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giovedì 25 maggio 2023

Poesia / Tanka: Nel Loto la via.

 

(IQ48), Dal fango la purezza, AI e
Grafica, 25 Maggio 2023.
 

Oh, riposare
su un letto vegetale!
Sempre che il Loto
ti offra il suo rifugio
tra petali di seta.
#Tanka 45

E nel profumo
dilagante in dense scie
- a occhi chiusi -
farsi stupore bianco.
E diventare intesa.
#Tanka 46

IQ48

Meditando, naturalmente, annullati nel fiore del Loto, nel suo profumo inebriante.
Lasciarsi stordire dalla forza millenaria che infonde in te, con la saggezza profonda dell'acqua da cui nasce.
Indossare la sua veste pura,  trascolorante a poco a poco nel decadere dell'inevitabile trasformazione.
Se inspiri il Loto Bianco, prendi coscienza anche del suo maturare: dal Fango in cui si propagano le radici alla Luce che lo fa sbocciare.
A cui Lui tende.
Lungo un processo sempre sulla soglia della Morte.
Morte in sé.
Dal suo Verde il viaggio verso la Luce.
Salute e Vita.
Dal suo Bianco l'accettazione che nella Luce c'è la Morte.
La Bella Morte.


(AI48), Petali di seta, AI e Grafica, 25 Maggio 2023.


mercoledì 24 maggio 2023

Prosa / Racconto breve: Ritratto in bianco e rosso (La neve nel cappello).

 

P_Irene Navarra, Ritratto in bianco e rosso, AIArt e GraphicArt, 30 Gennaio 2023.jpg




    Spalancai le persiane e rimasi a bocca aperta per lo stupore. Nella notte c'era stata un'abbondante nevicata e Gorizia si era vestita da sposa d'inverno. Ricami gelati su tetti e grondaie. Voile e organza sui giardini. Uno spettacolo.
    Neve e silenzio.
    Oh, quel silenzio ovattato che solo lei sa dare! Da sotto la sua coltre ogni suono emergeva smorzato, come in segno di complicità connaturata al fenomeno stesso.
    Peccato, mi dissi.
    L'evento climatico, incantevole di per sé, fiabesco davvero, mi sconvolgeva però i piani. In mattinata avevo programmato un giro culturale alle Scuderie di Villa Coronini Cronberg, che distava abbastanza da casa mia, per scoprire la mostra di un'artista coreana di pseudonimo #T-0∞, sconosciuta di identità e aspetto effettivi, definita - dai giornalisti non solo locali - alquanto suggestiva. Le testate nazionali se n'erano occupate, spendendosi in generose critiche per gli itinerari espositivi particolari e coinvolgenti.
    L'avrei visitata malgrado il tempo.
    Sarei andata a piedi. Ben attrezzata. Con l'equipaggiamento che tenevo da parte per qualche eventuale scappata fugace in montagna.
    Mai collaudato, peraltro.
    Niente macchina, allora.
    E ciò perché ho una guida particolare. A detta di molti, una guida disinvoltamente poetica. Ovvero: se vedo un fiore a bordo strada guardo quello e non la strada. Figuratevi con i fiocchi di neve che osserverei tutti al microscopio per coglierne le forme a stella. Meglio non mettere a rischio vite su vie ghiacciate, dunque sdrucciolevoli, di conseguenza pericolose.
A piedi! Alé, a piedi! mi ripetei, scuotendomi dal magico torpore del risveglio bianco.
    Bianco con un'assurda punta di verdino livido, però.
    Che mi causava inquietudine senza motivi espliciti.
    Così mi avventurai fuori casa, scivolando per il freddo tappeto srotolato sulla città, e arrancai fino al Parco di Villa Coronini Cronberg, che era il percorso obbligato per raggiungere la sede dell'esposizione.

    E là, nel Parco, successe qualcosa.

