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mercoledì 1 maggio 2024

Poesia / Cronaca: Nel tempo immobile della Bellezza.


 Osservando questa nostra quotidiana Natura
che non è mai breve sogno.

P_Irene Navarra, Sublimitas sublimitatum, AIArt, 1 Maggio 2024


Crêpe de chine in pura seta
i petali dei viburni bianchi,
velluto le calendule discrete,
la porcellana di begonie rosse
parla al contatto della pelle
un codice di sangue luminoso,
sprazzi di cielo s'insinuano
in umili corolle di myosotis.
La mano ha seminato
attingendo agli scrigni del raccolto
senza discernimento.
Così, in armonia spontanea,
cresce la musica dei fiori
che fa un concerto semplice
di suoni articolati su strumenti eterei.
A intreccio stretto
 scie cromatiche e sottili profumi.
Davanti a me, che sono statua immobile
rorida di Bellezza.


P_Irene Navarra, Contemplazione estatica, AIArt, 1 Maggio 2024


sabato 12 agosto 2023

Prosa e Poesia / 145474: Vita della mia vita. Racconto di Irene Navarra.

  

Questo Racconto breve è nato da una suggestione musicale.
L'amica Michela Cuschie, pianista e interprete eccellente, mi ha fatto ascoltare "Sapere di esistere"
di Licio Venizio Bregant, un compositore locale di grande sensibilità.
L'emozione è stata travolgente.
La necessità di esprimerla in parole e immagini, immediata.


Irene Navarra, Le rose rosa, AI Olio su tela, 12 Agosto 2023.


Piccolo Poema in prosa alla maniera di Charles Baudelaire.

    Vita mi viene incontro.
    A passo di danza lenta.
    Ha tra le braccia un fascio di rose rosa tenue.
    Non me le porge.

    Spero lo faccia, ma no.
    Se le porta al seno, come per proteggerle, e si ferma, discosta alquanto, guardandomi indecisa.
    Vita è indecisa su di me.
    Deve capire.
    Mi merito la luce delle rose?
    E le coreografie perfette del suo venirmi incontro?
    Non so se cedere all'impulso di correre a trattenerla, oppure ritirarmi come ho sempre fatto.
    Là però ci sono le rose.
    Di quel rosa cenere sfumato del mio rosaio antico nel giardino ormai quasi selvaggio.
    Sul fusto c'è la V di Vida, mia madre, "accuditora" di piante ed esistenze.
    La V di Vida.
    Vita della mia vita.
    Una stupenda V che aleggia tra i rami intricati, tocca le foglie, i fiori e poi dilegua in pulviscolo leggero.
    Vita della mia vita.
    Nel solco accanto al tuo sta la mia lettera iniziale in una crepa che non è più abisso da quando ho visto Vita danzarmi incontro.
    Così mi volgo a Lei, accenno un movimento un po' sbilenco, poi spicco un salto astrale e sono a respirare tenui sentori di rose rosa cenere.
    Le sfioro, le accarezzo, me le trovo in mano, le spine confitte nella carne, il sangue che scorre tumultuoso su di loro, in me.
    Le rose strette al petto, guardo il cielo e dico piano:
    "Sono qui".


martedì 27 giugno 2023

Prosa / 145474: Nubi e fiori di Magnolia. Racconto di Irene Navarra.

 

Irene Navarra, Matilda e Maya, AI e Grafica, 27 Giugno 2023.


