immacolato delle rose rare-
antichi amori.




P_Irene Navarra, Carlotta e le rose bianche, AIArt e GraphicArt, 10 Ottobre 2023.
- Immagine generata con Stable Diffusion -


"A 80 anni ho ritrovato la gioia di vivere. E le rose.
Quelle bianche. Opulente e innocenti.
Adesso me le infilo di nuovo nei cappelli. Come emblema della forza rinata. Ho superato tempeste di malattie gravi e morti devastanti. Ciò che mi ha stroncata, è stato l'assassinio di mio nipote, Alessandro il Bello re del mio cuore di nonna. Colpito per strada da un proiettile vagante. Era stupendo. In tutti i sensi. Mia figlia se n'è andata con lui. Qualche mese dopo. Non ha retto.
Io sì, invece. Non volevo, ma...
Così sono tornata alle rose. Quelle bianche.
Per piangere con amiche complici.
Loro, però, non volevano le mie lacrime. Volevano sorrisi.
Le rose mi hanno salvata.
Un giorno, passeggiando nel mio Giardino personale, mi sono sentita chiamare da una voce strana. Scrosciavano parole come acqua di fonte. Mi sono girata e ho visto un cespuglio di rarissime Ferencz Deàk agitarsi. Il loro bianco mi accecava. La vena rosa data dalla carezza del sole sfumava ineffabile. Una in particolare propendeva verso di me. Era la quintessenza della grazia. Immacolata e ciarliera.
L'ho ascoltata. Mi ha detto di ridere. Mi ha detto che le mie rughe diventavano solchi incredibilmente simpatici quando ridevo. Che ci avrei potuto coltivare i loro semi da tanto erano profonde. Mi ha detto Sei bella, Carlotta, figlia mia, ridi.
Ho capito che la rosa era mia madre e ho riso di cuore."

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1968.






lunedì 9 ottobre 2023

Poesia / Ritratti: Le collane di Carlotta.


 
Avere fiori attorno al collo
è un modo per salvare la bellezza.
Ormai non mi specchio più.
Guardo loro.

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1943.

P_Irene Navarra, Le collane di Carlotta, AIArt e GraphicArt, 9 Ottobre 2023.
Immagine generata con Stable Diffusion.



"Potevo fare a meno di tutto.
Ma non dei fiori.
Niente più cappelli ornati di rose scarlatte e carnicine, però. Sì a collane di piccole corolle variegate. Modeste e sincere.
Con l'avanzare dell'età dovevo tenerle più sott'occhio, le mie creature speciali.
Appese al collo, dunque. Intrecciate a sagome di tulle predisposte in cui infilavo i sottili gambi.
Ogni mattina.

Le rose - quelle dei cappelli freschi di fragranza - continuavano a parlarmi della mia vita lunga, così diversa dal loro durare tanto poco.
E mi infastidivano.
Le scansavo. Erano impenitenti vanesie. 
Tuttavia talvolta mi ci imbattevo per caso, così ne approfittavano per ricordarmi il solito ritornello.
Fortunate, io rispondevo.
Andarsene nell'arco di momenti, è un dono.
Vedersi spegnere per tempo e tempo in una nebbia come ovatta soffocante, è una maledizione."

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1943.


domenica 8 ottobre 2023

Poesia / Ritratti: Carlotta d'Arcois (L'antenata).


L'antenata.

Lei, Carlotta, mi appare in sogno.
La vedo muoversi per il parco rigoglioso attorno alla sua villa cinquecentesca.
Elegante, e bellissima.
Speciale.
Ma del tutto ignara della sua unicità spontanea.
Mi raccontava nonna Maria del suo amore per le rose, soprattutto scarlatte e carnicine. 
Era una luce che irradiava sugli altri il suo generoso calore.


P_Irene Navarra, Carlotta d'Arcois, AIArt e GraphicArt, 8 ottobre 2023.
Immagine generata con Stable Diffusion.


"Ogni mattina, in primavera, scendevo nel parco che circondava la mia villa, andavo alle aiole delle rose e ne coglievo alcune. Quelle aperte ma non del tutto, carnose, opulente, persino arroganti nella loro bellezza. Sfacciate con discrezione. Le ammiravo per un po' e poi le componevo in modo adeguato per adornare il mio cappello del giorno. Cappello che indossavo per la passeggiata rituale lungo i viali del Giardino personale: un angolo di Paradiso arboreo e floreale che curavo con le mie mani, affiancata da Edilia, l'erborista di casa. Passeggiavo, dunque, protetta dal mio copricapo profumato di fresco. Da sola o in compagnia non era importante. Anzi, devo dire che preferivo la solitudine in quei momenti, perché senza testimoni potevo muovere la testa a mio piacere - in modo buffo, penso - per far espandere attorno la fragranza delle amate rose. E iniebriarmene con gioia."