    Stavo con fatica affrontando il viale d'accesso in leggera salita.
    Occhi ai piedi, occhi alla meta. Con ritmo costante.
    Davanti a me, si muoveva agile una figurina vestita di una sorta di giacca smanicata rossa sopra un maglione antracite. Sulla testa sballonzolava un buffo cappello, anch'esso di colore acceso, da cui sfuggivano ribelli ciocche scure. Era curioso di foggia. Mai visto uno simile. Alto e cilindrico. Direi sproporzionato per la sua corporatura 
minuta.
    Lei, dunque, camminava spedita davanti a me, rollando appena le spalle, con grazia. La chioma adesso usciva sciolta dal cappello e ondeggiava sulla schiena. Accelerò le falcate, e non so come facesse. Sembrava volare. Le tenni dietro. Arrivata all'altezza della villa, svoltò a destra, inoltrandosi nel Parco tra pini italici insciallati da uno strato di neve che ogni tanto cadeva a falde in tonfi morbidi. Mentre si insinuava tra le piante iniziò a girarsi.
    E mi guardò. Con drammatico intento.
    Nel volto affilato e pallido un che di saggia arroganza, di puntuta consapevolezza.
    Si fermò e mi guardò per un tempo che mi parve lunghissimo.
Anch'io, ancorata saldamente a terra nei miei Moon Boot, la osservavo.
Mi diede l'impressione di voler parlare, poi, d'improvviso, si mise a correre e sparì dalla mia vista, inghiottita da un gruppo di allori.
    Le tenni dietro, lasciando il sentiero e inoltrandomi 
nel folto delle piante, ma non la trovai. Nemmeno una traccia rimaneva del suo rapido passaggio.
    Di Lei ritrovai solo il cappello rosso, posato a terra dalla parte del colmo e pieno di neve.
    Piuttosto confusa, ripresi a ritroso il tragitto, calcando i piedi nelle mie proprie orme, attenta allo strato di bianco sul suolo per intercettare le sue. Di esse, tuttavia, neppure un segno.

    La mostra si annunciava con una locandina criptica affissa sulla porta d'entrata delle Scuderie di Villa Coronini Cronberg. Nome dell'artista e titolo dell'esposizione coincidevano: T-0∞.
    T-0∞ presenta T-0∞, il testo essenziale. Sfondo bianco, grafia rossa.
    Nessuna ulteriore immagine.

    Ok, mi dissi. Vediamo un po'. Ed entrai.

    Nella prima stanza c'erano tre tele di grandi dimensioni riempite a spatolate dense di colore a olio dal bianco puro al grigio chiaro al verdino spento. Qualche traccia di natura scheletrita, aria fumosa in cielo. Dalla prima all'ultima leggere varianti date da un incupirsi cromatico e dall'inspessirsi progressivo di materia nella parte sinistra del quadro. Come se proprio in quella sezione si stesse formando della sostanza aliena al tutto. Un ectoplasma surreale.
    Nella seconda stanza in cinque dipinti, sempre di tecnica a olio, si clonava quanto avevo appena vissuto nel Parco.
    Istanti identici.
    L'esile figuretta in rosso con lo strano cappello, di spalle, il suo inoltrarsi tra i pini italici, il suo girarsi e guardarmi con la stessa intensità dell'esperienza già provata, lo sparire tra gli allori e l'incredibile volatilizzarsi, il cappello pieno di neve a terra. 
    Tutto uguale.

    Ero paralizzata. Un fascino sottile mi legava a quelle opere per me due volte vere. Quasi si enucleassero dall'esperienza appena vissuta.
    Mi feci forza per entrare nell'ultima stanza che sapevo dedicata alle presentazioni multimediali.
    Appena varcai la soglia, nel buio assoluto partì un video che si riprodusse su grandi schermi appesi alle pareti.
    Le immagini scorrevano insinuandosi tra folate di fiocchi di neve. Era Lei che danzava felice, i capelli - 
fluenti e  liberi - come nastri di seta scura nell'imperversare della tormenta di gelo.
    Danzava una carola infinita, piccola dea creatrice di malie, narratrice intrigante di favole oscure.

