Questo Racconto breve è nato da una suggestione musicale.
L'amica Michela Cuschie, pianista e interprete eccellente, mi ha fatto ascoltare "Sapere di esistere"
di Licio Venizio Bregant, un compositore locale di grande sensibilità.
L'emozione è stata travolgente.
La necessità di esprimerla in parole e immagini, immediata.
Irene Navarra, Le rose rosa, AI Olio su tela, 12 Agosto 2023. |
Vita mi viene incontro.
A passo di danza lenta.
Ha tra le braccia un fascio di rose rosa tenue.
Non me le porge.
Spero lo faccia, ma no.
Se le porta al seno, come per proteggerle, e si ferma, discosta alquanto, guardandomi indecisa.
Vita è indecisa su di me.
Deve capire.
Mi merito la luce delle rose?
E le coreografie perfette del suo venirmi incontro?
Non so se cedere all'impulso di correre a trattenerla, oppure ritirarmi come ho sempre fatto.
Là però ci sono le rose.
Di quel rosa cenere sfumato del mio rosaio antico nel giardino ormai quasi selvaggio.
Sul fusto c'è la V di Vida, mia madre, "accuditora" di piante ed esistenze.
La V di Vida.
Vita della mia vita.
Una stupenda V che aleggia tra i rami intricati, tocca le foglie, i fiori e poi dilegua in pulviscolo leggero.
Vita della mia vita.
Nel solco accanto al tuo sta la mia lettera iniziale in una crepa che non è più abisso da quando ho visto Vita danzarmi incontro.
Così mi volgo a Lei, accenno un movimento un po' sbilenco, poi spicco un salto astrale e sono a respirare tenui sentori di rose rosa cenere.
Le sfioro, le accarezzo, me le trovo in mano, le spine confitte nella carne, il sangue che scorre tumultuoso su di loro, in me.
Le rose strette al petto, guardo il cielo e dico piano:
"Sono qui".