Irene Navarra, L'incontro, AI e Grafica, 4 Luglio 2023. |
Lei camminava davanti a me quasi danzando.
Si volse all'improvviso.
Come a un richiamo.
D'ortica furono gli occhi suoi dentro il mio sguardo.
Si volse all'improvviso.
Come a un richiamo.
D'ortica furono gli occhi suoi dentro il mio sguardo.
Bruciava la ferita mentre nasceva impavido il fiore del nostro incontro.
A Miramare, dove Massimiliano passeggiava con Carlotta, sotto una pergola di gelsomini e rose fui abbagliato dal suo essere ortica.
Così mi dissi, mentre la osservavo nel verde sontuoso di quel parco.
Le mani avevano un flettere discreto come di foglie al vento.
E gli occhi erano lilla.
Iridi d'ametista nel nido della ciglia punteggiate d'oro.
Un attimo durò l'esame distaccato.
Poi si girò e riprese la sua strada d'erbe nobili e trepide corolle.
Io la seguii.
Riccioli bruni cadevano sul collo.
La pelle aveva un velo di rugiada, piccole perle argento alla luce del mattino.
Era un'ortica affascinante.
Muoveva i fianchi come una cavalla smaniosa di correre nel vento.
Quel suo scalpitare m'incantò.
La superai a passi lunghi per vedere meglio il viso appena appena colto nel lampeggiare d'occhi, al suo voltarsi e scrutarmi facendosi d'ortica.
La superai e la guardai.
A Miramare, dove Massimiliano passeggiava con Carlotta, sotto una pergola di gelsomini e rose fui abbagliato dal suo essere ortica.
Così mi dissi, mentre la osservavo nel verde sontuoso di quel parco.
Le mani avevano un flettere discreto come di foglie al vento.
E gli occhi erano lilla.
Iridi d'ametista nel nido della ciglia punteggiate d'oro.
Un attimo durò l'esame distaccato.
Poi si girò e riprese la sua strada d'erbe nobili e trepide corolle.
Io la seguii.
Riccioli bruni cadevano sul collo.
La pelle aveva un velo di rugiada, piccole perle argento alla luce del mattino.
Era un'ortica affascinante.
Muoveva i fianchi come una cavalla smaniosa di correre nel vento.
Quel suo scalpitare m'incantò.
La superai a passi lunghi per vedere meglio il viso appena appena colto nel lampeggiare d'occhi, al suo voltarsi e scrutarmi facendosi d'ortica.
La superai e la guardai.
E fu la dannazione, per me senza difese.
Di selvaggi campi fervide di menta e timo, di prati con aiole un po' altezzose, di lei che li invadeva col rapido attecchire, l'espandersi avvitando cespi inermi, di tutto questo ebbi una visione.
Di selvaggi campi fervide di menta e timo, di prati con aiole un po' altezzose, di lei che li invadeva col rapido attecchire, l'espandersi avvitando cespi inermi, di tutto questo ebbi una visione.
E la adorai.
Oh, se mi piacque.
Così tornai indietro.
E la raggiunsi, fermandomi davanti a lei.
D'ortica e fiele furono le pupille sue dentro il mio sguardo.
Ma mi fissò.
E non distolse gli occhi.
L'eternità, allora lo imparai, ha sfumature viola.
Oh, se mi piacque.
Così tornai indietro.
E la raggiunsi, fermandomi davanti a lei.
D'ortica e fiele furono le pupille sue dentro il mio sguardo.
Ma mi fissò.
E non distolse gli occhi.
L'eternità, allora lo imparai, ha sfumature viola.
Severità e morbidezza assieme: storie d'ortica e del suo regno.
A poco a poco sciolse l'ametista dura.
E mi sorrise.
A poco a poco sciolse l'ametista dura.
E mi sorrise.
Irene Navarra
Luglio 2023