    Mi staccai a stento da quell'atmosfera sospesa, con un sospiro, conscia di stare lasciando un metaverso prodigioso che legava indissolubilmente la pittrice ai suoi fruitori.
    Mi staccai, mio malgrado.
    E presi, soggiogata da emozioni forti, la strada del ritorno, scrutando attentamente le zone     d'ombra dietro gli alberi.
    Non si sa mai, pensavo in allerta speranzosa.
    Non si sa mai.

23 Maggio 2023

Irene Navarra

mercoledì 17 maggio 2023

Poesia / Tanka 43: Bianco - Caffè (Meditazione cromatica) .


Ci si può riarmonizzare con il mondo, appena svegli, grazie alla solita tazza di caffè?
Certo che sì. A me succede ritualmente ogni mattina.
Basta che nessuno e niente mi disturbino.
Il profumo del caffè, il suo colore, il colore della tazza sono tutti elementi che mi predispongono al successo.
Mi siedo al mio angolino del tavolo della cucina con la Moka fumante davanti, e mi accingo alla funzione quasi sacra del versare il liquido bollente nella tazza Bianca con il manico e il fondo tinta Caffé.
Lo faccio.
E aspetto.
Il Bianco mi calma la respirazione, il Caffè come colore mi stimola i pensieri, anche cupi, che il Bianco diluisce con la sua tranquilla influenza.
Un andare e venire continuo e piacevole.
So che la mia testa accorda e disunisce.
So che il Bianco e il Caffè si accordano in unità profonda.

E mentre il Bianco si espande in tutto il mio essere preparandolo al momento del primo sorso aromatico, all'intimità del Caffè che ti pervade la bocca e stimola i sensi, mi accoccolo in una sorta di tregua. Inspirando tracce di Bianco spruzzato di Caffè ed Espirando alienazione subdola.
Bianco e Caffè vanno oltre il contrasto e si uniscono nei miei dieci minuti di pace speciale.
Perlopiù questi piccoli esercizi di Meditazione spontanea mi bastano per il resto della giornata.


(IQ48), La mia droga, AI, 17 Maggio 2023.


Tazza di caffè -
Mattina - Naufrago in te.
E tu ti esalti
portando ebrezza nera
dentro la profonda me.

IQ48

domenica 14 maggio 2023

Poesia / Frammento 52: E camminare (Meditazione cromatica in Verde, Azzurro, Oro).

 


Ci sono momenti della vita in cui ti pare di non poter più respirare. Attorno il buio incalza. La pena sta per avere il sopravvento.
Adesso, per me, è uno di quelli.
Devo ricorrere all'Azzurro delle montagne stagliate nette all'orizzonte, al Verde dei prati, all'Oro del Sole che forza per entrare nel mio mondo attualmente cupo.
Devo.



Irene Navarra, Verso i Monti Azzurri, AIG, 14 Maggio 2023.


 
E camminare verso i Monti
Azzurri per la distanza,
guardando al Verde che calpesto
e non vorrei,
al cielo cilestrino
che spesso non mi accoglie.
La meta è là.
Tra terra e cielo
c’è la salvezza dal silenzio umano.
Là dove parla Dio.

Lungo il sentiero esisto a malapena

come chi è stravolto dall'arsura e deve bere
ma l'acqua è solo l'infinita ombra di un sogno.
E i Monti Azzurri dove tutto è fresco
disegnano profili irraggiungibili.
Stille di sale rigano le guance,
in bocca non ho più saliva.
Allora mi accoccolo sull'erba,
chiudo lenta le palpebre,
comando al cuore di sedare il battito,
rallento il mio respiro
e inalo Verde luminoso.
Mi abbevero dell’Oro
che illumina il cammino.
Non so se arriverò al traguardo,
a quell’Azzurro in cui cadrà la pena
sfaldandosi in petali leggeri,
so però l'altalenare ritmico del petto:
Inspiro / Espiro splendore puro.
E il cuore torna a compulsare.


mercoledì 10 maggio 2023

Poesia / Tanka 41: E d'improvviso un paesaggio da favola.


