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venerdì 3 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo, Elle (6 - Cork).

 

    Incontrai una bella donna dalla pelle scura in un mattino d’estate.
    A Cork.
    Vicino al Municipio.
    Lei mi guardava con uno scintillio negli occhi.
    Sembrava riconoscermi.
    Guardava me e poi il fiume Lee che quel giorno scorreva impetuoso e grigio come le nubi in cielo.
    Mentre volgeva gli occhi al fiume, nelle sue correnti si generavano sprazzi d’argento.
    Ne fui abbagliata.

    Portava un magnifico cappello bianco con un decoro di fili di lino sul colmo che sembravano capelli. Vestiva sobriamente di seta nera: un abito a vestaglia adatto al suo corpo morbido ma, nello stesso tempo, carico di un’energia singolare.
    La trovai stupenda per i simboli che incarnava e io percepivo con forza.
    Elle - così si chiamava e lo seppi mentre bevevamo un drink in un pub vicino che, credo, fosse l’Aye – aveva un suo modo di essere.
    Travalicava colori, credenze, tradizioni.
    Non mi servì parlare a lungo con lei. Ci capimmo al volo.
    Amava la vita, adorava la natura.
    Elle era perfettamente consapevole della pienezza del suo vivere.
    Le cellule di Dio si moltiplicavano in lei, crescevano, ridevano, si espandevano anche al di là del corpo.
    Sgorgavano dall’anima universale in sorgente continua.
    Guarivano.
    Elle era Amore.


Tecnologia: Stable Diffusion.
P_Irene Navarra, Elle, AIArt e GraphicArt, 3 Novenbre 2023.


Sotto il cappello
la ridda dei pensieri -
Di Luce pura


martedì 4 luglio 2023

Prosa / 145474: Storie d'ortica (L'incontro). Racconto di Irene Navarra.

 


Irene Navarra, L'incontro, AI e Grafica, 4 Luglio 2023.

 

    Lei camminava davanti a me quasi danzando.
    Si volse all'improvviso.
    Come a un richiamo.
    D'ortica furono gli occhi suoi dentro il mio sguardo.
    Bruciava la ferita mentre nasceva impavido il fiore del nostro incontro.
    A Miramare, dove Massimiliano passeggiava con Carlotta, sotto una pergola di gelsomini e rose fui abbagliato dal suo essere ortica.
    Così mi dissi, mentre la osservavo nel verde sontuoso di quel parco.
    Le mani avevano un flettere discreto come di foglie al vento.
    E gli occhi erano lilla.
    Iridi d'ametista nel nido della ciglia punteggiate d'oro.
    Un attimo durò l'esame distaccato.
    Poi si girò e riprese la sua strada d'erbe nobili e trepide corolle.
    Io la seguii.
    Riccioli bruni cadevano sul collo.
    La pelle aveva un velo di rugiada, piccole perle argento alla luce del mattino.
    Era un'ortica affascinante.
    Muoveva i fianchi come una cavalla smaniosa di correre nel vento.
    Quel suo scalpitare m'incantò.
    La superai a passi lunghi 
per vedere meglio il viso appena appena colto nel lampeggiare d'occhi, al suo voltarsi e scrutarmi facendosi d'ortica.
    La superai e la guardai.

    E fu la dannazione, per me senza difese.
    Di selvaggi campi fervide di menta e timo, di prati con aiole un po' altezzose, di lei che li invadeva col rapido attecchire, l'espandersi avvitando cespi inermi, di tutto questo ebbi una visione.
    E la adorai.
    Oh, se mi piacque.
    Così tornai indietro.
    E la raggiunsi, fermandomi davanti a lei.
    D'ortica e fiele furono le pupille sue dentro il mio sguardo.
    Ma mi fissò.
    E non distolse gli occhi.
    L'eternità, allora lo imparai, ha sfumature viola.
    Severità e morbidezza assieme: storie d'ortica e del suo regno.
    A poco a poco sciolse l'ametista dura.
    E mi sorrise.

Irene Navarra
 Luglio 2023