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1910.


Dal Libro dei Ricordi di famiglia:

Il copricapo con le rose fresche
espande la sua essenza a ogni movimento.
È l'anima odorosa di quei fiori
che scende in me
e mi fa sua.
Sono fragranza impavida:
velluto e seta di petali carnosi,
il sangue sulle spine
di chi tentò la mia conquista.

Carlotta d'Arcois 

lunedì 11 settembre 2023

Poesia / Percezioni: Rose scarlatte.


Odio le rose scarlatte.
Il sentimento viene da lontano.
E il motivo c'è.
Lo spiego con le mie solite metafore
che inducono a capire.
Tuttavia non troppo.

Irene Navarra, Rose scarlatte, AIArt, 11 Settembre 2023.
- Tecnologia: Stable Diffusion -


Le rose rosse portano letizia.
Sono palesi simboli d'amore. 
Così si dice.
E questo mito forse vale per la gente.
Ma non per me.
Fiammeggiano, sì, tra le mie mani.
Le tengo.
Con la mestizia di chi sa già
doni di fiori dopo un oltraggio
che non si può dimenticare.
E allora stringo sulle spine
che forano la carne.
Profondamente.
Sangue.
Lo spargo sulla veste
in macchie indelebili.
Perenni.
Nella memoria quel momento
in cui per non urlare
ho preferito darmi remissione
nel dolore che aggredisce
e non fa pensare.
Mentre le rose stanno.
Offerte senza senso.
Oh, così scarlatte,
così splendenti.


venerdì 25 agosto 2023

Poesia / Cronaca: Se le emozioni.

 

Irene Navarra, Le rose 〰 Io, AI Olio, 24 Agosto 2023.


Se le emozioni mi prendono la pelle, il cuore,
ogni pensiero, allora spargo petali di rose
raccolti nel giardino.
Ricopro le mie vie di morbidi tappeti
a tinte rosa-rosso di corolle con le storie
che mi hanno vista nascere
e porto in me come un sigillo.
In ogni fiore un personaggio
con cui parlare di vacanze, libri, poesia.
Le rose sono amiche dal profumo genuino.
Non c'è una loro spina che non ami.
E non c'è foglia come carta ruvida
che io non legga nell'andirivieni
degli anni passati a contemplarle.
Incisi dentro il derma vegetale
i tocchi di chi mi ha preceduta.
La quotidiana cronaca del dare.
Sulla mia spalla impronte.
Visioni nella mente
di Incantatrici affaccendate
con il grembiule colmo di strumenti
adatti a costruire i sensi di quel mondo
dove so e voglio stare.



sabato 12 agosto 2023

Prosa e Poesia / 145474: Vita della mia vita. Racconto di Irene Navarra.

  

Questo Racconto breve è nato da una suggestione musicale.
L'amica Michela Cuschie, pianista e interprete eccellente, mi ha fatto ascoltare "Sapere di esistere"
di Licio Venizio Bregant, un compositore locale di grande sensibilità.
L'emozione è stata travolgente.
La necessità di esprimerla in parole e immagini, immediata.


Irene Navarra, Le rose rosa, AI Olio su tela, 12 Agosto 2023.


Piccolo Poema in prosa alla maniera di Charles Baudelaire.

    Vita mi viene incontro.
    A passo di danza lenta.
    Ha tra le braccia un fascio di rose rosa tenue.
    Non me le porge.

    Spero lo faccia, ma no.
    Se le porta al seno, come per proteggerle, e si ferma, discosta alquanto, guardandomi indecisa.
    Vita è indecisa su di me.
    Deve capire.
    Mi merito la luce delle rose?
    E le coreografie perfette del suo venirmi incontro?
    Non so se cedere all'impulso di correre a trattenerla, oppure ritirarmi come ho sempre fatto.
    Là però ci sono le rose.
    Di quel rosa cenere sfumato del mio rosaio antico nel giardino ormai quasi selvaggio.
    Sul fusto c'è la V di Vida, mia madre, "accuditora" di piante ed esistenze.
    La V di Vida.
    Vita della mia vita.
    Una stupenda V che aleggia tra i rami intricati, tocca le foglie, i fiori e poi dilegua in pulviscolo leggero.
    Vita della mia vita.
    Nel solco accanto al tuo sta la mia lettera iniziale in una crepa che non è più abisso da quando ho visto Vita danzarmi incontro.
    Così mi volgo a Lei, accenno un movimento un po' sbilenco, poi spicco un salto astrale e sono a respirare tenui sentori di rose rosa cenere.
    Le sfioro, le accarezzo, me le trovo in mano, le spine confitte nella carne, il sangue che scorre tumultuoso su di loro, in me.
    Le rose strette al petto, guardo il cielo e dico piano:
    "Sono qui".