In questi giorni ho sempre in mente il mare.
Un ricordo, in particolare, ritorna compulsivo.
Durante il viaggio che ti porta ad attraversare l'isola di Cherso per arrivare alle varie località d'interesse, improvvisamente, dopo una curva piuttosto ampia della strada, ti si apre davanti un panorama da favola, da magnifica cartolina paesaggistica (forse) costruita ad arte. È il paese di Dragozetiči, un bellissimo gruppo di case di pietra arroccate su falde di terra ocra e roccia impervia. A dominare l'indaco liquido delle acque quarnerine. O meglio di quel braccio di mare che divide Cherso da Veglia.
Cres e Krk, in croato
Dragozetiči, quindi, tanto fantastico che chiudi gli occhi d'istinto, te li stropicci e pensi: Adesso li riapro e non ci sarà più segno umano su questa costa ripida.
Invece no. Li riapri e capisci che talvolta, la realtà si fa più bella del sogno.
Uno spettacolo ineguagliabile..

Là vorrei essere adesso, lontana da tutto cià che la vita ti riserva, immersa nella contemplazione di quei colori così meravigliosi.
Linfa duttile anch'io.

(Irene Navarra), Dragozetiči bello, AIG, 10 Maggio 2023.

 Eccolo in basso
il bel paese in pietra.
Sul mare indaco
di Cherso si fa sogno
vero. Come un dipinto.
#Tanka 41

IQ48


domenica 7 maggio 2023

Poesia / Entrare in Mare: Meditazione in Azzurro-Verde-Oro.


Questa è una Storia alla maniera dei
Petits Poèmes en Prose di Charles Baudelaire.


Irene Navarra, Cherso / Spiaggia dei ricci, AIG, 7 Maggio, 2023.


Cherso, Spiaggia dei ricci.
Una mattina di inizio Primavera.

Entrare in Mare in una mattina di inizio Primavera, con un Sole timido che allunga a malapena i raggi e la natura attorno in trepida attesa, pronta a riversare le sue gemme generose.
Un'esperienza ineguagliabile. Di immensa profondità spirituale.

L'acqua è naturalmente ancora fredda e toglie il fiato mentre m'immergo, prima con cautela allontanandomi piano dalla riva, e poi di colpo, per costringere il corpo a sentire una sferzata magnifica.
Una spinta alla vita primordiale degli elementi.
Naturale spinta che annulla ogni facoltà di pensiero oltre all'urlo delle cellule sollecitate bruscamente.
E poi avviene il prodigio: naufragando in linfe traslucide, disancoro i piedi dalle aguzze pietre del fondo: mi stacco dal mondo e sono Nulla.
Sì, il corpo si perde nel Nulla, tra acqua e Sole che splende, mentre io divento una delle sue fiammelle danzanti su ogni singola, piccola onda il vento agiti.
Io, figlia del Sole e del Mare.

Così, disciolta nel liquido elemento, così, dono luminoso del Sole alle onde: posso meditare.
In me Azzurro-Verde-Oro.
Inspiro salso Azzurro, umido Verde, etereo Oro.
Espiro residui tossici.
Inspiro 
libertà, salute, divina condivisione.
Espiro gelido tedio.
La rigenerazione s'insinua pura fin dentro le ossa.
Inspiro / Espiro più e più volte.
Finché rinasco e Tutto splende di toni nuovi, dipinti dai miei occhi nuovi.

Canto, e la mia è la voce suadente del Mare, il soffio indomito del Vento.