Il potere della Bellezza.
Sulla pelle i polpastrelli che sentì la pietra della casa dove abitò Francesco.
Ad Arquà.
Arquà delle colline dalle curve morbide.
La pietra ha un'anima perenne e la trasfonde vibrando di respiri lenti e fondi.
E in quel fiatare millenario, riposo io con il Canzoniere in mano.
Non li leggo più, però, i sacri testi.
Li so a memoria.
Sillabo soltanto.
Sommessamente.
E vado a ritroso tra le parole e le visioni che ispirarono le liriche.
Lungo i tratturi benedetti che conobbero i Suoi passi.
Sola e pensosa vado misurando a passi tardi e lenti il mio passato.
Mi immagino com'ero allora, travolta dalla Bellezza di quanto stavo scoprendo.
E trasformata in creatura di quel tempo, figlia di quel cielo prodigioso.
La Sua casa di Arquà, la visitai a quindici anni.
Da allora la porto nel cuore e nella mente.
È il rifugio segreto in cui mi chiudo quando l'orrore dei nostri giorni prevale e la vita si fa grama, isterilita.
Così mi è possibile restare.
Qua, intendo.
Tra le umane cose.
Il Canzoniere mi aiuta.
Io respiro dei versi immortali che divennero, in una mattina radiosa di maggio di molti anni fa, cellule e sangue del mio essere.
Ripenso Arquà,
i dolci colli, l'aria,
i versi sacri
che Francesco ci donò.
E là immortale anch'io.
#Tanka 101
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