    Matilda era scomparsa.
    I genitori se ne accorsero verso l'ora di pranzo, quando alla chiamata usuale non rispose.
    Andando dopo un po' a controllare, videro che non occupava la solita postazione sul ramo più basso dell'imponente Magnolia di nome Maya, dominatrice assoluta del loro giardino.
    In genere se ne stava lì, seduta o sdraiata in una curva dolce dell'amico ramo, e meditava contemplando il cielo.
    E ciò, in particolare durante l'Estate, quando la pianta si copriva di infinite corolle, splendenti tra le foglie di un lucido verde da un lato e marrone velluto chiaro dall'altro.
    Le nubi erano i suoi soggetti preferiti di osservazione profonda. Le scrutava, attraverso il filtro degli enormi, profumatissimi fiori di Maya, e naufragava in uno stato di leggerezza ineguagliabile.
    L'arte della meditazione, gliel'aveva insegnata una delle suore che erano state sue insegnanti: Nun Maria Pia. Nun perché insieme parlavano in inglese. G
razie a lei, sin da  bimba aveva coltivato le due discipline con applicazione straordinaria.
    Meditare e Contemplare erano per Matilda fatti esistenziali.
    Da sola, poi, si era appassionata alla meditazione cromatica. Le riusciva bene. Le sedute avvenivano in modo spontaneo con una graduale immersione nel colore, e il bianco delle Magnolie stagliato contro l'azzurro del cielo e le tinte cangianti delle nuvole, le era davvero congeniale. Lei diceva che dipendeva dai cromosomi ereditati dalla nonna, che era una riconosciuta Sciamana, amata e venerata in paese come una Santa per la sua capacità di guaritrice.
    Genetica pertanto, la sua propensione. Una dote di famiglia.
    Nei bianchi petali a formare corolle dal cuore appena crema-rosato, o sfumate di viola in alcuni giorni privi di Sole, ci si infilava, Matilda, con il suo pensiero sottile e partiva per magnifici viaggi di benessere spirituale.
    Il sorriso di Nun Maria Pia la seguiva sempre, bonario e attento.
    Avventure, le sue, che le davano purezza e serenità.

    Il giorno della scomparsa l'avevano vista in molti. Tutto sembrava normale. Della normalità di Matilda, naturalmente. Ma ci erano abituati. Guardavano e passavano oltre con un senso di incanto ineguagliabile. Nella posizione del loto, le mani abbandonate in grembo, ispirava tenerezza.
    Ormai Matilda in meditazione era un elemento essenziale di quel mondo perfetto.
    Sapevano che aveva altri luoghi propizi in cui rifugiarsi.
    Non si preoccuparono di non vederla sul solito sedile arboreo.
    Se non era sul suo ramo preferito, potevano trovarla nel fosso delle rane, o sotto gli ulivi a chiacchierare con le cicale.
    Cose così. Cose da Matilda.
    Quel giorno però, la ragazzina sembrava proprio sparita. Strano parve che i due Golden, Emma e Pablo, che lei adorava e la seguivano sempre, fossero tranquillamente accucciati all'ombra della Magnolia.
    Nannavano sereni.

    Incominciò a serpeggiare la preoccupazione.
    La madre radunò i lavoranti della loro Azienda agricola e li organizzò in squadre di ricerca, il padre si mise a correre a cavallo le campagne seguendo eventuali tracce del suo passaggio.
    Nulla.
    Nulla.
    Nulla.
    Una patina opaca si diffuse sul paesaggio.
    Pareva che il Sole se ne stesse andando, soffocato dall'ansia cupa che esalava dai cuori stretti in una morsa.

    Quando Rosa, la sua tata, alzò gli occhi al cielo, la paura che l'attanagliava svanì.
    Rosa aveva rivolto lo sguardo al cielo per implorare l'aiuto della Vergine.
    Allora aveva visto uno spettacolo incredibile: le nubi si erano condensate in petali bianchi dalla sfumatura rosata e avevano formato una sorta di chioma d'albero in cielo.
    Là dormiva Matilda.
    Bellissima.
    Sorridente nel sonno.

    Decisero così di lasciarla riposare, senza disturbarla.
    In fondo era proprio grazie a lei che quel luogo continuava a essere benedetto da Dio e in pace.
    Le sussurrarono Sogni belli, Matilda, e si accinsero a ritornare felici alle quotidiane faccende.
    Erano sicuri che le nuvole avrebbero formato una scala per farla scendere.
    La Terra poteva aspettarla con pazienza.
    E tutti loro anche.
    I genitori strinsero mani, regalarono focacce dolci e bottiglie di vino rosato e, abbracciati, ritornarono a casa.
    I due golden rimasero quieti all'ombra di Maya.
    Sapevano che, proprio sotto il suo ramo più basso, Matilda avrebbe ritoccato il suolo.

Irene Navarra

 
Irene Navarra, Tra i fiori di Maya, AI e Grafica, 27 Giugno 2023.