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martedì 10 ottobre 2023

Poesia / Ritratti: Carlotta e le rose bianche.

 

Non più scarlatto
per il mio volto stanco
e il cuore chiuso.
Solo l'immacolato delle rose rare-
antichi amori.




P_Irene Navarra, Carlotta e le rose bianche, AIArt e GraphicArt, 10 Ottobre 2023.
- Immagine generata con Stable Diffusion -


"A 80 anni ho ritrovato la gioia di vivere. E le rose.
Quelle bianche. Opulente e innocenti.
Adesso me le infilo di nuovo nei cappelli. Come emblema della forza rinata. Ho superato tempeste di malattie gravi e morti devastanti. Ciò che mi ha stroncata, è stato l'assassinio di mio nipote, Alessandro il Bello re del mio cuore di nonna. Colpito per strada da un proiettile vagante. Era stupendo. In tutti i sensi. Mia figlia se n'è andata con lui. Qualche mese dopo. Non ha retto.
Io sì, invece. Non volevo, ma...
Così sono tornata alle rose. Quelle bianche.
Per piangere con amiche complici.
Loro, però, non volevano le mie lacrime. Volevano sorrisi.
Le rose mi hanno salvata.
Un giorno, passeggiando nel mio Giardino personale, mi sono sentita chiamare da una voce strana. Scrosciavano parole come acqua di fonte. Mi sono girata e ho visto un cespuglio di rarissime Ferencz Deàk agitarsi. Il loro bianco mi accecava. La vena rosa data dalla carezza del sole sfumava ineffabile. Una in particolare propendeva verso di me. Era la quintessenza della grazia. Immacolata e ciarliera.
L'ho ascoltata. Mi ha detto di ridere. Mi ha detto che le mie rughe diventavano solchi incredibilmente simpatici quando ridevo. Che ci avrei potuto coltivare i loro semi da tanto erano profonde. Mi ha detto Sei bella, Carlotta, figlia mia, ridi.
Ho capito che la rosa era mia madre e ho riso di cuore."

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1968.






lunedì 9 ottobre 2023

Poesia / Ritratti: Le collane di Carlotta.


 
Avere fiori attorno al collo
è un modo per salvare la bellezza.
Ormai non mi specchio più.
Guardo loro.

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1943.

P_Irene Navarra, Le collane di Carlotta, AIArt e GraphicArt, 9 Ottobre 2023.
Immagine generata con Stable Diffusion.



"Potevo fare a meno di tutto.
Ma non dei fiori.
Niente più cappelli ornati di rose scarlatte e carnicine, però. Sì a collane di piccole corolle variegate. Modeste e sincere.
Con l'avanzare dell'età dovevo tenerle più sott'occhio, le mie creature speciali.
Appese al collo, dunque. Intrecciate a sagome di tulle predisposte in cui infilavo i sottili gambi.
Ogni mattina.

Le rose - quelle dei cappelli freschi di fragranza - continuavano a parlarmi della mia vita lunga, così diversa dal loro durare tanto poco.
E mi infastidivano.
Le scansavo. Erano impenitenti vanesie. 
Tuttavia talvolta mi ci imbattevo per caso, così ne approfittavano per ricordarmi il solito ritornello.
Fortunate, io rispondevo.
Andarsene nell'arco di momenti, è un dono.
Vedersi spegnere per tempo e tempo in una nebbia come ovatta soffocante, è una maledizione."

Carlotta d'Arcois, Mémoires, 1943.


giovedì 17 agosto 2023

Prosa / Racconto breve: In Rose.

 


Appassionata di Metamorfosi,
avendo anche una particolare passione per le Rose Rosa, ne scrivo.
La formula narrativa è quella della Trasformazione, naturalmente.
Da esseri umani in piante.
Sullo sfondo, appena accennato dalla voce narrante, un Amore saffico.
Che è sentimento, in questo caso, oltre ogni confine immaginabile.


Irene Navarra, In Rose, AI Olio su tela,17 Agosto 2023.


    Anna portava un bouquet di Rose Rosa, tenendolo saldamente davanti a sé con due mani.
    Come uno scudo di petali fragranti.
    Gli occhi incollati alle corolle, completamente smarrita nella loro sostanza.
    Niente di che, mi dissi, ama i fiori.
    Poi la osservai meglio, e vidi racemi e foglie che crescevano sulla sua veste e si arrampicavano sul collo. A velocità incredibile.
    Lei era assorta in sogni lontani.
    Sembrava ignara della sua strana condizione.
    Mi spaventai e le suggerii attenzione, perché le succedeva qualcosa di terribile.
    Mi rispose, sorridendo enigmatica, che lo sapeva, e lo voleva quel convertirsi rapido.
    Lo voleva da tanto tempo perché aveva una natura diversa. Più vegetale che umana.
    Lei era una Rosa d'anima.
    In breve lo sarebbe diventata anche di corpo.
    Senza dolore.
    La trasformazione era iniziata.
    Dopo complicati innesti, radicava e gemmava, finalmente.
    In perfetta letizia, affermò con la voce svaporante in un fruscio tenue, e un sentore verde che iniziava a espandersi dalla sua pelle bruna. Misto anche al lieve profumo delle Rose Rosa.
    Ero turbata.
    Lei subiva quella Metamorfosi del tutto consenziente.
    E non me ne aveva fatto nemmeno un cenno.
    Con una punta acuta di risentimento considerai che l'avrei perduta per sempre.
    Lei, l'Amore della vita mia, l'avrei perduta per sempre.
    Così l'abbracciai, schiacciando le sue rose.
    Quasi per vendetta.
    E mi ferii con le spine.
    Sanguinai.
    Abbassai lo sguardo sul liquido fresco che sgorgava dal mio petto e lo notai traslucido di brillii preziosi.
    Stillava da me fluida giada verde.
    La comprensione si fece strada. Come una cuspide elettrica. E mi invase tutta.
    La strinsi di più.
    Con un senso di completo, felice abbandono mai provato prima mescolammo le nostre essenze, trasformandoci insieme.
    Mentre si intrecciavano le braccia e le bocche si sfioravano morbidamente duttili, fummo infine Rose.
    Un unico cespuglio in pieno splendore di incredibili Rose Rosa.